* Il CEO e la Grattina *
di Sparviero Nero
Capitolo 1
Epov
“Eddy-”
“Si, Emmy?”
Lo vedo fissarmi dalla porta del mio ufficio con la bocca spalancata.
Come un enorme pesce rosso tirato fuori improvvisamente dall'acquario.
Sulla mia porta che per lui potrebbe anche non esistere.
Anzi, non esiste, punto.
“Ed... che cazzo fai vestito così? E' arrivato carnevale?”
Riprende la sua solita aria goliardica e scherzosa, mentre mi guarda dall'alto in basso.
“Ha-ha-ha. E' il 24 dicembre Emmett. Lo sai che ogni anno faccio il giro. E se mi chiami un'altra volta Eddy ti assegno al turno delle pulizie di Capodanno.”
Gli dico mentre mi allaccio le trainer.
Lo faccio tutti gli anni, giro tutto lo stabile facendo finta di essere un cliente, per vedere il comportamento degli impiegati nel giorno più impegnativo e frustrante dell'anno.
E pretendo di vedere i clienti uscirne soddisfatti.
La soddisfazione è la cosa che mi preme di più.
E le vendite, ovviamente.
“Non capisco perchè lo fai proprio oggi in questo giorno di vera follia umana. Qua sotto c'è un carnaio che neanche ti immagini.”
“Lo faccio proprio perchè oggi è un vero banco di prova. Abbiamo tutto il personale e gli aiuti per il periodo. Devo sapere se mi mandano in malora l'attività. Non so perchè facciamo sempre lo stesso discorso. Lo sai che è così da anni ormai.”
“Lo so. E' che... he he he...”
“Cosa?” Mio fratello sa darmi noia come pochi al mondo.
“Bè... vederti così... jeans, camicia fuori dai pantaloni... oooooh!... e bomber!.. mi fa... pppfffftttbuahahahahahahahahaha!!!”
Mi schiarisco la voce e vado verso lo specchio a parete nel bagno del mio ufficio, dove ho lasciato il mio abito 3 pezzi Gucci e scarpe Campanile, che ora guardo con malinconia. Non sono tipo da jeans io. Lo so. Non occorre che Emmett mi ci prenda per il culo.
Mi dirigo verso l'interfono.
“Tanya, nel mio ufficio. Adesso.”
Non aspetto la replica mentre sento i suoi tacchi avanzare.
“Mr. Cullen?”
“In bagno.” Risponde Emmett. E sento la sua spiritosaggine anche da qui.
“Mr... Cullen?”
Mi guarda dall'alto in basso anche lei. Come un pesce bla bla bla. Sono già stufo di questa situazione. E il mio ufficio ora sembra davvero un acquario. Forse dovrei far installare delle pareti a vetrate per completare l'ambiente.
“Tanya, mi occorre un parere esterno. Come le sembro?”
Apre e chiude la bocca. Comincio a sospettare che lei ed Emmett non discendano dalla scimmia ma dai pesci.
Poi però la vedo focalizzare l'attenzione su un punto al centro del mio corpo. E la sua espressione cambia notevolmente.
Capito...
“Bene. Grazie Tanya. E' tutto quello che volevo sapere. Può andare.”
La sento schiarirsi la gola e andare via. Barcollando un po'.
Mmmmh, interessante.
“Vedi, Emmett? Tanya ha apprezzato.”
“Pft! Tanya apprezzerebbe anche il gobbo di Notre-Dame se avesse il pacco che tu ti porti dietro.”
Ghigna mollemente appoggiato sullo stipite della porta del bagno.
“Emmett, sono solo dei semplici jeans. Neanche costosi, non voglio essere scambiato per un cliente con la grana.”
“Con la grana? Ma come cazzo parli? Sembri uscito da un film di gangsters. E' passato quasi un secolo da allora sai? Oh, già, ma tu che ne sai. Tu e la tua perfetta fidanzata anni '60 che andate al cinema solo per vedere filmoni di merito culturale e passate le domeniche dai suoi genitori?”
“Emmett, non apprezzo il linguaggio scurrile gratuito. Soprattutto in ufficio. E poi io e Kate non passiamo tutte le domeniche dai suoi.”
“Vero. Andate pure da papà e mamma. Scuuusa! A proposito, scopate mai?”
“Emmett! La mia vita sessuale non ti riguarda. E comunque non lo verrei certo a dire a te che sei la portinaia dell'ufficio!”
“Cazzo, si!” Mi risponde soddisfatto, ma non ha finito. Cristo...
“Hey! A proposito di pettegolezzi. Hai visto che vagonata di fichette hanno assunto per Natale?”
“Fi-fichette? Emmett... perchè non torni a lavorare e mi lasci guadagnare il pane, quello che mangi anche tu per inciso, come tutti i comuni mortali così finiamo questa giornata?”
“Ok, tanto ci vediamo stasera da mamma. Buona fortuna cliente anonimo!”
Giro gli occhi al cielo. Giuro che se non fosse mio fratello lo licenzierei.
“Na-ha. Non mi licenzieresti! Sono troppo divertente e tengo alto il morale di questo mortorio!”
Aggiunge urlando dal corridoio. Mi conosce così bene che sa anche quello che penso.
O forse sono diventato prevedibile?
Il noioso e prevedibile CEO di Macy's?
Ok, noioso o meno, faccio il mio lavoro da dio. Ed oggi scendo nell'arena.
<<< C&G >>>
Percorro i corridoi del personale sul retro del palazzo, al piano dove si svolgerà il classico e tradizionale rito con Babbo Natale che ascolta i desideri di tutti i bambini.
Pft! Poveri illusi ragnetti senza futuro. Prima imparano che la vita non ti regala niente e meglio è.
Mi fermo davanti ad uno stanzino con la porta aperta.
Toh... lupus in fabula. Un costume di Babbo Natale in quello che sembra essere un camerino da trucco. Mi avvicino attirato da quel buffo vestito. Sembra di ottima finitura, è completo di accessori e la barba sembra vera. Non so perchè, ma non posso fare a meno di provarla.
Mi siedo e la applico meticolosamente.
“Oh! Finalmente! Ma dove cazzo ti eri cacciato, eh? Sei in ritardo, porca puttana! C'è già un sacco di gente. Dai, finisci di vestirti e poi vieni con me.”
Dallo specchio guardo inebetito tanta... energia.
E scurrilità.
“Prego?”
“Le preghiere le puoi fare a mezzanotte a Messa. Ora ti devi sbrigare, Cristo Santo! O ci licenzieranno tutti e due!”
E' una ragazza.
Probabilmente un'impiegata. Spero.
E' molto carina.
Minuta, capelli lunghi, occhi scuri grandissimi e una bocca rossa e piena...
E si sta agitando notevolmente.
“Senta, guardi, lei non ha capito-”
“No, sei tu che non hai capito! Sei qui solo perchè me l'ha chiesto Jasper. Mi ha pregato perfino! Non so neanche perchè gli ho dato retta, ho pure rotto le palle al caporeparto per darti la possibilità di guadagnarti qualche dollaro. Io che sono solo una temporanea! Ma perchè poi mi ficco sempre nei fottuti pasticci per aiutare la gente non lo capirò mai! Adesso zitto e vestiti!”
E' una vera furia e parla in maniera velocissima.
E usa un sacco di improperi.
E mi sta dando ordini.
Ed è bellissima.
“Hey... ma... mi hai sentito?! Santa Madre Teresa... ok, dai. Ti aiuto io. Certo però che Jasper potrebbe anche mandarmi tizi un po' più svegli. Come ti chiami? Io sono Bella, piacere di conoscerti. Piacere, spero. Anche perchè sarebbe un vero dispiacere essere licenziati. Lo hai mai fatto prima d'ora? Non essere licenziato, intendo Babbo Natale. A proposito, che lavoro fai? Come mai hai bisogno di arrotondare? Non sarai mica nei guai, vero? Oh, ok, non è che io sia una che non sa cosa siano i guai. Ma sono loro a starmi appiccicati al culo. Me e i guai andiamo sempre a braccetto. Tu non me ne procurerai di nuovi vero? Perchè, cazzo, adesso davvero non ne ho bisogno. Hey... non sei affatto male!”
Non ho fatto in tempo a seguire tutto il filo del discorso che mi ritrovo, non so bene come, a torso nudo davanti a lei.
Che mi sta fissando lo stomaco.
“Aahh...”
Alza gli occhi ai miei nel sentire il mio... uhm... gemito. Sant'Iddio... mi sfiora gli addominali e gemo come uno di un film porno. Non che ne abbia visti molti... ultimamente. Ma da ragazzo... ok. Storia vecchia e sorpassata.
Però... con Kate... non mi sembra di avere una tale risposta... ma no. Kate è la donna perfetta per me. Certo, ultimamente non è che lo facciamo spesso. E va bene così. Il nostro rapporto è più che una serie di incontri sessuali. E' una connessione intellettiva. E ad alto livello oserei dire. Kate è una donna raffinata, colta, educata e perfettamente inserita socialmente. La donna perfetta per me. E io sono pienamente soddisf-
“Wow...”
Mpf. La tizia qui – Bella, che nome curioso - è rimasta senza parole. Strano, prima era una vera mitraglia.
Di improperi soprattutto.
“Sei... uh... co-come hai detto che ti chiami?”
“Signorina, è quello che cerco di dirle da... bè, da prima che mi... ehm, spogliasse. Io sono Edward C-”
Un momento... no. Non voglio dirle chi sono. Sempre se sappia chi sono. E comunque sono venuto giù per questo no?
“Masen.” Uso il cognome di mia madre, che comunque è meno conosciuto.
Mi sta ancora fissando. E sembra avere gli occhi più scuri adesso.
Che strano...
Improvvisamente raddrizza le spalle e si schiarisce la voce.
“Ok, Edward Cmasen. Dobbiamo sbrigarci. Non abbiamo molto tempo. Che strano cognome che hai. E' europeo? Oppure asiatico? Effettivamente hai gli occhi un po' a mandorla. Ma sei biondo. Biondo scuro, ma biondo comunque. Io ho dei parenti in Francia, sai, lì c'è un sacco di gente che...”
No. Non riesco a seguire il filo logico delle sue parole. Sempre che abbiano un filo logico. Sembrerebbe che dia voce ai propri pensieri nel momento in cui li pensa. Un'abitudine molto fastidiosa e lavorativamente poco pratica. Però... non posso fare a meno di guardare la sua bocca che si muove così velocemente. Non c'è traccia di rossetto. Sono lievemente lucide. Probabilmente è burro di cacao. Ha! Magari le si screpolano a furia di parlare! O magari perchè le usa in altro modo...
Chissà come sarebbero avvolte intorno al mio-
Stringo gli occhi per bloccare quell'immagine che ora mi pervade la mente come un virus.
“Hey... stai bene? Aspetta che ti aiuto con i pantaloni-”
“No!”
Mi schiarisco la voce e riapro gli occhi.
“No. Ai pantaloni ci penso da solo, d'accordo?”
“Ok, ok! Volevo solo darti una mano! Ci sono! Sei inglese! Gli inglesi non dicono Ok. Almeno non tanto quanto gli americani. Sai...”
Comincio a slacciarmi i jeans, mentre lei si allontana.
Solo di un passo.
Continuando a chiacchierare.
E guardandomi.
“Uhm.. sarebbe possibile avere un po' di privacy?” Le chiedo interdetto dal suo fissare.
Seguo la traiettoria del suo sguardo e mi accorgo che finisce esattamente sulle mie mani, che sono sui bottoni dei jeans.
Si lecca le labbra.
Rosse e lucide...
Ma sembra riaversi subito.
“Uh! Come vuoi. Non che tu possa avere qualcosa che non ho mai visto prima. E poi non ti ho mica chiesto di toglierti le mutande.”
Si volta, finalmente.
Ma non smette per un solo istante di parlare.
“Porti i boxer o gli slip? I boxer sono più fighi. Lo slip... mmm... mi sa un po' di vecchio. E tu non lo sei.”
Guardo in basso.
Indosso uno slip.
Cazzo.
E mi metto pure a pensare parolacce!
Questa ragazza ha una cattiva influenza su di me.
E sul mio pene, perchè da quello che vedo è diventato un po' più ingombrante.
Meno male che non sta guardando.
Sarebbe imbarazzante indossare un costume da Babbo Natale con una bella erezione in corso.
Che non accenna a diminuire.
Forse sto male.
Magari mi sta venendo l'influenza.
Magari ho il virus delle 24 ore.
Potrebbe passarmi entro le 16 di domani.
Si, certo, e io dovrei stare 24 ore a cazzo dritto?
Voglio dire a pene eretto! Ecco meglio.
Mentre mi sfilo via i jeans guardo distrattamente lo specchio.
E incontro un paio di occhi scuri, ma molto scuri, spalancati.
Oh, merda.
“Sta guardando!”
Le scappa una risatina cristallina.
Che ha un suono soave.
Piace anche al mio pene. Cazzo!
Al mio cazzo di pene!
Merda...
“No, no! Giuro! Stavo ammirando... questa bellissima specchiera...”
Specchiera 'sto cazzo!
Oh no... anni di educazione e questa ragazzina me li sta mandando a put- … a benedire!
Kate, Kate, Kate, Kate...
Penso al nome della mia fidanzata come un mantra per calmarmi.
E il mio pene si calma.
Cosa che non va proprio bene.
Dovrei reagire al pensiero della mia fidanzata. Probabilmente.
Ma effettivamente non accade.
Strano, il sesso con lei non è male.
Kate di solito mi aspetta nel letto, sotto le coperte.
E' molto bella e indossa sempre biancheria costosa.
Io la raggiungo nel letto e iniziamo a baciarci.
Poi la accarezzo un po', la faccio bagnare insomma. Kate a letto è molto esigente. Non che io non lo sia. E Kate soddisfa i miei bisogni. Tutti. O quasi. Non le piace molto andare giù, quindi io non glielo faccio fare mai. E io non sono affatto dispiaciuto. Per niente. O magari solo un po'. Poco poco. E comunque l'unica volta che me l'ha fatto era talmente disgustata che non ho voluto ripetere l'esperienza. In fondo io bacio la bocca di Kate. Non sarebbe troppo igienico. La bocca di Bella però... sembra fatta per quello...
No! Cazzo no!!
Così non uscirò da questa dura situazione!
Cristo! Adesso sto peggio di prima!
E lei continua a guardarmi.
Leccandosi le labbra.
Oh no...
Devo voltarmi io. Altrimenti Babbo Natale si sbatterà questa bambina.
Cosa??
Sant'Iddio... aiutami, ti prego... solo oggi, eh?
Finisco di vestirmi più in fretta che posso, così posso fare il mio giro e andarmene finalmente a cena dai miei.
“Pronto.”
“Oh! Bene!”
Mi squadra dall'alto in basso e con una mano si accarezza la bocca.
No. Non ci voglio neanche pensare.
Cullen: No.
“Non lo so... sei carino, ma... oh! Ci sono! La pancia finta! Ci vuole un cuscino. E degli occhiali da vista. Hai degli occhiali, per caso? Altrimenti potremmo prenderne un paio in prestito dal reparto di ottica, tanto non se ne accorgerà nessuno. Io me ne sono fregati un paio fighissimi! Ray Ban! Li ho visti indossati da un attore che mi piaceva e li volevo anch'io, ma non posso certo spendere centinaia di dollari per un paio di occhiali, ti pare? Sono una gran figa con quegli occhiali, e-”
“Come?! Lei ha rubato della merce?! Qui?!”
Com'è possibile? E non se n'è accorto nessuno? Dopo Natale dovrò convocare il capo della sicurezza. Oh, guarda caso è Emmett! Favoloso.
“Oh, bè... rubato... diciamo preso in prestito! Quando mi stufo li rimetterò a posto. E poi mica ho preso quelli dalla rastrelliera, li ho presi dal cassetto, tanto non faranno l'inventario fino ai saldi.”
“Ma... ma... è un furto! Lo sa che è passibile di una condanna dai 3 ai 5 anni? E non troverebbe di certo un altro lavoro con dei precedenti per furto.”
“Hey, hey! Calmati! Non li ho mica presi a te!”
Oh, si invece.
“E tu come le sai tutte queste cose? Ah... ho capito, ti è capitato, vero? Tranquillo, non dirò niente. Ti capisco, sai? Capisco perfettamente il bisogno quando lo vedo. E tu sembri avere molto bisogno.”
Come? Sembro avere bisogno?! Questa è buona, non vedo l'ora di raccontarla.
E comunque è colpa dei jeans, lo sapevo.
“Ma non c'è nulla di cui vergognarsi. Sei stato in galera? Se ci sei stato mi dispiace molto, so che è molto dura lì. Io ho uno zio a Rikers Island, è dentro per furto. Poverino. Era in gambissima, si è fatto un sacco di appartamenti. E' il suo genere. Poi l'hanno beccato per una sciocchezza. Ogni tanto lo vado a trovare, e gli racconto le meraviglie di New York. Dice che quando esce si vuole fare la villa Cullen.”
“Cosa?! Signorina, sono veramente allibito-”
“Oh, ma basta con questa signorina. Siamo amici ormai. E non dimenticarti che questo lavoro te l'ho trovato io. Almeno non devi sgraffignare nulla per un po'. La paga è buona sai? Qui sono molto generosi.”
“Io non sgraffigno proprio niente! Senta, tutta questa faccenda è ridicola-”
“Bella”
“Prego?”
“Bella, chiamami Bella. E' il mio nome, Edward. O preferisci Eddy, o Ed, o Edw, o solo E?
Rimango interdetto.
Non ho più parole.
O pensieri razionali.
Sono di fronte ad una ladra e non riesco nemmeno a mettere in fila due pensieri almeno per comporre il 911.
Quindi, faccio l'unica cosa che c'è da fare.
Sto al gioco.
“Non mi piacciono molto i diminutivi, preferirei il nome per intero.”
“Ok, Ed. Vada per il nome intero.”
Non posso proprio reprimere il gemito di frustrazione che arriva spontaneo dalla mia gola. 'Ed'... penso che dovrò abituarmi... almeno per le prossime ore.
“Ho gli occhiali, nella mia giacc- nel mio giubbotto.”
Mi avvicino alla poltrona dove ho lasciato i vestiti ben ripiegati e cerco nel taschino interno i miei occhiali da lettura.
“Brutto figlio di puttana!! Guarda che robetta!”
La vedo armeggiare con i miei abiti. Scomponendoli e ributtandoli lì. Senza ripiegarli.
“Scusami?”
“Questa è roba costosa! Ma dove l'hai presa? Ti sei fatto un negozio sulla 5a?”
“Io non mi sono fatto proprio niente! E' roba regolarmente pagata questa!”
“Certo... sicuro... Ok, dai. Andiamo a cercare un cuscino per la pancia.”
No... il cuscino no...
“E' assolutamente necessario?” Mi lagno, mentre indosso gli occhiali.
Ma lei rimane inebetita a guardarmi senza spiccicare parola.
Il che per lei deve essere un primato.
“Bella?...”
“Oh! Scusa. Ero... per un attimo mi sono distratta. Ti stanno bene quei cosi. Non riesco a vedere un granchè con quella barba finta, ma agli occhi... ti stanno molto bene...”
Oh... parla degli occhiali.
Effettivamente ho notato più di una persona di sesso femminile guardarmi in maniera curiosa quando indosso gli occhiali.
E provo un senso di soddisfazione. O di piacere. Non so bene.
Almeno ho qualche potere sulla fiumana di parole che riesce a infilare questa ragazza. Bella...
Le si arrossa un po' il viso mentre continua a guardarmi.
Mmmmh... non credo siano i riscaldamenti.
Interessante.
“Caldo?”
“Come? Oh... no, no. Ma è meglio uscire di qui e muoversi, prima che... si faccia tardi.”
Percorriamo dei corridoi interni.
“Dove andiamo?”
“Nel magazzino qui dietro. C'è il tessile e sicuramente troveremo quello che cerchiamo.”
“Bella?”
Pronuncio il suo nome sento un brivido caldo. Come una carezza, o un soffio d'aria sulla pelle nuda...
“Si?”
Si...
“Hai mai... voglio dire... oltre agli occhiali, hai preso dell'altra merce? Lo fai regolarmente?”
Ti prego, dimmi di no...
“Qualche volta. Ma qui non ho intenzione di prendere niente. Almeno non in maniera definitiva. Ho preso solo un vestito, una borsa, un cappello, un paio di sandali, una cintura, un profumo-”
Niente, dice lei!
“Quella è roba che non puoi restituire come se niente fosse. E un profumo si consuma.”
“Era solo il tester di prova. Se ne sprecano a dozzine. Non morirà nessuno. E poi senti, senti quanto mi dona.”
Raccoglie i capelli da una spalla per portarli sull'altra e avvicina il collo al mio viso.
E io sono sopraffatto.
Mi ritrovo ingolfato in un'essenza che in realtà ha poco dell'artificiale. Riesco a distinguere fiori... agrumi... pulito... estate... girasoli... ma che cazzo...
Ha le mani posate sulle mie spalle e le mie sono sui suoi fianchi. Che stringono.
E ora stringono anche i miei slip. Da vecchio.
“Allora... com'è?...”
Esala in un sospiro.
Porno.
E' da film porno.
Il suo odore e la sua voce.
Annuso ancora e ancora, incapace di distanziarmi da lei, e sento i capelli rizzarmisi sulla nuca.
Mi si sta rizzando ogni cosa a quanto pare.
“E' buono. Molto... buono...”
Troppo buono.
“Anche tu profumi di buono...”
Il suo collo è a qualche millimetro dalla mia bocca. Non ci vorrebbe che qualche altro millimetro...
Cazzo.
Ho voglia di baciarla.
Ho voglia di succhiarla.
Di stringerla.
Di scoparla.
La conosco da cinque fottuti minuti e mi sta rivoltando da capo a piedi.
La allontano di scatto da me.
Non sono io!
Questa ragazza mi fa diventare qualcuno che non sono io!
Io non penso che voglio scopare qualcuno! Mai! Nemmeno Kate!
Nemmeno Kate.
Devo riprendere possesso delle mie facoltà intellettive.
“Dobbiamo cercare il cuscino. Mostrami dove trovarlo.” Le dico seccamente.
Non parla, mentre prosegue a camminare.
Strano.
Apre la porta che dà su uno dei magazzini.
“Ecco.”
Entriamo in quello che sembra un bazaar.
“Che disordine. Chissà se questa merce viene regolarmente inventariata. Dovrò-”
“Ma che cazzo te ne frega! Mica sei il padrone!” Ridacchia.
Eh...
“Guarda quanta roba, invece. Vieni, i cuscini dovrebbero essere lì.”
“E tu che ne sai?”
“Lo so, lo so. Ci sono venuta a dormire una volta.”
“Come?! Durante l'orario di lavoro?!”
“Certo, mica ci vengo quando non lavoro! Hahahahaha! Credi che mi piaccia passare il tempo libero qui dentro? Ho di meglio da fare, credimi.”
“Per esempio?” Non riesco a fermare quella domanda. So solo che non mi piace che lei abbia di meglio da fare che essere... qui...
Si ferma un attimo dalla ricerca e si volta a guardarmi.
“Lo sai che sei strano? Perchè, a te piacerebbe passare tutto il tempo qui?”
Con te qui dentro? Si.
No!
“Bè io...” Non so come rispondere, ma lei mi toglie d'impaccio.
“Non hai... che ne so... una... ragazza, con cui passare il tuo tempo? Quello libero intendo. Libero, libero. Galera a parte ovviamente.”
“Ha-ha-ha. Spiritosa. Comunque si. Certo che ho una, uhm, fidanzata.”
“Oh.”
Il suo sorriso malizioso scompare.
No...
“E tu? Ce l'hai un... uhm... ragazzo?”
“No. I fidanzamenti non sono il mio genere. Io sono una da una botta e via.”
“Prego?!”
“Hahahahahah! Ti stavo prendendo un po' per il culo, tranquillo! Comunque, no. Non ce l'ho il ragazzo. Ce l'avevo però. Ma era troppo incasinato. Non ha funzionato. Era sempre impicciato in cose poco chiare... e... insomma era una testa di cazzo. E io non mi faccio le teste di cazzo. E poi non era un granchè a letto.”
Ho caldo.
E voglio sapere questa storia del letto.
“Pe-perchè? Cosa faceva che non andava?”
“Mmmm... bè... insomma... non è che si curasse tanto dei miei bisogni. Scopava e basta. Punto. Era diventato noioso. Andavamo a letto, un paio di carezzine e via. Non il sogno della vita, non ti sembra?”
Uhm... questo mi ricorda qualcosa, ma ora non so bene cosa.
“Tu invece? Come va la vita orizzontale con la tua fidanzata? Fuoco e fiamme o coccole e tenerezza? O tutt'e due magari....”
Ha! Come se lo andassi a raccontare a lei.
O come se somigliasse a niente di tutto questo.
Questi pensieri iniziano a darmi veramente sui nervi.
“La mia vita sessuale è a posto, grazie del pensiero.”
“Ah si?”
Si avvicina a me. Molto. Sento il calore del suo corpo invadere il mio spazio personale.
Pericoloso. Molto, molto pericoloso.
Per fortuna il costume da Babbo Natale è spazioso.
“Sei un bel ragazzo... questo si vede. Ma hai un'aria impettita e dignitosa... forse sei uno a cui piace comandare a letto... magari sei un Dom... ti piace infliggere un po' di dolore... o tanto...”
Mi vengono in mente le migliori scene porno della mia ormai polverosa collezione di film.
E nelle scene in cui mi sforzo sempre di vedere Kate, ora vedo solo lei.
Bella.
Bella legata ad un grande letto in mogano. Completamente nuda, vulnerabile, con il respiro accelerato, e bagnata per me...
E non mi sto sforzando per niente.
Oh no...
“Oppure sei uno a cui piace fare l'amore intensamente, trattando la propria donna come qualcosa da venerare, baciandola e amandola e portandola lentamente nell'abisso del piacere? Mmmh?...”
Bella.
Bella. Sempre lei.
Lei sotto di me che freme mentre io le accarezzo e le bacio il viso, il collo, i voluttuosi seni, i fianchi rotondi, fino alla sua deliziosa valle...
“O sei uno a cui piace andare a letto in pigiama di flanella e leggere il giornale?”
Bella. Bella Bella Bella.
Che mi aspetta, con la camicia da notte... della nonna?!
Cosa?
“No! Certo che no! Io mi occupo perfettamente dei bisogni della mia fidanzata! Non ho bisogno di giochetti o scene o corde o bende-”
“Oh... è questo a cui stavi pensando ora?” Ghigna.
Cristo!
“Si! No! Voglio dire-”
Sento il suo corpo aderire completamente al mio.
Sono fottuto.
Voglio dire fregato!
No! No! Incastrato!
“Oh si, invece... Sento che l'idea ti piace molto... Ti va di raccontarmi a cosa stavi pensando esattamente?..." Sospira con un filo di voce.
Oh si...
No!
No.
Il suo respiro sta invadendo i miei sensi, ma non abbastanza da lasciare che la sua mano vada dove ora la vorrei di più al mondo.
Stringo il pugno intorno al suo polso.
“Ah!”
“Fermati.”
“Perchè?...”
“Perchè questo non è né il luogo né il momento. E poi sono fidanzato.”
Si ritrae.
E' mortificata.
No, Bella, no...
“Voglio dire che... tu sei bellissima e non c'è niente al mondo che ora vorrei di più. Ma non posso?”
Quell'ultima frase mi esce come una domanda, come se lei mi potesse dare la risposta.
Le torna quel mezzo sorrisetto che le fa alzare le labbra solo a sinistra.
Questa donna è il diavolo.
“Davvero? Ok, Edwhhhard... Peccato.”
Peccato si!
Si volta intenta a continuare la ricerca di... cosa stavamo cercando? Ah si, il cuscino.
Bene. Crisi superata.
“Perchè sono bravissima a fare pompini.”
Oh Cristo!
Il mio pene vorrebbe uccidermi in questo preciso istante. O licenziarsi in tronco.
Tronco, ecco quello che ho in mezzo alle gambe ora.
E tutto quello che penso è la sua bocca che lecca e succhia come un aspirapolvere tutto il mio cazzo fino in gola!
Crisi superata un cazzo!
Un corno! Volevo dire un corno! Cazzo!
“Oh! Ecco qua! Qui ci sono i cuscini! Whhoooosh!”
La guardo mentre si tuffa di schiena in un mare di cuscini colorati di ogni forma e dimensione.
Ride di gusto e i lunghi capelli formano un alone vaporoso intorno a lei.
Strizzo le palpebre per ricacciare indietro le immagini di Bella nuda, sdraiata sui cuscini, morbida e calda che mi chiama “Vieni... Edward... Vieni...”
“Vieni Edward! Buttati! E' morbido e caldo qui!”
Cazzo!
Cazzo cazzo cazzo!
Ma cazzo!!!
E non ci sono altre parole.
Cazzo è l'unica parola adatta alle circostanze.
Circostanze del cazzo.
Edward. Tu sei il CEO di Macy's.
Tu sei fidanzato.
Tu sei una persona impettita e dignitosa.
No! Non sono impettito e dignitoso! Sono solo una persona seria!
Una noiosissima, impettita e dignitosa persona seria!
Sono un CEO.
Devo fare il CEO.
“Bella. Dobbiamo andare. E' tardi.” Dico con la voce più CEO che posso.
E mi viene di merda.
“Oddio! Cazzo! E' vero!”
Si rialza di scatto, ma perde l'equilibrio su tutti quei cuscini accatastati.
“Cazzo!” Diciamo all'unisono, quando si aggrappa alle mie braccia per non cadere e ci ritroviamo invece tutti e due sui cuscini.
Io sono di schiena.
E lei è sopra.
Sopra al mio-
“Cazzo...”
Dice con un soffio di voce.
Deglutisce rumorosamente. E stringe le ginocchia sui miei fianchi.
Spingendo lentamente e deliberatamente contro la mia ormai dolorosissima erezione.
“Ahhh...” Gemo.
Le afferro le cosce.
Non deve.
Non deve.
Ma le mie mani la spingono di nuovo sul mio bacino.
E i miei fianchi vanno su.
Lei è una visione.
Bellissima e selvaggia.
Con la bocca aperta e il respiro affaticato.
Mi basta un'altra mossa. Un'altra piccolissima mossa ed esplodo.
“Edward...”
“Ma che cazz- Bella?!”
Ci giriamo di scatto verso la porta.
Io di certo con vero, puro orrore.
“Emmy! Ciao! Io... io stavo cercando un cuscino per la pancia di Babbo Natale! Ecco! L'ho trovato!”
Dice tutta d'un fiato rialzandosi di fretta e afferrando il primo oggetto che le capita in mano.
“Quello è un poggia-reni. Bella, ma che cavolo fai qui dentro?! Sei matta?! Se ti vede mio fratello sei finita! E chi diavolo è quello?”
Cerco con tutta la forza che ho di sprofondare tra i cuscini.
“Oh! Questo è Edward! Edward, ti presento Emmett Cullen. Edward è qui per fare Babbo Natale, ti prego Emmino, non dire niente, gli serve questo lavoro! Almeno è onesto! E' stato in galera, lo sai? E accontentarsi di un lavoretto come questo non deve essere affatto facile, ma ci sta provando! E' un grande passo da parte sua, vero Edward?”
Sono fritto.
Fritto fritto fritto fritto.
Fritto.
“Edward?” Ripete mio fratello cercando di guardarmi più da vicino.
Magari vestito così e con questa barba non mi riconosce.
Ma sorride.
Uno di quei sorrisi della serie 'Ti ho beccato. Fai come ti dico o lo dico a mamma e papà.'
Cristo...
“Edward... Ma che begli occhiali che hai. Sembrano molto costosi. Li hai rubati?”
Non dico niente mentre mi tiro su.
Sistemando quella che un tempo antichissimo ormai era un'erezione atomica.
“Emmy! Lascialo in pace! E poi non ti riguarda. Edward qui non ha rubato nulla.”
La vedo arrossire.
Ha! Io no di certo, ma lei si!
“Edward... hai fatto bene a cercare lavoro qui. Questo è un posto meraviglioso. Vieni, ti voglio presentare mio fratello.”
Mi afferra per un braccio.
Lo guardo malissimo.
Uno di quegli sguardi alla 'Ti licenzio. Ma questa volta sul serio.'
“Emmett! Ora basta. Edward non ha fatto nulla di male. E poi, scusami, ma tuo fratello è un vero bastardo. Non ci metterebbe un secondo a buttarci tutti sul marciapiede, se sapesse.”
Mi volto di scatto verso di lei.
“Lo conosci?” Le chiedo interdetto.
Io non mi ricordo di averla mai vista o conosciuta. Una così me la sarei certo ricordata. O forse l'ho licenziata già per furto.
“No, non personalmente. Però è una vera carogna. Lo sai che ha studiato dei contratti capestro solo per il periodo natalizio? E lo sai che ha buttato fuori Angela solo perchè aveva scopato con un caporeparto? E comunque ho visto una sua foto. Lo riconoscerei ovunque. Con quello sguardo perfido, quegli occhi così verdi, quel sorriso così demoniaco, quei capelli così...”
Mi sbrigo a rimettere a posto il cappello, mentre lei parla distrattamente... dei miei capelli e dei miei occhi così verdi.
Mmmmh.
Molto, molto interessante.
“Già. E' un figlio di puttana, lo sanno tutti. Salvando mamma ovviamente.”
Bella fa una risatina squillante alla volgarissima battuta di Emmett, il quale mi guarda in modo diabolico.
No. Io. Io solo devo farla ridere così.
Guardo Emmett alla 'Se non la pianti immediatamente ti taglio anche i contributi per la pensione.'
“Emmy, ti chiami così, vero? Tu invece sei proprio sicuro di non passare GUAI per non fare bene il tuo lavoro?” Incalzo.
“Oh, caro Edward, non sai che inferno lavorare per un tale bastardo. Anche se è mio fratello e gli voglio bene, a volte è assolutamente insopportabile. E noioso.”
Noioso?
Ma che storia è questa?! Ma allora lo sanno tutti che sono noioso!
“Molto lieto di fare la conoscenza di un Cullen, come sta Ro- la tua fidanzata? Tutto bene?” Bastardo?
“Umpf! Riuscirò a riconquistarla, vedrai. Fosse l'ultima cosa che faccio! Ma dimmi invece... come sta Ka- voglio dire la TUA fidanzata? Lo sa che ti fai cavalcare dalle impiegate?”
Sento Bella sopprimere una risata.
“Sta benissimo. Grazie. E Bella non mi stava cavalcando. Stava per cadere e io la stavo aiutando a rialzarsi.”
“Mmmmh... strano, credevo che Bella avesse detto che cercavate un cuscino... Sicuro che non ci fosse altro? Vita sessuale noiosa, forse? O INESISTENTE?”
“Emmett.”
“Ma guardali!!! Vedo che siete già amici per la pelle! Sono contenta. Tutti uniti contro quel bastardo di Edward Cullen!”
Yee.
“Ok, fratelli...”
Io e Emmett la guardiamo con orrore.
“... andiamo, che è l'ora dei bambini.”
*
n.d.a. CEO = Chief Executive Office (Capo Ufficio Esecutivo, l'equivalente del nostro Amministratore Delegato)
***
Capitolo 2
Sistemo il cuscino sotto la capiente giacca rossa.
Ecco.
Adesso sembro veramente Babbo Natale.
Grandioso.
Entriamo nell'area commerciale del negozio.
Ed è un vero... come l'aveva chiamato Emmett? Carnaio.
"Nervoso?" Mi sussurra Bella.
"No, è che non ho molta esperienza con i bambini."
"Non ti preoccupare. Devi solo essere naturale. Sii dolce e affettuoso. Bè, non troppo magari, non vogliamo che Babbo Natale sembri ai genitori un vecchio pedofilo col pancione."
"Cosa? Io non sono un pedofilo!" Inorridisco.
"Lo so, lo so. Calmati. Devi solo tirare fuori la parte genitoriale che è in te. Devi essere indulgente, ma risoluto. Buono, ma severo. Rassicurante, ma non esitante. Cose così. Ci puoi riuscire? Insomma devi tirare fuori il tuo carattere come fai tutti i giorni. Sono sicura che sei così."
Io non ne sarei così sicuro.
Se facessi quello che faccio tutti i giorni, sarei un CEO bastardo che se ne fotte dei bambini.
Signore Santo... ora mi metto pure a pensare come lei!
"Bella?"
Mi piace moltissimo chiamarla.
"Si?"
Ho tutta la sua attenzione ora. E i suoi occhi quando mi guardano sembrano dilatarsi lievemente.
"Perchè... perchè odii tanto Edward Cullen?"
"Bè... perchè è un uomo senza cuore. L'anno scorso ho lavorato qui per il periodo, come quest'anno, e con alcuni colleghi avevamo organizzato una specie di festa per i bambini del St. Thomas, volevamo portare l'invenduto lì e donarlo ai... ai bimbi che... ai terminali."
Oh, Cristo.
Non ne sapevo niente.
Perchè cazzo non ne sapevo niente?
L'anno scorso era Kate che si occupava dell'area delle pubbliche relazioni, con relative campagne di solidarietà e via dicendo. Possibile che questa cosa le sia sfuggita?
E comunque abbiamo fatto una cospicua donazione al St. Thomas, questo lo ricordo bene.
"Ma... io ricordo che è stata fatta una donazione all'ospedale, l'anno scorso."
Piega la testa di lato e mi scruta con attenzione.
"E tu come fai a saperlo?"
Già. Come faccio a saperlo? O meglio come fa a saperlo Edward Cmasen? Che cazzo di cognome.
"Oh, bè, ecco... io, io-"
"E comunque non è questo il punto. La donazione, seppur generosa, non è che faccia felice un bambino in un momento disperato. Ma suppongo che a Cullen e a quella stronza che cammina come se avesse un bastone infilato nel culo, non sia fregato nulla. L'importante era il gesto e come sarebbe stato recepito e pubblicizzato dalla stampa, no?" Conclude con un sorriso sarcastico.
"Ma tu come fai a sapere tutte queste cose? E chi diavolo è quella con il bastone nel cu- nel di dietro?!"
Mi tocca le braccia, me le accarezza mentre mi parla.
E io sento uno strano tipo di calore, non come prima nel... ehm... magazzino. Questo è diverso. E' come un calmante, è come l'appagamento di un bisogno che fino ad ora non sapevo di avere.
"Edward, io faccio tutti questi lavoretti part-time o a periodo determinato, perchè mi sto laureando."
"Davvero? In cosa?"
"Davvero! In Economia! Che c'è, sei sorpreso? Credi che una come me non possa farcela?" Mi risponde stizzita.
"No, no! E' che da come parli, cioè dal tuo modo di parlare, e dalla tua parentela poco raccomandabile-"
"Ma senti chi parla! Mister 'Ho fregato un intero guardaroba da fotomodello, occhiali da vista compresi'! Con chi credi di parlare, eh? Si, ho parenti che vivono alla giornata,"
Si, la giornata altrui.
"e che fanno quello che possono o che il loro ambiente gli permette, ma non fanno del male a nessuno. Invece gente come Edward Cullen, dovrebbe finire in galera all'ergastolo,"
*gulp*
"per non aver esaudito i desideri di bambini che hanno pochissime speranze di sopravvivere, o che... moriranno."
Le si riempiono gli occhi di lacrime, e la voce le diventa sottile mentre finisce di parlare.
Non voglio.
Non voglio che soffra.
Fa troppo male.
Mi fa male.
"Oh Bella, vieni qui."
L'abbraccio forte. La stringo cercando di... proteggerla con le mie braccia.
Non voglio che soffra.
Devo avere cura di lei.
Io sento che voglio prendermi cura di lei. Ed è un sentimento così strano, sconosciuto, eppure così appagante.
"Oh, Edward... avete lo stesso nome, ma tu sei così sensibile, dolce e premuroso. Perchè anche lui non può essere come te?"
Lui. Cioè me.
"Non puoi saperlo, magari lui non ne sapeva niente, magari-"
"Si, certo. Come no. Le favole raccontiamole ai bambini, eh? La gente come lui vive in quel modo. No sarebbe a capo di questa baraonda se non fosse un bastardo."
Mi odia.
Condannato senza appello.
Cazzo.
"Ci ho anche fantasticato sopra. Pensa che cretina."
La allontano di scatto.
La devo guardare negli occhi.
"Aaa... allora l'hai visto?" Chiedo un po' troppo interessato, forse.
E sono interessato si!
"No, no... non l'ho mai incontrato. Ma le sue foto sono ovunque. Sono anche entrata nel suo ufficio una volta."
"Cosa?! Quando?!"
"Ma quanto ti scaldi! L'anno scorso... prima di sapere che era uno stronzo. Volevo solo cuoriosare."
"E che hai trovato? Un momento, come hai fatto a superare il codice alla porta?"
Silenzio.
Sorriso malefico.
Ops. Passo falso.
"Ah... ho capito."
Oh no. Cazzo! Doppio cazzo!!
"Bella, io... io posso spiegare-"
"Ti vuoi fare gli uffici. E' per questo che sei qui. Ma Jasper lo sa? E' complice anche lui? E perchè cazzo non mi ha detto niente?! Ha! Certo che non mi ha detto niente! Non avrei mai accettato! Ma quando lo acchiappo gli faccio vedere io!"
Oh... meno male... Cristo... mi verrà una frezza bianca con questa ragazza.
E vorrei tanto sapere chi è Jasper.
"Come sarebbe a dire non avresti accettato? Non sei una ladra anche tu?"
Mpf... come se io lo fossi davvero.
Poi ripenso a quei bambini e mi sento peggio di un assassino.
Forse ha ragione lei.
E comunque era una mia responsabilità.
Dovrò chiedere spiegazioni a Kate.
"Certo che no! Te l'ho detto. Io prendo solo in prestito. Non ho mezzi, questo è vero, ma cerco di vivere onestamente, sebbene qualcosa l'abbia fregata anche io, ma non vado certo a ripulire gli uffici dei dirigenti! E se ti avessero beccato? Tu hai dei precedenti, non ne saresti uscito così alla leggera un'altra volta! Senti, facciamo così. Tu dammi la tua parola d'onore di ladro onesto che non ti metterai a grattare niente e io troverò una soluzione per la tua situazione, ok?"
"Grattare?"
"Si, grattare! Sgraffignare, zincare, zottare, soffiare... rubare Edward! Ma dove vivi? A volte mi sembri cresciuto e pasciuto tra i ricconi beneducati come i Cullen!"
Sorride ora.
La sto divertendo.
Sono... contento.
Edward Cullen è contento.
Non è una sensazione poi così male.
"Allora?"
"Allora cosa?" Le dico sorridendo anch'io. Perchè sono contento.
Un'emozione alla quale mi devo ancora abituare però.
Anche perchè sono convinto di avere un'espressione da demente.
"La tua parola! Parola di ladro onesto!"
"Bella, i ladri tutto sono tranne che onesti."
"Non è affatto vero. C'è un codice ben preciso e tu lo sai. Forza."
"C'è un codice di forza?"
"Hahahahahahaha! Ho capito. Sei un ladro alle prime armi. Peggio che andar di notte. Allora, i ladri onesti non vanno in giro armati, non distruggono, non fanno del male in alcun modo a nessun altro essere vivente. Cani da guardia compresi. Un ladro onesto deve essere preparato, rispettoso, invisibile e inudibile. E deve rubare a chi... può permettersi di essere derubato, ecco."
"Come Cullen?"
La guardo un po' in maniera sarcastica e un po' in maniera curiosa.
"Esattamente. Focalizzati su Edward Cullen, ci riesci?"
"Abbastanza..."
"Bene. Pensa di entrare nel suo ufficio. C'è argenteria, qualche pezzo d'arte e un sacco di altra robaccia."
"Robaccia? Non credo che nell'ufficio di Edward Cullen ci sia robaccia."
"C'è, c'è, credimi. Ad esempio c'è una mostruosa scultura di un uomo piegato tutto intarsiato che... brrr... è un vomito."
"Quello è un pezzo di Paul Kostabi-"
Mi guarda interdetta. Ma si riprende immediatamente.
"Vedo che hai studiato. Bravo. Ma più che Kostabi a me pare un KRostabi. E' una vera schifezza. Ed è uno scultore di dubbia fama. Insomma non vale una sega. Sai, vedendolo non l'avrei mai detto."
"Cosa? Che era una ... uhm... sega?"
"No, intendo Cullen... Non mi da del tipo che compra quegli orrori... che strano..."
Infatti me l'ha regalata Kate. Ne era entusiata. Quando l'ho vista mi è preso un colpo, ma...
Si perde con lo sguardo mentre si sfiora le labbra con le dita.
Una cosa che vorrei fare io ora.
Tanto.
"Bella?"
L'ho detto mi piace quel suono che esce dalla mia bocca.
E piace anche a lei.
Perchè le sue pupille hanno lo stesso comportamento ogni volta che lo dico.
"Bella... "
Quindi lo ripeto.
Wow...
"Si?..."
"Prima mi hai detto che fantasticavi su di m-... sul grande capo. Che intendevi esattamente?"
Voglio saperlo.
Nonostante mi abbia distratto con discorsi su ladri onesti e cani da guardia, non ho smesso un solo secondo di pensarci.
"Uhm..."
Arrossice...
E' un delizioso rossore che le sparisce nella scollatura.
Scollatura... tette...
Mi schiarisco la voce.
E distraggo lo sguardo.
Altrimenti sembrerò davvero un Babbo Natale pervertito.
"Niente... è che... mi piaceva."
Dice in fretta e si volta come per andarsene.
Ma io sono più veloce e le afferro con forza il polso.
Che sento accelerato.
"Ti piaceva come?"
Gira gli occhi al cielo, ma io gli pianto il più determinato dei miei sguardi. Quello che uso alle riunioni degli azionisti. Niente scampo.
"Uff! Mi piaceva, fantasticavo su di lui. Mi chiedevo come poteva essere a letto. Mi attraeva insomma. Fisicamente."
"Oh!"
La cosa mi fa immensamente felice.
Ma sono anche un po' geloso.
Cazzo... mi sta dissociando... questa ragazzetta mi sta letteralmente facendo a pezzi.
"Levati quel ghigno dalla faccia, non stavo parlando di te."
Oh si, invece.
Parlavi proprio di me. Almeno la parte bastarda di me.
"Allora facciamo così. Io ti do la mia parola d'onore di ladro onesto che non gratterò niente dagli uffici, se tu mi dici esattamente come fantasticavi su Cullen."
Serra un po' gli occhi valutando la mia proposta.
La mia proposta... ne avrei una notevolmente più interessante e soddisfacente da ambo le parti.
"Ok. Ci sto."
Però ha un sorrisetto che non mi piace...
"Spara."
"Bang."
"Ha-ha-ha. Ma quanto sei simpatica. Coraggio sputa il rospo."
Arriccio un po' il naso a quello che mi è appena uscito fuori dalla bocca. Ha ragione mio fratello, sembro uscito da un noir anni '40. Cristo Santo...
E impreco come uno scaricatore di porto da un'ora a questa parte!
"Bè... quando entravo nel suo ufficio... mi sedevo su quella bellissima e comodissima poltrona di pelle... poi prendevo quel bel ritratto che ha sulla scrivania... lui... lì è bello come un dio... alto, perfetto, vestito da uomo di potere, con quello sguardo così accattivante, quella bocca così..."
Si lecca le labbra, fissando intensamente la mia bocca.
"Così?..." Incalzo.
Non sembra neanche la mia voce. Sembro uno che ha fumato dieci sigarette.
Cazzo, quanto ne vorrei una adesso.
Ma ho smesso! Lo sapevo che non avrei dovuto!
"Così... rossa, morbida, sexy... e cominciavo ad accarezzarmi..."
"Do- dove?..."
Si morde le labbra.
Perchè gliel'ho chiesto?!
"Mi slacciavo la camicetta e cominciavo a toccarmi i seni... piano... sui capezzoli... e poi..."
Deglutisco rumorosamente.
Ho un eccesso di salivazione.
Mi devo far controllare dall'otorinolaringoiatra.
E già che ci sono vado dall'andrologo anche.
Perchè ora il cazzo mi fa veramente male.
"E poi?..." Chiedo prima di pensare a cosa sto dicendo.
No! Non lo voglio sapere!
Babbo Natale porco! Babbo Natale porco!
Devo rimanere lucido. Come cazzo faccio?
Ah, ci sono!!! I bilanci di chiusura del 2003. Le mutande di mia nonna. Emmett nudo.
Ok, questo ha funzionato.
"E poi... mi infilavo le mani nella mutandine... e mi toccavo... avidamente, velocemente, febbrilmente..."
Oh no...
Bagno.
Bagno.
Ho bisogno del bagno.
Ora.
"... finchè non venivo urlando... davanti alla sua foto."
Oraoraoraaaaaaaa!!!
"Edward? Ti senti bene?..."
No...
Bastarda.
Ha un ghigno tutto soddisfatto e le braccia conserte sotto al seno!
Sa esattamente cosa mi sta facendo.
"Naturalmente..." Raspo.
Sigarette.
Ricomincio.
Tanto la voce è quella.
"Hai bisogno di un... momento?"
"Io... si. Devo andare... in..." Gesticolo verso la porta più vicina.
"Ok. Vai pure. Hai ancora qualche minuto. Sono sicurissima che farai in fretta..." Cantilena.
Stronza.
Mi incammino verso gli uffici cercando di essere vago.
Ma quando imbocco la porta "Staff only" mi metto a correre, invece.
Vado verso l'ascensore privato e digito ripetutamente il pulsante.
Non appena sono nell'ascensore, la mia mano impugna saldamente il mio cazzo intrappolato in questo ridicolo costume.
Sto esplodendo.
"Sono sicurissima che farai in fretta..."
Ne sono sicurissimo anche io.
E' peggio che se mi pisciassi addosso.
Esco dall'ascensore di fretta e corro verso il mio ufficio.
Digito il codice di apertura.
Sbagliato.
Ridigito imprecando come un camionista.
Non appena sono nel mio ufficio, serro la porta e ...
"...mi sedevo su quella bellissima e comodissima poltrona di pelle..."
No. Niente bagno.
La mia poltrona.
Mi siedo al volo.
E nel piegarmi mi faccio male con quello che è ormai un pezzo di cristallo. Diamante di sicuro.
Mi slaccio i pantaloni con mani tremanti dalla tensione, e mi tiro giù in un colpo solo anche le mutande.
Da vecchio.
Grugnisco.
Ahhh... finalmente...
Comincio a pompare forsennatamente con una mano mentre con l'altra mi tiro su le palle.
Testicoli! Testicoli!
Testicoli un cazzo... queste sono due palle! Blu!
Mentre pompo e ansimo come un animale in punto di morte alzo lo sguardo su... la statua di... di quel coso.
E grugnisco di nuovo. In frustrazione piena.
Ma subito mi viene in mente lei...
Voglio pensare a Kate.
Devo pensare a Kate.
Ma vedo la bocca di Bella.
Sento il profumo di Bella.
La sento sopra di me... come prima... su quei dannatissimi cuscini...
Bella.
"... mi slacciavo la camicetta e cominciavo a toccarmi i seni... piano... sui capezzoli..."
Bella.
"... mi infilavo le mani nella mutandine... e mi toccavo... avidamente, velocemente, febbrilmente..."
Bella.
"... finchè non venivo urlando... davanti alla sua foto."
"Ooh... Cazzooo... Bellaaaa..."
E vengo in lunghi... soddisfacenti... paradisiaci... fiotti.
Sulla foto di Kate.
Grugnisco.
Sono una bestia.
Rimango lì un momento a riprendere fiato.
E ho avuto l'orgasmo più potente della mia vita.
Per mia stessa mano.
Che pena.
Sembro un cavallo da corsa in agonia a cui ormai devono solo sparare.
E ho avuto l'orgasmo più potente della mia vita.
Per mia stessa mano.
Che pena.
Sembro un cavallo da corsa in agonia a cui ormai devono solo sparare.
Mi guardo l'uccello.
Fantastico. Sono riuscito a sporcarmi i pantaloni.
Già me li immagino i bambini... con quelle loro minuscole vocine...
"Babbo Natale cosa hai fatto ai pantaloni?"
E io che dico "Niente, Babbo Natale si è fatto una pippa colossale pensando a quella signorina laggiù. Ora fatti i cazzi tuoi e dimmi cosa vuoi per Natale."
Sono un fottuto pervertito.
Mi alzo forzatamente dalla poltrona, che non guarderò mai più come prima, e mi dirigo nel mio bagno privato, dove posso prendere qualcosa per pulire tutto il macello che ho fatto sulla foto di Kate e sui pantaloni.
Mi passo una spugnetta con dell'acqua sui pantaloni.
Speriamo non rimanga la macchia.
Ma non posso scendere con una macchia d'acqua grande come l'Africa!
Che possa essere acqua, urina o sperma, non lo posso fare!
L'asciugacapelli!
Mi affretto ad asciugare la parte tenendola lontano dalla pelle.
Mi ci manca solo si bruciarmelo, oggi!
Ok. Crisi sventata.
Sembra tutto a posto.
Mi specchio un attimo.
E vedo Babbo Natale.
Possibile che Bella non si sia accorta di chi sia io in realtà?
Effettivamente con tutta questa roba è difficile stabilirlo.
Ma comincio a sentirmi a disagio.
Mi dirigo di nuovo nel salone dove si deve svolgere la cerimonia dei regali.
"Hey! Ci hai messo un po'!" Ride.
Credimi, amore, ci ho messo due secondi.
"Sembri molto più rilassato, ora..."
"Lo sono. Dovevo... uhm... solo fare pipì."
Mi guarda con un sopracciglio alzato.
"Certo... va bene... vieni, dai."
Già fatto...
Mi porta verso una poltroncina trasformata in trono per l'occasione.
La sala è grande e ci sono delle transenne di stoffa rossa, verde e dorata. E un sacco pieno di pacchettini.
"Ecco. Siediti qui. Assumi un'aria solenne e... in bocca al lupo. Io ti guarderò da lì, non preoccuparti. Non sei solo."
Di nuovo quella sensazione di calore al cuore.
Forse devo vedere anche un cardiologo.
Subito si forma una lunga fila.
Milioni di bambini tutti ansiosi di parlare con Babbo Natale.
Ottimo. Finirò all'alba.
Bambini urlanti, genitori ai cellulari, oh... fantastico, anche bambini su sedie a rotelle.
Bella fa passare loro per primi.
E nonostante il mio disagio, sento di nuovo quella sensazione di calore pervadermi l'anima.
L'anima... Mpf! Un CEO non ce l'ha l'anima.
Non farebbe il CEO.
Bella avvicina il primo bambino disabile.
"Ehm... ciao piccolino..." Dico incerto.
"Sono una femmina."
Grande... bell'inizio.
"Scusami, carina. Dimmi, cosa vorresti per Natale?"
Lei mi scruta con le sopracciglia aggrottate.
"Non mi chiedi se sono stata brava?"
"Ehm... no. Sono sicuro che sei bravissima. Allora? Questi desideri?"
Alzo gli occhi e vedo Bella fare buffe espressioni con il viso.
Che vorrà dire?
Oh! Cazzo... devo essere solenne ma leggero, buffo ma insolente e strano ma con brio... non mi ricordo una mazza di quello che mi ha detto prima.
"Sei strano Babbo Natale. Hai fame? Forse dovresti mangiare. Hai già mangiato? La signorina Cope dice sempre che per sentirci meglio dobbiamo mangiare. Ed effettivamente dopo mangiato io mi sento meglio."
Ma sta bambina chi è? La figlia segreta di Bella? Infila una parola dopo l'altra senza pause!
Devo cambiare atteggiamento o mi verrà il mal di testa.
In fondo sono il CEO di questa azienda. Dovrei immaginarmi bene cosa vuole la "clientela". Devo pormi delle domande e darmi delle risposte.
La domanda è: cosa vorrei io da Babbo Natale?
E la risposta sarebbe: semplice. Bella.
Ma che cazzo...???
No. No. La domanda giusta è: COME vorrei che fosse Babbo Natale con me?
E la risposta giusta è...
Bella. Bella vestita da Babbo Natale... sexy... con un vestitino rosso cortissimo... le calze a rete... e le tette bene in vista...
Porca puttana!
No!
Ho una bimba qui davanti a me, Sant'Iddio!!!
Andrò all'inferno per aver dissacrato il Natale pensando a porno-Bella tutto il tempo! Di fronte a dei bambini!
Cerco di ricompormi meglio possibile.
E accavallo le gambe, per nascondere il mio evidente... imbarazzo.
Conviene a tutti.
Oh... Bella se la sta ridendo.
Scommetto che sa benissimo quello che mi passa per la testa. Piccola insolente ninfetta.
"... ecco cosa vorrei per Natale."
Cazzo, mi sono perso il soggetto.
"Ah... bè..." Guardo i genitori della bambina che mi fanno un piccolo cenno d'assenso con la testa. E' il mio via libera.
"Visto che sei stata buona, penso non ci saranno problemi. Hai il mio 'OK to GO'."
"Ok to go?" Ha lo sguardo confuso.
Bè? Che c'è che non va adesso?
Cerco lo sguardo di Bella per un qualche tipo di indizio.
E la vedo con una mano sugli occhi in un'espressione contrita.
Ma sta ridendo.
La bastarda si sta divertendo.
"Uhm... voglio dire che vedrò quello che posso fare. Ma tu intanto continua ad essere buona, ok?"
Bella alza i pollici delle mani in assenso.
Oh, meno male.
"Ok..."
Poi vedo la bambina frugarsi nelle tasche e prendere qualcosa che avvicina alla mia mano.
E' una... caramella?
"Tieni. Ti conviene integrare degli zuccheri, altrimenti diventi debole."
Quel piccolo gesto mi confonde, mentre automaticamente prendo il dolciume dalla piccola manina di questa bambina.
Ma come diavolo parlano i bambini di oggi?! Integrare zuccheri?!
Bè... probabilmente ha ragione lei. Dopo quel segone in ufficio...
Cazzo!
Stai buono CEO Junior!
Fantastico. Ora mi metto a pensare a dialoghi con il mio pene.
Forse dovrei vedere anche uno psichiatra.
Vedo Bella gesticolare in maniera discreta verso il sacco accanto a me.
Oh! Il regalino!
"Aspetta, piccolina! Devo darti qualcosa."
Allungo la mano dentro il sacco e prendo il primo pacchetto che mi capita.
La bambina si illumina in un largo sorriso, mi ringrazia e mi saluta profusamente.
E io rimango lì come un baccalà pervaso di nuovo da quella sensazione di calore...
Sarà febbre.
E' inverno e io mi sarò beccato qualche virus.
Si, deve essere questa la ragione.
Guardo in direzione di Bella e la vedo sorridere.
Lo stesso sorriso di quella bambina.
E quel calore...
E' febbre.
E' decisamente la febbre.
La faccenda prosegue così per almeno un miliardo e mezzo di bambini.
E ora io ho in testa una marea di nomi di giocattoli, pupazzi e videogiochi.
Spero di ricordarmeli tutti.
Non perchè sono Babbo Natale.
Sono il CEO di Macy's e mi devo accertare di vendere tutta questa merce. Ovvio.
"Ciao..."
"Ciao, piccolino. Come ti chiami?"
"Mi chiamo Seth."
"Ciao Seth. Hai fatto il bravo quest'anno?"
"Si."
"Ok... cosa vorresti allora ricevere per Natale?"
"Io... vorrei che tornasse la mia mamma..."
"E' andata da qualche parte?" Chiedo annoiato, mentre alzo gli occhi a quello che deve essere suo padre.
E osservo i suoi occhi rossi e stanchi.
Oh, Cristo...
Guardo subito Bella. Anche lei ha capito. I suoi occhi sono lucidi. E si porta una mano al cuore.
Mi sorride lievemente, cercando di incoraggiarmi forse.
"Papà dice che è andata dagli angeli... potresti dirgli di rimandarmela?"
Oh no...
"Ah... ecco... io... Seth, la tua mamma sta con gli angeli perchè..."
Cazzo... perchè? Perchè?...
"...perchè era un angelo anche lei... e loro l'hanno rivoluta indietro... prima l'hanno mandata qui tra noi perchè potesse essere la tua mamma, la mamma migliore che potessi avere... anche per poco... ma poi è dovuta tornare tra gli angeli... così ti può proteggere meglio da lassù..."
Il bambino... Seth... mi guarda come per capire se dico la verità.
E io metto su il mio più rassicurante sorriso. E non faccio nessuna fatica. Mi viene spontaneo.
Povero piccolo, che tragedia crudele.
"Lo credi davvero?" Mi dice con la sua vocina sottile.
"Certo Seth. Lo credo davvero. Anzi, lo so."
Mi sorride un po' ora. Sebbene quello non sia il genere di sorriso che dovrebbe avere un bambino la notte di Natale.
"Allora... potresti mandargli un messaggio?"
Il padre mi fa un impercettibile segno d'assenso con la testa.
"Certo, piccolo uomo. Dimmi pure."
"Dille che io le voglio tanto bene. E che mi manca tantissimo. Dille che farò il bravo e non piangerò più quando vado a dormire. E dille anche che sto imparando a scrivere, così potrò mandarle dei messaggi. E dille anche di proteggere papà. Anche lui piange di notte... l'ho sentito."
"Ahhh... ok... c'è nient'altro che possa fare per te? Non vorresti qualcos'altro... anche?"
Mi sento una merda a dire a quel bambino che porterò un messaggio alla madre defunta.
E vorrei tanto che fosse possibile.
"Quello che vuoi tu..."
Io?
Oh, certo... io sono Babbo Natale...
"Ok, Seth. Vieni con me."
Bella mi guarda stupita mentre prendo in braccio il bambino senza sforzo e mi incammino fuori dal salone. Il padre è dietro a me. E così Bella.
Porto il bambino nell'attiguo reparto giocattoli.
"Scegli quello che vuoi." Gli sorrido.
Seth mi guarda con la boccuccia spalancata.
"Quello che voglio? Cioè... quello che... voglio?"
"Si, Seth. Qualsiasi cosa. E' tua. Te la puoi portare via adesso."
Si illumina anche lui come un albero di Natale mentre si guarda intorno.
E mi indica un enorme orso di peluche.
Mi dirigo verso l'orso e lo afferro, offrendolo al padre.
"Grazie, ma io... ecco io non..."
"Lo prenda. E' di Seth ora. E' il suo regalo da parte mia."
Poi qualcosa attira la mia attenzione.
In fondo allo scaffale dei pupazzi c'è una bambola a forma di angelo.
La raggiungo e la guardo.
E' un angelo che ha un pulsante per illuminare le ali.
Lo prendo e lo do a Seth.
"Prendi anche questo, Seth. E'... come la tua mamma adesso. Vedi?"
Gli indico il pulsante e le ali iniziano a brillare cambiando colore ogni paio di secondi.
"Quando lo accenderai, saprai che la tua mamma ti sta guardando e ti protegge da... lassù..."
Guardo il padre in pieno panico mentre sparo queste cazzate che non so da dove mi siano venute.
Ma vedo il padre sorridere e fare cenno a Seth che lui approva.
E poi guardo Bella.
Stringe le labbra forte e le trema il mento.
E non dice nulla.
Cazzo... avrò sbagliato? Mi sono spinto troppo oltre? E se invece di fargli piacere, avessi ferito Seth più di quanto non sia già?
"Ok... ora puoi andare. Buon Natale Seth..."
E lui stringe le sue piccole braccia al mio collo. Non mollando il suo angelo.
Poi lo faccio scendere delicatamente e lo vedo tornare da suo padre, ad un passo da me.
Lui mi offre la mano.
"Grazie, grazie, grazie... non sa quanto io la possa ringraziare... lei è un uomo eccezionale."
No... sono solo un CEO bastardo che a quanto pare ha anche un cuore. Da qualche parte.
Li vedo andare via sorridenti.
E il mio cuore, nascosto da qualche parte, sorride anche lui.
Mi volto in direzione di Bella... che è sparita.
"Bella?..."
"Si..."
"Do-dove sei?"
Non la vedo, ma so che è qui vicino.
"Edward, vai di là... io arrivo subito... devi esaurire la fila..."
Oh... già, è vero.
"Bella, che-"
"Vai Edward. Arrivo immediatamente."
"Ok..."
***
Capitolo 3
E l'ultimo bambino è fatto.
E' già l'ora di chiusura ormai.
Tutte le famiglie ora si riuniscono per il cenone della Vigilia.
E io sono in ritardo per il mio.
E sono esausto.
Mi volto verso Bella che è rimasta seria tutto il tempo dall'episodio di Seth.
"Ho bisogno di un caffè... corretto... con del Bourbon... tanto Bourbon..." Rantolo alzandomi dal trono.
Bella si avvicina e allunga una mano verso di me.
"Vieni con me."
Oh... bene... bar... room service...
La seguo. Il suo passo è veloce e determinato.
Deve aver capito che il mio bisogno di alcool è impellente.
Però... a guardarle il culo... avrei improvvisamente anche un altro bisogno impellente.
Mi trascina dentro uno... sgabuzzino delle pulizie?
"Bella, qui non c'è niente da ber- mmmmhhh!"
Morbide, calde labbra che mi leccano, mi succhiano, mi divorano...
… e mi trovo immerso nella travolgente passione di Bella, che mi stringe a se, forte, prepotente e dolce come il miele...
...fanculo Kate...
rispondo altrettanto avidamente a quel bacio così appassionato, così annientante.
Non penso altro che a lei, e ai brividi che sto provando in questo momento.
Per lei.
Bella.
Bella che mi infiamma come nessuna.
Bella che mi fa perdere il filo dei pensieri.
Bella che sa di buono, di donna, di sesso, d'amore.
Bella che mi fa masturbare come un quindicenne.
Bella che mi fa sentire di avere un cuore.
Che in questo momento mi sta esplodendo nel petto.
Sento le sue piccole mani stringere la mia giacca... cioè... quella di Babbo Natale..
Le mie mani percorrono ogni cosa raggiungibile guidate solo dall'istinto, dal desiderio. Le accarezzo i fianchi, stringendola e toccandola ovunque, scendendo verso le cosce e risalendo con la sua gonna stretta nei pugni.
Il tocco della sua lingua è come l'acqua nel deserto.
E' come se ne volessi sempre di più.
I nostri baci diventano veloci, bagnati, prepotenti.
Voglio questa donna.
La voglio.
TIPO ORA.
Non riesco a pensare, non riesco a connettere.
So solo che voglio lei e soltanto lei.
“Oh Edward Cmasen... sei stato magnifico... meraviglioso... ti voglio... prendimi...” Mi dice tra quei baci a labbra aperte.
Quella voce così... porno... mi accarezza la pelle tra baci e morsi. Sono completamente perso...
“Togliti questa barba...”
Eeeehmm...
“Bella.... aspetta... io... non posso... non qui... io devo dirti una cosa...”
“Dopo... adesso non ce la faccio...”
“Ma è importante...”
“Non quanto questo...”
Mi prende la mano e la porta sopra...
oh no...
Le sue mutandine sono completamente... fradice.
E io sono un uomo morto.
Un CEO morto.
Morto, morto, morto.
Morto a cazzo dritto e ingorgato.
“Bella...”
“Ti prego...”
Oh no... no... nonono... nooo...
Fermala, fermala, fermala, cazzo!
Ma la mia bocca e le mie mani non si fermano, continuo a baciarla e a toccarla come se la mia vita dipendesse da quel contatto, da lei.
Ma non posso, Cristo Santo!
Devo dirle chi sono...
e dopo sarò un uomo morto.
Morto perchè tutto il sangue mi si è concentrato nel cazzo!
O morto perchè dopo che avrà saputo la verità, lei mi ucciderà.
“Non voglio morire così...”
“Oh... Edward... tu invece... mi farai morire così...”
Tra il respiro affannato e i movimenti sconnessi, tenta di raggiungere la mia cintura.
Passando le mani più volte sopra il mio cazzo che ora sembra l'ago di una bussola che si muove costantemente in direzione delle sue mani.
“No, Bella.. ti prego... non possiamo... non qui... non così...”
Oh si, che possiamo.
Le sue labbra sono calde e sono perfette sulle mie...
Possiamo si.
Il mio corpo si muove ritmicamente contro il suo, per cercare frizione, sollievo, piacere, appagamento...
Dobbiamo.
Cerco di convincerla di abbandonare l'idea ma la mia bocca non smette per un solo istante di cercarla, cercare lei, Bella, per placare questa sete...
Ma non possiamo!
“Oh come sei romantico Edward... ma non preoccuparti... non ho bisogno di letti di rose e candele... ho bisogno di te che mi sbatti impalandomi contro questo murooo....”
Sono venuto.
Non del tutto, ma credo di essere venuto.
E sicuramente ho una macchia enorme sui pantaloni.
Ma sento ancora il cazzo sul punto di esplodere malamente, quindi l'umido che sento deve essere pre-sperma.
Un cazzo di litro di pre-sperma!
Sono in fiamme, con capacità cognitive nulle, dato l'abbandono repentino di sangue, e con mani e bocca impegnate per cazzi loro.
Sono morto, morto, morto.
"Bella! Ho detto basta!"
Non so dove ho trovato la forza, ma l'ho convogliata tutta in quella esclamazione.
Tranne quella che minaccia di farmi esplodere l'uccello come del fottuto C4!
Lei si stacca da me trasalendo in sorpresa.
Ma poi sposta lo sguardo lì sotto.
Cazzo.
Eh, proprio lì.
E le ritorna subito quell'espressione diabolica che non promette affatto bene.
No, no.
"Mmmmhhh... sei sicuro?... Sai... perchè..."
Si inginocchia.
Nooo...
"... vorrei tanto..."
La cintura non c'è più.
"... fare la conoscenza..."
Gli enormi pantaloni senza cintura sono caduti da soli, ovviamente. Anche se erano rimasti appesi per un momento al... al mio...
"... di Edward junior..."
Junior?
No. Junior ora proprio no.
"Bella, amore, qui di junior non c'è proprio niente. Te l'assicuro."
"Ma davvero?... Bè... questo sarò io a stabilirlo..."
Mi accarezza dalle caviglie in su.
Guardandomi fissa negli occhi.
Conosco quello sguardo. L'ho visto centinaia di volte. E' quello dell'avversario che vuole cogliere ogni minima debolezza. Quindi io lo sostengo.
Impassibile.
Forse.
"... io non mi darei tante arie... signor Babbo Natale... ladro provetto..."
Trattengo il fiato mentre le sue mani raggiungono i miei slip. Da vecchio. Merda.
Merda per gli slip e merda perchè sono a tanto così da venirle in faccia.
Afferra con le dita il bordo degli slip e stando attenta a non decapitare il mio cazzo cristallizzato ormai, li tira giù di scatto.
Adesso lui è libero. Libero di muoversi verso di lei. E lo fa!
Sposta lo sguardo.
Lì.
"Oh... Cazzo!"
La sua bocca forma una perfetta O.
E i suoi occhi pure.
Che c'è? Che c'è che non va???
"Ma... ma... Oh, Signore! Grazie!! Grazie!!! Grazie per aver esaudito i miei desideri!!! E' bellissimo... è il più bel regalo di Natale del mondo!"
I suoi occhi abbandonano la forma a O e assumono quella di due cuoricini pulsanti.
Bella si è innamorata del mio pene.
Amore assolutamente ricambiato.
"E' meraviglioso! E' maestoso!! E' imperiale!!!"
Eh si. Lo so.
Si lecca le labbra, mentre lo guarda con assoluta devozione.
"Oh Edward... non vedo l'ora di sentirlo tra le mani..."
Oh no...
"... in bocca..."
No... no...
"... sulla mia lingua..."
No no nooooo...
"... voglio baciarlo e leccarlo... e sentirlo giù... dritto fino in gola..."
Nooooooooo... zitta, zitta, ti prego, sta zittaaaaaa...
"... e sentire il tuo caldo seme su di me..."
"Bella..."
"... spruzzato addosso..."
"Bella... non... non dire... così..."
Ho il fiatone.
La maratona di New York mi fa una sega.
Noooo... non dovevo pensarlo....
Ho le mani attaccate al muro dietro di me. Probabilmente le mie dita lasceranno delle indentazioni nell'intonaco.
"... voglio sentirlo ovunque... in bocca... tra le mie tette..."
No...le tette nooo...
Le mie dita oltrepasseranno l'intonaco e arriveranno ai foratini.
"Bella, Bella ti prego... io... così... non..."
"... tra le mie cosce... mentre mi pompi... facendomi... tanto... tanto... male..."
Sono finito.
Lo sento.
Lo sto sentendo.
Sto venendo.
Il mio bacino si muove senza vergogna verso la sua bocca bagnata e aperta... in completa estasi alla vista del mio cazzo.
E io la voglio... voglio quella bocca... che ora è impegnata a parlare!
"Bella... spo-spostati..."
"Come? Perch-"
Il primo schizzo del mio sperma la colpisce direttamente in un occhio.
Mi porto una mano davanti all'idrante che ora è il mio cazzo mentre con l'altra non posso fare a meno di pomparmi incerimoniosamente, in pieno orgatomicasmo...
"Aaaahhhhh... aaahhhhh... oh Bellaaaahhhhh..."
Riapro gli occhi.
Non riesco a mettere bene a fuoco.
Vedo la sagoma di quella che probabilmente è Bella con il viso... shockato...
Mi passo una mano sugli occhi per mettere a fuoco.
E ora c'è dello sperma anche nei miei occhi.
"Merda."
"Ouch! Brucia!" La sento esclamare.
Si rialza scompostamente cercando di pulirsi l'occhio, mentre io mi guardo intorno e fortunatamente trovo delle salviette.
"Aspetta, lascia fare a me."
Le dico prendendone una e pulendola delicatamente.
"Bella, mi... mi dispiace, non volevo che succedesse questo. Ma tu... eri così... bella... lì, davanti al mio c... uhm... al mio pene... e io sono un uomo... e sono attratto da te... e-"
Mi butta le braccia la collo e mi bacia dolcemente.
Mi massaggia le labbra con le sue, mi lecca e mi massaggia la lingua in modo così dolce...
"Oh Edward... quanto sei dolce... è stato fantastico!"
"Cosa?! Bella. Ti sono venuto in faccia. E non hai dovuto far altro che-"
"Parlare! Forte no? Sono stata favolosa! E' stato grandioso! Ti ho fatto venire solo parlando! In genere faccio venire solo i mal di testa alla gente quando parlo. Sai, credo di parlare un po' trop-"
Stavolta sono io che la bacio.
Ma sono molto meno dolce di lei.
E' impazzita di felicità per avermi fatto venire quando lei è rimasta... bè... a bocca asciutta. E' un paragone calzante.
Mi stacco da lei sonoramente. E non vorrei mai farlo.
"Bella, non è stato bello. Non per te. Tu non sei... tu non hai..."
"Oooh! Tu non sei e tu non hai! Invece è stato fighissimo! Non pensavo che venissi così, cioè non dopo essere andato in bagno prima. A fare pipì."
Lo dice virgolettando in aria.
"Già... non lo pensavo nemmeno io. E non sono andato in bagno..."
Tanto lo sa cosa ho fatto.
E mi voglio divertire anche io.
"Ah no? E dove sei andato?"
Mi chiede aggrottando le sopracciglia.
E' adorabile quando fa tutte queste espressioni buffe.
"Nel mio-... uh... nell'ufficio di Edward Cullen."
"COSA?! Ma sei matto? E se ti beccavano? Avevi promesso! Hey... un momento... come hai fatto ad entrare? C'è un codice di accesso lì, lo sai."
La guardo negli occhi, con il mio sguardo più diretto.
E... bingo! Pupille in dilatazione anche stavolta.
"Ho fatto esattamente come hai fatto tu. E ho fatto quello che hai fatto tu."
Di nuovo quella O su quella bocca perfetta...
Che voglio baciare di nuovo. Adesso. E anche dopo. E dopo ancora.
Mentre mi avvicino, lei mi mette una mano sul petto per fermarmi.
"Vuoi dire che... vuoi dire che ti sei masturbato con la foto di Edward Cullen?!"
"Si. NO! Ma che cazzo... no! Non mi sono masturbato con la foto di Edward Cullen! Mi sono masturbato pensando a te! E se vuoi saperlo sono venuto spruzzando sulla foto di K..."
Si allontana lievemente con un sopracciglio alzato.
"Di chi?"
"Di... una. Non so chi sia."
Merda. Devo stare più attento!
"Oh. Bene. Kate Denali. Ti sei masturbato sulla foto della fidanzata di Cullen. Bravo."
"No! Bella, ma che hai capito?" L'afferro per le braccia. "Pensavo a te! Solo a te! Non me ne frega un cazzo di Kate Denali! E' stato un caso che il mio... uhm... il mio sperma sia finito lì!"
Cerca di divincolarsi.
E' rimasta male.
Molto.
"Si, certo."
Oh no.
La riporto a me.
"Bella, Bella ti prego, credimi. Solo tu mi fai fare queste cose. Non mi era mai capitato prima. Te lo giuro. Con nessuna. Tanto meno con K- la mia fidanzata."
Mi fermo a pensare a quello che ho detto.
Kate non mi fa questo effetto. Non me lo ha mai fatto. Con lei il sesso è.... ok. Nel senso di ok... noioso. Io ero noioso. Emmett aveva ragione.
Mi guarda da sotto le folte ciglia.
"Davvero?..."
La stringo a me. Più che posso. Affondo il viso tra i suoi capelli profumati.
Profumati di qualche shampoo che probabilmente ha rubato, anzi grattato come dice lei, nel reparto profumeria. E non posso fare a meno di sorridere.
"Davvero. Piccola ladruncola logorroica figlia e parente di ladruncoli con un codice d'onore. Solo tu mi fai quest'effetto. E non è divertente, credimi. Sembro un ragazzino alle prese con le prime seghe."
La sento sghignazzare sulla mia spalla.
"Mi fai impazzire Bella. Ogni cosa di te mi... travolge."
Sposta il viso per guardarmi, e sorride.
"Sei tu che mi travolgi Edward Cmasen. Sei l'uomo più dolce, gentile e generoso del mondo. Io sono in piena ammirazione di te."
Non so se sono riuscito a trattenere la smorfia che mi appare in viso al nome Cmasen.
Cristo, devo dirglielo.
E poi i cuoricini spariranno.
E poi sarò un uomo morto.
E poi mi denucerà per molestie sessuali.
Già vedo i titoli dei giornali. "Clamoroso! Il CEO di Macy's Edward Cullen arrestato per aver molestato un impiegata part-time vestito da Babbo Natale." Favoloso.
E poi sarò diseredato.
E per ultimo Bella mi taglierà i coglioni e li appenderà all'albero del Rockefeller Center.
<<< C&G >>>
"Se solo Cullen fosse come te... sarebbe fantastico! Ci pensi? Potremmo-"
"Scusami! Hey tu, ragazza! Si può sapere perchè c'è ancora tanto disordine qua dentro? E' l'ora di chiusura e tutto questo caos va rimesso a posto."
Mi volto di scatto a quella voce che conosco molto bene.
Kate.
Abbasso lo sguardo e mi rimetto a posto la barba che sento che non si è ancora staccata da nessuna parte.
Sento che Bella si irrigidisce e cerca di mantenere la calma. Male.
"Miss Denali. Buonasera a lei. Abbiamo appena finito con il rito dei regali ai bambini e domani è chiuso, quindi c'è tutto il tempo per-"
"Sciocchezze. Sei una temporanea, giusto? Allora sei stata assunta per questo motivo. Stare dietro alla confusione natalizia. O forse preferisci intrattenerti con Babbo Natale, qui?"
Bella arrossisce e mi guarda di sottecchi, ma non è calma per niente.
Kate è davvero odiosa con lei.
E io non la riconosco affatto.
"Comunque, prima di tutto, vammi a prendere una bottiglia del miglior Champagne nel reparto vini pregiati e portamela su nell'ufficio del mio fidanzato."
Come?! Pure Kate gratta la merce qui? A quanto pare sono circondato da ladri!
"Mi dispiace Miss Denali. Come ha sottolineato lei io lavoro qui al natalizio. Se la può andare a prendere-"
Le stringo forte la mano, e lei si schiarisce la voce e continua.
"... da sola."
"Senti, ragazzina, tu non sai chi sono io. Mi basta uno schiocco di dita e ti ritrovi a mendicare sul marciapiede qui davanti e data la tua presenza poco degna..."
La squadra dall'alto in basso.
"... non elemosinerai che qualche centesimo. Farai meglio a-"
"Mi scusi, Miss... Denali." La interrompo.
"Mi stavo chiedendo, come parte della politica aziendale Macy's fa delle donazioni al St. Thomas, e dato che sono già in costume, vorrei portare l'esubero dei doni già preparati ai bambini dell'ospedale. So che farebbe parte dei piani-"
"E tu che diavolo ne sai? Hahahahahah! Il St. Thomas riceve generose donazioni dal mio fidanzato, anche se io non ne vedo proprio il motivo, ma lui è così testardo... bè, suppongo che lascerò correre fino alle nozze, ma proprio la cosa è fuori discussione mio caro Babbo, e comunque non è davvero affare tuo."
Io non riconosco la donna davanti a me. Kate non si è mai comportata in questa maniera così altezzosa e poco rispettosa. Sono anche io davvero così? Tratto in questo modo i miei impiegati? E che ha detto? Nozze? No, non credo. Io amo Bella. Kate è solo una arrampicatri-
Io amo Bella?!
Io amo Bella...
Io amo Bella!
Mi volto a guardarla e la vedo in tutta la sua bellezza, la sua luminosità, il suo orgoglio e la sua anima caritatevole.
Tutte cose che Kate non ha.
Tutte cose che invece io voglio.
Io voglio Bella.
La amo.
Non ho dubbi o paure o incertezze. Non posso negare una cosa che ora mi è chiara come la meraviglia di donna che ho davanti.
Lei mi guarda sorridendo in ammirazione.
Per ora.
Dopo che avrà saputo chi sono, sarò morto.
"Allora?! Non state lì impalati! Sbrigatevi, che ho una cena a cui attendere!"
Volta i tacchi e se ne va verso gli uffici, e la sento borbottare "Gentaglia."
"Edward, intendevi davvero quello che hai detto? E che ne sai della politica aziendale? Ma tanto non possiamo farlo. Quegli stronzi dei dirigenti se ne fregano del St. Thomas..."
"E invece lo facciamo."
"Cosa? Sei impazzito? E come facciamo? Non possiamo sgattaiolare fuori con tutta quella roba! Ci vedrebbero! E passeremmo i prossimi 3 anni in galera."
"Nessuno andrà in galera. Lo facciamo. Adesso. Però mi serve Emmett. Tu vai a recuperare quello che serve e io lo cerco."
Le brillano gli occhi quando mi salta la collo e mi schiocca un sonoro bacio sulle labbra.
"Ti amo Edward Cmasen!"
L'immensa gioia di quell'ammissione viene completamente rovinata da quel cazzo di nome. Ma perchè diavolo non gliel'ho detto subito? Io e il mio stupido camuffamento da cliente anonimo, che poi non è servito a un cazzo.
Però la parte del ti amo Edward me la prendo. Quella è tutta mia.
Rimango inebetito mentre corre via come un fulmine per i preparativi.
Ma forse intendeva che ama il mio gesto, oppure che mi vuole bene perchè sono stato generoso, oppure è felice solo perchè è Natale...
"No, ama te, testa di rapa."
Mi volto di scatto verso Emmett seduto sul trono di Babbo Natale con un ghigno che non mi piace per niente.
"Emmett. Come diavolo-"
"Sono il capo della sicurezza, vedo e sento tutto. Ti sei innamorato come un pesce lesso di lei e lei di te, o Edward Cmasen da quanto ho sentito."
Pesce lesso... ecco, ora l'acquario su negli uffici è completo.
"Ha! Bel capo della sicurezza! Lo sai che qui chiunque gratta quello che vuole?"
"Gratta? Hahahahahahah! Isabella Swan ha colpito duro allora!"
"Isabella Swan?"
"E' il nome di Bella. Isabella Marie Swan."
"Isabella Marie... Cullen..." Suona bene...
"Buahahahahahaha!!! Sei andatoooo! Andatoandatoandatoooo! Era ora! Con Kate sembravi morto!"
E' vero. Bella... Isabella... mi fa sentire cose che non pensavo di poter sentire. Ora mi sentovivo.
"Emmett. Io l'amo." Mi volto dichiarando il mio amore a mio fratello. Sento che c'è qualcosa che non va.
"Hahahahahaha!! Ho capito, ho capito! Ma lo dovresti dire a lei, che ne pensi?!"
"Non posso."
Emmet salta giù dalla sedia e si avvicina.
"Non puoi? Perchè?"
"Perchè prima o poi dovrò togliermi questa barba."
"E allora? Stai meglio senza."
"Ha-ha-ha. E allora saprà che sono Edward Cullen e mi detesterà ancora di più."
"No, io non credo."
"Oh si, invece."
"Na-ha."
"Emmett. Lei.Odia.Edward.Cullen.Cioè.Me."
"Lei è innamoratissima di Edward Cullen. L'ho vista spiarlo parecchie volte, tutta rossa e agitata. Le piace da matti. Solo che non vuole ammetterlo. E il fatto che sia innamorata di te è la ciliegina sulla torta!"
Lo guardo per capire il suo contortissimo ragionamento. Ma proprio non ci riesco.
"Edward! Cazzo! Svegliati! Sei sempre tu! Tu sei Edward Cullen e Edward Cmasen! E lei ha una bella cotta per tutti e due! Basta farglielo capire."
"Già... forse lo capirà, dopo che sarò morto ed evirato."
"Edward, Bella è una ragazza molto intelligente, non la sottovalutare. E abbi un po' di fiducia, ok? E comunque ho sentito che mi nominavi prima, cosa ti serve da me?"
"Oh Merda! Quasi me ne dimenticavo! Emmett, mi serve che ricontatti il coro che canta nella hall e lo fai venire subito al St. Thomas, lo stesso fai con il teatrino dei burattini."
"Fratello... è la notte di Natale, non credo che saranno disposti a farlo."
"E tu spiegagli la situazione! E paga ad ognuno il triplo dell'ingaggio settimanale. Li voglio lì. Adesso. Poi chiama gli addetti ai trasporti, ci servono i furgoni per caricare tutta la roba."
Mi guarda interdetto.
Bè? Ho parlato cinese?
"Edward... sei proprio innamorato... non avrei mai pensato che... anche tu avessi un cuore sotto quel vestito di Gucci... ooopsss... questo bell'abitino rosso... sniff..." Fa finta di asciugarsi una lacrima, il cazzone.
"Emmett. Piantala di prendermi per il culo e vai."
"Ooohhh... anche scurrile... mi piaci fratello! E a proposito di culo, un suggerimento: Bella adora il tuo culo."
"Cosa?"
"Il tuo culo! Sai quel coso che hai sopra le gambe attaccato in fondo alla schiena?"
"Ho capito, ho capito, demente! Ma tu che diavolo ne sai?"
"Mpft! Te lo guarda in continuazione. Il tuo e quello del tuo alter ego. Te l'ho detto così, tanto perchè tu lo sappia."
Oh.
Buono a sapersi.
"Visto? Eeehhh... l'amour, lamour... toujours l'amour... bel sorrisetto da ebete!"
"Vaffanculo Emmett. Ora vai, cazzo!"
Sparisce di corsa mentre lo vedo che già parla al cellulare.
"Eccomi! Come facciamo per portare tutta questa roba?"
Bella torna trafelata. E felice.
E io la guardo felice.
"Edward?"
"Oh si, scusami. Ho organizzato tutto io con Emmett. Dobbiamo solo aspettare i furgoni all'ingresso laterale ed è fatta."
Le brillano gli occhi.
Mi ama.
O è solo felice per questa cosa?
Uhm...
"Bella... sono a posto? Voglio dire, il costume da Babbo Natale è ok?"
Faccio un giro su me stesso soffermandomi con le spalle rivolte a lei. E sistemandomi i pantaloni. Sul culo.
Non dice nulla, e io mi volto a guardarla.
Oh si... ha ragione Emmett... è lievemente arrossata in viso, e la becco distogliere lo sguardo di fretta. Dal mio culo.
Credo di avere un sorriso come quello del Grinch, ora.
"Allora? Come sto?"
"Be-bene." Si schiarisce la voce. "Sei ok."
See... ok sto cazzo. Tu mi vuoi, bambina. E io voglio te.
Oggi stesso possibilmente.
***
Capitolo 4
"Ok, furgoni carichi, coro e teatrino sul posto, capo."
"Perfetto, grazie Emmett. Senti, per la cena da mamma e papà..."
"Non ti preoccupare Eddy, ci penso io. Tu fai quello che devi fare. Tutto quello che devi fare."
Cioè dire a Bella chi sono.
Fantastico.
Dopodichè sarò morto.
"E a Kate ci penso io. Non vedo l'ora..." Ghigna in anticipazione. A Emmett Kate non è mai piaciuta e il fatto di farle un dispetto è un super regalo di Natale per lui.
"Si, ok. Domani le parlerò. E ti assicuro che non vedo l'ora anche io. Dovrà darmi parecchie spiegazioni."
Ci abbracciamo.
Un abbraccio da uomini, ovviamente. Con un braccio solo. Sono un CEO io.
Ma il mio affetto è reale.
"Grazie fratello." Gli mormoro su una spalla.
"Di niente. Benvenuto tra i comuni mortali."
"Stronzo."
"Ti amo anch'io."
"Se avete finito, piccioncini, io andrei..."
Bella ci interrompe guardandoci un po' storto.
"Aww Belly... l'ho solo abbracciato, non essere gelosa! E' tutto tuo ora. Hey, ricordati di farlo rimanere sulla retta via, non vorrei finisse di nuovo in galera, potrebbe posticipare le vostre nozze!"
Bella diventa scarlatta allo scherzo di Emmett.
Arrossisce al pensiero delle nozze... forse... forse ci avrà fantasticato sopra anche lei!
Molto interessante.
Emmett nota la mancata risposta sia mia che di Bella e lo vedo andarsene borbottando "Andati... Andati tutti e due..."
Bella si raddrizza sulle spalle uscendo dal suo momentaneo stato di trance, trance sul nostro matrimonio. E' evidente come il sole.
Molto molto interessante.
"Ok, ma noi come andiamo, io non ho una macchina, però c'è la metropolitana-" Ritorna a focalizzarsi sulla serata.
"Ce l'ho io la macchina, vieni con me." Le dico in modo deciso.
Le prendo la mano e vado in direzione del garage in tutta fretta.
E mi piace da morire tenerla per mano.
Devo ricordarmi di farlo più spesso che posso.
Il più a lungo possibile.
Per tutta la vita.
O almeno finchè saprà chi sono, poi dopo sarò morto.
"Oooohh... hai messo la tua macchina in garage... ma allora sei un vero signore!"
Mi prende per il culo.
La devo far divertire, tanto dopo sarò morto.
Mentre ci avviciniamo noto che lei rallenta un po' il passo.
"Edward... quelli sono i posti dei dirigenti... dove stiamo andando?"
"Ehm... lì c'è la mia macchina."
"Hahahahaha! E qual'è la Mercedes o la Aston Martin?"
"La R8." Le dico senza guardarla.
Tolgo l'antifurto e le apro lo sportello. Ma lei rimane ferma come uno stoccafisso.
"Non... vuoi entrare?"
"Edward. L'Audi R8 è la macchina di Edward Cullen. Gli hai fregato le chiavi?" Spalanca gli occhi.
Oh-oh...
Riparare. Riparare!
"Bè? Dove sono finiti tutti quei verbi coloriti che hai usato al posto della parola rubare?" Le dico mentre lei finalmente sale e si allaccia la cintura. Ma prima che possa replicare, chiudo lo sportello e vado al lato guida.
Devo distrarla.
"Che... che bel cappotto che hai." Bravo, che merda di complimento.
Ma lei si distrae, fortunatamente.
"Oh si, carino, vero? Lo restituirò, ovviamente."
Alzo gli occhi al cielo. Ci sarà una cosa che non avrà grattato?
Metto in moto e mi dirigo fuori dal garage in fretta.
Prima arriviamo e meglio è.
"Edward. Dicevo sul serio, prima. Questo è un furto bello e buono."
"Come per il tuo cappotto."
"E' solo un cappotto. E comunque lo restituirò. Ma la macchina-"
"E' solo una macchina. E comunque la restituirò, contenta?"
"Mmm... sei uno scassinatore... hai manualità con i codici di ingresso e le macchine. E vedo che la guidi come se fosse la tua..."
Con il trascurabile particolare che E' la mia.
"... è evidente che sai quello che fai. Mi sa che non mi hai raccontato proprio tutta la verità..."
"Bella, io, io..."
Si slaccia la cintura e mi salta praticamente in braccio.
"Ma ti amo lo stesso! Hai un cuore grande così! E questa macchina dovrebbe spettare a te di diritto."
"Bella, che fai? Allacciati la cintura!"
"No... prima voglio baciare il mio eroe."
Mi riempie di baci lungo il collo... almeno la parte non coperta dalla barba.
E mi si sta rizzando di nuovo.
Ma non conosce riposo il mio pene?
No. Non con lei.
Mi accarezza voluttuosamente il torso mentre sento la sua lingua e le sue labbra darmi i brividi.
E sta passeggiando verso la tenda che ora ho come pantaloni.
"Bella, fermati."
"Tu... pensa... a guidare..." Parla al mio collo tra morsetti e baci.
Seee... pensa a guidare... è una parola! O tre, ma cazzo!
"Andremo a sbattere da qualche parte se continui così..."
"Mmmmhh... sbattere... che bella parola... non vedo l'ora... che tu lo faccia a me..."
Noooo.... le verrò in faccia di nuovo... che destino infame...
Mi slaccia i pantaloni con una mano, mentre con l'altra mi accarezza i capelli sulla nuca.
Merda.
Non posso dirle di smettere. Non ce la faccio proprio. Tutto quello che voglio ora è quella cazzo di bocca piantata lì. Sul mio cazzo pronto per lei. E pronto per stare lì dentro per sempre.
Cerco disperatamente di mantenere il controllo sulla strada.
Potrei fermarmi benissimo.
Ma la verità è che non voglio.
Faremmo tardi.
Per quei poveri bambini.
Si.
I bambini.
Non posso proprio.
Eh no.
E, soprattutto, se mi fermo lei smette.
Non posso assolutamente.
Eh no.
La sua mano si cinge, finalmente, al mio cazzo duro e pronto. E viola.
"Bella... ti prego..."
Pompa lentamente...
"Mmmm... ti prego smetti... o... ti prego non fermarti?... Mmmmh?..."
Aumenta la velocità dei suoi gesti. La mano su e giù sul cazzo e la lingua a mimare lo stesso corso sul mio collo.
E il mio respiro è in sincrono.
"Non rispondi...mmmhhh... dimmi... vuoi che... smetta...?...”
“Aaahh... no... si... no... no... Dio no...”
Cazzo, devo mantenere la guida dritta.
Una parte specifica del mio corpo sembra non avere problemi in questo senso.
Sento dei clacson.
Chissà con chi ce l'hanno.
"Oh Edward... fermati... ti prego... scopami..."
Nnngghhh!
"Non... non posso... aaaahhhh... i bambini... facciamo tardi..."
"Oh Edward! Mmmmlllmmmmlllmmmmmlll!"
"Aaaahhh! Cazzo! Be-be-be-lla.. che f-fai?!"
La sua bocca avvolge totalmente il mio cazzo. Lo bacia e lo succhia come un dannato aspirapolvere.
Morirò. Morirò. Morirò schiantato da qualche parte con lei che mi fa un pompino! E da come succhia dubito che potranno staccarci all'obitorio! Dovranno costruire una bara a forma di me seduto e lei sopra il mio cazzo! Cazzo!
Sento un sonoro *POP* mentre bella si stacca in risucchio dal mio povero, frustratissimo uccello.
Poi si tira su e mi guarda. Ha il fiato corto, le labbra aperte, bagnate e gonfie e gli occhi semichiusi in quello che sembra puro godimento.
E non sa quanto stavo godendo io! Fino a due secondi fa, almeno.
"Oh Edward! Sei stupendo! Anche in un momento così riesci a pensare a quelle povere creature! Ti amo! Ti voglio adesso, o altrimenti morirò! Morirò per autocombustione!"
"Bella. L'autocombustione verrà prima a me. Credimi. Non sono abituato a questo- questo genere di cose. Io-"
"Oh... i pompini, vuoi dire?"
Oh no... non dirlo... non li nominare... me li sono sognati troppe volte... e quella stronza di Kate... vaffanculo...
Cerco di ricomporre i miei pensieri e la guardo male. Col cazzo di fuori che sta in preghiera, ma la guardo male. Forse.
"Si, i pomp- quelli!"
"Oh, nessuno te li ha mai fatti in macchina?"
"No. E neanche a letto. Cioè... bè... ci sono state un paio di volte al college... e poi K- la mia fidanzata me ne ha fatto uno una volta... bè... metà... voglio dire... Insomma! Non è questo il punto."
"Oh..."
"Si. Oh!"
"Ma... ti... ti piacciono, vero?"
"Mi piacciono?! Sei ammattita?! A quale essere di sesso maschile non piacerebbero? E' da quando ti ho vista in quel camerino poche ore fa che non penso ad altro che alla tua bocca che... che..."
Mentre parlo la guardo mordersi le labbra e respirare profondamente.
E... Oh Cristo...
Vedo la sua mano graffiarsi la coscia mentre risale... su... verso...
"Bella... Bella... cosa fai?..."
Scivola un po' giù nel sedile mentre apre le gambe e eeeeeee....eeeeeeeeeee... infila una mano nello slip...
C.A.Z.Z.O.
"Ooohh... faccio quello che avrei voluto fare... o che avrei voluto mi facessi tu... fin da quando ti sei spogliato nel camerino... mmmmhhh...."
Scivolo un po' anche io nel sedile.
E mi sento male.
E non so se guardare la strada o guardare lei.
O la sua mano.
O la sua bocca.
O i suoi occhi che si girano in su...
Merda.
Sono morto.
Sono morto in ogni caso.
La mia mano va per cazzi suoi ora sul mio... merda... cazzo!
"Ooohhh... siii... toccati... voglio vederti pompare... oohh... maestoso... mmmmhhh..."
"Oh Bella... vorrei... tanto... toccarti io..."
"Mmmhhh... "
Si gira lentamente e mi guarda, poi toglie la mano dalle mutandine e... me le mette davanti al viso.
E io guardo.
Guardo le sue dita brillare della sua eccitazione.
E ne sento l'odore.
E l'ultima oncia di raziocinio viene risucchiata fuori dal finestrino andando a schiantarsi affanculo.
Ormai sono solo un animale. Mi sento un animale.
E il ruggito che esce direttamente dalla mia gola nè è la prova tangibile.
Ora sono solo istinto.
Puro e inadulterato istinto.
E l'istinto di un animale punta ad una cosa sola.
Sfamarsi.
Allungo di scatto il braccio e le afferro la testa.
E la risbatto sul mio cazzo che chiede pietà.
"Mmmmhhh!"
"Si... mmmhhh!! Mmmhhh! Succhiamelo. Succhiamelo finchè... aaaahhhh... finchè non ti resta più forza.... aaahhhh... continua... continua a toccarti... e succhia..."
Il mio tono è duro. Secco. Roco.
Non riesco neanche a riconoscere la mia voce.
Non riesco nemmeno a riconoscere quelle parole. Non ho mai trattato una donna cosi. Non ho mai detto a nessuna di succhiarmelo.
Ma la mia mano è stretta sui suoi capelli mentre la guido ad un ritmo veloce lungo tutta la mia asta in pura estasi.
E gemo.
Gemo e grugnisco come un fottuto animale.
E godo da dio.
E questa donna mi porterà alla follia.
E sento l'approccio del mio orgasmo strapparmi tutti i muscoli.
Quelli delle braccia. Entrambe. Quello sul volante e quello sopra la sua testa.
E le mie gambe, che tremano in tensione e fremono per mantenere il controllo sui pedali.
E il mio bacino che si contrae sotto quegli impulsi.
E i miei polmoni che bruciano per mantenere una qualche cazzo di respirazione.
E il mio cervello.
Cha non pensa a nient'altro che a lei e a quello che... mi sta... mi sta... cazzo... cazzo... cazzo...
"Cazzo! Bellaaaa! Bel-la! Ingoia! Ing...o...i..aaahhh tutto... ohhhh... tuttooo... AAHHH... AHHHH... UNGHH... UNGHHH... UNNGGHHHH!"
"Mmmhhhhh!!! Mmmmm!! Mpffedwwwddddd!!! Mmmmmaaaaoooooolllmmmhhh!!"
La sento scuotersi più volte.
Ed è lo spettacolo più bello del mondo.
Bella che si da piacere succhiando e ripulendo il mio cazzo con frenesia.
E se non fossi un uomo con bisogno di un tempo di ripresa fisiologico, verrei di nuovo, e di brutto.
Allento la presa sui suoi capelli e comincio ad accarezzarla, invece. Mi viene del tutto naturale.
La mia gattina che ha miagolato per me, per il suo orgasmo su di me.
La mia gattina che gratta.
La mia grattina.
Ho una sensazione mista ad orgoglio, soddisfazione e tenerezza. Ed è strana. Quantomeno la tenerezza.
Lei bacia ripetutamente il mio... pene, ormai ipersensibile al tocco e voglioso di alzare bandiera bianca, bendarsi totalmente e mettersi in un letto d'ospedale da campo. Con un cazzo di sorriso così pieno da illuminare New York.
E mentre lo penso sento di avere lo stesso sorriso.
Avrò sicuramente una faccia da cazzo, quindi.
Bella si rialza lentamente.
Con le mani cerca di sistemarsi i capelli, ma ha un sorriso abbagliante anche lei.
"Mmmh... sei delizioso Edward Cmasen..." Mi dice con la sua porno-voce mentre si asciuga la bocca con il dorso della mano.
E il mio cazzo fa un lievissimo movimento di ripresa.
E non ho la più vaga idea di dove trovi la forza.
"Bella..."
"Oh, che c'è? Vuoi dire che non ti è piaciuto? O che non sono stata all'altezza delle tue fantasie?" Mi dice risistemandosi sul sedile.
Io accosto in frenata.
Si, si, lo potevo fare anche prima, ma... la verità è che mi è piaciuto immensamente quello che abbiamo fatto e come lo abbiamo fatto. O piuttosto quello che mi ha fatto lei. E devo dirglielo.
Devo dirgli questo, non che io sono Edward Cullen.
E dopodichè sarò morto.
Mi giro completamente dalla sua parte.
"Bella. Tu... Io... Io non sono abituato a questo tipo di cose. Ma-"
"Oh. Ho capito... pensi che io sia una facile. Una di quelle che fa pompini come prendere un caffè al bar o come cambiarsi d'abito, come se niente fosse. Ma non è così. Te lo giuro. Lo so che non mi credi. Lo so che ti sono saltata addosso praticamente da subito. Ma io non sono così..."
La vedo in pieno panico, mentre si affanna e gesticola per spiegarsi.
E io sono innamorato di lei. Anche per questo.
"Bella. Fermati. Non intendevo questo. Non penso a come sei tu o a cosa hai fatto finora. E non penso assolutamente a tutte le cose che mi hai detto. Sono io! Sono io che non ho più il controllo del mio ca- del mio pene non appena ti vedo! Cazzo, non appena ti penso perfino! Non mi era mai successo prima! Sei tu che dovresti pensare che sono un pervertito, non il contrario."
"Davvero?..."
"Si! Davvero. E' che mi fai girare la testa con la tua irruenza, la tua passione, la tua voglia di... di prendermelo in bocca. Cristo, non... non pensavo fosse così... così..."
Ed ecco riapparire quel sorrisetto storto.
E amo anche quello.
"Così ... bello?..."
"Bello? E' esaltante! E' pazzesco! Ci passerei la vita tra le tue labbra! Tutte le tue labbra... E non vedo l'ora di fare l'amore con te, di prenderti, di farti mia-"
"E la tua fidanzata?"
"Se ne può andare al diavolo, per quello che mi riguarda."
"Tsk.Tsk. Non è molto carino quello che hai detto, Edward Cmasen." Mi riprende con finto tono di ammonimento.
"Quando saprai chi è, la penserai diversamente."
"Perchè? Chi è? La conosco?"
“Ehm... dobbiamo andare. Siamo in ritardo.” Le dico voltandomi verso la strada e cercando di sistemarmi il pisello dentro i pantaloni.
“Merda. Hai ragione. Scusami, sono stata una stupida. Per uno stupido pompino stiamo trascurando una cosa troppo importante-”
Aggrotta le sopracciglia e vedo la vergogna apparire sul suo viso. E io non lo sopporto.
La tiro a me e appoggio la mia fronte sulla sua e chiudo gli occhi.
“Quello che abbiamo fatto non ha niente di stupido. A parte il fatto che stavo guidando.” Sorrido sulla sua bocca così vicina.
“Io ho la stessa voglia di divorarti che hai tu. E sei stata fantastica. E non voglio che pensi male di te stessa. Mai. Sei una persona buona, altruista e sensibile. E quando avremo finito, voglio portarti a cena e farti ridere e farti... quello che hai fatto a me prima...”
Le mie labbra non ce la fanno più a stare lontane dalle sue, e ogni volta che sono lì sopra io mi sento intero.
Mi scosto lievemente e la vedo ancora ad occhi chiusi e labbra protese.
E sorrido.
E la amo da morire.
“Edward?” Mi sussurra ancora ad occhi chiusi.
“Si, amore?”
Li spalanca.
E poi sorride. In uno di quei sorrisi radiosi e accecanti.
“Ok.” Dice con un filo di voce.
“Ok cosa?” Rispondo mentre le accarezzo il viso.
“Ok a tutto...”
Sorrido.
Ok a tutto.
Si.
Io voglio tutto con questa ragazza.
<<< C&G >>>
Arriviamo all'ospedale senza incidenti e ora credo fermamente che esistano gli angeli custodi, o almeno quelli che hanno deciso di non farci andare a sbattere contro qualche palo, stanotte.
I furgoni sono già lì con i ragazzi del coro e quelli del teatrino dei burtattini.
Molto bene.
Do istruzioni precise a tutti mentre saliamo verso il reparto di oncologia infantile.
Poi mi giro e vedo Bella che mi guarda. Intensamente.
“Che c'è? Qualcosa non va? Ho dimenticato qualcosa?”
“Mm-hm. Questo.”
E mi pianta un bacio di quelli che ti fanno incurvare le dita dei piedi.
Mi perdo in quella sensazione incredibile e la stringo a me con tutta la passione di cui dispongo. Che verso di lei è fottutamente enorme. E' tutto.
“Ehm... EHM-EHM!”
Sento qualcuno schiarirsi la voce in lontananza. Vorrei ignorarla, ma diventa fastidiosamente insistente.
“Scusate, giovanotti!”
Io e Bella ci giriamo verso quel rumore ancora in pieno stordimento da quel bacio.
“Mi chiamo Renee e sono la capo infermiera del reparto. Mr Cullen mi ha telefonato mettendomi a parte della vostra sorpresa. E' inutile dirvi quanto io sia felice e quanto sia sorpresa... anche per il fatto che Babbo Natale pare essere tutto mani e bocca verso questa graziosa fanciulla...”
Ci guarda con un sopracciglio alzato questa enorme anziana infermiera. Mi ricorda vagamente una teiera inglese. Sarà per il camice merlettato e per il volume notevole della sua corporatura, ma non c'è traccia di malignità in lei.
“Mr Cullen?” Chiede Bella sorpresa.
“Emmett.” Le chiarisco.
Renee si volta e ci fa segno di seguirla.
“Ok, ragazzi venite tutti con me nella sala ricreativa, così possiamo sistemare tutto.”
E' tutto pronto.
Il coro è in un angolo, vicino all'albero di Natale e con i loro costumi tradizionali è... una cosa bella da vedere.
Mi sorprendo di quel pensiero che non mi aveva mai sfiorato la mente in passato. Nemmeno per un secondo.
Il teatrino è stato tirato su e davanti sono state messe molte sedie piccole e grandi.
I regali sono tutti sotto l'albero.
L'infermiera Renee irradia felicità.
“Ok, vado a chiamare i ragazzi!” Esclama in modo squillante.
E io ora sono improvvisamente nervoso.
E Bella se ne accorge.
“Cosa c'è? E' tutto a posto?”
“Si. E' che io... io... non so se sono all'altezza di questo compito.”
E' vero. Mi sento una merda. Io Edward Cullen CEO di Macy's sono un fottuto bastardo che di fronte agli affari non guarda in faccia a nessuno. E mi sento esattamente come Kate quando l'ho vista prima nella sala della cerimonia dei regali. Forse è la donna adatta a me. Una stronza per uno stronzo. Bella è troppo per me. Lei è perfetta. E io sono un bastardo bugiardo e ipocrita che sta usando dei bambini per farsi bello di fronte a lei.
Il suo viso si fa dolce e prende ad accarezzarmi le braccia.
“Si che lo sei. Sei perfetto. Edward, io ti ho visto. Ti ho visto con quei bambini. Ho visto come ti comportavi con loro. Come eri proteso ad ascoltarli, come il tuo corpo si muoveva verso di loro, ascoltando i loro desideri, cercando di accontentarli in tutto, guardando i genitori per chiedere il tacito permesso. E come ti sei comportato con Seth... è stata la cosa più bella che abbia visto in vita mia. Mi hai fatto piangere. Non ho mai conosciuto uno come te. Buono, dolce, comprensivo...”
La guardo cercando la verità nei suoi occhi.
E quello che vedo... è un falso Babbo Natale riflesso nelle sue enormi pupille scure.
“... e con il pisello più bello del creato.”
Non posso fare a meno di ridere a quel commento fuori posto. E osceno. E l'osceno su Bella sembra assumere una forma quasi sacra. Quasi.
Qualcuno sghignazza da dietro il teatrino, che è troppo vicino a noi.
Domani li licenzio.
No, cazzo! Ecco, lo sapevo di essere uno stronzo.
“Hey... sto scherzando. Bè... no, non sto scherzando, ma quello che volevo dirti è che tu sei perfetto. Perfetto... per me. E non mi importa che tu sia uno squattrinato senza un lavoro fisso. E non mi importa che tu sia uno scassinatore e un ladro d'auto... ” Finisce in un sussurro.
Il mio viso si abbassa di sua volontà al suo, quando sentiamo delle voci in avvicinamento.
Bella si sbriga a sistemarmi la barba e mi rimette gli occhiali che avevo riposto in tasca.
Come faceva a sapere che erano lì, non lo so. Ma dato il suo interesse e la dilatazione iridea che noto anche adesso, suppongo che i miei occhiali comportino un livello di interesse piuttosto alto per lei.
E io ghigno.
Sono un bastardo, orgoglioso e narcisista. E la cosa non può far altro alimentare il mio ego.
I bambini entrano.
Quello che vedo mi... abbatte.
Molto.
Bambini calvi, pallidi, alcuni attaccati tramite tubicini a delle piccole strutture che permettono loro di spostarsi, altri portati qui direttamente nei loro letti.
Ma tutti sorridono.
Tutti loro hanno una luce particolare negli occhi.
E' speranza.
E' voglia di credere.
E' gioia per le piccole cose.
E io mi sento di merda.
Mi sento in colpa per tutto quello che faccio, per quello che sono e per la mia condizione.
Sono sopraffatto.
Mi manca il respiro.
Esco di corsa da quella stanza e sento vagamente Bella distrarre l'attenzione per coprirmi.
Mi butto di schiena contro il muro del corridoio, cercando di allentarmi l'allacciatura impellicciata di questo cazzo di costume che sembra diventato insopportabilmente pesante.
Mi giro al suono di quello che sembra un pianto singhiozzato e vedo un uomo in fondo al corridoio.
Ha un braccio appoggiato al muro e il suo viso vi è premuto sopra.
Sta piangendo.
Non so il perchè, ma senza pensare mi avvicino a lui.
“Hey.”
L'uomo si gira di scatto e mi squadra sorpreso.
“Mi-mi scusi. Io... io ho solo avuto un momento...”
“Di sconforto.” Concludo la sua frase.
L'uomo mi fa un debole sorriso.
“Suo figlio è qui?” Gli domando. Che coglione che sono, certo che è qui. Che ci starebbe a fare qui la notte di Natale, altrimenti?
“E' mia figlia. E' lì dentro.” Fa un debole cenno alla stanza la cui porta è accanto a noi. “Sta... molto male. I dottori dicono che... dicono...”
“Come si chiama?”
“Alice.”
Non penso quando entro.
Entro e basta.
E vedo il corpicino di una bambina preadolescente. Forse 10 o 11 anni. O forse anche di più. E' difficile stabilirlo con quello che patisce il corpo con questo tipo di mali.
Ha gli occhi chiusi e respira regolarmente.
I tubicini per l'ossigeno le escono dal naso.
Capelli sottilissimi le incorniciano il volto, sparsi sul cuscino. Sono opachi. Come quelli di una persona anziana.
E io vorrei tanto fare del male a chi ha causato questo.
E nei miei pensieri rido della mia stupidità.
Ma lei mi sente e apre lentamente gli occhi. E non sono come i suoi capelli. Sono lucidi e vitali.
Cazzo. Lucidi e vitali. Come dovrebbe essere lei.
“Babbo Natale?...” mi chiede con un filo di voce.
“Si. Ciao Alice.”
Fa un respiro secco.
“Come sai come mi chiamo?”
“Uh... Io sono Babbo Natale. So sempre i nomi di tutti i bambini.”
“Io però ho 13 anni, non sono più una bambina.”
13 anni.
Mi vengono solo parolacce in mente.
“Oh bè, non importa. Tanto ormai sono qui. Ti... ti piacerebbe un orsacchiotto o una bambola, magari?”
Mi fa un piccolo cenno negativo con la testa.
“Allora un gioco da tavolo forse.”
Lei sogghigna lievemente e mi guarda di traverso.
Idiota! Non si può nemmeno alzare! Che cazzo se ne fa di un gioco da tavolo?!
“Ecco... io... Alice, io davvero vorrei fare qualcosa per te, non c'è nulla che potrei realizzare?” Praticamente la imploro.
Lei sorride.
Le faccio pena, si vede.
“Tu lo sai che io non credo più a Babbo Natale, vero?” Mi prende in giro.
Lei sta scherzando con me.
E' lei che scherza.
Sant'iddio.
“Mmmmh... ok.” Mi arrendo mentre mi siedo accanto al suo letto.
Ha uno sguardo intelligente e mostra di non aver timore di niente. Probabilmente nemmeno della verità. E forse è proprio quella che cerca.
Mi tolgo gli occhiali e mi slaccio un po' questa orrenda giacca che ora mi sta pizzicando ovunque.
“Meglio?” Dice lei.
“Si. Molto meglio.” Le sorrido appoggiandomi allo schienale della sedia.
“Perchè sei qui? Intendo davvero.”
“Non lo so. So solo che dovevo essere qui.”
Passiamo un minuto,credo, in silenzio, e non è imbarazzante.
"Mi chiamo Edward Cullen, e sono il manager di un grande magazzino."
"Oh. E sei qui per portarci i giocattoli? Cioè... per portare i giocattoli ai piccoli?"
Sorrido.
E' una bambina che si vuole vestire da grande.
Ed è grande. E' stramaledettamente grande per la sua età e per quello che sta passando.
"Si. Ma... non solo questo. Io vorrei... voglio, voglio che questi bambini, tutti voi, abbiate qualcosa. Qualcosa in più. Qualcosa che.. che io non so davvero, Alice."
Le dico sconfitto.
"E perchè sei qui con me? Ho sentito che sono tutti in sala giochi. Perchè non sei da loro?"
"Sono qui con te, adesso."
"Vuoi stare qui?"
"Si."
Le mie risposte sono sincere. Non so il perchè, ma sento che è l'unico modo per comunicare con lei. E mi sento bene nel farlo.
"Sono stanca. Ti va di raccontarmi qualcosa?"
"Cosa?"
"Una storia."
Merda.
Io non so niente di storie di bambini.
Mi guardo intorno per vedere se c'è qualche libro, ma non vedo niente a parte una bambola sul comodino.
La prendo in mano e la osservo.
E' piccola e ha lunghi capelli scuri ondulati.
Bella...
"Ok. Ti racconto una storia. C'era una volta-"
Le scappa una risatina, ma subito tossisce.
Io mi allarmo e le avvicino alle labbra il bicchiere d'acqua appoggiato sul comodino.
Beve un piccolo sorso.
"E' una favola?" Sussurra.
"Oh si. E' una favola bellissima. Ma ha un finale aperto. Se vuoi sarai tu a dirmi come può finire, ti va?"
"Si." Sorride ancora.
"Allora, c'era una volta”
La guardo facendo finta di redarguirla per lo sguardo di prima, ma è uno scherzo e lei lo sa.
“una bellissima ragazza chiamata Bella. Lei era giovane, allegra e buona con tutti. Era una gran chiacchierona e faceva sanguinare le orecch- voglio dire, faceva venire il mal di testa a tutti con le sue chiacchiere, però rideva sempre ed era amata da tutti. Un giorno Bella stava nel bosco a raccogliere fiori, e cantava”
Con parolacce e tutto il resto, ma... ok.
“e il suo canto arrivò alle orecchie di un orrendo mostro che guidato da quella voce melodiosa si avvicinò a lei. Il mostro si era travestito da pastorello, e sembrava innocuo, così Bella iniziò a parlare con lui, tanto, tantissimo, così tanto che il mostro non capiva più chi fosse egli stesso. Non si sentiva più un mostro e con lei si sentiva buono, dolce e sensibile”
Stiro in un sospiro quelle ultime parole, parole che mi ha detto lei, la mia Bella. La mia Bella... finchè non sarò morto dopo che le avrò detto la verità.
“e prese a... ballare e cantare con lei, irretito da quella ragazza così soave, così angelica e bellissima come nessuna,”
Non è che le possa raccontare di seghe e pompini.
“ma il mostro si era innamorato di lei, da subito, da subitissimo, e si sentiva una me- si sentiva malissimo perchè le aveva mentito. Voleva farle vedere che anche lui, in fondo, ma molto in fondo, era buono, e decise di farle dei regali, insomma le regalò tanti fiori che a lei piacevano tanto. Ma non bastava. Il mostro era triste, tanto triste, soprattutto quando lei lo baciò e gli dichiarò il suo amore per lui. Lei non riusciva a vedere quanto lui fosse brutto e cattivo, ma lui sapeva bene che una volta visto davvero com'era, lei sarebbe fuggita e lui sarebbe mor- voglio dire, lui avrebbe sofferto per il resto della sua vita. Come poteva fare, allora? Cosa fare per rivelarle chi lui era davvero senza spaventarla e farla scappare via?"
"Edward..."
"Si, piccola Alice?"
"Racconti le favole malissimo."
"Hahahahahahaha!! Si, lo so. Hai ragione. Non sono molto abituato a questo. Anzi, per niente."
"Però è una bellissima favola. Hai mischiato un po' di cose, tipo Cappuccetto Rosso e La Bella e la Bestia, ma mi è piaciuta."
Abbasso lo sguardo sorridendo.
Questa ragazzina mi darebbe una pista nel Consiglio d'Amministrazione.
“Hai detto che si chiama Bella?” Dice con un sorrisetto.
“Mmm... Si?”
"Oh... Posso dire come va a finire?"
"Certamente. Dimmi pure."
"Lui decise di dirle la verità. Decise di rischiare. Perchè se non avesse rischiato, non avrebbe mai avuto la speranza di ottenere quello che voleva tanto. E allora andò da lei. E lei lo perdonò."
"Mpf! Lei non mi- non lo perdonerebbe mai. Lui è un mostro senza cuore. E lei è un angelo."
"Proprio perchè lei è un angelo lo perdonerebbe. Lei è innamorata di lui. Non vede il pastorello o il mostro, vede solo la sua anima. Lei lo vede per quello che è, Edward. E poi si sposarono e vissero felici e contenti! E fecero tanti bambini. Sani..."
Oh no...
"Dici che lei lo perdonerebbe? Forse. Ma quello che credo io è che in quel caso farebbero tanti, tantissimi bambini. Bambini amati e felici. Sani o no, sarebbero bambini amati. Come lo sei tu, Alice. E io vorrei tantissimo avere una bambina come te. Tantissimo."
Le dico con tutta la convinzione che non so da dove mi parta, ma c'è. E' lì. Ed è forte.
Lei mi guarda e sorride di più ora.
"Edward... posso farti una domanda?"
"Certo."
"Perchè sei così insicuro, se sai che lei ti ama?"
Rimango a bocca aperta dalla semplicità e dalla chiarezza di idee di questa straordinaria ragazzina.
Mi ha beccato.
Non capisco come ho potuto pensare di fregarla, anche per un secondo.
"Perchè... perchè io non sono Babbo Natale, Alice. Perfino tu non ci hai creduto nemmeno un attimo e hai solo 13 anni. E io ho paura."
C'è un attimo di silenzio tra noi, e lei non smette di guardarmi.
"Non devi avere paura. Devi rischiare e dirglielo. Quale alternativa hai, altrimenti?"
Non so più di chi stiamo parlando.
Se di me o di lei.
Ma è lei che sta rischiando e sta lottando per quello che vuole e io sono uno stronzo a portare il mio ridicolo problema di fronte al suo.
"Mi sono sbagliato. Tu non sei una ragazzina di 13 anni. Sei una donna. Una bellissima e intelligentissima donna. E io ti ammiro tantissimo. Facciamo così. Facciamo un patto fra adulti, vuoi? Io rischierò, ma tu... tu continuerai a lottare, ok? Senza resa. Io ti do la mia parola che farò la mia parte, tu farai la tua?"
Mi guarda con quel sorriso d'angelo che continua a regalarmi.
"Senza resa." Mi sussurra sicura.
Mi alzo.
"Ora vado di là dai piccoli... ma prima voglio portarti una cosa."
Esco dalla stanzetta semibuia alla luce accecante del corridoio e per un attimo vedo Bella infilarsi di corsa nella sala giochi.
Vado più in fretta che posso verso uno dei grandi sacchi pieni di regali e cerco.
Ma cosa?
Oh.
Vedo una coperta con un cielo stellato che brilla davvero sotto le luci.
Si.
Ma anche...
Trovo anche un set per le unghie con una fila di smalti colorati.
Questo sicuramente non la danneggerà. Almeno lo spero.
Ignoro tutto e tutti ma incrocio lo sguardo di Bella, che mi fa un debole tirato sorriso, mentre corro di nuovo da Alice.
"Ecco. Questa coperta brilla... forse anche al buio, non saprei... ma c'è un bellissimo cielo stellato sopra e quando la metterai su di te sarà come se fossi all'aperto, sotto un cielo così. E poi ti ho portato dello smalto. Ci sono tanti colori. C'è anche il... rosa. Ti... ti piace il rosa, vero?"
Chiedo non sapendo bene nemmeno io quello che sto facendo.
"Oh, si! Sono bellissimi questi regali, Edward! Grazie."
Protende una mano nella mia direzione.
E' piccola e fragile e io la prendo con il massimo della delicatezza e gliela bacio.
"Di nulla, giovane donna."
"Tornerai a trovarmi?" Mi dice con quella speranza negli occhi che non l'abbandona mai.
"Certo. Tornerò. Ora devi riposare. A presto, Alice."
Le bacio la fronte e esco dalla stanza, trovandomi subito di fronte al padre.
"Grazie, Mr Cullen. Alice è molto contenta stanotte."
E' evidente che il padre ha sentito tutta la conversazione.
"Voglio che tutte le sue cure siano addebitate a me. Mr ?"
"Brandon. Mi chiamo Roger Brandon. Ma Mr Cullen, io non posso proprio-"
"Mr Brandon. La prego. Posso permettermi questo ed altro e so che in questi casi, vanno in rovina intere famiglie. Forse non posso farlo per tutti qui dentro, ma per Alice voglio farlo, la prego."
"Ok... allora... bè... grazie Mr Cullen. Io non so che dire."
"Tenga duro per lei. Tenete tutti duro per lei. La aspetto nel mio ufficio quando meglio ritiene opportuno. Per lei sarò sempre libero."
Cerco un biglietto da visita, ma non ce l'ho davvero nel costume di Babbo Natale.
"Uhm... ho lasciato i biglietti nell'altro vestito..."
"Non si preoccupi Mr Cullen, non è un problema. E grazie ancora, davvero."
"Ok, allora. Buon Natale."
La serata prosegue senza incidenti.
I bambini guardano il teatrino e si divertono.
Ridono.
Sono felici.
Io guardo Bella tutto il tempo.
Irradia luce.
Sprigiona amore.
Giochiamo un po' con loro e distribuiamo doni a tutti.
Bella mi lancia sguardi furtivi e mi sorride sempre.
Ma il suo sorriso è strano.
Non di circostanza, è vero, ma c'è un'ombra nei suoi occhi.
E io la posso capire, ora.
Qui c'è del dolore vero, tangibile.
Ma tutti gli adulti sorridono e giocano con i bimbi, come se fosse tutto normale, come se si fosse in famiglia.
E io mi sento bene.
<<< C&G >>>
In macchina lei è silenziosa. Guarda la strada.
"La... la serata è stata un successo. Non credi?" Azzardo.
"Si. E' stato bellissimo. Grazie... Edward."
Mmmh.
"C'è qualcosa che non va?"
Forse ho sbagliato qualcosa. Non è più la Bella scherzosa, allegra e maliziosa di prima.
"No. No, è che sono molto stanca, tutto qui."
"Ti va di mangiare un boccone? O forse... forse è meglio che ti accompagni a casa."
La vedo con la coda dell'occhio girarsi più volte verso di me, come per dirmi qualcosa, ma non lo fa.
Sento un pericoloso campanello d'allarme.
Ora sono certo che c'è qualcosa che non va ma non capisco cosa.
Forse è dispiaciuta perchè ho parlato con Alice da solo.
"Quella bambina, Alice... è molto forte. E' intelligente. Mi ha fatto piacere parlare con lei." Le dico, tanto per parlare di qualcosa e rompere questo silenzio che sta diventando insopportabile.
"Si. Alice è una bambina eccezionale."
"Già."
Merda.
"Senti, Bella, se ho fatto qualcosa di sbagliato non hai che da dirmelo."
"Ma no, ma no. Non hai fatto niente, non preoccuparti. Anzi, sei stato bravo. Bravissimo. Proprio bravo..."
Proprio bravo... non mi piace questa situazione, non mi piace per niente.
"Torniamo al magazzino. Devo prendere le mie cose. E tu... ti devi cambiare." Aggiunge in fretta.
***
Capitolo 5
Parcheggio all'ingresso laterale e quando siamo fuori, davanti alla porta, digito il codice di accesso.
Senza pensarci.
Cazzo!
Mi volto lentamente verso Bella che mi guarda male.
Molto, molto male.
Non le dico nulla mentre la faccio entrare per prima.
Ci dirigiamo in silenzio direttamente al corridoio dove c'è il camerino con i miei abiti.
Faccio per accendere la luce, ma lei mi blocca.
E' davanti a me, e siamo illuminati solo dalla luce che proviene dal corridoio.
Mi guarda negli occhi.
Intensamente.
A lungo.
Poi si alza sulle punte dei piedi e mi bacia.
Un bacio dolce, casto quasi.
E in quel momento rinasco.
La stringo a me e approfondisco quel bacio rendendolo passionale e vitale.
Vitale per me.
Le nostre mani accarezzano e cercano.
Le nostre lingue si massaggiano intrecciandosi ed esplorando.
I vestiti diventano insopportabili addosso.
Mani, braccia, lingue, gambe che struggono per liberarsi di tutto nel disperato tentativo di non perdere contatto l'una con l'altro.
Bella mi spinge all'indietro e io cado sulla poltroncina sulla quale avevo ripiegato i miei vestiti.
Non mi frega un cazzo dei vestiti ora.
Tutto quello che faccio è tirarla a me, su di me, cercando ancora la sua bocca dalla quale non posso stare lontano più. Mai più.
Sono completamente nudo, esposto e pronto per lei.
Non capisco più nulla, ho solo occhi per lei, pensieri per lei, ogni senso è rivolto a lei, solo lei, bellissima davanti a me in mutandine, reggiseno e autoreggenti.
I suoi movimenti sono sicuri e veloci mentre si siede su di me, con le gambe sui braccioli della poltrona, e mi guarda e mi bacia mentre le mie mani affondano in quella morbida, profumata pelle.
La mia bocca raggiunge il suo collo, le spalle, l'incavo dei seni nei quali affondo il naso e la lingua, e quel reggiseno diventa un intralcio inaccettabile.
Glielo tiro giù violentemente e lei geme in sorpresa.
Afferro, accarezzo, stringo, gioco con le dita su quei capezzoli rosa completamente turgidi e protesi verso di me.
Sono le tette più spettacolari che abbia mai visto.
La mia bocca è attirata da quel richiamo irresistibile.
Ma indosso ancora la barba.
Devo toglierla.
Lascio di malavoglia quelle coppe che sembrano fatte per le mie mani, le quali invece raggiungono il mio viso.
La guardo mentre comincio a staccare l'adesivo all'altezza delle basette e Bella rimane ferma a guardare i miei gesti.
Seria.
Non c'è ombra di gioco in lei. Non c'è umorismo. Non c'è leggerezza.
Porta le sue mani sulle mie e me le tira via lentamente.
Non vuole.
Non vuole sapere.
Non vuole vedere.
E invece mi sorprende riportandole al mio viso e delicatamente mi libera da quella massa soffocante.
Soffocante per me e ora inaccettabile per noi.
Ora sono totalmente io.
E la guardo.
Alzo il mento.
Non voglio aver paura di questo momento.
Sono io.
Sono qui con lei.
E la amo.
E la voglio.
Io, Edward Cullen. Non Edward Cmasen.
Siamo io e lei.
Di fronte.
Scoperti e vulnerabili.
“Sei bellissimo...” Mi sussurra accarezzandomi.
E io chiudo gli occhi.
“Sei bellissimo Mr C.”
La guardo di nuovo.
Lo sa.
Lo sa chi sono e cosa ho fatto.
Ma non vedo traccia di rigetto in lei. Non vedo rabbia, o sorpresa.
Solo desiderio e qualcos'altro che non riesco a decifrare.
Si avvicina alla mia bocca e con la lingua traccia i contorni delle mie labbra.
“Sei buonissimo...”
Poi sento le sue labbra succhiare, mordere e leccare le mie.
Sono perso tra la sorpresa di averla ancora qui con me e quel tocco così delicato e così erotico.
La mia erezione spinge tra noi due.
Sento le farfalle nello stomaco.
Mpf! Io Edward Cullen sento le farfalle nello stomaco come un ragazzino alla prima cotta.
I baci diventano intensi e le mani si fanno più aggressive.
Le mie di sicuro mentre le afferro il leggero slip di tulle da dietro e lo strappo di colpo.
Il rumore dello strappo e il suo gemito non fanno altro che alimentare il mio desiderio per lei, per questa dea che ora dondola sinuosa sul mio cazzo per prendersi il piacere che vuole.
Con le mani sui fianchi guido i sui gesti, mentre gemo nella sua bocca.
“Bella... ti voglio...”
“Ti voglio... da morire...” Mi dice sussurrando il mio stesso desiderio.
“Bella... io... io non ho... niente... non ho preservativi... con me...”
“Non me ne frega un cazzo... ti voglio...”
“Bella... aspetta...” Le dico tra i baci mentre la mia risoluzione a non avere sesso protetto va dritta nel cesso al sentire le sue parole così brutali, ma anche così eccitanti.
Si stacca per un attimo tirandomi ancora i capelli con entrambe le mani.
“Sei fidanzato, no? Sarai pulito... e io prendo la pillola... sono ok... te lo giuro...”
Le faccio cenno di no con la testa.
E lei indietreggia lievemente.
“Non sono più fidanzato. Non voglio più essere fidanzato. Non con lei.”
Serra un po' gli occhi valutando quello che dico.
“Bella io-”
“Shhhh...” Mi mette un dito sulle labbra. Che io le bacio incapace ormai di usare la mia bocca per altro.
“Prendimi e basta... prendimi come se non potessi più farlo... prendimi Edward... voglio sentirti dentro di me... “
La prendo con tutta la forza che ho in quel bacio carnale e possessivo.
Le mie mani lavorano senza sosta su tutta la sua pelle. La schiena, le cosce, i seni, i fianchi, per poi raggiungere le sue labbra che con la loro eccitazione stanno bagnando e lavorando il mio membro completamente teso e gonfio.
E' bagnata fradicia.
E io gemo in anticipazione.
“Oh piccola... sei un sogno... dimmi che mi vuoi... dimmi che non sto sognando...”
Lei si alza un po' facendo forza con le cosce sui braccioli. E il suo viso è l'estasi del porno mentre la sua mano arriva ad afferrarmi, guidandomi verso di lei, dentro di lei, per poi lentamente ridiscendere sulla mia asta lucida dei suoi umori.
“Ooooohhh...” Volta la testa all'indietro e affonda le dita nelle mie spalle per abituarsi a quella massiccia intrusione.
La sento così stretta, morbida, calda.
E quando sono tutto dentro vorrei stare lì per sempre.
Nell'aria solo il rumore dei nostri respiri irregolari, mentre prendiamo contatto l'una con l'altro.
Ora siamo uniti. Siamo un unico essere.
E io provo una sensazione di completezza mai provata prima.
Si morde le labbra quando inizia a muoversi, su è giù, roteando il bacino lievemente.
Devo far ricorso a tutta la mia forza per non venire subito allo spettacolo che mi si para davanti agli occhi e alle sensazioni che mi dà con quei movimenti lenti, studiati, in concentrazione.
“Edward...”
“Amore...” Ansimo.
“Sco-scopami.” Il tono le esce più alto. Non ce la fa più neanche lei.
Mi guarda intensamente mentre le guido i movimenti stringendola per i fianchi.
Sta guardando il mio viso, i miei occhi, la mia bocca, e sta prendendo piacere da quello che vede.
E siccome sono un fottuto orgoglioso bastardo che si sta godendo la notte più bella della sua vita, decido di prendere il controllo. Lei vuole godere di me. Tutto me. Tramite i suoi occhi, la sua bocca, le sue mani e quella sua fica stretta che mi sta facendo diventare matto.
Gemo e grugnisco rumorosamente mentre la sbatto con forza su di me. Ripetutamente. Senza darle respiro. E ad ogni mio gemito ne corrisponde uno suo. Gira gli occhi ogni volta che mi guarda.
Sta godendo di me.
Così come io di lei.
Gioco con il mio sguardo sul suo, so che gli piacciono i miei occhi così verdi. La guardo intensamente convogliando tutta la passione che ho.
E' ipnotizzata.
Gioco con la mia bocca e con la lingua sulle mie labbra, sui miei denti mentre la guardo.
Me la guarda ora.
Io ghigno.
E lei impazzisce.
Emette gemiti sempre più acuti e mi cavalca impazzita afferrando le mie carni o i miei capelli.
La stringo a me, cingendola con entrambe le braccia. Le inarco la schiena per succhiarle i capezzoli.
E lei impazzisce di nuovo.
E io pure.
Sto per venire.
Non voglio.
Prima lei.
Prima lei.
Ma lei si stacca da me per guardarmi e le vedo passare un lampo diabolico tra gli occhi.
Sorride lievemente, ma non ferma i suoi movimenti.
Ansima sonoramente, ma trova il modo di parlarmi.
“Edward... Edward... vieni... ti sento... sento che stai morendo per venire...” Ghigna.
Stronza.
Ha capito che stavo giocando con lei, che la stavo eccitando e ora vuole fare lo stesso con me.
Grugnisco in controllo.
Controllo che sta diventando impossibile.
“Oh no... piccola ladruncola... lo so... lo so che stai impazzando per me... per questo mio cazzomaestoso e imperiale che ti sta portando sull'orlo della follia... lo so che ti piace... vieni... vieni per me... sentimi... senti come ti riempio...”
Ha la bocca spalancata e sembra lottare per tenere le mie parole a bada, ma non ci riesce benissimo. Vuole resistere.
E se resiste ancora per dieci secondi, io sono fottuto.
Inizio a massaggiarle il clitoride. Sempre di più. Sempre più velocemente.
“Ti sento... sento come ti stai contraendo su di me... lo volevi da quando mi hai visto... mi volevi dal primo momento che hai posato gli occhi su di me... sapevi che ti avrei fatto morire... lo senti?... mmmhhh?... solo io posso farti questo... solo io... ooohhhh.... oooohhhhh...”
Sta per venire, la sento stringere intorno a me.
Io sto peggio di lei.
Ma lei non ci sta.
Mi prende la mano e la porta alla bocca.
E comincia a succhiarmi le dita gemendo più forte.
Eh no!!!
Cazzo, così non è giusto!!!
Sento tutti i miei muscoli contrarsi.
Bruciano.
Sto per venire.
Ma io non cado da solo.
Giù io, giù lei.
La stringo a me con la mano libera mentre la sbatto furiosamente su di me, continuando a massaggiarla e le succhio il primo capezzolo che trovo.
E la mordo.
“Ooooohhhh.... Edwaaaarrrrrrrd.... Oooooohhhh.... aaaaaahhhh... aaahhhh... aahhhh.... AAAAHHHH!! AAAAAHHHH!!! ”
I suoi movimenti diventano convulsi e io devo fare appello a tutta la mia forza per non farla saltare via, mentre vengo clamorosamente gemendo come un animale sul suo seno.
“Oh Bella... Bellaaa... Be...l...llaaaaaahhh!!! Nghhh... Nnngg... NNNGHHHHH!... Ooohhh... ohhhh...”
Cerchiamo di recuperare il fiato, rimanendo in quella posizione.
Io tra i suoi seni e lei con la testa appoggiata sopra la mia.
Le nostre braccia cingono i nostri corpi in un abbraccio disperato.
E nessuno dei due sembra volere perdere quel contatto.
Io non voglio.
Voglio morire qui.
Voglio essere seppellito qui.
La sento sciogliere l'abbraccio per cercare di alzarsi.
Ma io la riporto a me.
“Non voglio.” Dico ai suoi seni.
La sento sorridere.
“Dobbiamo andare.” Mi dice con un filo di voce.
“No. Non dobbiamo. Rimaniamo qui.”
Le scappa una risatina cristallina.
“Oh, Mr C... lo so che sono irresistibile, ma non possiamo rimanere qui tutta la vita.”
Ooohhh... vuole giocare...
“Mmmmhhh... irresistibile...” inizio a baciarle i seni, piano delicatamente, a bocca aperta, gioco con la lingua sui suoi capezzoli, e bingo.
Geme.
Mi stacco da lei per guardarla, e le sue pupille si dilatano di nuovo.
Conosco alla perfezione l'anatomia femminile e so perfettamente che una donna può avere orgasmi ripetuti e vicini.
Anche se con Kate... con Kate il sesso finiva lì, e basta.
“E così... sei irresistibile uh?... mmmmhh... direi proprio il contrario Miss S.”
Lei assottigliagli occhi e... contrae i muscoli della vagina, ma invece di avere l'effetto di buttarmi fuori, il mio cazzo non ancora a riposo... apprezza.
Gemo.
Cazzo.
Lei ghigna.
E' una competizione aperta a chi è più duro.
Bè, Miss Isabella Marie Swan, direi che su questo punto non ci sono dubbi.
Le infilo la lingua in bocca mentre torno nuovamente a massaggiarle il clitoride ancora sensibile e ora bagnato completamente di me e di lei.
“Oooohhh... Edwarddd... che-che fai...”
“Faccio l'irresistibile...”
“Aaaaargh!” Mi tira un ciuffo di peli sul petto.
Io le afferro i capelli e le tiro la testa all'indietro, senza smettere di massaggiarla.
“Oh, allora vuoi che smetta?... mmmmhhh?... Ok.”
Tiro via la mia mano di scatto, e lei sussulta.
“Ho già avuto il mio orgasmo oggi Mr C., anzi due. E uno dato assolutamente da me stessa.”
Mi tornano subito alla mente le immagini di quel cazzo di pompino in macchina e di lei che si masturbava freneticamente, mentre mi lavorava con la bocca.
E il mio uccello apprezza nostalgico.
Gonfiandosi ancora.
Spingo dentro di lei con il bacino.
E adesso è lei ad apprezzare.
“Mr C. … non ti basto mai... non riesci... oooohh... a stare lontano dalla mia fica...”
“Mmmmhh.... sei tu... che non.... aaaahhhh... riesci a staccarti dal mio cazzo... hai ringraziato... ooohhh... il Signore... prima... ricordi?...”
“Aaahhhh... devi... ooohhhh.... devi aver... capito male... hai... tu hai... un cazzo.... ooohhhh... un comunissimooooohhh... cazzo...”
COMUNISSIMO CAZZO UN CAZZO!
So di essere ben dotato e la cosa non fa altro che alimentare il mio orgoglio maschile.
Ci stiamo muovendo di nuovo.
E io sono in paradiso.
“Il mio... comunissimo enorme cazzo... ti ha portata in pa- in paradiso... meno di cinque minuti fa...”
I nostri movimenti diventano istintivamente più decisi.
“Mmmmhhh.... oooohh... sono... sono... venuta... solo perchè... ooohhh.... perchè mi stavi... sgrillettando...”
Sgrillettando?
Gemo a quell'affermazione così... porca.
La mia donna è una porca.
Mi sono innamorato di una porca.
E il mio cazzo è felice.
E io sto godendo di nuovo per quel piacere così prolungato e così diverso da prima.
“Miss S... non credo proprio... ce l'ho abbastanza grosso... da... aaahhhh... trovare il tuo punto G completamente da fermo... ooohhh... così... così...”
La guido nei movimenti. La sento fremere. Deve avere i muscoli delle gambe che le bruciano. Ma non abbastanza da fermarsi.
Siamo sudati e stanchi, ma la nostra voglia è più forte.
La mia di sicuro... sto andando dritto dritto verso il mio quarto orgasmo in poche ore, e se non fosse perchè devo mangiare, bere e dormire non credo smetterei mai con lei.
Non ne avrò mai abbastanza di lei.
“Il puntoooooohhhh.... ooohhhh... il punto G., non... non... non... esisteeehhhhh...”
“Ahhhh... no... no infatti... il tuo... il tuo... da oggi in poi... ahhhh... sarà... il punto E...”
La afferro per il culo e tenendola ben stretta a me, badando di rimanere fermamente dove sono piantato, mi alzo con un grugnito e la sbatto senza tante storie sul mobile della specchiera.
Lei si sorprende, ma emette un gridolino che sembra uno squittìo.
E quel suono fa vibrare in estasi il mio cazzo.
Con una mano sulla sua spalla la sbatto di schiena alla specchiera mentre con l'altra l'afferro per la coscia tirandola in avanti.
“Ecco... così... così...”
Prendo a pomparla come un pazzo angolando il mio bacino in modo da penetrarla più a fondo mentre la sbatto ad un ritmo serrato direttamente sul clitoride. Forse sto barando, ma in questo momento non riesco a pensare ad altro che a farla impazzire. Per assoggettarla a me, per legarla a me, per schiavizzarla a me.
Sto diventando un fottuto cavernicolo.
La sua bocca è spalancata in cerca di respiro e di gemiti sempre più acuti.
La sbatto senza pietà badando bene di guardare ogni singola reazione del suo corpo.
E la reazione arriva.
La vedo spalancare gli occhi e la bocca ancora di più. Mi guarda fisso. In sorpresa.
“Ohh... si... si... si... si... preso!... aaahhhh... vero?... eccolo... aaahhhh... il tuo... punto delle... me- aahhh-raviglie... il punto E...”
“Le sue palpebre si abbassano lievemente, e le sue mani mi stringono le braccia affondando le unghie nella mia carne.
“Oooohh... no... no... no... non... non... sento... niente... niente... continua... continuaaahhhh!!!”
Oh si che continuo, Bella Marie.
Ma al mio passo.
Cambio angolazione e rallento il ritmo.
Lei se ne accorge e non gradisce per niente.
Mi afferra spingendomi a se.
Mi bacia con avidità e mi morde il labbro inferiore.
“Babbo Natale bastardo...” mi sussurra in un orecchio mentre spinge verso di me per ricreare la frizione che anela.
E mi morde anche il lobo dell'orecchio. Forte.
“Ahhhh! Troietta...”
“Ooohhh!”
Oh... le piace.
“Riprendo a sbatterla con vigore e le afferro una gamba mettendola sulla mia spalla.
“Ahhhh!!! Aahhhh!! E'... uuuuuhhh!! Inutile... oooohhhh... non... non... non.... oooohhhh... ohhhhh... oooohhhh!!! Non vengo... non vengo.... non.... oooohhhh.... vengo... vengo... VENGOVENGOVENGOOOOOOOO!!”
Urla e e le sue unghie lacerano la pelle delle mie spalle. E quel dolore si trasforma in un piacere acuto, sorprendendomi.
Che spettacolo...
Il suo orgasmo innesca il mio. Sento tutti i muscoli irrigidirsi e il mio cervello resettarsi.
Tutto quello che sento è lì. Tutto quello che bramo è lì.
In quel punto che esplode come il capodanno a Times Square.
E urlo.
E la stringo.
E godo come un animale.
Cado in ginocchio sul pavimento portandola con me.
Non c'è modo che io lasci questa donna, ora. O mai.
Non smetto di stringerla mentre ci battiamo aspramente con cuore e polmoni per riprendere fiato.
“Oh Edward... mi... mi hai ridotto ad un budino tremolante... un crème caramel... una gelatina... insomma ad una cosa molle e gelatinosa...”
Siamo sdraiati in terra avvinghiati in una posizione strana, intrecciata.
E lei rantola qualcosa da mangiare, ed è bellissima.
Ha i capelli scompigliati, il trucco sfatto e le labbra rosse e gonfie.
E non posso fare a meno di baciarla di nuovo, mentre sta ancora parlando.
Amo che non perda mai la voglia di parlare. Le uniche volte che non lo ha fatto ho provato un terribile disagio.
E mi sento potente perchè lei si arrende dolcemente e calorosamente, molto calorosamente, al mio bacio.
Ma il respiro è ancora corto, così appoggio la mia fronte alla sua e le accarezzo le labbra.
“Allora, Miss S.? Questo punto E? Esiste?”
“Oh si... ed è solo tuo... tutto tuo...”
Mi stringe le gambe con le sue cercando ancora frizione.
E io sorrido di questa sua voglia che sembra non finire mai, di me.
La stessa che ho io di lei.
“Mmmh? Allora dimmi che... non ne puoi più fare a meno... dimmi che-”
“E' tardi. E dobbiamo andare.” Ride.
Non vuole darmi la minima soddisfazione.
Ma io l'ho vista pienamente la sua soddisfazione. Alla grande. Due volte.
Ci alziamo cercando di sorreggerci su gambe ormai affaticate dallo sforzo fisico.
Lo sforzo fisico più bello al mondo.
“Levati quel sorrisino dalla faccia Mr C., sei spossato e affaticato quanto se non più di me.” Mi dice raccogliendo i suoi vestiti sparsi per la stanza.
E io le passo i brandelli delle sue mutandine.
Ghignando.
Me li strappa via di mano facendo finta di essere indignata.
“Oh, non fare tanto la snob, ora. Ti è piaciuto da morire quello che ti ho fatto. E poi quelle mutandine le avrai senz'altro grattate dal reparto intimo.”
Si avvicina mettendo le mani sui suoi fianchi ancora nudi.
“Quello che mi hai fatto tu?! Oh, questa è bella! Se non ricordo male, sono io che ti ho cavalcato a morte, mio caro. E il fatto che abbia grattato le mutandine, non ha nessuna importanza. E mi hai fatto male quando me le hai... uhm... strappate via. E non ho provato tutto il piacere che dici tu. Ecco.”
Sembra una bambina che nega che il cielo sia blu perchè lei l'ha dipinto di verde.
La afferro per la vita e la stringo a me.
E le sussurro sulle labbra.
E le accarezzo la sua fichetta ancora dolente per la mia ENORME e POTENTE intrusione.
Si. Lo so. So di essere così. E me ne vanto.
“Ah, davvero?”
“Oooohhh... da-davvero...”
“Mm-hm... certo... e allora come mai ti stai bagnando di nuovo? Mmh?”
Mi sbatte via la mano e io rido di gusto.
“Non è vero. E' il tuo sperma. Non è il mio delizioso succo.” Civetta.
Il mio cazzo, dotato evidentemente di un qualche apparato uditivo, inizia ad alzarsi in preparazione.
E a me inizia a girare la testa.
“No, carina. E' il tuo... delizioso succo. E' caldo, e ha una consistenza diversa dal mio sperma. Ti stai eccitando. Ammettilo.”
“Stai sognando.”
Lecco le mie dita guardandola dritta negli occhi.
“No, non credo. Vuoi assaggiare?”
“No!” Mi risbatte via la mano. Ma è divertita.
E io rido di gusto.
E la bacio.
E lei ci sta.
Perchè è mia.
Lei sa che è mia.
“Domani lavori?” Le chiedo distrattamente mentre ci rivestiamo.
“Certo che si. Questi non chiudono mai. Sono dei veri stronzi...” Mi guarda con gli occhi a fessura.
“Mmmh.” E' tutta la mia risposta.
Non posso dirle di più per adesso.
Ma da dire ne ho, e parecchio.
***
Capitolo 6
BPOV
Tuuuu-Tuuuu
"Si... pronto..."
Uuuhhh... molto bene. Sento del gran sonno da quelle parti. Meglio.
"JASPER!"
"Cosa! Che- che c'è?!"
"Polizia."
"Non ho fatto niente! Ieri sera ero con mia madre! Può testimoniare!"
"Tsk! Quella povera donna prima o poi morirà di crepacuore."
"Bella?... Ma che cazz... che ore sono?"
"Le otto."
"Le otto?! Dimmi che stai morendo, perchè in caso contrario puoi richiamarmi alle due."
"Alle due 'sto cazzo. Jasper. Che fine ha fatto il Babbo Natale che dovevi mandarmi ieri?"
"Oh, merda. Cazzo Bella... scusami, è che ho avuto da fare e Jacob ha dovuto darmi una mano a-"
"Non una parola di più. E' l'ultima volta che ti faccio dei favori, Jasper. Anzi, no. E' l'ultima volta che ti parlo. Punto."
"Dai Bella... lo sai che sono incasinato in questo momento. Cristo Santo, scusami... è che mi è sfuggito... ho avuto per le mani un lavoretto che-"
"Ha! Lavoretto! Me lo immagino! E comunque non voglio sapere niente, e lo sai. Però me la paghi, e cara. Ti voglio fresco e pimpante per tutta la settimana di fine anno. Al St. Thomas. Preciso, puntuale e sorridente. Chiaro?"
"Cosa?! Oh no, Bella, non puoi farmi questo! Per il Capodanno io-"
"Per il Capodanno sarai lì. E non è negoziabile. Altrimenti racconto allo zio Aro cosa hai fatto con Heidi il giorno del Ringraziamento."
"Non lo farai."
"Lo farò."
"No, non lo farai."
"Lo farò, lo farò."
"Si, lo farai. Cazzo, Bella... ma... merda..."
"Buon Natale anche a te. Ci vediamo al St. Thomas."
*click*
Prima missione del giorno: check.
E ora la seconda missione.
Edward-imbroglione-Cullen.
Non ci posso credere.
Non posso credere di essermi scopata Edward Cullen.
Non posso credere di aver fatto un pompino ad Edward Cullen.
Non posso credere di essermi fatta schizzare in faccia da Edward Cullen!
Non posso credere di non aver riconosciuto subito Edward Cullen!
Non posso credere di essermi innamorata come una deficiente di Edward Cullen.
In cinque cazzo di minuti!
Cinque!
Cinque minuti!
Forse anche meno.
Mi è bastato guardare quegli occhi... così verdi...
Certo, gli occhi, si. Perchè, il resto?
E quella voce...
Quella voce così sensuale, vellutata, calda, capace di dire cose magnifiche.
E capace di eccitarmi a morte.
Eh, si. Quando mi ha scopata pensavo di morire. Morire di orgasmite acuta.
Molto acuta.
Ma a chi la sto raccontando, quello sarebbe capace di farmi venire anche solo guardandomi.
Merda.
Perchè ci sono cascata così male?! Perchè?!
Oh, Bella Swan, perchè! Non farmi ridere. Già impazzivi dietro a quell'uomo! Ti sei masturbata più volte solo guardando la foto! Troia!
E gli ho anche raccontato tutti i cazzi miei!
E gli ho pure detto delle cosettine che ho preso in prestito!
Oh, ma lui si è preso molto, molto di più!
E mi ha mentito! Spudoratamente!
Edward Cmasen! Ha! Che faccia di culo!!!
Oh, ma se pensa di avermi in pugno, si sbaglia di grosso.
Magari pensa che non mi presenti al lavoro, magari pensa che mi vergogno. Pff! Non ha capito con chi ha a che fare, allora!
Però te lo sei scopato pur sapendo chi era.
E certo! Come facevo a non farlo? Come facevo a resistere a... a... tutto quel ben di Dio?!
Ero arrabbiata, certamente. Quando l'ho sentito parlare con Alice, volevo entrare lì dentro e spaccargli quel viso da... da... angelo! Angelo bastardo e mentitore!
Però... quelle parole... ha raccontato ad Alice che mi ama...
Si, ok, le può aver raccontato una storiella come un'altra, però sembrava sincero...
Ha! Sincero! Sincero un paio di palle!!! Si è spacciato per Babbo Natale!!!
E l'ha fatto benissimo...
Sono nella merda.
Ma se pensa di vincere lui, ha fatto male i conti.
Penso e ripenso a un milione di cose, di pro e contro, di quello che mi ha fatto impazzire di lui e di quello che mi ha fatto incazzare.
Ma tra un pensierino e l'altro mi balenano alla mente fotogrammi di quel fantamegasesso che mi ha fatto ieri sera, e... Dio... che Dio!!!
E non posso credere che sia fidanzato con Kate-scopa-in-culo-Denali!
Ridacchio del fatto che quella è stata capace di fargli solo mezzo pompino!
Lo sapevo che è una frigida Miss Stocazzo.
Però ha detto che non la vuole più. Chissà se è vero.
Seee, sogna ragazza, sogna. Quelli come lui si fidanzano e si sposano quelle come lei. Il CEO di Macy's non si mette con una temporanea. Parente di ladri e truffatori.
Già.
Quelli come lui fanno di quelle come me delle amanti. E basta.
Ma io non sono disponibile per quella posizione, Mr Cullen.
Assolutamente no.
Magari, forse...
No! Assolutamente no!!!
Cavolo... il mio cuore e la mia passeretta avranno un lungo, lunghissimo lutto.
Un ergastolo di lutto.
Io lo amo quello stronzo lì!
Piagnucolo, ridacchio, mi incazzo, parlo ad alta voce. Davanti allo specchio in camera mia. E sono completamente vestita, ora. E mi sono accorta di essermi vestita... mmmmh... niente male.
Inconsciamente ho scelto un abito rosso, aderente, corto, scollato quanto basta, autoreggenti e tacchi.
Se questo abito avesse anche la pelliccetta bianca ai bordi sembrerei la versione femminile di Babbo Natale. Ha! L'ironia!
Lascio i capelli sciolti e mi trucco un po', quel tanto che basta.
Ok, mi trucco meticolosamente. Non voglio avere un capello fuori posto oggi.
E poi è il giorno di Natale.
Bisogna consacrare il Natale. Eh.
Si.
Il Natale.
Certo.
Come no.
Dì piuttosto che ti vorresti consacrare il capo. Di brutto. E ripetutamente.
Merda.
<<< C&G>>>
Entro dall'ingresso degli impiegati.
Puntualissima.
E' meglio che mi comporti al massimo della professionalità.
Almeno oggi.
Pfft! Professionalità! Sono stata professionalissima ieri! Ho fatto un servizietto al capo da vera professionista!
Smadonno davanti alla macchinetta del caffè quando vedo arrivare Tanya trafelata.
"Bella! Buongiorno! Buon Natale!"
"Ciao Tan, Buon Natale anche a te."
"Mr Cullen ti vuole nel suo ufficio, subito."
"Non ho dubbi che mi voglia nel suo ufficio." Mormoro.
"Come?"
"Niente, Tan. Grazie, vado subito."
"Ok" Fa per andarsene.
"Tan!" La richiamo.
"Si?"
"Di che umore è oggi il... uhm... capo?"
"Oh, buono direi. Anzi, strano. Stamattina quando è arrivato canticchiava." Mi dice sorpresa dalle sue stesse parole.
"Canticchiava? Co-cosa canticchiava?"
"Oh... Jingle Bells, credo. Ma... giurerei di averlo sentito canticchiare Jingle Bella... ma potrei sbagliarmi, non è che lo stava facendo ad alta voce. Hey! Strano, no? Jingle Bella, come te, Bella!" Ridacchia.
"Ha... ha..." Cerco di ridacchiare anche io. Ma ci riesco di merda.
E Tanya mi guarda con sospetto, ma è solo un attimo, poi continua a chiacchierare davanti alla macchinetta del caffè.
"E' strano il capo oggi. Decisamente strano. E' arrivato prestissimo e si è messo a trafficare con il pc, poi mi ha fatto chiamare gli addetti alla sicurezza, poi ha voluto dei contratti, tra cui il tuo, poi ha voluto i faldoni dei conti e delle donazioni dello scorso anno, e l'ho sentito più volte andare in bagno scristando... forse ha un virus intenstinale... chissà... perchè tornava ogni volta alla scrivania con un'aria più serena... non lo so... se fosse un altro avrei pensato che andava a, diciamo, risolvere questioni pressanti, ma non è da lui, quindi ne dubito... poi mi ha fatto chiamare il Centro Sociale, poi non saprei bene cosa è successo perchè sono andata a prendergli la colazione da Starbucks. E' il giorno di Natale santo Cielo! E lui sembra più indaffarato di tutti gli altri giorni dell'anno messi insieme! Meno male che il mio orario oggi termina alle 12,30!"
Ascolto tutta la sua tiritera ma la mia mente rimane, non so proprio il perchè, focalizzata sul fatto delle sue questioni pressanti.
E qualcosa mi dice che assolutamente non è un virus.
Ridacchio del pensiero di Edward che ogni quarto d'ora va al bagno. Pensando a me! Sono sicurissima che pensava a me.
Spero.
Tanya mi osserva piegando la testa un po' di lato.
"E l'unica persona che mi ha chiesto di vedere subito non appena arrivata, sei tu. Non è che-"
"Grazie Tanya. Vado! Ciao!"
"Ciao..."
Arrivo al piano del grande capo.
Mmmmh... il grande capo... grande davvero. E' la parola giusta.
Edward sembra avere un grande ego, un grande potere, un grande ascendente sui bambini, e un grande, maestoso, imperiale...
Ok. Ok. Meglio non pensarci adesso.
Arrivo davanti alla doppia porta in legno pregiato. Mi sistemo il vestito, i capelli, le tette, mi schiarisco la voce e busso.
"Avanti."
Ooohhh... perchè quella voce mi fa diventare come un budino anche attraverso una porta in legno massiccio tamburato?
Bella Swan! Datti una calmata e digli il fatto suo!
Entro.
A testa alta.
E la prima cosa che vedo è...
... che la scultura di KRostabi è sparita.
Strano.
"Isabella."
Isabella?
Mi volto e...
"Cazzo. Cazzo. Ma che cazzo." Cerco di mormorare.
E'.DA.INFARTO.
E' ingiusto!
Non è valido!
Mi appello al Quinto Emendamento!
Ma anche a tutti gli altri!
"Hai detto qualcosa?"
Ho ancora la mano sulla maniglia della porta, e lui se ne sta lì, bello da morire, vestito da CEO, alla sua scrivania a trafficare con dei documenti, tranquillo come se le ultime 24 ore non fossero mai esistite!
Stronzo.
"Chi? Io? No. Niente. Perchè?"
"Nulla, mi sembrava di aver sentito qualcosa. Vieni... Isabella. Accomodati pure."
Marcio spedita verso la poltroncina di fronte alla sua scrivania. Risoluta a resistergli.
E badando molto bene a come accavallare le gambe.
Cosa che lui assolutamente nota.
Tiè.
Si, ok, forse sono un po' troppo plateale, ma il lievissimo sospiro secco che ho sentito, bè... l'ho sentito.
"Cosa desidera Mr Cullen?"
Metto su la mia faccina angelica. Quella angelica per finta. Quella che di angelico non ha proprio un bel niente.
"Sei licenziata."
"COSA?!" Balzo in piedi.
"E perchè?! Si può sapere?!"
Mi allunga un foglio.
"Questa è una lettera di dimissioni, che tu firmerai. Non voglio che tu abbia problemi con il curriculum se dovesse apparirvi un licenziamento."
Gli strappo il foglio dalle mani e leggo velocemente.
Ha pensato a tutto il bastardo.
"Non ci penso nemmeno a firmare questo coso! Questa è coercizione!"
"Ti stai laureando in Legge? Che ironia."
"Ha! Non vedo proprio cosa c'entrino i miei studi. E poi sono stufa di essere sottovalutata da te! Potrei benissimo laurearmi in vermologia da pesca e parlare correttamente, pomposo mistificatore!"
"Bella. Tu sei una ladra."
"Bella lo dici a tua sorella! Io per te sono Miss Swan!"
"Siediti."
"Co-come?"
Sono affannata, e non solo per quello che mi ha detto.
Non riesco neanche a metterlo a fuoco, vestito così! Da CEO!
Cazzo...
"Ho detto siediti."
Faccio come dice.
Un po' per calmarmi e un po', ok molto, perchè non riesco a non obbedirgli, accidenti!
"Ho un'altra proposta per te."
Fa scivolare sulla scrivania verso di me un altro foglio.
Che io non prendo.
"Ha! Un'altra proposta! Me l'immagino che tipo di proposta! E io non lascio il mio posto! Sono brava in quello che faccio, e sinceramente sono sprecata come temporanea."
"Sono d'accordo. E' per questo che ti faccio quest'altra proposta."
Mi guarda intensamente.
E' deciso.
E' serio, ma ha il suo solito ghigno appena accennato sul viso.
Glielo toglierei a furia di baci.
E di schiaffoni! Ecco!
Sono troppo curiosa per non leggere. Vorrei mantenere il punto ma voglio anche vedere qual'è questa proposta. E' senz'altro qualcosa che richiede dei servizi particolari. Non sono una stupida, so come funzionano certe cose. Ma se crede che io accetti, si sbaglia.
Prendo il foglio facendo un po' di scena, e leggo.
Ha la sua intestazione personale in alto.
La data.
E poi oltre le due righe punteggiate per le firme, con la sua già apposta, c'è solo una parola al centro del foglio.
Sposami.
Rimango inebetita a guardare il foglio.
Forse per un paio d'ore, o un paio di giorni, non saprei.
Credo più probabilmente per un paio di minuti.
Poi lo sento schiarirsi la voce.
Ah... è nervoso.
Questa è bella. Prima mi licenzia, poi mi chiede di sposarlo e il nervoso è lui?
Accetta, cretina!
Non ci penso minimamente.
Sei pazza?! Accetta! Che cazzo fai?
Deve essere uno scherzo.
Tu firma, e lo scherzo diventa un documento legale!
Oh no. Non così.
Come non così?! Da quando ti metti a badare alla forma?! E' Edward Cullen! Tu lo vuoi e lui ti vuole! Che cazzo vuoi di più?!
Cosa voglio di più? Che non sia un cazzo di contratto!
Ributto malamente il foglio sulla scrivania.
"No." Gli dico sorridendo, con voce cristallina e melodiosa.
"No?"
"Sei sordo? No."
"Senza condizioni?"
"Senza condizioni. Il mio è un no bello pieno. Soddisfatto? Posso andare?"
"No."
"Mi hai licenziata, quindi significa che me ne posso andare."
"Non hai firmato la lettera di dimissioni, quindi significa che sei ancora mia dipendente." Ghigna.
"Dammi qua. La firmo immediatamente."
"Dimissioni respinte."
"Ma se la lettera l'hai fatta tu! Che fai? Prima scrivi e poi respingi da solo?"
"La lettera la firmerai a tempo debito. Non prima di avere accettato l'altra proposta."
"Quella non è una proposta. E' un comando!"
"Si. E quale mia dipendente sei tenuta ad eseguirlo."
"Non siamo nell'esercito. Non mi spetta la Corte Marziale."
"Se non lo fai, ti punirò."
*DING!*
Ti punirò.
Ti punirò.
Ti punirò.
Merda. Ho le mutandine bagnate. Maledetto.
"E che farai, mi sculaccerai?" Merda. Mi è uscita la voce sbagliata! Volevo essere sarcastica e invece sono sembrata una puttanella vogliosa! E tutto quello che il mio inconscio, diventato ora un po' troppo conscio mi dice è 'Si, ti prego, dimmi di si!'.
Conscio traditore!
Sei pazza? Non puoi farti mettere le mani addosso!
Ha! Le mani me le ha già messe ovunque, una sculacciatina in più non può rappresentare certo un danno d'immagine!
“Mmmmh...” Sta valutando! Sta valutando la sculacciata! Con tanto di morsetto al labbro inferiore e sguardo torbido!
Devo fermarlo subito.
"E io ti denuncio."
"Per cosa?" Mi guarda sorpreso aggrottando le sopracciglia.
"Per molestie sessuali."
"Cosa?! Io non ti ho molestato."
"Tu, Mr Cullen, mi hai scopato. Sul lavoro."
"Non era orario di lavoro."
"Ma eravamo qui. E tu sei il mio capo."
"E tu sei una ladra. E sei tu che mi hai molestato. Non io."
"Cooosa?! Ha! Questa è bella! Cosa vorresti dire? Che ti è venuto duro perchè sei stato costretto?"
Si schiarisce la voce e si risistema sulla sedia.
Mmmm... e questa è la prova schiacciante. Non ti sono bastati tutti quei viaggetti in bagno, Mr Cullen? Povero pisellino sofferente!
Bè, pisellino proprio no.
"Voglio mostrarti una cosa."
Gira il monitor del suo pc verso di me, e con il mouse clicca su un'icona in basso.
Appare un filmato strano, preso dall'alto...
"Ma... ma... Oh, Signore! Grazie!! Grazie!!! Grazie per aver esaudito i miei desideri!!! E' bellissimo... è il più bel regalo di natale del mondo! E' meraviglioso! E' maestoso!! E' imperiale!!! Oh Edward... non vedo lora di sentirlo tra le mani..."
"OhmioDio. OH.Mio.Dio!"
Sono io in ginocchio davanti ad Edward nello stanzino, ieri pomeriggio!
"Devo continuare?" Ghigna.
"C'era una telecamera?!"
"Ci sono telecamere ovunque. Tranne nelle toilette ovviamente."
"Ah!"
"... in bocca... sulla mia lingua... voglio baciarlo e leccarlo... e sentirlo giù... dritto fino in gola... e sentire il tuo caldo seme su di me..."
"Bella..."
"... spruzzato addosso..."
"Bella... non... dire... così..."
"... voglio sentirlo ovunque... in bocca... tra le mie tette..."
"Vuoi-vuoi togliere questo coso per favore?!"
Lo chiude.
"Bene. Dicevamo? Vogliamo parlare di dove lo volevi sentire?"
"Edward. Questo è un colpo basso persino per te. E comunque non prova niente. Potresti avermi costretto."
"Bella. Dubito che le tue esclamazioni davanti al mio membro, vediamo se ricordo bene,meraviglioso, maestoso e... oh si! Imperiale, mi piace imperiale, siano dettate dalla costrizione, o coercizione, come la chiami tu."
"E che vuol dire? Potrebbe anche essere stato che tu mi stavi minacciando con un'arma."
Si, certo, Bella. Un'arma del cazzo.
"Bella."
"Edward."
"Non dire assurdità."
"Perchè? Non possiedi armi?" Dico annoiata.
"Certo che si. Ho una pistola."
"Cosa?! Oh! Hai anche delle armi adesso! Fantastico! Non me lo sarei mai aspettato da te!"
"E' per difesa personale. Se ti può far stare tranquilla non l'ho mai usata."
"E vorrei ben vedere! La legge sulle armi in questo paese non conosce limiti!"
"Mmmm... dovevo aspettarmelo. Una ladra con tanto di codice d'onore, contraria alle armi."
"Certamente che sono contraria alle armi! Aspetta un momento... non-non mi verrai anche a dire che sei... SEI REPUBBLICANO?!"
"Uhm..."
"Oh! Fantastico! Mi sono innamorata di un repubblicano! Ammazzatemi adesso!"
Lo vedo sorridere. Ma di brutto. Di quei sorrisi che ci vogliono gli occhiali da sole. Che ci sarà poi da ridere nell'essere repubblicani va oltre la mia comprensione!
"Che c'è adesso? Cos'è quel sorriso?"
Mi riavvicina lo sposami-foglio lentamente. Con un ghigno trionfante.
Io lo prendo, la appallottolo e glielo tiro.
Sul naso.
E sorrido trionfante anche io. Più di lui.
Ma lui non fa una piega.
Invece clicca qualcosa sul suo pc e dalla stampante esce un foglio.
Mi avvicina anche questo.
Lo guardo per un secondo solamente, perchè è lo stesso foglio di prima.
Con la sua firma prestampata!
Che razza di presuntuoso!
Lo riappallottolo e glielo ritiro.
Lo acchiappa la volo, lo butta e ne stampa un altro.
E io lo riappallottolo e glielo ritiro.
E lui lancia una stampa da diversi fogli.
E sorride soddisfatto.
Me li passa tutti. Saranno cinquanta.
Cinquanta fogli di presunzione.
Questo mi ricorda qualcosa... ma ora non posso divagare.
"Me li puoi tirare addosso tutto il giorno. Io non mi arrendo. E il toner di questa laser lo produciamo noi."
Mi avvicino con il busto alla scrivania e faccio lo sguardo da cattiva. Insomma, quello peggiore che posso fare. Quello peggiore che posso fare davanti ad una proposta di matrimonio, anzi cinquanta, di Mr CinquantaproposteCullen.
"Nemmeno io. E poi sei fidanzato. Con una frigida scopa secca."
Alza un dito per bloccarmi e con l'altro preme sull'interfono.
"Tanya, per favore mi mandi su Miss Denali. Subito."
"Mr Cullen, Miss Denali oggi non credo sia venuta a la-"
"C'è, c'è. La chiami."
E chiude la comunicazione.
"Pft! Che vuoi fare? Una cosa a tre? O un harem?"
"Perchè? Sei interessata? Potrei organizzarlo se vuoi."
"Te lo staccherei a morsi!" Gli sibilo.
E quel sorrisetto del cazzo non accenna a sparire.
"Oh no. Non lo faresti. Ti servirà ancora molto a lungo."
Ma che faccia tosta.
"Mr Cullen, Miss Denali per lei." Interrompe l'interfono.
"La faccia en-"
Kate Denali piomba dentro l'ufficio in tutta la sua gloria di saggina.
Esattamente come le scope delle streghe.
"Edward! Amore! Non mi aspettavo che fossi qui anche stamattina. Che ti è successo ieri sera? Emmett ha detto che stavi lavorando, ma io non ti ho visto qui in ufficio. Non la finiva più di blaterare su grossi cambiamenti e sul destino e sulle amarezze della vita, pensa che mi voleva anche convincere che tu ora sei interessato a cose differenti, differenti poi da che non lo so... Ma... che fine ha fatto la scultura?”
"L'ho donata al Centro Sociale. Siediti Kate.”
“Cosa?! E perchè mai? Quello è un pezzo di grande valore, Edward, non avresti dovuto.”
“Era un... com'erano le parole? Un vero orrore. Si, credo fossero quelle. Quelli del centro però hanno apprezzato, ci ricaveranno qualche dollaro.”
Mi sorride di sottecchi ricordando quello che gli avevo detto io. Bè, è vero. Quella non era una scultura, era un incubo.
SS, che nella mia testa sta per Scopa Secca, si accorge del breve sguardo di Edward e si gira verso di me. Con occhi di fuoco.
Che paura...
Sbadiglio e la saluto.
“Hey, Kate, come butta?”
“Kate?! Come osi miserabile ragazzina! Per te io sono Miss Denali, ricordati il tuo posto.” Sibila sedendosi.
“Miss Swan non lavora più in quella posizione. Stavamo discutendo proprio di questo, Kate.”
“Ah, davvero? Bene, spero che almeno i gabinetti saranno più puliti d'ora in poi, non che io ne usufruisca, certo.” Dice guardandosi le unghie. Finte.
“Bè, potresti. Nell'immediato futuro. Vedi, Kate, le sto offrendo di ricoprire la tua posizione contrattuale.”
“COSA?!” Diciamo io e SS all'unisono.
“Stai scherzando, non è vero?! Come pensi che una commessa temporanea possa ricoprire la mia posizione? E comunque io non ho alcuna intenzione di licenziarmi, quindi, non ne vedo la possibilità.”
“Kate, tu non lavori più qui.”
“Come prego? Ma... Oh! Edward! Caro! Hai finalmente deciso di stabilire la data? Oh, ma è magnifico! Vedrai, saranno delle nozze memorabili! Tu ed io insieme saremo una vera potenza! Guideremo questa massa di-”
Si precipita verso di lui per abbracciarlo e baciarlo, ma Edward se la scrolla letteralmente di dosso.
E io gongolo.
“Kate. Mettiti seduta.”
“Certo, amore.” Vola verso la poltroncina accanto alla mia in piena fintissima remissione da mogliettina obbediente.
“Non ci sarà nessun matrimonio. Tu te ne andrai oggi stesso.”
“Ma... non capisco. Che sta succedendo? Vuoi dire che rinunci al matrimonio? Non credi che sarebbe meglio legalizzare la nostra unione piuttosto che-”
“E non ci sarà nessuna unione. Di nessun genere. Devi andartene Kate. E io non ti voglio più vedere. Né te, né le tue sculture, né le tue cose a casa mia, che per inciso stanno portando via in questo momento, così come le tue cose dall'ufficio di sotto.”
Edward guarda l'orologio al suo polso.
Ed è sexy da morire, con quel pugno chiuso, quella mano così maschile, grande, capace...
“Cosa?! E perchè mai? Io non capisco! Cosa pensi di fare? Buttare tutto all'aria? E per cosa?”
Edward gira il monitor verso di lei, che io comunque vedo benissimo, e clicca con il mouse su un'altra icona, una accanto alla mia e ad un altro paio, e si apre un altro video, ma questo sembra essere molto più divertente.
“Oh... Laurent! Sbattimi! Fottimi come un cinghiale! Sono la tua porca! Sono la tua porca!”
“Che diavolo è quello?! Come osi?! Come diavolo-”
Kate è nel panico più totale.
Ed è senza respiro.
Speriamo che soffochi.
“Vediamo, l'uomo dovrebbe essere, se non erro, l'addetto alle risorse umane dell'azienda, quello che assume il personale per intenderci.” Edward spiega in maniera impassibile.
E' vero. Io parlai con lui quando consegnai il curriculum per l'assunzione, e ricordo pure le ridicole avances non troppo subdole che faceva a tutte le ragazze.
“In questo momento è già un ex-impiegato anche lui. E quella messa a quattro zampe, dovresti essere tu. Sebbene io non ricordi granchè ringraziando il Cielo. Ma... l'appellativo te lo sei fornito da sola. Quindi, direi che non c'è altro da aggiungere.”
“Ma Edward! Deve esserci un equivoco! Quella non sono io! Qualcuno deve aver trasposto il mio viso in quell'immagine! Io non so davvero chi possa aver fatto una cosa del genere! Ma... aspetta un momento...”
Si volta verso di me. Incarognita. E' assolutamente ridicola, o forse no, ma io sto facendo appello a tutte le mie forze per non sbottarle a ridere in faccia. Non credo di riuscirci molto bene però, perchè Edward sta facendo la stessa cosa, guardandomi.
“Qui ci deve essere il tuo zampino! Piccola insolente ignorante troietta! Tu vuoi la mia posizione, no? Non lo vedi Edward, cosa è capace di fare?! Come glielo puoi permettere! Io e te ci amiamo!”
“No Kate. Questa sei proprio tu. Vedi quel neo sul fianco? E la tua voce? Sebbene, sia un po' più baritonale in questo video. Isabella non c'entra nulla. Hai fatto tutto da sola. E, data la registrazione, dubito fortemente che tu mi ami, ma comunque sempre più di quanto ti ami io.”
“Oh no. No, no, no! Io rifiuto questo tipo di accuse! E tu, mia cara, sei finita! Non troverai più un posto neanche a pagarlo oro! Nella spazzatura dovrai marcire! E quando ti avrò fatta sistemare-”
Edward si alza di scatto.
Il suo sguardo è gelido e minaccioso.
Fa paura.
Non ai miei capezzoli e alla mia passera però. Loro sono in piena adorazione e schiavitù eterna ormai.
“Tu non farai niente del genere. Se solo osi avvicinarti a lei farò emettere un ordine restrittivo nei tuoi confronti. Ora, prendi la tua borsa e vattene. Non hai altro qui. Oh, e Kate? Non hai neanche più il conto in banca, quello che ti avevo aperto io, tanto per essere precisi, né quello aziendale.”
“Edward. Non è finita qui.”
“Oh si, invece. Se non vuoi che il nastro vada in onda su tutte le reti locali, o radiofoniche anche. L'audio è molto interessante, Noioso, ma divertente per certi aspetti. Ora, ingrana la retromarcia e vai. Hai sempre paparino pronto ad accoglierti nella sua prestissimo indebitata dimora.”
La vedo marciare furente verso la porta. Ma l'occasione è troppo ghiotta.
“Kate?” La chiamo.
Si volta leggermente.
“Buon Natale!” Le canticchio in allegria.
Il suo sbattere la porta non fa altro che portare delle sonore risate di pancia sia in me che in Edward.
“Bene, Miss Swan. Possiamo spuntare Kate dalla lista.” Dice sorridendo.
“Che lista? Io non ho compilato liste. Ma tu si, a quanto pare. Che altro prevede, oltre che l'ovvia dipartita di SS?”
“SS?”
“Si, Scopa Secca. La tua ex. Mica avrai davvero pensato di rimanerci a vita con una che non te lo succhia, vero?”
La sua risata fragorosa alla mia spiegazione del nick-name, si interropmpe di botto, lasciando spazio ai suoi occhi sgranati in pura lussuria.
Bene, Mr Cullen.
“Mmmh. Soprassediamo per un attimo sull'argomento. La tua risposta?”
“E' sempre no.”
“Gradiresti spiegarmene il motivo?”
“No.”
Anche perchè non ce ne sono, cazzo.
“Mmm. E per quanto riguarda la posizione professionale?”
“Accetto, ovviamente. Me lo merito, io. Sono sicura di essere perfettamente in grado di fare tutto quello che faceva lei. Stronzeggiamento con il personale a parte.”
“Appunto. La mia proposta è sincera. Tutt'e due lo sono.”
“Ha! Quella del matrimonio non è stata proprio una proposta. Ma visto che tu la tratti come tale, gradiresti spiegarmene i termini più dettagliatamente?”
“I termini?”
“Si, cosa comporta essere sposata con te, incazzature per sopportare la tua boria a parte?"
“Spiritosa come sempre, Miss Swan. Il matrimonio tra noi due comporterebbe una fedeltà assoluta da ambo le parti, una collaborazione assidua in ogni campo, lavorativo e privato, e un'intensa e produttiva attività sessuale.”
Sorride soddisfatto portando le braccia dietro alla sua testa e appoggiandosi comodamente allo schienale della poltrona.
“Oh! Intensa e produttiva! Sarebbe a dire che vuoi che io ti sgrani piccoli Cullen ogni nove mesi?!”
Chiedo allibita dalla spiegazione formale e assolutamente professionale.
“Sgrani?” Chiede confuso.
“Sgrani. Snoccioli, sgravidi, Edward. Insomma farti!”
“Oh si. Farmi. Centrato il punto.” Ghigna di nuovo.
“Oh! Non c'è limite al tuo ego.”
“No. Non c'è. Non quando sono certo di quello che dico. E comunque, per rispondere alla tua domanda, certo che no. Bè, non ogni nove mesi. Ma posso assicurarti che l'attività comporterebbe un alto grado di divertimento e soddisfazione per entrambi.”
Il mio stupido cervello vola alle attività ricreative e a... tanti piccoli Edward CEO... bellissimi... con le loro piccole cravattine e con i capelli color miele scompigliati...
Io accetto.
No! Non così!
“Per te sicuramente, Cullen! Io... io non posso credere alle mie orecchie! Neanche nei miei sogni più sfrenati raggiungi tanta presunzione!”
“Ah si? E cosa esattamente succede nei tuoi sogni più sfrenati?”
“Ah... ecco... io...”
Cazzo. Non gli posso certo dire che sarei la donna più felice del mondo a scoparmelo in continuazione e a ridere e giocare con i nostri bellissimi bambini!
“Senza parole? E' un primato, Miss Swan. Tranne per quando hai avuto da fare con il mio cazzo in macchina.”
Ecco. Fine del pensiero romantico.
“Adesso sei scurrile.”
“No. Solo pratico. E deciso nel mio obiettivo.”
“Vuol dire che non ti arrenderai?”
“Arrendersi non fa parte del mio DNA.”
“Chissà perchè lo sospettavo.” Mugugno.
Ma io non posso accettare un... contratto! Anche se allettante, rimarrebbe pur sempre un contratto.
E non è questo che voglio.
Devo dissuaderlo.
Le cose stanno andando troppo in fretta e non come vorrei io.
Cazzo, quando sono entrata qui, non pensavo minimamente che saremmo arrivati a questo punto!
“Allora?”
“Non posso.”
“Perchè no?”
“Perchè non ti amo.”
“Mpf! Me lo hai ripetuto più volte da ieri sera e anche poco fa. Proprio qui.”
“Non è vero! Io non posso averti detto una cosa del genere! Non consciamente!”
“Ho il video anche di quello.”
“Cosa?! Ma... hai registrato ogni cosa?! Tutto quello che è successo? Tutto tutto?”
“Si. Le registrazioni vengono effettuate in ogni angolo della zona commerciale, dei parcheggi e degli uffici. Non vengono viste a meno che non ci sia un furto...”
Mi guarda da sotto le ciglia come per rimproverarmi.
“... almeno uno di quelli grossi, oppure se c'è qualche segnalazione o qualche anomalia. Vengono distrutti nel giro di una settimana. Oggi però, guidato dal tuo candore nell'ammettere tutti quei furti, ho voluto vedere di persona, senza occhi indiscreti, se riuscivo ad incastrarti. E' così che mi sono accorto dei nostri tete-a-tete e di quelli di Kate.”
“Vuoi dire che di video di Kate ce n'era più di uno?”
“Non cambiare argomento. Kate non ci riguarda più. Né a me, né a te.”
“Bel fidanzamento deve essere stato.”
“Non quanto il prossimo.”
“Che non ci sarà. Comunque, rimane il fatto che io non ti amo. Devo aver blaterato qualcosa tipo vacci piano e tu hai capito male.”
“A-ha. No, Miss Swan... tu non diresti mai vacci piano... non è il tuo genere.”
Si alza e fa il giro della scrivania, fino a trovarsi di fronte a me.
Mi porge la mano e io come una stupida guidata da una forza irresistibile, la prendo.
Mi tira letteralmente su di se, e io mi ritrovo inerme tra le sue braccia.
“Vuoi vedere gli altri video? Sono molto interessanti. Ho potuto studiare le tue reazioni in ogni piccolo dettaglio.” Mi sussurra ad un millimetro dall'orecchio.
E io ho la pelle d'oca ovunque.
Anche lì.
E pelle d'oca e bagnaticcio stanno facendo un casino nelle mie mutandine di scomodissimo pizzo rosso. Devo ricordarmi di non fregare più biancheria di pizzo.
“Mmmm... che c'è Miss Swan?... Rimugini sul tuo piano di resistenza?...” Mi bacia direttamente sotto l'orecchio, in quel punto che evidentemente ha studiato! Accidenti!
“In questo momento sto rimunginando... ooohhh... sul fatto che detesto la biancheria di pizzo...”
Mi stringe ancora di più, premendo la sua ormai più che evidente erezione sul mio bacino.
“Oh Bella... sposami... sposami e fai di me l'uomo più felice del mondo...” Mi dice tra i baci.
Si! Si! SI SI SI!!!
“Niente da fare... mmmmh... MA CHE CAZZO?!”
Non mi sono accorta che nella sua manovra di distrazione, ottimamente riuscita direi, mi ha ammanettato! Con delle manette vere!
“Che fai?! Cosa sono queste?! Come mai hai delle manette? Te le hanno date in dotazione con la pistola?!”
Cerco di liberarmi, ma inutilmente.
“No. Me le ha date un mio amico poliziotto. Dice che sono molto divertenti. E io mi sto già divertendo.”
Sorride diabolicamente mentre mi porta verso la sua sedia.
E mi ci butta sopra senza tante cerimonie.
Inizio a muovermi con i piedi e visto che la sedia ha le rotelle, mi allontano il più possibile da lui.
Lo vedo slacciarsi la cravatta.
“Che vuoi fare? Non penserai di... Oh no. No no no!”
Prende la cravatta e si precipita in ginocchio davanti a me cercando di afferrarmi le caviglie.
“Stai... ferma!” Grugnisce mentre cerca di fermare i miei movimenti.
“No! Fermati tu! Non puoi legarmi come un salame! E' immorale Edward!”
“Hahaha! Immorale! Anche rubare è immorale! Anche scoparsi un uomo fidanzato è immorale!”
“Ah si?! Ah! E lasciami! E comunque anche spacciarsi per un altro è immorale!”
“Mmmh! Stai buona!! Ti sei innamorata di me nel frattempo!”
“Non è vero! Io mi sono innamorata di Edward Cmasen! Ladro provetto e Babbo Natale meraviglioso!”
“Inizia a starmi sul cazzo 'sto tizio! Buona che ho quasi finito!”
Merda. Non mi posso più muovere. Ho le mani ammanettate dietro la schiena e le caviglie annodate non so come sotto la sedia ma le sento distanti.
"Che diavolo mi hai fatto? Come mi hai legato? Non posso muovermi!"
Cerco di alzare il bacino ma non posso fare leva con niente.
Lui si rialza affaticato e soddisfatto!
"Oh! Finalmente ti ho esattamente dove voglio che tu stia."
"Sulla tua sedia?!"
"Per ora si. Adesso hai tutto il tempo che vuoi per riflettere. Ma prima..."
Apre un cassetto e tira fuori delle grosse forbici.
"Che-che vuoi fare con quelle?!"
Adesso ho paura.
"Tranquilla amore. Non voglio ucciderti. Voglio sposarti. Ma prima devo liberarmi..."
Mi alza il vestito fino a farmelo arrivare alla vita. Lo vedo esitante per un momento. Oh... è la vista sul panorama che lo fa vacillare... si, ma io non posso fare nulla così! E nemmeno lui. Io sono seduta. Anche volendo violentarmi, come può...
Ha! Violentarmi! Isabella Marie Swan, sei una pessima attrice anche nei tuoi monologhi interni!
Poi lo vedo riprendersi e afferrare un fianco delle mie mutandine, fradice, di pizzo rosso.
Con attenzione taglia un lato e poi l'altro.
E me le sfila via con facilità.
"Molto carine. Peccato che abbia dovuta tagliarle, ma suppongo che non te le saresti tolte di tua volontà, no?" Mi dice sventolandosele davanti alla faccia.
"Certo che no-mmmmmhhh!!"
***
Capitolo 7
Mi infila la lingua in bocca.
Lingua che esplora, lecca ed eccita.
Questo qui a baciare è un vero maestro.
Sono fregata.
Finisce il suo pasto risucchiando sonoramente il mio labbro inferiore.
E sto rovinando la pelle della sua poltrona.
Ma anche chissenefrega.
"Vado a farmi un caffè. Tu intanto rifletti un po', eh?"
"Cosa?! Edward! Non puoi lasciarmi qui! Guarda che urlo!"
Non si volta neanche a guardarmi mentre esce si chiude la porta alle spalle.
Fischiettando!
"TI CONVIENE TORNARE IMMEDIATAMENTE! E COMUNQUE LA MIA RISPOSTA E' SEMPRE NO! MI HAI SENTITO?! NO! ENNE O!! NO! ENNE DI NO ED E DI EDWARD!!!"
Non ho parole!
Mi ha lasciata qui! Legata e senza mutande!
Ma quando torna gli faccio vedere io!
Ha! Non avrei dovuto mai venire qui nel suo ufficio! E' Edward Cullen maledizione! E' il bastardo, fottuto, figlio di puttana Edward Cullen! Che mi aspettavo?! Rose e fiori?!
"BRUTTO BASTARDO FIGLIO DI UNA SANGUISUGA! TORNA QUI!"
Sto parlando ad una porta chiusa.
"Bella. Piantala di urlare. Tanto al piano siamo solo io e te. Calmati e pensa alla mia proposta. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo."
Ma... da dove... l'interfono! La sua voce arriva direttamente dall'interfono!
Cerco di slegarmi per rispondere a tono, ma nonostante i miei sforzi non riesco ad ottenere nulla. Sto solo rimbalzando e spostando questa maledettissima poltrona.
"EDWARD! QUESTA ME LA PAGHI! SE NON TORNI IMMEDIATAMENTE NON TE LO SUCCHIERO' MAI PIU'! HAI CAPITO?! MAI PIU'! VITA NATURAL DURANTE!"
Parlo all'interfono ma se non spingo quel pulsantino del cazzo tanto vale che parli con la porta chiusa.
Fa capolino alla porta.
Mpf! Maschi.
"Sto arrivando. Il tempo di un caffè, che diamine. Non c'è bisogno di essere così minacciosa. Ma sono lieto che nella tua mente pensi ancora di succhiarmelo vita natural durante."
Ha un sorriso abbagliante e un'espressione da bastardo.
Quell'espressione che mi fa sprecare liquidi e liquidi inutilmente! Uffi!
Sparisce di nuovo dietro alla porta ora chiusa.
Sono frustratissima.
Lo detesto.
E mi piace da matti.
Un repubblicano!
Se lo sa mio nonno mi disereda.
Da cosa mi disereda non è molto chiaro, ma è sempre un disonore, diamine!
Ecco... mi metto pure a pensare in termini educati... manco lo avessi già sposato!
"E NON ABBIAMO TUTTO IL TEMPO CHE VOGLIAMO! IO HO UN IMPORTANTISSIMO PRANZO DI NATALE! CON UN RAGAZZO GENTILE E CHE MI AMA DAVVERO! E CHE MI FA PROPOSTE SENSATEEEE!"
"E chi è?!"
Ora la porta è spalancata e lui è comparso dal nulla in tutta la sua gloria furiosa.
E mi piace da morire anche così! Anzi, di più, accidenti a lui!
Alzo il mento e cerco di assumere un'aria altezzosa. Ma il fatto di essere senza mutande e con il vestito arrotolato fino in vita non aiuta molto l'immagine.
“Cosa credevi, che avrei passato il giorno di Natale da sola? Illuso. Ho fior fiori di corteggiatori, io. E oggi ho organizzato un succulento pranzetto a casa mia, con... Tyler. Un ragazzo buono, dolce, rispettoso e SINCERO. Non si spaccia per qualcuno di buono e gentile quando invece è UN BASTARDO SENZA CUORE! Lui non mi legherebbe mai ad una sedia, mezza nuda, RICATTANDOMI!”
Non so assolutamente di chi io stia parlando in questo momento, ma lui non può saperlo.
“Mmmh... Tyler, dici. Tyler della contabilità?” Chiede con aria impassibile.
“Uhm... si. Proprio lui.”
Bene. Se forma un'immagine nella sua testa, la cosa sarà ancora più efficace.
“Interessante. Perchè, vedi, Tyler è fidanzato con la sua segretaria, Lauren, e mentre visualizzavo i video che testimoniavano la tua assolutamente dubbia condotta, la sua invece è irreprensibile e non ho fatto altro che vedere quanto lui e Lauren si amino e si rispettino reciprocamente.”
“Uff. Lauren. Bravo. Vedo che conosci i nomi delle segretarie altrui. Cos'è? Hai legato e ricattato anche lei?” Gli dico mentre si avvicina.
“No. Ed è inutile che cambi argomento. Lo so a cosa pensi ora. E so esattamente cosa ti piace. Ti ho studiato a fondo Miss Isabella Marie Swan, presto futura signora Cullen. L'unica cosa su cui ti stai focalizzando ora è la tua pressochè nulla resistenza al fatto di essere legata qui, seminuda, di fronte a me, il tuo capo, sulla quale foto ti masturbi allegramente chiusa nel suo ufficio, esattamente dove ti trovi ora,”
Posiziona la foto del misfatto, cioè dei numerosi misfatti, esattamente di fronte a me. E io cerco con tutte le mie forze di non guardarla, ma un piccolo sguardino mi sfugge.
E lui ghigna.
“e invece tutto quello a cui riesci a pensare è quanto ti piaccia questa situazione. Tu, legata, inerme, alla mercè del protagonista delle tue fantasie, che vorresti ti toccasse... ti scopasse...male... come hai detto tu più volte. Oh no, Miss Swan... a te non interessano minimamente gli uomini buoni, dolci, rispettosi e sinceri. Tu sei una ladruncola per divertimento, non per bisogno. Tu gratti sciocchezze, non generi di prima necessità e non certamente soldi o preziosi. Tu vuoi il brivido. Tu vuoi sfidare le convenzioni. Tu rischi di essere denunciata per accontentare dei bambini, fregandotene delle conseguenze. Tu ti innamori di un perfetto sconosciuto dopo solo un paio d'ore che lo hai incontrato, e lo fai completamente, anima e corpo. Tu... che ora sei qui, e stai lottando con tutte le tue forze per non bagnarmi la sedia, cosa che ti riesce malissimo a quanto posso deliziosamente osservare...”
Cerco di stringere le cosce per non fargli vedere più di quanto non abbia già fatto, ma non ci riesco, maledizione.
Con orrore lo guardo mentre avvicina la mano alla mia passera.
Lo fa lentamente e con un gesto del tutto deliberato e studiato.
Ho una sensazione fortissima nel momento in cui sento un solo dito percorrere la mia fessura, da sotto in su, soffermandosi solo per un secondo in più sul mio clitoride.
“Ahhhh... bastardo.”
Si avvicina al mio viso. Ha gli occhi chiusi.
Ed è bellissimo.
Gioca con il suo naso contro al mio.
Mi annusa lievemente.
Gli si forma una piccola ruga tra le sopracciglia.
E io vorrei baciargliela via.
Ma rimango immobile soggiogata dalla sua vicinanza e dal suo contatto, così intensi.
“Sposami Bella.” Sussurra.
Anche ora...
“No...” Mi esce in un filo di voce.
Apre lentamente gli occhi.
E' come vedere sorgere il sole.
E quest'alba mi invade l'anima e i sensi.
“Un'alba così verde... vorrei tanto toccarti...” Sussurro perduta in quel mare di fuoco verde.
Sorride per un attimo e giurerei di aver visto anche del rosso balenare nei suoi occhi.
Sento la sua lingua sfiorare le mie labbra e io apro la bocca per accoglierla. Per accogliere tutto di lui.
Lo voglio così tanto...
Ma lui non va oltre.
Lingua, labbra e respiro sfiorano la mia bocca, accendendo il mio desiderio di lui in un fuoco inestinguibile.
Gemo in frustrazione mentre cerco di avvicinarmi al suo viso, ma lui mantiene la distanza che ha già deciso.
“Baciami...” Prego.
“Sposami...” Geme.
Geme! Oh si... la sua risolutezza sta crollando.
Devo affondare il coltello nella ferita. E' l'unico appiglio che ho per riuscire a scendere a patti.
“Scopami...” Miagolo.
Lo sento respirare più forte e vedo le sue narici allargarsi lievemente.
Sta cercando di mantenere il controllo.
Ma non si distacca da me.
Devo battere il ferro finchè è caldo.
“Edward... prendimi... sono tua... lo sai che sono tua... ti voglio... slegami...”
“Firma... e avrai quello che chiedi... avrai tutto quello che vorrai...” Sussurra un po' più risoluto.
Firma?
Oh no. Nonono.
Con un colpo di reni faccio muovere la poltrona all'indietro, ma finisce con appoggiarsi al muro.
“Quindi fammi capire bene. Tutto quello che vuoi è che io firmi un pezzo di carta? E' questo il grande gesto di Edward Cullen per proporsi? Una costrizione? Un contratto? Bè, hai sbagliato modi, tempi, e persona. Non accetterò mai una proposta del genere! Io non sposerò mai nessuno per contratto!”
Gli sputo addosso tutta la mia indignazione.
“Ma il matrimonio E' un contratto. E per te sarà un vantaggiosissimo contratto. Potevi finire in galera e invece ti ho chiesto di sposarmi. Non capisco perchè ti ostini a combattermi.”
“Ah! Non capisci? Allora sappi che preferirei andare in galera piuttosto che piegarmi ad accettare un ricatto. Capisco che tu non sia avvezzo al romanticismo, dato il target delle fidanzate che puoi avere avuto finora, ma IO. NON. SONO. UNA. MERCE. DA. COMPRARE. E non mi frega un cazzo di chi sei.”
Si avvicina a me. Lento e deciso.
“Si invece.”
“Si invece cosa?”
“Si invece a tutto quello che hai detto.”
“Aahhh! Non c'è prezzo con te! Sembri un computer! Io nemmeno mi ricordo quello che ti ho detto a parte 'no'!"
"Si invece anche a quello."
"Ti detesto."
"No. Mi ami."
"Mpf! Ah si? Bè, non ti amo più! Ora slegami."
"No. Prima dimmi che mi ami."
"Ha! Scordatelo!"
"Mai. Però posso farlo ricordare a te."
Si inginocchia davanti a me.
Aperta come una vongola al vapore.
Il che è esattamente l'immagine giusta, cazzo.
"Oh Isabella Marie Swan... sei stupenda così... legata e pronta per me... costretta al mio volere..."
Lo vedo trafficare nella tasca della giacca.
"E scommetto che questa cosa ti eccita da morire vero? Puoi fare di me quello che vuoi e io non posso fare niente!"
Tira fuori il cellulare, lo solleva e si tira un po' indietro.
*click*
"Ma... MI HAI SCATTATO UNA FOTO?!"
Sorride in maniera vittoriosa, il bastardo.
"Oh si... sei favolosa... questa me la metto sulla scrivania."
"COSA? SEI IMPAZZITO? VUOI METTERE ME MEZZA NUDA ALLA VISTA DI CHIUNQUE?!"
Appoggia il cellulare sulla scrivania e torna in ginocchio davanti a me.
E mi accarezza le cosce.
"Certo che no. Stavo scherzando. Nessuno ti deve vedere così. Solo io. Per tutta la vita."
"Ha! Vuol dire che io dovrei rimanere così tutta la vita? Solo per soddisfare un tuo perverso desiderio?"
"Si." Ghigna.
Intanto le carezze si fanno più ravvicinate alla... alla mia vongola.
Arriva lì e inizia ad accarezzarmi lungo la vulva con i pollici.
Ma non uscirà un solo verso da me.
Nemmeno uno.
"Puoi stare lì anche tutto il giorno. La mia risposta è sempre no."
"Ma io non starò qui tutto il giorno. E neanche tu. Ti do, diciamo... 10 minuti. E mi sono tenuto largo." Mi dice guardando l'orologio.
"Oh! Ma guarda! Ora che fai? Cronometri il mio orgasmo? Sei un megalomane. E ti sbagli."
"Si. Si. No."
Ormai lo conosco. Mi ha risposto in ordine.
E' incredibile.
E io lo amo...
Mi guarda intensamente mentre le sue carezze diventano precise e studiate.
Ha la bocca aperta e la sua lingua accarezza il bordo dei suoi denti, le sue palpebre si abbassano lievemente.
Questo giochino lo sta eccitando quanto eccita me.
Sento le sue dita raccogliere i miei fluidi e inumidirmi dappertutto.
Passa ripetutamente sul clitoride e io non posso fare a meno di sussultare ogni volta.
E gemo.
Fanculo.
Ma è dannatamente lento. Se continua così morirò, perchè la faccenda potrebbe durare delle ore.
"Vuoi che ti faccia venire, Isabella?..."
"Si... No..."
"Si o no?..."
"Stronzo..."
"Chiedimelo..."
"Per favore... puoi... puoi andartene affanculooo?..."
"Tsk.Tsk. Isabella Marie... tu sai che vuoi venire. E io lo so... chiedimelo."
Uff!
"Edward... leccami..." Gli chiedo senza vergogna.
Spalanca gli occhi per un attimo e li vedo scurirsi.
Ma effettivamente non riesco a vedere di più, perchè l'attimo dopo lo trovo a pasteggiare... deliziosamente... con la mia... vongola...
Lo sento grugnire quando afferra le mie cosce per tirarmi giù sulla poltrona il più possibile verso di lui, poi riporta le sue mani all'interno delle mie cosce tenendomele larghe per avere il completo accesso.
Sento il tocco della sua lingua, ed è mille volte meglio di... tutto...
Chiudo gli occhi persa in quella tortura celestiale.
"Guardami." Mi ordina.
Si è staccato da me, e posso vedere la sua bocca brillare del mio succo e della sua saliva.
Ora il mio sguardo è agganciato al suo.
Mi fissa mentre lavora forsennatamente al mio godimento.
Geme, respira forte e lecca, mentre si muove dondolando anche lui.
E guardarlo porta la mia eccitazione ad un livello impossibile da misurare.
Sto per venire.
Sto per venire gloriosamente in faccia la mio capo.
I miei gemiti diventano più acuti.
E lui rallenta...
Rallenta!
"Sposami."
"Ooooohhh... Edward... nooo... continua..."
E lui continua.
Poi si ferma di nuovo.
"Sposami..."
"Nooooohhhh...."
Grugnisce in frustrazione.
Poi si stacca di scatto e si pulisce la bocca con il dorso della mano.
Nel mio stato di quasi orgasmo non riesco a capire bene, ma lo sento slegarmi le caviglie. Malamente.
Poi si alza in piedi e mi tira su.
Non riesco a stare dritta. Non dopo tutto quello slinguazzamento.
Mi prende per un braccio e mi fa piegare a faccia in avanti sulla sua scrivania.
Ora sono a culo, scoperto, per aria.
"Che fai?"
"Ti convinco."
"No... non credo... non è che piazzando la mia faccia sul mio contratto faccia alcuna differenza, anzi..."
Mi allarga le gambe con il suo ginocchio. Brutalmente.
E io gemo di nuovo.
Sono una sgualdrina.
Poi sento il tintinnìo della sua cintura.
"Edward... non vorrai mica... così... a freddo... oooohhhh..."
Mi accarezza di nuovo lì, e lo sento muoversi sul mio sedere. E sento il suo imperiale, maestoso...
"Non sono un sadico, Bella."
"Su questo non ci giurerei... oooohhh..."
"Il tuo culetto spettacolare sarà mio. Molto presto. Ma non oggi. Oggi... aaaahhhh!..."
Mi impala con un gesto rapido ma in qualche modo delicato.
E sento un sorriso aprirsi sul mio volto.
"... sono in missione. Aaahhhh... Missione.... aaaaahhhh... matrimonio..."
"Oooohhh... be- bellissima missioneeeehhh.... ma... ohhhh... falliràààààhhh..."
Prende a pomparmi come un pazzo, sgrillettando la mia vongola al ritmo dei suoi colpi.
"Sposami."
"No."
"Sposami."
"No."
"Sposamiiii..."
"Nooo..."
Stringe la sua mano sul mio fianco, mentre l'altra non perde il contatto con il mio grilletto.
Non vale così!
"Oh, Bella... ti amo... mi... sono... innamorato... di te... in ci-cinque minuti... e... aaaaahhh... so... che sei... la donna... per me... ti prego... ti scongiuro... sposami..."
"Oooohhhh... siiiii... siiii... siiiiiiiiiii... ti spo-ti sposooooohhhhhh... ooooohhhhh... OOOOOOHHH.... OOOHHHHHHHHHH!!!"
Lo sento impazzito mentre viene dentro di me urlando e stringendomi con tutta la forza che ha in corpo.
Riprende fiato sulla mia schiena e lo sento ridere.
E io rido con lui.
Con la faccia appiccicata alla sua scrivania e le mani ancora ammanettate dietro la schiena.
Siamo due matti.
Lo sento armeggiare e mi trovo le mani libere.
Poi mi solleva e mi fa sedere con lui sulla sua poltrona.
Sono sulle sue gambe e con la testa nell'incavo del suo collo profumato di lui e di sesso.
Non riesco a smettere di sorridere e lui nemmeno.
"Perchè sorridiamo?" Gli chiedo scioccamente.
"Perchè ci amiamo." Mi risponde guardandomi negli occhi.
"Non me l'avevi detto questo però." Mugugno.
"Mi sembrava implicito."
"A me sembrava solo un contratto." Ora sono più chiara.
"Una proposta è una proposta. Meglio mettere tutto nero su bianco."
"Che romantico. Mi vuoi proprio sposare?" Come se non me lo avesse chiesto già cento volte.
"Si." Non vedo ombra di dubbio nei suoi occhi.
"Ma... non è che possiamo raccontare ai nostri nipotini che tu mi volevi far firmare un foglio e poi mi hai scopato sulla scrivania per farmi accettare."
Ride.
Ed è bellissimo.
Rido anche io con lui, ma...
"Edward?"
"Si, amore?"
"Perchè io? Voglio dire, ci conosciamo solo da ieri pomeriggio, perchè sei così sicuro di voler passare la tua vita con me?"
Non riesco a guardarlo negli occhi mentre glielo chiedo, invece giocherello con la sua cintura ancora slacciata.
Lui mi alza il viso.
"Perchè hai accettato?" Mi chiede con quella piccola ruga tra le sopracciglia.
E io gliela bacio questa volta.
"Perchè ti amo. Perchè anche io mi sono innamorata di te in cinque minuti. E non ho fatto che amarti di più ad ogni 5 minuti che passavano. Anche se non sapevo fossi tu. Anche se mi hai mentito. Anche se hai usato mezzi poco onorevoli per ottenere il tuo scopo." Ridacchio. "Ma ho visto i tuoi occhi. Tutto il tempo. E anche se mi hai detto di chiamarti in un altro modo, loro non mi hanno mai mentito. I tuoi occhi... così..."
"Verdi." Ghigna finendo la mia frase.
Gli do un buffetto sul braccio.
"Non mi prendere per il culo... Mi ero già innamorata di te solo guardandoti passare..."
"E io mi sono innamorato di te solo a sentirti dire parolacce."
Gli do un altro schiaffetto.
"Stai zitto!" Rido. "Anche tu le dici. E scommetto che prima di conoscermi ti trattenevi soltanto."
"E vero. Mi sono trattenuto. Mi sono trattenuto su tutto. Ma poi sei arrivata tu, e mi hai sconvolto la vita."
Mi bacia leggermente sulle labbra.
Ma io non ci sto e lo tiro a me baciandolo con tutta la passione che ho per lui.
L'amore che ho per lui.
Ma...
"Edward... io non so se il matromonio è una buona idea. Voglio dire... tu sei il CEO di un'azienda e io sono solo-"
"La donna che voglio al mio fianco. Per tutta la vita. E sarà meraviglioso."
Mi guarda intensamente e capisco che con quello sguardo mi vuole comunicare tutta la serietà della sua affermazione.
Poi continua. "Avremo tanti figli bellissimi. E tu ti laureerai e lavorerai con me. E mi obbedirai. E farai tutto quello che ti dico io." Ghigna.
"Ma puoi anche scordartelo, Mr Cullen! Io non cambierò una virgola del mio spirito solo per assecondarti."
Ridiamo insieme.
Poi allunga una mano verso un cassetto della scrivania, e tira fuori una piccola scatolina in velluto.
LA scatolina.
La apre e..
"Oh Cazzo! E'... è'... Edward, questo è troppo! Non posso portare al dito un affare del genere! E' enorme! Ed è..." Lo guardo più da vicino. "Saranno almeno 3 carati ed è un diamante azzurro punto E se non punto D!"
Mi guarda sopreso.
"Esatto... è un punto E in effetti. Esattamente come il tuo punto E... brava Miss Swan. Un'occhiata e hai identificato perfettamente il diamante. Mi devo preoccupare?" Alza un sopracciglio.
"Ha ha. Spiritoso. Se vuoi saperlo non ho mai rubato gioielli, ma in... ehm... famiglia ce ne intendiamo un po'."
Mi infila la lingua in bocca. Di brutto.
Dopo avermi ravanato a dovere, si stacca sonoramente dalle mie labbra.
"Oh Miss Swan... Sono un folle... Mi fa impazzire che tu sia una ladra..."
"Io non sono una ladra. Prendo solo qualcosina in prestito." Sbuffo.
E lui ride.
Ma poi si fa serio e mi fa alzare.
Si allaccia i pantaloni, si passa le mani tra i capelli in un modo assolutamente inutile, ma carino da morire, e mi tira giù il vestito.
E si inginocchia tenendo in alto l'anello.
"Edward... non c'è bisogno di..."
"Oh si, invece. E questo è quello che racconteremo ai nostri nipotini. Isabella Marie Swan, so che non ho agito nella maniera più ortodossa e tradizionale, ma mi sono innamorato follemente di te e non voglio aspettare un minuto di più. Mi hai rubato... uhm... grattato, il cuore, hai reso viva la mia anima, hai sconvolto la mia vita nel modo più bello. Voglio sposarti, voglio fare l'amore con te tutti i giorni della mia vita, voglio tanti figli da te e solo da te, voglio amarti e rispettarti e onorarti per il resto della mia vita. Vuoi concedermi l'onore di diventare mia moglie?"
Rimango ferma a guardare l'uomo dei miei sogni che mi sta facendo la proposta dei miei sogni.
E lui sembra tanto impaurito ora.
Mi inginocchio davanti a lui.
"Oh Edward... Si. Si a tutto. Ti amo con tutto il cuore. Voglio amarti, rispettarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. E voglio scoparti fino allo sfinimento. Si che voglio sposarti!"
E il sorriso che fa, manda a fanculo tutti gli altri che credevo radiosi.
Mi infila l'anello al dito.
E' perfetto.
E io sono sopraffatta.
"Oh Bella... non piangere... perchè piangi?"
Mi stringe a se e sento le sue braccia avvolgermi tutta.
E sento un calore che non ho mai provato prima.
"Perchè ti amo, e sono felice."
"Anch'io ti amo, mia piccola grattina... e ti amerò per sempre."
Ci alziamo ancora stretti in quell'abbraccio.
"Vieni."
Mi prende per mano.
"Dove mi porti?"
"A conoscere mia madre."
"Cosa?! Edward. Io sono senza mutande."
"Passiamo prima al reparto intimo. Sono sicuro che mentre camminiamo riuscirai a grattarne un paio della giusta taglia, colore e marca."
"Sento che questo sarà un matrimonio molto conflittuale." Sbuffo.
* The End *
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