Bpov
Sono su una limousine.
Certo.
L’autista è compìto e formale.
Certo.
C’è anche dello Champagne.
Certo.
Bevo.
Certissimo.
Mi serve.
Chissà se da qualche parte c’è anche un sacchetto per il vomito.
Guardo le luci della città che si susseguono al nostro passaggio.
C’è anche una scorta della polizia.
Mi volto a guardare indietro da entrambe le parti per vedere se mai ci fosse anche… Edward.
Non c’è.
Vorrei chiamarlo.
Vorrei chiedergli di fermare il traffico e portarmi via.
Fermare il traffico…
Sorrido al ricordo di quella incredibile giornata.
Ma chi voglio prendere per il culo, incredibile è stata ogni cosa dal momento in cui l’ho incontrato.
Lui è incredibile.
E’ magnifico, è forte, è dolce, è bello, è sexy da morire, e io lo amo.
E non capisco cosa ci trovi in me.
Certo non la ricchezza. Sembra quasi che gli dia fastidio che sia ricca.
Sono nervosa.
Dovrei concentrarmi ed essere più fredda.
Devo stringere i tempi con Mike, non voglio arrivare al matrimonio, solo l’idea mi fa rabbrividire.
Forse avrei dovuto portarmelo da casa il sacchetto per il vomito.
E probabilmente non sarei così nervosa e insicura se… nella mia vita ora non ci fosse lui.
Ora ho tanto da perdere.
Troppo.
Arriviamo al Beverly Wilshire.
Chissà perché papà ha scelto di organizzare la festa qui e non a casa. La sua villa non ha niente di meno di questo posto. Forse voleva un territorio neutrale?
Lascio vagare i miei pensieri mentre l’auto accosta di fronte all’ingresso organizzato come un red carpet hollywoodiano, con tanto di fotografi dietro alle transenne.
Magnifico.
E’ ora di mettere su il mio più smagliante e falsissimo sorriso.
L’autista scende per aprirmi lo sportello.
Mi accoglie papà porgendomi il braccio.
Sussulta guardandomi.
Bè… potrei aver indossato un vestito leggermente scollato… forse…
Riprende anche lui a sorridere mentre mi guida verso l’ingresso.
I flash e le urla dei fotografi mi abbagliano e mi stordiscono.
Ho i brividi pensando che sembra quasi che mio padre mi accompagni all’altare.
E al sontuoso ingresso dell’hotel c’è Mike ad aspettarmi, sorridente e in tiro per l’occasione.
Potrebbe sfoggiare l’abito più ricercato e costoso del pianeta, ma sempre un rospo bavoso mi sembrerebbe.
E ora che mi avvicino posso notare che sta sbavando davvero.
Mi squadra più volte dalla testa ai piedi.
Mi sembra quasi di leggere i suoi pensieri lascivi e proibiti.
Proibiti si!
Solo nei tuoi sogni puoi sperare di avermi, mio caro!
“Mike! Tesorooooo!”
Mio padre appoggia il mio braccio al suo e non so da dove mi venga la forza di essere così finta.
“Isabella, sei… ehm… sfolgorante stasera, cara”
Mike non riesce a togliere per un momento gli occhi dal mio vestito, o come lo chiamerebbe Edward, fazzoletto.
Forse ho esagerato un po’, ho un vestito blu notte in raso di seta, semplice, con scollatura morbida sul davanti e… scollatura vertiginosa dietro, talmente vertiginosa che non ho potuto mettere alcuna biancheria intima… ma il mio intento è quello di sedurre questa lumaca bavosa, no?
“Vieni Isa, facciamo il nostro trionfale ingresso”
Isa?
Sembra il nome di una vecchia zia. E se non mi do da fare subito, lo diventerò una vecchia zia e presto.
Si. Il trionfale ingresso. Non vedo l’ora di farmi vedere a braccetto con te da tutti. E’ sempre stato il mio sogno!
“Si, Mikey, facciamo il nostro ingresso… tesoro…”
Vomito.
Vomito vomito vomito.
Entriamo in un grande salone finemente arredato. I colori sono tutti sui toni dell’oro e crema. Ci sono numerosi tavoli rotondi da 6-8 persone, tovagliati in bianco e oro con enormi centro tavola costituiti da photus e calle bianche, candelieri pregiati, critalli e posate finemente cesellate.
Mentre Mike mi guida attraverso il salone semivuoto acchiappo al volo una coppa di Chamapagne.
Mmmm… Bollinger… niente di meno.
Mike si avvicina al mio orecchio.
Non vorrà mica baciarmi?!
“Isa, non ti sembra di aver esagerato un po’ con questo vestito? Quando saremo sposati non ti permetterò di indossare niente del genere. Dovrai farlo solo per me. E in privato”
Mi giro lentamente verso di lui.
Non credo che la mia espressione attuale sia da meno di quando guardo la gente sputare: orrore e schifo. Insieme. Il top del voltastomaco.
Lui ha un ghigno soddisfatto sul volto.
Ma quella frase mi avrebbe fatto venire brividi di infinito piacere se solo a pronunciarla fosse stato il possessore del ghigno più sexy del pianeta.
“Ma certo caro”
Devo giocare la mia mano con tranquillità e astuzia se voglio ottenere qualcosa.
E ricaccio indietro il vomito.
Giungiamo alla fine del salone, attraverso le enormi porte finestre che danno sulla piscina.
L’ambiente è illuminato da migliaia di lucine e lanterne, ci sono tavolini anche qui e un gran girare di camerieri impeccabilmente guantati.
Centinaia di persone, abiti elegantissimi, gioielli di firma, botox ovunque, e sorrisi.
Conosco bene quei sorrisi. Non sono finti. Sono plastificati da anni e anni di pratica. Esattamente come quello che sfoggio io ora senza neanche rendermene conto.
Conosco la maggior parte degli invitati, industriali, politici acclamati, stilisti, designer di grido, attori più o meno noti, direttori di network, sempre le stesse facce.
E non mi sono mai sentita così fuori posto come ora.
Io non c’entro più niente qui.
Non appartengo più a questo posto.
Vengo distratta dai miei pensieri oscuri dalla voce di mia sorella.
“Bella”
Mi volto verso di lei.
Il suo sorriso come il mio. Allenato.
Ma scorgo la simpatia nei suoi occhi. Simpatia che le proviene dal capire la mia attuale condizione.
“Rose, sei spettacolare stasera”
“Anche tu mia cara. Posso rubartela un attimo Mike?”
“Certo Rosalie, ma restituiscimela presto, stasera è mia”
Puoi sognartelo!
Rose mi prende delicatamente un braccio mentre ci avviciniamo ad uno dei tavoli del buffet.
“Bella, sei impazzita? Sei praticamente nuda!”
Sussurra mentre sorseggio dal mio calice quasi vuoto.
“Bè, sono nuda sotto”
“E si vede, credimi!”
“E sai quanto me ne frega al momento”
La guardo sbuffando.
“Mike ti sta guardando come un falco. Non riesce a staccare gli occhi dal tuo sedere. Scoperto! Ti si vede l’incavo delle natiche!”
“E’ proprio questo quello che volevo, Rose. Conosci il mio obiettivo”
“Già! E lui conosce il suo! Rischi grosso, sorellina”
“Non preoccuparti per questo, so come tenere a bada Mike”
“A papà verrà un’angina quando vedrà il tuo… di dietro”
“A proposito dov’è?”
“E’ laggiù. Sta parlando con il governatore”
Mi volto a guardarlo. E’ perfettamente a suo agio. E’ il suo ambiente. Un ambiente che ora i Newton stanno tentando di soffiargli.
“Bella! Sei incantevole stasera”
Mi giro verso Emmet.
“Ciao Emmet. Grazie”
“Hey! Non guardare troppo, tesoruccio, la mia sorelina stasera si fidanza”
“Spiritosa”
“Ma amore, lo sai che non ho occhi che per te”
Il suo sguardo a Rose è di pura adorazione, e lei lo ricambia con una dolcezza inusuale.
“A quando il vostro fidanzamento?”
Chiedo mentre sfilo un'altra coppa dal vassoio di un cameriere.
“Non appena torni dal viaggio di nozze”
A momenti sputo tutto sul tux di Emmet.
“Ma sei pazza? Mi fai strozzare così! Non ci sarà nessun viaggio di nozze!”
“E allora è meglio che tu ti dia da fare, perché temo che Mike voglia accelerare la cosa”
“Perché? Cos’hai sentito?”
“Ho colto una conversazione tra lui e papà. Sembra che lui voglia organizzare il matrimonio in tempi brevissimi. Forse ha paura che gli scivoli via dalle dita”
“Io non sono tra le sue dita! E sono stufa che si organizzino le cose alle mie spalle!”
“Bella, io sono dalla tua parte, lo sai. Se c’è qualcosa che posso fare per aiutarti, non esitare”
Sospiro pesantemente.
“Lo so, Rose. Hai ragione, devo trovare il modo di farlo parlare prima che mi ritrovi ad essere la signora Newton”
“Edward come sta?” mi chiede cautamente.
“Meglio di me sicuramente, al momento”
“Io non ne sarei così sicura”
Vedo Rose guardare il mio braccialetto.
Avvicino la mano alla fronte così da avere la bocca a pochi centimetri dal microfono.
“Spero che ci sia qualcuno in ascolto a quest’ora. C’è nessuno?... Già, che stupida, io non posso sentirvi… bè… se qualcuno mi sente, tenete Edward lontano dai ricevitori, non gli piacerebbe ascoltare i discorsi di stasera”
Mi sento una cretina a parlare ad un braccialetto.
“Dici che ti sentono?” mi guarda Rose incuriosita.
“Dal poco che conosco Eric, credo proprio che non si perderebbe la trasmissione per niente al mondo. Me lo immagino lì seduto a mangiare pop-corn. Ciao Eric!”
Sussurro il mio saluto.
“Bella!”
Mi volto all’inconfondibile squittio di quella voce.
“Alice?! Jasper! Che-che ci fate qui?”
Non dovrebbero essere qui! Non Jasper! Lui mi serve al CED!
Mi risponde Alice.
“Bè, grazie tante, sciocchina! Ma io ho l’invito, è esteso a tutta la mia famiglia naturalmente”
Papà deve aver mandato inviti a tutte le sue conoscenze, senza soffermarsi sul fatto che abbia distrutto i Cullen.
“Vuol dire che ci siete tutti?”
La mia voce è ora un sussurro d’orrore.
“No. I miei genitori non sono venuti ovviamente”
Alice si scurisce in volto.
“Oh Alice, scusami. Non intendevo dire questo. Sono felice che tu sia qui. Sei la benvenuta, credimi”
Le accarezzo il braccio e lei mi restituisce un timido sorriso.
La voce di Jasper è una doccia fredda.
“Edward è qui”
“Cosa?! Dove?”
Volto la testa repentinamente in cerca della sua tanto familiare figura. E lo trovo.
E’ ad una quindicina di metri da me con un bicchiere in mano.
Ed è furioso.
E io sono senza mutande.
Mi volto verso Jasper.
“Che ci fa qui! Non può stare qui! Io… io devo… il fidanzamento… io devo parlare con Mike.. io”
“Bella calmati. Edward non ha voluto sentire ragioni, è per questo che sono qui anch’io. In questo modo posso tenere d’occhio sia te che lui”
Lo guardo e tiro un sospiro secco.
“Jasper, io devo andare avanti con il piano. Se Edward è qui, non so se ce la farò. Se lui sentisse-“
“Lui sente. Abbiamo tutti e due un auricolare e un microfono che ci tiene collegati alla centrale”
“COSA?!”
Vedo Mike e un altro gruppo di persone voltarsi di scatto alla mia esclamazione.
“Hahahahahahahahah!!! Molto divertente!! E’ una barzelletta esilarante!”
Rose salva la situazione, mentre Jasper e Alice colgono la palla al balzo e cominciano a far finta di ridere.
Io rimango impietrita.
Senza spegnere il sorriso, Rose sussurra.
“Bella, cerca di fare più attenzione! Ridi!”
“Hahaha… veramente divertente…”
Come attrice faccio schifo.
Vedo Mike e gli altri riprendere le conversazioni interrotte e tiro un sospiro di sollievo.
Sempre sorridendo, mi rivolgo a Jasper.
“Vuoi dire che lui ha sentito tutto quello che ho detto fin’ora?! E da quando?”
“Dalle 7.00. Abbiamo aperto il collegamento a quell’ora, esattamente nel momento in cui entravi in macchina… quindi non preoccuparti… niente spionaggio in doccia…”
Ghigna.
“Haha! Spiritoso! Come mai tutti potete sentire quello che dico e io non posso sentire voi?!”
Continuo a sussurrare.
“Perché… se le cose si facessero… ehm… calde con Mike, lui si accorgerebbe dell’auricolare”
Si volta leggermente e io posso vedere un minuscolo congegno infilato nel canale uditivo dell’orecchio. E’ molto piccolo e solo guardandolo da vicino si nota.
Mi volto di nuovo verso Edward, che ora ha la mascella serrata e le narici dilatate. Cazzo…
“Quindi lui mi sente anche ora”
“Perfettamente” mi risponde Jasper.
“Bene. Edward… Non.Diventare.Termonucleare. Sai benissimo… sai benissimo dov’è il mio cuore in questa faccenda”
Lo guardo accigliarsi per un momento, ma la mano che non stringe il bicchiere è serrata in un pugno.
Continuo.
“Edward… ti prego… lasciami fare, abbi fiducia in me”
Distoglie lo sguardo dal mio. Sta cercando di controllarsi. La sua meravigliosa mandibola stretta dal suo morso.
“Quanto la vorrei leccare ora… “
Si gira di scatto e mi fissa alzando le sopracciglia.
Ops… accidenti a me e alla mia boccaccia.
Mi guardano anche gli altri che evidentemente hanno sentito il mio sussurro.
Sorrido timidamente.
E sorseggio lo Champagne.
Jasper sogghigna.
“Bene, ora puoi procedere come meglio credi. Non preoccuparti per noi, non ti saremo di alcun intralcio, ma saremo pronti in caso di necessità. Ok?”
“Ok”
“A dopo… lingua selvaggia”
Jasper prende la mano ad Alice e si allontana. Non facendo un bel niente per mascherare la sua risata.
Rose si avvicina a me.
“Adesso torna dal tuo fidanzatino e datti da fare”
Senza risponderle vado verso Mike.
“Oh, eccoti qua cara, signori, vi presento la mia fidanzata Isabella Marie Swan… presto in Newton”
Prende la mia mano e se la porta sul braccio accarezzandola.
Non sono in grado di dire nulla la momento, ma il mio sguardo va per un istante al viso di Edward che sembra non abbandonare la sua espressione indurita.
Mike mi presenta numerose persone, di cui non ricordo più neanche un nome. Mi comporto come la brava e devota fidanzata e converso amabilmente con tutti.
Ma devo stringere i tempi.
Mi avvicino all’orecchio di Mike.
“Tesoro, perché non troviamo un posticino appartato tutto per noi?”
Sbatto le palpebre e metto su il mio sorriso più sexy. Spero che non ne esca una smorfia di disgusto.
“Oh ciccina… non sai quanto mi piacerebbe, ma ora non è possibile, stanno per servire la cena e non possiamo trascurare i nostri ospiti”
Cazzo. Che palle! Devo trovare il modo di sedurlo. Anche di fronte a tutti.
“Come vuoi, futuro adorato marito”
“Oh Isa… com’è bello sentirtelo dire… ma non temere… ho in mente un bel programmino per noi…”
La sua voce è melliflua e biascicata. Probabilmente a causa dell’eccessiva salivazione. Che schifo…
“Oh…”
Rabbrividisco all’idea del suo programmino, ma devo lasciarlo fare, mi deve credere devota e adorante.
Mentre ci avviciniamo al tavolo, guardo di nuovo in direzione di Edward.
Ha gli occhi stretti in una fessura che lancia lampi verso di noi.
No. Mi fa segno con la bocca.
Si. La mia risposta muta.
Preme le labbra in una linea dura.
Il nostro tavolo è più grande degli altri, distribuiti tutti intorno ad uno spazio adibito per le danze. Ad un lato della sala un’orchestra in piena regola a suonare ininterrottamente musica di sottofondo.
Prendiamo posto per ultimi, circondati dai parenti più stretti, Rosalie ed Emmet, papà, Marjorie e Isaac Newton – il nonno di Mike doveva avere un bel senso dell’umorismo – e Demetri Kamarov.
Demetri è al nostro tavolo insieme ai parenti stretti.
Ho i brividi.
Questo spiega molto bene e senza ombra di dubbio alcuna che il signor Kamarov non è solo un membro della mafia russa, ma anche un membro di questa famiglia.
Tutti i miei timori vengono confermati dalla sua semplice posizione.
Lancio uno sguardo furtivo in direzione di Edward e Jasper, i quali, pur conversando tra loro, notano il mio disagio.
“Isabella... è incantevole stasera”
Demetri si rivolge a me e il suo sguardo non mi piace. E’ intenso e oltremodo fuori luogo.
“Demetri, buonasera a lei. Non pensavo che facesse parte della famiglia Newton”
Non posso fane a meno. Quest’uomo mi fa scattare sulla difensiva.
“Mia cara, la mia famiglia è legatissima ai Newton da generazioni, e loro mi hanno voluto usare l’onore di sedere tra gli affetti più cari”
Me l’immagino quanto le due famiglie siano legate. Forse avrei dovuto sedurre lui e non Mike.
Non posso fare a meno di guardare verso Edward, ma stavolta vengo notata da Demetri, che assottiglia gli occhi quando si volta anche lui.
“Ed esattamente in che tipo di rapporti siete con la famiglia Newton?”
Ma prima che possa rispondermi sento la mano di Mike stringere la mia sotto al tavolo.
“Tesoro, stasera è la nostra serata, questi discorsi lasciamoli per un’altra volta, vuoi?”
“D’accordo caro, sarà per un’altra volta”
Devo stare più attenta. Sto mandando a puttane tutto.
La cena si svolge senza problemi tra chiacchiere inutili e noiose.
Io non perdo occasione per fare la svenevole con Mike e toccarlo di quando in quando. La mano, il braccio, la coscia, insomma tutto quello che non è eccessivo per me, sperando di sortire qualche effetto su di lui.
Ci riesco solo perchè ho una discreta quantità di alcool che vaga ormai in tutto il mio sistema linfatico.
Edward sembra essere seduto su una sedia percorsa da corrente elettrica tanto è teso e pronto a scattare.
“Mmmm... micetto... mi fai ballare?”
Mi avvicino a Mike in maniera estremamente provocante. Sono stufa di aspettare il momento buono.
“Ma certo, tesoro”
Si alza porgendomi la mano, e mi guida verso il centro della sala.
Mi prende la mano delicatamente assumendo una posa del tutto statica.
No. Così non può funzionare.
Mi avvicino a lui un po’ di più.
“Stringimi Mike”
Gli sussurro ad un orecchio.
“Tesoro, ci guardano tutti, non possiamo dare spettacolo”
“Che vadano al diavolo. Stringimi... ho voglia di sentirti... tu non hai voglia di sentirmi?...”
Mi muovo in maniera sinuosa sul suo corpo. Devo provocarlo, devo eccitarlo.
E quando lo stringo a me ghigno in soddisfazione.
E’ decisamente eccitato.
Oddio... non raggiunge le dimensioni d’eccitazione di Edward, ma meglio così.
“Oh Mike... ho voglia di stare da sola con te... adesso”
Le sue mani sudaticce mi accarezzano e io sento i brividi.
Per lo schifo. Ma lui ovviamente fraintende.
“Piccola... anche io credimi... ma ora non possiamo... più tardi... quando saremo soli”
“Soli?”
“Ho prenotato una suite qui. Vedrai ci divertiremo...”
Oh no... io volevo appartarmi da qualche parte... non posso rischiare di stare da sola con lui in una suite...
“Michail… permetti?”
Demetri è improvvisamente accanto a Mike, ma la sua attenzione è rivolta unicamente a me.
Lui non risponde, abbassa la testa e lo guardo mentre si allontana senza dire una parola.
In un istante è tutto chiaro come il sole.
Mike è completamente sottomesso a Demetri.
Mi prende la mano e mi cinge mentre comincia a ballare lentamente. Non smette di fissarmi negli occhi. Il suo sguardo è focalizzato e composto, non trapela nulla dalle sue pupille.
“Isabella… finalmente ho l’occasione che aspettavo. Si sta divertendo?”
Non so perché, ma alla paura, ai capelli che mi si drizzano sul collo, vince la mia voglia di sfidarlo.
“Naturalmente. E’ la mia festa di fidanzamento, perché non dovrei?”
“Sono sorpreso che lei abbia accettato la sua proposta… un cambiamento così repentino…”
“E lei cosa ne sa?”
“Io so molte cosa di Michail, mia cara. E lei ha la fastidiosa abitudine di rispondere alle domande con altre domande”
“Perché? E’ un interrogatorio, questo?”
“Ecco un’altra domanda… No. Non lo è. Volevo solo fare conversazione. Conoscere la fanciulla per cui Michail è disposto a condividere il suo mondo”
“Che è anche il suo, a quanto ho capito, non è vero?”
Alza il mento in segno di superiorità.
“Michail ed io abbiamo molti affari in comune, Isabella-“
“Quali affari esattamente?”
“Non è molto educato interrompere le persone mentre parlano, Isabella”
“Non sono nota per la mia educazione, Demetri”
Mi guarda per qualche istante in silenzio.
“Posso capire l’attrazione per Michail verso di lei. Lei è una donna alquanto forte. Fiera. E potrei azzardare, passionale”
“Non la conosco abbastanza per parlarle del mio carattere, Demetri. Come mai chiama Mike, Michail?”
“Perché è il suo nome”
Mi risponde svelto.
“No. Non lo è. Lui si chiama Micheal Newton. Non ha origini russe”
“No infatti, ma… in famiglia siamo abituati a chiamarlo così. Fa parte di noi, ora”
“Che vuol dire? Che vi è legato affettivamente o… è una specie di… patto di sangue?”
Mentre balliamo vedo per qualche istante il volto di Edward, che mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite, ha i pugni serrati sul tavolo e sembra pronto a scattare. E sembra anche essere trattenuto da Jasper.
Demetri abbassa il volto sul mio. Il suo sguardo si fa più intenso.
“Ma tutt’e due, mia cara. Tutt’e due”
Vengo percossa da un brivido che mi fa accapponare la pelle.
Lui se ne accorge, e mentre guarda la mano che stringe la sua, i suoi occhi si posano sul mio bracciale.
Oh no.
Subito sposta di nuovo lo sguardo al mio.
Devo rimanere in controllo. Al minimo segno di cedimento, capirebbe che c’è qualcosa che non torna.
Si guarda intorno, poi continua a parlarmi.
“Ho notato che c’è il signor… Masen al ricevimento. Siete molto amici?”
Sento subito il bisogno di proteggerlo. Proteggere Edward.
“No. Lo conosco appena. E’ un amico di famiglia”
“Oh. E’ la prima domanda a cui risponde stasera, Isabella… strano… argomento spinoso?”
Mi affretto a rispondergli.
“No, affatto. E comunque resta il fatto che non mi piace parlare degli affari miei”
“Posso capirlo. E’ così anche per me. Non mi piace che si parli degli affari miei, non mi piace che si parli di me, e… non mi piace quando i miei più cari amici sono in pericolo. Ma lei mi può capire… non è vero, Isabella?”
Si volta lentamente verso Edward e di nuovo verso di me. Sul suo viso l’ombra di un sorriso malefico, mentre i suoi occhi rimangono gelidi.
Ha capito.
Sono sicura che ha capito.
“Senta Demetri, io sto per sposare Mike. E’ ovvio che i suoi interessi diventeranno anche i miei. Non ho nessuna intenzione di rovinare i miei progetti, e non sono spaventata da lei. Quindi apprezzerei un po’ più di distanza in futuro. Mike diventerà mio marito e tra noi non ci potranno essere segreti”
“Così sembra… ma, lasci che le dica una cosa. Nemmeno io ho intenzione di rovinare i miei progetti. E di solito non lo permetto a nessuno”
I suoi occhi si fanno due fessure.
“Nemmeno io”
Rimaniamo a guardarci impossibilmente tesi. E’ una gara a chi è più duro.
“Signore e signori!”
Veniamo interrotti dalla voce di Mike al microfono accanto all’orchestra.
“Isabella”
Demetri mi lascia, si inchina leggermente.
“E’ stato un piacere danzare con lei. E molto… illuminante”
Si raddrizza sulle spalle e mi lascia al centro della pista.
Mi volto verso Mike che continua a parlare al microfono.
“Isabella! Cara, raggiungimi qui, ti prego”
Bene. E’ arrivato il temuto momento.
Mi avvio verso di lui, ma non riesco a sorridere.
Mi porge la mano, che io prendo come da copione.
“Signori! Amici! Sapete tutti certamente perché siamo qui a goderci questa incantevole serata, ma sento il dovere di ufficializzare la notizia! Isabella, mia cara…”
Si volta verso di me sorridendo e continuando a stringermi la mano.
“Vuoi concedermi l’onore di diventare mia moglie?”
Mi sento male.
Mi sento davvero male.
Pensavo di essere più forte, pensavo che sarebbe stato un gioco da ragazzi, ma questo… questo è tutto vero… mi sento come se mi cacciassi in un tunnel sempre più stretto… la sua presa… le parole di Demetri… lo sguardo di Edward… io non sono così forte…
Edward… Edward…
Stringo la mano di Mike, che mi sorride ancora di più scambiando il mio gesto per affetto.
Il mio sorriso fa fatica a rimanere lì.
Ho voglia di urlare NO! NO! MAI! IO SONO DI EDWARD! DI EDWARD…
Lo cerco tra la folla di persone ora radunate intorno a noi… ma non lo vedo… incontro invece gli occhi di Demetri, che mi fissano intensamente. Sul suo viso quel malefico mezzo sorriso.
Respiro in maniera affannosa, ma devo riprendere le fila dei miei pensieri e dei miei obiettivi.
“Si”
Sussurro senza voce.
“Oh cara! Stasera fai di me l’uomo più fortunato del mondo!”
Mi abbraccia.
Io sono come gelatina ormai.
E improvvisamente sento la sua bocca sulla mia.
No!
E’ un bacio casto il suo, ma sufficiente per farmi vomitare per una settimana. Come cazzo ho pensato di sedurlo se non sopporto neanche un bacino innocente?
Cerco di rispondere al bacio, ed è la cosa più faticosa che abbia fatto in tutta la mia vita.
Si stacca da me.
“Signori! Tesoro, ho una sorpresa per te”
No… detesto le sorprese... meglio sempre pianificare… per non avere brutte sorprese…
“Abbiamo organizzato già tutto, e il matrimonio si terrà nella villa di tuo padre… tra tre giorni!”
Appunto… brutte, brutte sorprese… tre giorni… tre giorni… TRE GIORNI???!
“CHE COSA?!”
“Oh micetta, sarà magnifico vedrai! E’ già tutto pronto! La cerimonia, il ricevimento, gli abiti, tutto! Ho pensato che sia meglio che tu non pensi a nulla, voglio che tutti i tuoi pensieri siano per me! Sei felice?”
Come a un funerale!
Non riesco a rispondere subito, ma devo.
“Certo caro”
Certo un cazzo! Come faccio a sedurlo in tre giorni?! Mi ci vorranno anche le notti! E mi ci vorrebbero un paio di stomaci di ricambio per le notti con Mike!
“Un brindisi allora! Alla mia futura prestissimo sposa!”
Lo vedo alzare il bicchiere e… mi gira la testa.
Sento gli applausi e tutto il rumore costiuito dalle chiacchiere dalle risate e dalle urla degli invitati. Ed è un rumore assordante.
Alzo il bicchiere che mi porge un cameriere e bevo con Mike.
Ma lui cerca di baciarmi ancora.
“Mike, tesoro… se non ti dispiace ho bisogno di un po’ d’aria… ti dispiace se esco un po’? Torno subito, promesso. Sai… il matrimonio… in tre giorni… è una sopresa meravigliosa… e una ragazza deve abituarsi all’idea… eh?”
“Ma certo cara, vai pure. Penso io ai nostri ospiti. Torna subito da me però, non vorrei perderti ancor prima di averti”
Che schifo…
Ho bisogno d’aria. Ma prima devo rinfrescarmi. Si. Rinfrescarmi. Schiarirmi le idee.
Esco dal salone e mi avvio per… dove cazzo è la toilette? Ci sarà una toilette in questo incubo no?
Mi giro ripetutamente intorno e vedo la piccola insegna dorata. Bingo!
Mi avvio nel corrodoio. E’ lungo. Che sciocchezza. L’architetto di questo posto aveva l’intenzione di far pisciare la gente addosso nel tragitto?
Mi sento afferrare un braccio da dietro, mi volto.
“Edward!”
“Ma che cazzo vuoi fare, eh?!”
E’ furioso e affannato, ma la vista di Edward è come un balsamo per me. Di colpo, mi ritrovo a tremare, le gambe sembrano cedermi e la vista di lui mi rincuora oltre ogni limite.
“Edward…”
Alzo la mano verso il suo viso, ma lui mi strattona e mi trascina in una stanza.
C’è biancheria in ogni scaffale, deve essere la stanza dove tengono il cambio delle tovaglie o delle lenzuola, non saprei, non mi frega nulla. Sono solo felice di stare con lui.
“Edward…”
Cerco di nuovo il contatto, ma lui si allontana da me. Inizia a fare avanti e indietro nello spazio angusto.
“Che cazzo credevi di fare?! Sei impazzita a sfidare Kamarov?! Non ti sei accorta che ti ha apertamente minacciato?! Che ti è saltato in mente di rispondergli così, eh?! Era questo il tuo piano?! Farlo infuriare?! Sei un’idiota! Sono impazzito dal terrore ascoltandovi! E io che credevo che avessi tutto sotto controllo! Che vuoi fare, dichiarare guerra all’Organizatsaya?!”
Lo ascolto mentre urla mettendo una parola dietro l’altra. Non ci capisco più nulla. Sono a pezzi ed esausta da tutta questa serata. Da tutta questa situazione. Faccio fatica a stare dietro allo sproloquio urlato di Edward, ma…
“Un’idiota?”
“Si! Cazzo, si!! Quella è gente che ammazza per molto meno di quanto hai fatto tu stasera! E tu stai mandando a puttane tutto per tenergli testa! Questo tuo carattere del cazzo ti porterà a fare una cazzata dopo l’altra! E io dopo dovrò raccogliere i pezzi, se ce ne saranno!”
Mi guarda con gli occhi sbarrati, sbraita e agita le mani, non smette di passeggiare avanti e indietro.
Mi muovo verso di lui, ma lui si allontana di scatto.
“Edward…”
“E che cazzo era quel bacio?! C’era proprio bisogno di baciarlo?! Che c’è, ti sei voluta godere la tua recita fino in fondo?! Ti è piaciuto, principessa?!”
…idiota… carattere del cazzo… ti è piaciuto principessa?...
Le sue parole rimbombano nel mio cervello.
Ma che dice?
Mi è piaciuto baciare Mike?!
Non ci vedo più.
Una rabbia furibonda mi monta dentro, e tutto quello che riesco a fare è dargli uno schiaffo che lo colpisce in piena guancia.
“Mi è piaciuto tanto quanto questo!!”
Mi pizzica il palmo della mano, mentre lo guardo assestare il colpo inorridito.
“Vaffanculo Jasper!!!” Esclama mentre lo vedo tirarsi via malamente il minuscolo auricolare dall’orecchio, strapparsi il primo bottoncino della camicia e gettarli a terra furibondo.
Non posso stare più qui ad ascoltarlo.
Non voglio vederlo così.
Non posso sostenerlo ora.
Aria. Ho bisogno di aria fresca o impazzirò.
Corro via mentre sento che urla il mio nome.
Ma non posso voltarmi indietro. Non adesso.
Ho bisogno di schiarirmi le idee.
Ed Edward mi ha fatto male.
Raggiungo l’ingresso laterale dell’hotel. Dà su un altro giardino. Corro alla ricerca di un posto dove sedermi indisturbata. Un posto dove possa rimanere sola per qualche minuto. Non mi accorgo delle lacrime che mi rigano le guance finchè non sono all’aria aperta. E ora le mie guance pungono.
Mi infilo dietro una siepe. C’è una panchina decorata sotto un albero ben curato. Mi ci butto sopra e mi porto le mani nei capelli nel tentativo di strappar via questa serata orrenda.
Non riesco ancora a mettere in fila i miei pensieri.
Edward incazzato a morte. Le labbra schifose di Mike… cerco invano di pulirmi la bocca col dorso della mano strusciando sulle labbra fino a farmi male.
Ho davvero sbagliato tutto? Sono stata davvero così avventata? Perché Edward mi ha detto quelle cose orribili? Perché respingeva ogni mio tentativo di avvicinarmi a lui?...
Mi fa male questo pensiero. Mi fa sentire un peso insostenibile al petto. E’ come se non riuscissi a respirare.
Voglio fumare.
Perché cazzo non ho mai la borsetta quando mi serve?
“Sigaretta?”
Alzo il viso di scatto e vedo un uomo. Biondo, occhi scuri, un bel tipo. Mi sta porgendo un pacchetto di Gauloises.
“Sei francese?”
Chissà perché nei momenti più assurdi mi vengono fuori le domande più strane. Che cazzo mi frega di dov’è?
Ridacchia.
“No. E’ solo la marca di sigarette che fumo. Vecchie brutte abitudini. Allora? Ne vuoi una?”
Lo guardo interdetta, ma poi accetto la sua offerta allungando la mano ed estraendo la sigaretta dal pacchetto.
“Grazie”
Mi fa accendere. Tiro una lunga boccata.
Oh si… aria fresca e fumo.
Si siede accanto a me.
“Brutta serata?”
Lo guardo, cercando di ricordare chi sia, ma non credo che ci abbiano presentati. Tra tutti quei pomposi pancioni, lui me lo sarei ricordato.
Lui mi fa un piccolo cenno alle guance.
Già. Le mie lacrime.
Mi asciugo rapidamente con le dita le guance. Non ho idea dello stato in cui si trova ora il mio trucco, ma per ora voglio solo 5 fottuti minuti in pace.
“Sono la fidanzata, come potrebbe essere una brutta serata per me? Sono solo un po’… travolta, ecco tutto”
“Mi chiamo James”
Mi porge la mano e gliela stringo.
“Isabella”
Ridacchia di nuovo.
“Lo so. Ero lì, durante l’annuncio. Ed è vero, sembravi un po’ sopraffatta”
Ora è il mio turno di ridacchiare.
“Mpf… sopraffatta... Stritolata è più adatto. Non… non sei un giornalista, vero?”
Sorride.
“No. Tranquilla. Sono il classico… amico dell’amico dell’amico. Spero che non ti dispiaccia se non ho titoli altisonanti”
Gli sorrido anch’io.
“No… affatto… lo so che detto da me è assurdo, ma detesto i titoli altisonanti da un po’ di tempo”
Mi sento a mio agio con questo sconosciuto, o forse non mi importa chi sia o cosa faccia, ma la sua presenza riesce a calmarmi un po’.
“Già… deve essere difficile sorridere anche quando non ne si ha voglia”
Mi guarda negli occhi e non so perché non sento di dover fingere con lui.
Non gli rispondo mentre spengo la cicca per terra e mi alzo.
“Ti ringrazio, James. E’ stato… gradevole parlare con te”
Si alza anche lui.
“Aspetta, hai dei segni scuri sulle guance. Ti aiuto a toglierli, non vorrai che il tuo fidanzato ti veda così, no?”
Si tira fuori un fazzoletto di stoffa dalla tasca e mi sorprendo a lasciarlo fare mente mi toglie il mascara colato dagli zigomi.
Sento un fruscio provenire dalla siepe e mi volto.
“Edward…”
Lo vedo mentre guarda me e James. E le sue mani sul mio viso.
La sua mandibola è stretta in un morso, la sua bocca chiusa in una linea dura, e i suoi occhi più furiosi di prima.
Si volta e se ne va.
No!
“Edward!”