Forse lo ho fatto male, ma il suo lungo, bianchissimo
e fragile collo è un richiamo al quale sono incapace di sottrarmi.
“Mi hai fatto male…”
Pffttt, io amo questa donna con
tutto me stesso, ma mente di merda.
“E’ la punizione.” Le sussurro
all’orecchio mentre glielo accarezzo con la lingua.
Di nuovo quel leggero sussulto che
vedo cerca di camuffare. Ma non riesce a mentirmi nemmeno con il corpo.
E’ una visione.
Sotto di me.
Nuda, bellissima e con quell’aura
particolare che ha solo dopo che l’ho scopata. Per bene.
“Cos’è quel ghigno?” Mi domanda con
quell’espressione tra il buffo e l’inquisitorio.
La mia bellissima ragazza
curiosa e testarda come un mulo.
“Che ghigno?” Prendo tempo.
“Questo.”
Si avvicina e mi morde le labbra
tirandomele un po’, e aumentando la pressione dei suoi denti.
“Aaah…” Fingo dolore, ma il suo
gesto e il mio gemito hanno il potere di eccitarmi ancora di più.
Si. Sono di nuovo eccitato.
Ha ragione Jasper. Non ho alcun controllo quando sono vicino a lei.
E non mi va di averlo.
“Mmmm… siamo pari. Allora? Cos’era
quell’aria compiaciuta? Ti stavi facendo i complimenti per come mi hai
sedotta?”
“Sedotta?
Mmmhh… io mi stavo facendo una doccia innocente e invece tu…”
“Innocente
il mio culo…” mi sussurra mentre prende a mordicchiarmi l’orecchio.
Ecco. Ora sono granitico… cazzo.
“Mmmmhhh… questo non lo so… ma lo
scoprirò…”
La sento fremere sotto le mie
carezze innocenti come il suo culo.
Ed è proprio lì che vado.
Le mie mani stringono in
apprezzamento tutto quello che toccano fino ad acchiappare quelle due dolci
chiappette che mi fanno impazzire ogni volta che le guardo. E nel contempo le
faccio sentire perfettamente quello che mi fa.
“Oooh… piano Sergente… il tuo
manganello è troppo duro per la mia debole carnina delicata… e… ooohh… non sono
certa che potrà mai invadere il mio sederino…”
... troppo duro... carnina delicata...
Nessuna donna mai capirà cosa possano evocare certe parole. Che immagini possano venire in mente ad un uomo. Un uomo depravato come me. Un uomo costantemente affamato della Principessa Isabella Swan.
Per un attimo mi viene in mente che altra gente è affamata di Isabella Swan... e grugnisco in fastidio.
Mia.
Territorio.
Marcare territorio.
“Io ne sono più che certo invece… ti
sei mai chiesta, Isabella Marie Swan, perché il culo sia un richiamo
irresistibile per i maschi? Mmmhh?…”
Le accarezzo il delizioso sederino proprio lì dove lei teme. Ma la
distraggo con labbra, lingua e denti in ogni centimetro di pelle che trovo.
“No… sono troppo… mmmhh… evoluta... perché questo tipo di pensieri mi sfiori la mente… ma sono curiosa…”
Ghigno di nuovo. Non posso farne a
meno, l’idea di conoscerla tanto bene mi dà un piacere particolare, diverso.
E’ qualcosa che sembra adattarsi
nella mia anima e riempirla.
“Mmmhh… curiosa… oh, Bella… gli
uomini amano il possesso, non lo sapevi?”
“Ooohh… me ne sono accorta… ma con
me… cascano male…”
Ridacchio sul suo collo accogliente,
e vengo subito gratificato dalla sua deliziosa pelle d’oca.
“Bella… prendere una donna da dietro
è la cosa più… animalesca e istintiva nel sesso… non esiste niente di più
carnale di quello…” Le respiro nell'orecchio. Dritto verso il cervello. Dritto verso il centro del suo desiderio.
Rimane in silenzio, ma il respiro le
aumenta e le sue mani mi stringono più forte.
“Che c’è Principessa?... Vuoi essere
presa così?... Vuoi sentire… quanto
puoi essere… posseduta… riempita… fino a far male… vuoi sentirmi mentre ti
scopo come un animale… vuoi sentirti completamente sottomessa a me?... Mmhh?...”
Lascio il suo collo per guardarla
negli occhi e quello che vedo non mi delude. Ma riesce a sorprendermi sempre.
Il viso lievemente arrossato, la
bocca aperta in cerca di respiro, le pupille totalmente dilatate, divorate
dalle immagini che le mie parole le fanno venire in mente.
E’ bellissima.
“Sei bellissima.” Le dico nel
medesimo istante in cui formulo quel pensiero. No… non è un pensiero… è una
dannata scritta al neon che ora campeggia permanentemente nel mio cervello.
Accanto a “Ti amo” e “Mia”…
Sono fottuto, cazzo.
Fottuto.
E’ in quell’esatto istante che mi
piomba addosso tutta la verità. La verità, l’immensità, la dimensione dei miei
sentimenti per lei, per noi, per lo stravolgimento che hanno avuto la mia vita, le
mie convinzioni, le mie azioni. Ce l’ho tra le mani. Ce l’ho negli occhi. E ce
l’ho radicata nell’anima.
E’ lei.
Il suo sguardo fiero quando l’ho fermata in
autostrada, la sua resa incondizionata quando l’ho legata alla porta della mia
camera da letto, la sua passione quando l’ho presa nel soggiorno di casa sua,
la sua determinazione quando me la sono sbattuta brutalmente sulla mia
scrivania al distretto. I suoi occhi così penetranti, così profondi, così
carichi di emozioni… per me.
Oh, piccola… tu non hai idea di cosa
sei per me, di cosa arrivo a sentire per te, per come mi hai preso
completamente, irrimediabilmente.
Tu mi devasti e mi ricostruisci, mi atterri e
mi sollevi, mi distruggi e mi ricrei.
Può essere così?
E’ così l’amore?
E’ questo che senti anche tu per me?
E mentre queste domande mi
attraversano la mente in maniera vorticosa, mi appaiono le risposte.
Si...
Si...
Si...
Sempre Si.
E se non è questo quello che lei
sente per me, il mio sentimento è talmente sconfinato da invadere e catturare anche il suo.
“ Edward… Edward…”
Si muove sotto di me, incapace di
trattenere il suo bisogno tanto quanto lo sono io.
Nei suoi occhi la
consapevolezza dei miei pensieri e la sua mano raggiunge delicatamente il mio
viso.
Lei è tutto.
E’ carnalità e passionalità, è dolcezza e tenerezza.
E io voglio tutto di lei.
Tutto.
Sento le sue labbra modellarsi alle
mie mentre l’aggredisco con tutta la foga che ho succhiandole via mezza faccia,
aggrappandomi in maniera disperata ai suoi capelli nell’impeto di tirarla a me,
premendo sul suo piccolo corpo fremente, intrecciando e accarezzando le sue
gambe con le mie.
Il mio corpo sembra voler essere
risucchiato nel suo nel desiderio di mescolare carne e sangue.
La giro sulla pancia strattonandola d'un colpo, e il suo corpo risponde al mio come se fosse inconsapevolmente
magnetizzato. I nostri movimenti sono sincronizzati, la nostra pelle inabile
alla distanza l’una dall’altra.
La stanzetta da film dell’orrore
piena di noi, dei nostri corpi e dei nostri respiri agitati.
Le accarezzo la schiena in tutta la
sua lunghezza, la bacio e la adoro mentre le mie mani senza vergogna nè timore
si fanno strada tra le sue natiche contratte.
Geme.
“Sshhh… hai idea di quante volte
abbia sognato di prenderti così? Mmh?...”
Il suo respiro è accelerato e sento
quei deliziosi gemiti partirle dal fondo della gola, mentre continuo ad
accarezzarla, e le mie dita si fanno strada verso la deliziosa meta.
“Rilassati principessa… se non vuoi…
non devi far altro che dirmelo e io mi fermerò.” Le sussurro sul collo.
Il mio corpo aderisce completamente al suo e la sua pelle risponde spettacolarmente alle mie
parole e al mio alito bollente.
La sento deglutire, mentre le
accarezzo l’ano con la punta dell’indice.
“Edward… io… io… non ho fatto la
doccia… sono sporca…”
La vedo arrossire.
“E’ questo che ti preoccupa?” Le
bacio la spalla. “Credi davvero che prima di fare questo ci si lavi in maniera
particolare? Mmmh… lo hai già fatto?”
“No…” E il suo rossore si espande.
E’ delizioso. E mi sento vergognosamente compiaciuto che lei non abbia mai
ceduto a questo.
Sono un cazzo di maschio possessivo,
lo so.
“Oh… allora hai visto dei porno… uh?... Oh, baby… sei una piccola principessa molto, molto sporca…”
Non posso farne a meno.
La mia mano atterra rumorosamente
sulla deliziosa chiappetta che ora trema.
“Ah! … io… si…si…”
Riprendo ad accarezzarla dolcemente
e le infilo il dito dentro, molto molto delicatamente.
E lei dopo essersi irrigidita
lievemente al contatto, si adatta accogliendomi.
“Oh…”
“Oh si… piccola zozzetta… è
piacevole… vero?... essere invasa… lì… lo sai che ci sono delle terminazioni
nervose molto simili a quelle che hai… qui?...”
Con la mia gamba allargo le sue, non
troppo delicatamente, e la mia mano scende ad accarezzarle la fichetta ancora
fradicia di noi, portando quel nettare fino al clitoride per massaggiarlo in
piccoli movimenti circolari.
“Ah… Edward…”
Il suo viso è affondato per metà sul
cuscino e riesco a vedere la sua bocca rossa aperta in respiri affannati e il
suo occhio spalancato e vigile, ma con la pupilla dilatata in anticipazione..
“Edward… ma… davvero… io…”
Arrossisce di nuovo.
Non voglio che si senta a disagio.
Non per questo davvero.
“Oh piccola… non mi frega un cazzo
se non sei pulita… quelle sono tutte stronzate… credimi… sei perfetta così…”
Non mi crede.
“Te l’ho detto… questo è un tipo di
piacere assolutamente carnale… istintuale… animale… la doccia ora non ha senso…
e il tuo odore è stupefacente… mi annebbia… mi consuma…”
Continuo a sfregare sul suo fascio
di nervi ora completamente eretto. Le sue gambe tese fremono.
Le faccio sentire la mia erezione
strusciandomi su di lei come un cane, il mio cazzo ormai viola dalla promessa
di quello che sa che accadrà.
Lei è completamente preda dei miei
sussurri e gemiti ora.
“Ricordi… ricordi quando ti ho presa
sull’autostrada?... Mhh?... Ti ho scopata alla luce del sole… come un animale…
fottendoti da dietro… non sapendo niente di te… e sono impazzito… nel vederti
così… nel prenderti così… duro… bestiale… te lo ricordi?...”
“Mmmhh…”
“Oh si… si che te lo ricordi… dimmi
ora quanto ti è piaciuto principessa… dimmi adesso quanto hai goduto… dimmelo!”
La strattono dai capelli, forzandole
il viso verso di me.
Vedo le sue pupille espandersi
ulteriormente.
Così come la sua vagina.
Così come il suo ano.
“Si… si… ho goduto… ho goduto!... da
morire…”
Le infilo la lingua in bocca. Ora il
mio bacio non ha niente di amorevole e ha tutto del possesso.
“Mmmhh… così, piccola… mi piace
quando mi rispondi così… in quell’autostrada non c’erano né docce né bidet… e
tu mi hai leccato gli stivali…”
“Ohhh…”
Il suo bacino spinge ritmicamente
contro la mia mano che la lavora senza sosta.
“… e hai leccato il mio manganello…”
“Oohhh… il manganello… dov’è?...”
E’ rapita in estasi ormai.
E’ su un’altra dimensione.
“Ah!”
La sculaccio di nuovo.
“Lo avrai quando lo meriterai. Non
prima.”
“Mmmhh!”
E’ frustrata e sull’orlo
dell’orgasmo.
E io pure, dannazione.
“Edward… non… non ce la faccio più…”
Oh piccola, nemmeno io.
“Ah si? Vuoi che ti scopi, Principessa?... Dimmi dove lo vuoi… lo vuoi qui?...”
Le accarezzo la fica gonfia e
bagnata.
“… oppure… qui?...”
E’ talmente bagnata che riesco con
facilità a raccogliere quello che mi serve per bagnarle l’ano.
Ma non basta.
Senza pensare le scalo tutto il
corpo con un grugnito, fino ad arrivare con il cazzo all’altezza della sua
bocca.
Lei spalanca gli occhi.
“Succhiamelo.”
E lo spingo tra le labbra rosse e
aperte per me.
“Aaaah…”
Il piacere è talmente acuto che per
un attimo penso di rimanere lì, di finire lì.
Ma non è questo il punto.
Devo possederla totalmente.
Devo farla mia come nessuno ha mai
fatto.
Devo legarla a me completamente.
Non si fa pregare e inizia a
succhiare e leccare con voracità fino dove può arrivare.
Con una mano cerca di arrivare alla
mia base.
“No. Ferma… solo la… aaahh… la bocca.
Fammi sentire solo la tua bocca… bagnami… lecca… mi….”
Cristo… non riesco neanche a
parlare… devo fare questo solo per bagnarmi… ma…cazzo…
Cerco con tutte le mie forze di non
fottere quella bocca dove vedo sparire quasi tutta la mia lunghezza.
E’ una visione talmente erotica che
fatico a non venirle in bocca all’istante.
“Oh… piccola troietta…”
Geme, e le vibrazioni di quel suono
non fanno altro che alimentare il mio godimento.
“… ti piace essere chiamata così,
vero?... sei la mia piccola troietta… fatta apposta per scoparmi e farmi
godere…”
Vedo la sua mano raggiungere le sue
cosce.
“No.” Gliela sbatto via.
Lei mugola e mi implora con gli
occhi.
“No… non provare a toccarti… quella
è mia. La tua fica è mia… aaahhhh… la tua bocca è mia… il tuo culo è mio…”
E’ quasi alle lacrime.
Allento la presa nei suoi capelli.
Non voglio farle male.
Ma lei mi ferma le mani e le stringe
sulle mie chiedendomi di afferrarla ancora più forte.
La guardo in adorazione.
E’ sensazionale.
E’ perfetta.
E’ magnifica.
“Lo sai… lo sai cosa ti farei
adesso?... ti scoperei la bocca fino a venire… e… ti verrei sul viso… sulla
bocca… sulle guance… sulle tette… ovunque possa marchiarti… aaahhh… e… non ti
farei più lavare… mai più… così… aaahhh… così tutti… tutti saprebbero di chi
sei… mia… mia… solo mia…”
La sto colpendo ritmicamente fino in
gola e grugnisco in frustrazione quando mi sottraggo a quella sublime tortura.
Ansimo come un cavallo azzoppato e
tremo mentre le prendo il cuscino da sotto al viso.
Le alzo il bacino e lo sistemo lì sotto.
“Appoggiati qui…” Le dico
dolcemente.
Lei obbedisce e porta le sue mani
accanto al viso stringendo le lenzuola nei suoi piccoli pugni.
“Rilassati baby… non ti farò male… e
se te ne farò mi fermerò quando vorrai, ok?” Le sussurro accarezzandola, e lei
sembra distendersi un po’ di più.
Le mie dita lavorano veloci per
farla bagnare il più possibile. Con una mano le sollevo un po’ il bacino e
inizio a bagnarle l’ano, penetrandola prima con un dito e poi con due.
“Ahh…”
Si rilassa ad ogni passaggio.
“Hai un culo spettacolare
Principessa… fatto per me…”
I miei sensi stanno prendendo il
sopravvento, continuo a mordermi e a leccarmi le labbra davanti a quello
spettacolo.
Le stringo un fianco per posizionarla
meglio, la porto a me, mi bagno ancora dei suoi umori e inizio a penetrarla
piano.
“Oh…”
Cerco disperatamente di controllare
il mio respiro e i miei movimenti e faccio appello a tutte le mie forze per non
schiantarmi dentro di lei in un colpo solo.
Non smetto mai di accarezzarle il
clitoride.
“Così… così, piccola… rilassati… sei
bellissima… lo sai cosa mi fa vederti così?... lo sai quanto è difficile
non… sbatterti… non farti male… mmh?...
cazzo…”
“Edward… Edward… fa-fammi male…”
Quelle parole mi bruciano il
cervello e sento il mio cazzo spingere dentro la sua apertura che è diventata
ora così accogliente.
“Mmmhhh…” Grugnisco.
Sono dentro.
Tutto dentro.
Sento ogni muscolo, ogni
indentazione, ogni fibra.
E sento i miei occhi girarsi all’indietro.
Il mio respiro è irregolare e vuoto.
Mi fermo quando sono tutto dentro,
assaporando quel contatto così profondo.
“Oh, piccola…”
Ma non riesco a dire altro, le mie
capacità sono rase al suolo da quelle sensazioni talmente primitive da rendere
impossibile qualsiasi comportamento umano.
Inizio a muovermi lentamente,
bevendo con lo sguardo il suo viso affannato e concentrato, ma è solo un attimo
perché i miei occhi sono attirati dal quel culo che ha ingoiato tutto il mio
cazzo.
“Ti fa male?...” La mia voce esce
rasposa.
“Sihh…” Ansima.
Cristo.
Cerco di tirarmi via, ma lei, non so
come mi afferra una mano.
“No… ti prego… ti prego… fottimi… ti
prego…”
Quello che esce dalla mia gola è un
ringhio talmente forte che non lo riconosco. Non mi riconosco.
Non sono più io. Sono un animale
ormai.
Prendo ad affondare dentro di lei.
Più velocemente.
Sempre più velocemente.
Con le dita le penetro la fica allo
stesso ritmo.
Lei si adagia un po’ di più sul
cuscino sotto i fianchi.
Incontra la mie spinte una ad una.
I suoi gemiti diventano sempre più
forti, sempre più aspri. Esattamente come i miei.
Cerca di tirarsi su con le braccia.
“No… no, amore… così…”
Le alzo il bacino e con una mano le
tengo le spalle giù.
“Così…”
Impazzisco in quella nuova
posizione.
Ora ho il massimo della penetrazione
e inizio a pomparla duro, cadenzando ogni spinta con un grugnito.
Le immagini che scorrono davanti ai
miei occhi sono sconnesse, quasi scollegate.
Vedo i suoi pugni stringere le
lenzuola.
La sua bocca completamente
spalancata.
I suoi fianchi sbattere sul mio
bacino.
La mia mano afferrarle i capelli in
maniera dolorosa.
Devo continuare a toccarla.
Non devo smettere.
Il mio cazzo nel culo e le mie dita
nella fica.
Sto per morire.
I miei muscoli vanno a fuoco.
Il mio cervello ormai solo un
mucchietto di cenere fumante.
I miei occhi incollati alla mia
donna.
“La mia donna… la mia donna… la mia
donna… la mia donna…”
“Edward… Edward… Edward… sto… sto…
sto per…”
E sento poi solo il suo urlo.
Il suo magnifico, strabordante urlo,
e la sento contrarsi fino all’ultimo muscolo, all’ultimo nervo, risucchiandomi
ancora di più dentro di lei.
Mi trascina, mi divora.
E’ lei che mi possiede, non io.
Il mio orgasmo arriva dal centro del
mio corpo ed esplode facendomi a pezzi.
Il grugnito che esce dalla mia bocca
è quello di un leone in agonia.
Cado distrutto sopra di lei
schiacciandola con tutto il peso del mio corpo.
Non ragiono più.
Sono spento, finito, morto.
Il mio cervello registra solamente
gli spasmi dei nostri respiri e l’acuta sensazione di pelle su pelle.
Vedo i suoi capelli.
Sento i suoi capelli sul mio viso.
Sento le mie mani ancora stringerla forte.
“Ti amo.”
Sento la mia voce.
Non è il mio cervello a parlare. E’
il mio intero essere.
Il suo respiro si blocca.
Poi sento un gemito secco.
Sta piangendo.
No…
Il suo corpo si muove per girarsi,
facendomi uscire da dentro di lei.
Non so come ci troviamo viso a viso.
Vedo solo i suoi meravigliosi occhi
castani spalancati e pieni di lacrime.
Mi bacia.
Violentemente.
Mi stringe.
Forte.
Sento solo che sto rispondendo a
quel contatto disperato con altrettanta forza.
E mi si fa largo un solo pensiero nella mente.
Devo lasciarla.
<<< IM2 >>>
Grazie Cricrila per il sexyssimo video e il betaggio!!! (si potrà dire betaggio?) Baci!!!
In realtà non è che abbia delle scuse plausibili. Oddio... se solo sapeste come sono messa, sono certa che vi mettereste le mani nei capelli anche voi, ma in realtà sono successe delle cose strane, dall'ultimo post. E mi sono venuti un sacco di pensieri.
Certo, non ha aiutato il fatto che vi abbia scritto a maggio o giugno, non ricordo più, che avrei postato a minuti, come mi ricorda spesso la Cricrila! haahahahahahahaha!!! (sono una merda)
A proposito della Cricrila, io le devo molto. Moltissimo. E' una costante ispirazione per me. E' una forza. Credo ve ne siate accorte tutte. E' lei il motore delle idee, delle follie, ve ne potrei elencare a valanghe di queste, della pagina facebook su Robbè e di tutto il resto che conoscete. Vorrei avere un centesimo del suo spirito. In realtà spero di darle qualcosa anche io in cambio, solo che non ho la più vaga idea di cosa!
Comunque amo il mio Manganello, bè... amerei molto il suo veramente... e voglio terminarlo in vostra compagnia, in totale serenità, sbraco tipico romano e chiedendo perdono a vocabolario e grammatica.
Voi tutte mi avete costantemente pregato di continuare ed è una cosa che scalda il cuore, fa piacere e ci si sente apprezzati, anche se qui parliamo di una storiella humor-soft-porno. Grazie a tutte. Con il cuore.
Ricordo a tutte di visitare il favoloso blog delle fanfiction:
Bella viene fermata da Edward per eccesso di velocità su una highway losangelina, e... se la fa.
Da quel momento nascono una serie di incontri piuttosto focosi, a cui i due sembrano non poter proprio rinunciare.
Bella è la figlia di un magnate dell'economia californiana e Edward è un agente della stradale figlio di un imprenditore andato in fallimento proprio a causa del padre di Bella.
Bella lo scopre e scopre che il suo corteggiatore e ora fidanzato Michael Newton ha a che fare con il tutto, e con la mafia russa a cui in questo caso fa capo Demetri, il quale è una vecchia conoscenza di Edward.
Bella decide di accettare di sposarlo per farlo confessare e arrestare, scatenando l'ira di Edward.
Il fidanzamento si compie e Mike decide di sposarsi entro tre giorni.
Nel capitolo precedente Bella è intenta con le sue "arti" a far confessare Mike nella suite dell'albergo dove si è svolto il ricevimento per l'annuncio delle nozze.
Bpov
“Ohhhh... Mikeuccio... prima tu...”
Cazzo, quanto la fa lunga il
mollusco!
“No... prima tu... ooohhhh...”
No, non fare ooohh. Non
adesso. Potrei seriamente non farcela. Ci sarà qualche Santa in Paradiso
che protegge le... le... bugiarde
istigatrici, no?... Hey se ci sei, è meglio che ti fai viva adesso, perchè qui
va a finire che vomito, sai?!
Ma decido di continuare le mie
'istigazioni', non posso smettere ora.
“Mmmm... Mike... allora smetto.”
E vomito anche.
“Mmmmm... se smetti... avrei un
altro posto da farti massaggiare...”
Si, vomito. Ma non prima di avergli
fatto dire quello che mi serve.
“Allora dimmi...”
“Cosa vuoi sapere...”
Tutto, dannato figlio di puttana!
“Mmmmm... vediamo... non saprei... magari
potresti dirmi... qualcosa di più sulle tue manovre finanziarie... lo sai che
ammiro moltissimo il tuo modo di condurre gli affari... tu sei il re di queste
cose... e tra poco io sarò la tua regina... schiava d'amore per te... tesoruccio... dimmi... dimmi come hai fatto a conquistare la Swan...”
E forzaaaa!
“Oh Isabella... non ce la faccio
più... voglio toccarti...”
Assolutamente no!
“Oh no... no no no, cattivone...
dopo... dopo potrai toccarmi... lo sai che brucio d'amore per te... sono tutta
bagnata... mi darei fuoco – cazzo! - voglio dire... vado a fuoco per te...
amore... coraggio... dimmeloo...”
“Amore... anch'io vado a fuoco per
te...”
E vai a fuoco! Ma prima parla, cazzo!
“Non è questo che voglio sapere! No
scusa... Scusa Mikeino... su coraggio... non vuoi sapere quello che pensavo e
facevo in camera mia?... pensando a te?... allora dimmi... dimmi dimmi
dimmiiiii!”
“Sei perfida... ok ok... vedi
ciccina..."
Ciccina. Ciccina! E io dovrei andare a fuoco per uno che mi chiama Ciccina?!
Trattengo il fiato solo perchè finalmente ci siamo.
"...in realtà è molto semplice... mmmmh... facciamo così con tutti i
consociati... esattamente come per la Swan...“
*dlin - dlon*
Merda! Proprio ora! No!
“Ufff... dev'essere lo Chamapagne...
aspetta qui micetta, torno subito.”
Mike si alza risistemandosi con una
mano la camicia e con l'altra la sua evidente erezione - che schifo - si allontana, mentre io riprendo le fila dei
miei pensieri.
C'ero quasi! Mancava
tanto così!
Mi alzo in piedi frustrata e mi
passo distrattamente le mani nei capelli, ma poi mi ricordo dove le avevo le
mani, e me le porto al naso...
Bleah! Non riesco a dissimulare il
mio disgusto per l'odore sgradevole che sento.
Sono disgustata, nervosa e agitata.
E' come se fossi ad un passo dal
taglio del traguardo, ma sia trattenuta da qualcosa che mi impedisce di
toccarlo.
Non Mike. Il traguardo ovviamente.
Cazzo! Sembra quasi che il cameriere
abbia scelto il momento giusto per...
“Isabella.”
Ho le spalle all'ingresso della
sala, ma il brivido gelido che sento non lascia spazio a dubbi.
“Demetri.”
“Ho pensato che avreste gradito
dell'ottimo Boerl & Kroff ghiacciato... giusto per sbollire tanta
passione...”
Mi volto lentamente, incuriosita. E
lui che ne sa? E' possibile che...
Non riesco a dar capo ai miei
pensieri. Mi viene in mente di tutto. Demetri sa del mio piano? Se lo immagina
solamente? E' una coincidenza? Può in qualche modo aver sentito? Le domande mi
si accavallano nella mente l'una dopo l'altra, senza fine. Distrattamente mi
tocco il braccialetto, mentre lo guardo. E lui sposta il suo sguardo gelido
verso il mio gesto.
Possibile che sappia?
Devo mantenere la calma e agire come
se fosse tutto normale.
Mike sembra rimanere impietrito e
distante. E' incredibile il potere che ha Demetri su di lui. Mike al suo
cospetto sembra quasi un servo, uno schiavo, un adepto...
Demetri riporta la mia attenzione su
di lui con voce solenne.
“Questa coppa è per lei, mia cara.
Beva. Brindiamo alla vostra felicità.”
Prendo la coppa già preparata da lui
senza mai distaccare lo sguardo dal suo.
Mike rimane muto.
Beviamo in silenzio.
Io più che bere, tracanno giù tutto
fino all'ultima goccia.
Ogni mio gesto viene registrato da quegli occhi così
freddi e inquietanti.
Demetri interrompe quel silenzio sinistramente assordante.
“Bene, non volevo interrompervi.
Spero che possiate riprendere da dove vi avevo così bruscamente interrotti.”
Bruscamente interrotti... ma dov'era
lui? Seduto accanto a noi e io non me ne sono accorta?
Si avvicina a me, mi prende la mano
e la sfiora con le sue labbra facendo un lievissimo inchino. Sempre occhi negli
occhi.
E a me si rizzano tutti i peli del
corpo. Se fossi un gatto sono sicura che gli avrei soffiato.
“Isabella, mi sembra stanca, forse
sarebbe meglio per lei se riposasse un po'.”
La mia risposta è secca e decisa.
“Arrivederci Demetri.”
Senza un grazie e senza dargli modo
di continuare una conversazione assolutamente sgradita a me.
Lo sento andare via e io mi siedo
sul divano improvvisamente stanca. Mi gira la testa, forse ho bevuto troppo, ma
non posso darmi per vinta, devo far confessare tutto a Mike prima del
matrimonio. Non voglio sposarlo. Non voglio.
Voglio Edward...
Improvvisamente mi faccio cogliere
dall'ansia. Non mi piace quello che è successo con Edward stasera. Io ho
bisogno di lui. Ho bisogno che sia forte per tutti e due. Per me. Ho bisogno
del suo sostegno, del suo... amore. Oddio... davvero la testa ora comincia a
girarmi e nello stesso modo ruotano senza controllo i pensieri nel mio
cervello. Edward... la sua passione... le sue mani... la sua bocca... il suo
risentimento... Edward che va via da me... no... sento angoscia... angoscia...
“Micetta, stai bene?”
Mi volto verso Mike, ma la testa mi
sta andando a rallentatore, mentre il cuore mi batte più forte.
“Certo. Certo, sto bene. Forse
sono un po' stanca davvero.”
“Oh, tesorino, ma certo che sei
stanca, vieni, andiamo a sdraiarci un po', dopotutto è stata una gran serata, no?”
Mi lascio aiutare nell'alzarmi dal
divano.
“Si... gran serata... oh, Mike...
dovevamo dirci i nostri segreti...”
Sento la mia voce farfugliare e no so
bene cosa io stessa stia dicendo.
“Lo faremo, lo faremo cara. Non
preoccuparti. Adesso ti aiuto a togliere questo vestito, eh?”
Il vestito? Oh no... il vestito
no... devo proteggermi... devo proteggere... devo proteggere Edward...
*dlin - dlon*
Sento sbuffare Mike.
“Oh no. E adesso chi è? Aspetta qui.”
Mi siedo sul bordo di un letto. Un
letto? Non voglio stare su un letto. Dove sono? Che ci faccio qui?
Sento delle voci. Una più alta delle
altre.
Rose.
“Mike, ti prego. Devo assolutamente
portare via Isabella. Papà non si è sentito bene e ha chiesto di vederla. Devo
portarla via. Mi dispiace interrompere il vostro incontro, ma è una cosa
necessaria credimi. Sono profondamente dolente.”
Profondamente dolente? Ma come parla
stasera Rose? Sembra uscita da un romanzetto ottocentesco. Si, devo aver bevuto
troppo.
Rose appare sulla porta. Mi parla
con gli occhi sbarrati, forse vuole comunicarmi qualcosa, da bambina lo faceva spesso quando voleva farmi capire qualcosa in presenza di altre persone... ma ora davvero non capisco cosa voglia.
“Oh! Eccoti qua, sorellina. Vieni,
dobbiamo andare subito da papà, non sta bene... e... dobbiamo vederlo subito.”
Sento il mio già veloce battito cardiaco prendere un ritmo quasi insostenibile.
“Cosa? Papà? Cos'ha? Cos'è successo?
Avete chiamato il dottore?”
“Calmati ora. Certo, è tutto sotto
controllo. Vieni. Andiamo via da qui, adesso.”
Continua ad aver gli occhi aperti
così tanto da uscire quasi fuori dalle orbite. Non riesco a capire. E il mio
cervello sembra ora non collaborare.
“Ok.”
E' tutto quello che riesco a dire.
Appare anche Emmett sulla porta.
Anche lui è strano. Sembra essere... guardingo. E con il fisico che si ritrova
sembra quasi un bodyguard pronto ad agire.
Balbettiamo i nostri saluti a Mike e
ci allontaniamo verso l'ascensore.
Però riesco a cogliere lo sguardo di
Mike.
Non rattristato, non arrabbiato, non
scocciato.
Impassibile.
Strano, non è da lui.
Nell'ascensore Rose ed Emmett sembrano tirare un sospiro di sollievo.
“Oh, Bella, stai bene?”
Rose mi chiede con un'espressione ansiosa e contrita.
“Rose, non è di me che ti devi
preoccupare, dimmi di papà piuttosto, cos'è successo?”
Rose scambia un veloce sguardo con
Emmett e poi continua.
“Ne parliamo in macchina, eh? Qui...
non è il caso.”
“In macchina? Che vuoi dire che qui
non è il caso? Siamo solo noi tre... Oddio! E' successo qualcosa di brutto?! Rose! Ti prego dimmelo!”
Mi cinge con un braccio e mi
accarezza la spalla.
“Ma no, ma no. Nulla di brutto, sta
tranquilla. Solo che... non possiamo parlarne qui.”
L'ultima frase le esce sussurrata.
“Perchè?” Sussurro anch'io.
Ma l'ascensore arriva nella hall.
Ci affrettiamo verso l'uscita quando
vedo Edward affannato correre verso di me.
Appena si accorge della mia presenza
si blocca.
“Bella!”
Per un attimo vedo addolcirsi i
lineamenti del suo volto, ma è solo un momento.
“Edward? Che ci fai qui?”
Mi gira la testa, ma vederlo e
averlo qui mi scalda l'anima come nulla può più fare al mondo, ormai.
“Dov'è Newton?” Mi guarda incazzato.
Ah, ecco. Mi pareva.
Lo guardo stupefatta. Non capisco a cosa pensi. E' teso. I suoi capelli sono ancora più incasinati del solito, ed è
paonazzo.
“Bella. Rispondimi. Cos'è successo
con Newton?” Mi afferra per un braccio.
Guardo quel gesto, mi da fastidio ma
allo stesso tempo mi da piacere.
Ma non riesco bene a concentrarmi.
Inizio a vedere le cose intorno a me
in maniera confusa, e sono lievemente inclinate.
“Edward. Dimmi cosa vuoi.”
E' solo in quel momento che Edward
fa caso a Rose ed Emmett.
“Devo parlarti. Da solo.”
“Edward, dobbiamo portare Isabella a
casa. Sono successe delle cose di cui tu non sei al corrente.”Interviene Rose.
A quella frase lui serra la
mandibola e le sue narici si allargano lievemente.
Guarda prima lei poi me.
“Bella. Devo parlarti. Adesso.” Grugnisce.
“Si... d'accordo... parliamo...
Edward...”
Tutta la stanza mi gira intorno e
inizio a sentire le loro voci come se rimbombassero.
Edward mi mette due dita su un
occhio... sulle palpebre... allargandomele... cosa vuole farmi?... una visita
oculistica... adesso?... mi da fastidio... cerco con la mano di scansarlo ma
non riesco a raggiungerla...
"Bella, cos'hai preso? Che
cazzo ti sei fatta in quella stanza?!"
"Ed...ward..."
"Belllllaaaaaa..."
La sua voce è rallentata... e poi si
fa buio... sempre più buio...
...
"Bella... Bella... riesci a
sentirmi? Bella, ti prego svegliati!"
Sento degli schiaffetti sul viso.
Qualcuno mi sta schiaffeggiando.
Qualcuno mi sta schiaffeggiando?!
Non riesco a muovermi.
Non riesco a parlare.
Ma vorrei tanto che mi sentissero!
Io voglio parlare!
"Mmmmvvvfffannnnculo..."
"E' sveglia."
Oh... è Jasper.
"Nnnnmmmmgliod'mireee..."
"Bella, tesoro, apri gli
occhi."
Rose.
Rose, sono stanca. Vai a casa.
Chiamami domani.
"Rose, lascia fare a me."
Edward...
Il mio cuore fa una capriola.
Edward... baciamiiii...
"Bella, piccola, apri gli
occhi. Ti prego, amore, svegliati. Guardami."
Amore...
"Mmmmprchènonmldicimaiii..."
Mi sta sollevando... vorrei tanto guardarlo...
Sento che sono tra le sue braccia...
Le sue carezze sono così dolci...
Oh, Edward...
"Edward..."
"Principessa, sono qui, apri
gli occhi per me."
"Edward... nnmichiami più
prpessa... nnsono più la tua prncipessa..."
"Si, piccola, si che lo sei.
Sei la mia principessa, sarai sempre la mia principessa, ora apri gli occhi da
brava."
"Nnno..."
Oh... si è acquietato... bene...
posso dormire...
"Bella. Se non apri
immediatamente gli occhi ti ammanetto e ti sculaccio." Mi sussurra in un orecchio.
Cosa?!
Oh no! Non dopo tutto quello che mi
hai fatto passare stasera, mio caro!
Apro gli occhi a fatica mettendo a
fuoco lentamente e la prima cosa che vedo sono i suoi bellissimi occhi chiari
come il cielo che si innondano di sollievo.
E nella mia incoerenza da
deprivazione da sonno mi innondo pure
io, accidenti.
E non si chiama sollievo.
Ma non a sufficienza.
Mi strattono via da lui.
Almeno cerco.
Ma mi gira la testa e non ci riesco
benissimo.
"Edward. Se non ricordo male tu
mi hai detto che sono una testa di cazzo."
Lo vedo sorridere lievemente, ma poi sbuffa.
Sbuffa! Ha!
"Non ti ho detto che sei una
testa di cazzo. Ho detto che... ho detto che hai un carattere del cazzo. E'
diverso."
"Oh! Diversissimo, certo!
Allora è tutto a posto!"
Stavolta sbuffo io.
Si passa una mano sul viso. Sembra
stanco. O stufo. O tutt'e due. Bè, non sa quanto sia stufa io di questa
situazione!
"Bella, ero preoccupato, dannazione. Sono
preoccupato! Ti sei ficcata in un casino più grande di te e ora sei in
pericolo."
Mi guardo intorno, e focalizzo solo
ora gli altri presenti. Ci sono mia sorella, Emmet e Jasper. Tutti sembrano
avere un'aria stanca. A parte Rose. Lei è perfetta come sempre. Fresca come una
rosa. E' una cosa che ho sempre invidiato in lei.
Istintivamente mi metto una mano tra
i capelli per sistemarli, e subito mi accorgo che sono in uno stato pietoso.
Perchè Edward deve sempre vedermi
quando sono una schifezza?!
Poi realizzo che... non so dove mi
trovo.
"Dove siamo? Che posto è
questo?"
"Siamo in una panic room. A
casa di tuo padre." Risponde Jasper prontamente.
"Cosa? Mio padre ha una panic
room? E perchè? E come mai io non lo sapevo? Tu Rose lo sapevi?"
Mi guardo intorno e vedo che non ci
sono finestre e tutto sembra fatto di plastica. C'è una piccola porta anch’essa
di plastica, un'altra più grande di metallo e accanto un piccolo quadro
elettrico con dei pulsanti, a lato c'è un piccolo monitor con altrettanta
pulsantiera. Lo spazio è ristretto e oltre a questo letto singolo c'è un angolo
dove ci sono diverse casse d'acqua e quelle che sembrano provviste.
"No, l'ho scoperto solo
adesso." Mi risponde guardando Jasper.
"Abbiamo dovuto portarti qui,
per via della scusa che ha detto Rose a Mike. Non potevamo rischiare di
comportarci diversamente." Mi spiega Jasper.
"Diversamente da che? Aspetta.
Trattieni il fiato perchè prima devo fare pipì."
"Bene." Risponde Jasper.
"Sono contenta che
approvi," Rispondo sarcastica. "Ma parlo sul serio. Se non la faccio
subito, me la farò addosso."
Jasper ed Edward ridacchiano.
"Bè?! Che c'è? Vi fa tanto
ridere che debba fare pipì?"
Guardo storto Edward mentre mi
risponde.
"No, Bella. E' che più pipì fai
è meglio è. Il bagno è dietro quella porticina. Vai e poi ti spiegherò cos'è
successo."
Non me lo faccio ripetere una
seconda volta dato che lo stimolo è diventato insopportabile.
Apro la porticina e mi trovo dentro
il gabinetto dei sette nani. Tutto minuscolo. Water, lavandino e box doccia. E
tutto rigorosamente di plastica.
Mentre mi alzo il vestito per
accucciarmi sul waterino li sento
parlare.
"Hey! Mi sentite da lì?"
"Forte e chiaro." E' la
voce di Jasper.
"Come forte e chiaro?! Io devo
fare pipì! Non la posso fare se voi... se voi sentite il rumore!"
"Bella, non fare sul serio la
principessa ora. Fai 'sta dannata pipì e torna qui."
Edward. E ti pare che
non ne approfitti per rimarcare la mia leggerissima
tendenza a comportarmi come il mio status sociale comanda?
"Ma non posso!" Mi lagno.
"Vengo a darti una mano?"
Giro gli occhi al cielo alla voce di Edward. Me lo vedo che ghigna gongolando
sul mio disagio. E lo so io dove vorrei la sua mano! Ma solo dopo aver liberato
la mia vescica dolorante. Però non è detto che non possa rispondergli a tono.
"Oh, tesoro, non preoccuparti,
la tua mano è completamente inservibile se non per passarla costantemente tra i
tuoi capelli." Ironizzo con tono di sufficienza.
Non sento nessuna risposta di
Edward. Ma me lo figuro perfettamente imbronciarsi e trattenersi per non
divulgare particolari intimi ai presenti. Tuttavia sento perfettamente la
risatina divertita di Rose. E la risata trattenuta a stento da Jasper.
Ma io ho il problema di fare pipì
comunque, cavolo!
"Parlate tra di voi! Dite
qualcosa, altrimenti facciamo notte!" Urlo.
"E' quasi mattina principessa.
E noi non abbiamo niente di interessante da dire. Fai così: canta."
E' la voce di Edward. E' dietro la
porta. Maledetto, non perde occasione per mettermi in imbarazzo. E siccome non
li sento parlare e io devo pisciare assolutamente, mi metto a cantare.
"I'm siiiiiinging in the
raiiiinnn," Inizio a bassa voce ma non è sufficiente a coprire il rumore,
quindi la alzo, di parecchio.
"just siiiiiinging in the raiiiiin, what a
glooooooorious feeling and I'm haaaaaaaaaaaaappy again" Oh si, molto
moooolto felice, che sensazione meravigliosa liberarsi della pipì.
"I'm
laughing at cloooooooooouds, so daaaaaaaaaaaark up aboooooooove, the sun's in
my heaaaaaaaaaaaart and I'm reeeeeeeeeeady for looooooooove"
(trad. Sto
cantando sotto la pioggia, proprio cantando sotto la pioggia, che sensazione
magnifica e sono felice di nuovo. Sto ridendo alle nuvole, è così scuro lassù, il sole è nel mio cuore e sono pronta per l'amore.)
Ooooh. Ecco fatto. Sono rinata! E mi
sento decisamente meglio.
Non mi accorgo subito delle grasse
risate corali che sento.
Che sbruffoni.
Mi asciugo, mi lavo velocemente le
mani e apro la porta di scatto.
"Sono felice di avervi
intrattenuto! Buffoni."
Li vedo tutti e tre sdraiati sul
lettino a reggersi la pancia dalle risate.
Per tutta risposta alzo il mento e
metto le braccia conserte per darmi un contegno.
"Hahahahahahahah!!! Ottima
scelta di brano! Molto calzante!" Ride Edward.
Mi vergogno come una ladra, ma la risata di Edward è un suono di violini alle mie orecchie.
Solo che non glielo direi nemmeno sotto tortura.
Tortura... mmmvabè. Lasciamo perdere.
"Ha-ha-ha. E' la prima cosa che
mi è venuta in mente. E ho dovuto pensare in fretta dato che voi non avete
voluto collaborare."
"Hahahahahaha!!! Credimi, è
stato molto più divertente così. Ti adoro quando fai così. Sei fantastica."
E il mio cuore fa un doppio carpiato.
Edward mi si avvicina mentre parla e
porta le sue mani sui miei fianchi.
Io lo guardo sorpresa per questa sua
ennesima dichiarazione d'amore inconsapevole. E' una cosa che mi irrita e mi
scalda il cuore contemporaneamente.
Me lo dirà mai apertamente?!
Però i suoi occhi brillano. Ed è
così bello vederli così. Edward è stato durissimo con me per tutta la sera. E'
stato orribile. Pensavo di non vedere più questo suo sguardo così pieno di cose
non dette per me. Cose belle ovviamente. Quelle brutte non ha mancato di
dirmele stasera.
"Uff!" Sbuffo un po' per i
miei pensieri e un po' per trarmi d'impaccio.
Ma fortunatamente Jasper interviene.
"Bella, siediti. Dobbiamo
parlare."
Noto la serietà del suo tono e faccio come dice. Subito Emmett mi
lascia il suo posto sul lettino accanto a Rose.
"Edward non scherzava quando ha
detto che sei in pericolo."
La curiosità in me lascia il posto
alla preoccupazione.
"Perchè, cosa è accaduto? Non è
successo nulla con Mike, non mi è sembrato strano. A parte quando è arrivato
Demetri..."
Ripenso all'atteggiamento di Mike
alla presenza di quell'uomo, e mi sovviene subito alla mente la sua postura
assolutamente reverenziale. Mi vengono tuttora i brividi.
"Infatti." Prosegue.
"Come sei ben consapevole, noi abbiamo sentito ogni cosa."
Il mio sguardo volge subito verso il
braccialetto.
Che ora non è più al mio polso.
"Dov'è il braccialetto?"
Gli chiedo.
"Lo abbiamo distrutto." Mi
risponde Edward. "Il suo segnale è stato tracciato."
"Oh mio Dio! Da loro?!"
Chiedo nervosamente.
"Si. Demetri deve aver sospettato
qualcosa e noi abbiamo sentito delle interferenze quando tu eri già nella
camera con Mike. Eric non ci ha messo molto per capire che c'era un altro
congegno in ricezione nei paraggi, così mi ha avvertito e ho mandato Rose ed Emmett a
prenderti con una scusa." Spiega Jasper.
"Oh... Allora pàpà sta bene?
Non era vero che si è sentito male?" Chiedo a Rose.
"Papà sta benissimo non
preoccuparti. E' nell'altra ala della villa a dormire. Non sa che siamo
qui."
"Ma... allora come avete fatto
a trovare questa panic room?" Chiedo frastornata.
Mi risponde subito Jasper.
"Rose e Emmett ti hanno portata
qui in stato di incoscienza. Sei svenuta nella hall dell'albergo e sospettando
che qualcuno potesse seguirti, abbiamo dovuto procedere con la scusa del malore
di tuo padre."
"Ed era vero? Ci ha seguito
qualcuno?" Chiedo spaventata.
"Si. C'è una macchina con due
uomini che sorveglia l'ingresso della villa. Non è stato difficile
individuarli. Nessuno passa la notte in macchina in questa zona. E la targa non
corrisponde a quella di nessuno che lavori per tuo padre." Spiega Edward a
denti stretti.
"E voi come avete fatto ad
entrare senza essere visti da loro? E non mi avete ancora spiegato di questa
stanza."
Ormai la mia bocca segue la raffica
delle domande che si compongono nel mio cervello per rimettere insieme questo
dannato puzzle.
"Lasciami finire Bella, ok?" Jasper chiarisce.
Gli rivolgo un breve cenno
affermativo con il capo, e lui prosegue.
"E' stato facile entrare senza
essere visti. A lato nord della proprietà c'è un piccolo passaggio abbandonato,
è lo stesso che usò Edward per andarsene la prima volta che venne a... uhm...
spiare tuo padre."
Oh... gli occhi verdi da gatto fuori dalla finestra. Ricordo ancora quella serata e
la sera prima, quando la chiromante mi predisse che avrei incontrato l'amore.
Sorrido di quel ricordo e mi volto a
guardare Edward che mi guarda incuriosito.
"Aspetta un attimo Jasper.
Bella non sa niente-" Edward si rivolge a Jasper, il quale lo interrompe
subito.
"Lo sa. Gliel'ho detto. E lei
si ricorda di... uhm... te. Micetto."
Aggiunge l'ultima parola con un ghigno.
Edward sembra non capire, ma arrossisce lievemente e mi
guarda da sotto le folte ciglia.
"Accidenti! Fate capire
qualcosa anche a me per favore?!" Rose interrompe sbuffando.
"Già. Ci stiamo perdendo in
chiacchiere inutili. Dicevo, il passaggio è all'interno del parco e non è
protetto nè spiato dato che non risulta dalla pianta pubblica della villa.
Dev'essere stato fatto in tempi più remoti dell'attuale progetto. E' così che
sono venuto a conoscenza della panic room. Tuo padre l'ha fatta installare ai
tempi dei restauri della villa. E' fatta di un materiale plastico particolare,
antisfondamento e antiricezione. Nessuno può sentirci da qua dentro, ed è
l'unico posto in cui possiamo parlare in libertà. Sono certo che ora siamo
tutti tracciati e spiati. Ognuno di noi si deve liberare del proprio cellulare.
Ve ne procurerò io degli altri dal distretto. Non avremo altro modo di
comunicare. Tu, Bella, dovrai rimanere qui."
"Qui dentro? Per quanto
tempo?" Gli chiedo.
"Finchè non saremo sicuri del
cessato pericolo." Mi chiarisce Jasper.
"Cosa?! No! Io non rimango in
questa scatola! E quale pericolo?!
Non mi è successo un bel niente finora!" Alzo la voce.
"Bella," Edward mi prende
le mani nelle sue. Me ne accarezza dolcemente il dorso con i suoi pollici. E'
un contatto che mi rassicura più di ogni cosa. E lo guardo più dolcemente.
"Sei stata drogata. Ecco perchè prima eravamo felici che tu facessi pipì.
Più berrai acqua, più farai pipì e prima lo stupefacente abbandonerà il tuo
corpo."
"D-drogata? Quando? Come?
Dove?" Tartaglio cercando la verità nei suoi occhi.
Ma Jasper riprende la parola.
"E' stato Demetri. Lo abbiamo
sentito entrare nella vostra suite e-"
"Nella suite di Newton. Solo di
Newton." Digrigna Edward.
Ora sono io che gli accarezzo le
mani.
E non posso negare di provare
sollievo della ritrovata inguaribile gelosia di Edward, che credevo perduta e
che mi è mancata come l'aria. Ora che ce l'ho di nuovo è come se avessi la
garanzia che ancora mi vuole.
"Si, d'accordo. Di Newton.
Comunque, Demetri ti ha offerto una coppa di vino. Probabilmente la droga era
diluita solo nel tuo bicchiere. Deve aver aggiunto un qualche derivato dello
Stramonio, o un qualche tipo di sostanza che ti potesse mettere knock-out.
Questo lo sapremo domani."
"Domani? Perchè? Siete riusciti
a prendere il mio bicchiere?"
"No, ma ora ti preleverò del
sangue dal dito, basta una goccia e lo
manderò subito in laboratorio per farlo analizzare. Avremo un'idea più precisa
della sostanza che hai ingerito e del più rapido metodo di espulsione. O... se
può aver provocato danni."
"Danni?! Che danni?!"
Chiedo allarmata.
"Non lo sappiamo Bella. Quello
che è certo che sei stata fuori combattimento per qualche ora. Ma potrebbe
essere stato solo anche un potente sonnifero o sedativo. Nulla di che. Hai
avuto per caso delle allucinazioni? Questo potrebbe restringere di molto il
campo."
"No, non ho avuto
allucinazioni." Mi sforzo di pensare ai fatti accaduti prima che perdessi
conoscenza e non ricordo di aver visto cose strane.
"Ricordo solo che ho
avuto un forte stato d'ansia e tachicardìa. Poi quando ho visto Edward, mi è
aumentato il battito e... sono svenuta, a quanto pare. Come mai non sono
caduta? Non mi sembra di avere lividi da nessuna parte."
Mi guardo rapidamente gambe e
braccia, ma improvvisamente sono stretta tra le forti braccia di Edward.
"Non ti lascerei mai cadere,
Bella. Non ti lascerò mai cadere." Sussurra e inala tra i miei capelli,
mormorando qualcos'altro di indecifrabile.
Ricambio quell'abbraccio, che ora mi
serve più che mai.
Mi stacco lentamente dal suo
corpo accogliente e lo guardo.
"Ma... io non capisco... perchè
Demetri mi ha drogata? A che scopo? Poteva farlo benissimo durante la cena.
Perchè è salito con il solo proposito di... farmi addormentare?"
Preferisco dire così piuttosto che avvelenare. Il solo pensiero mi fa gelare fin
dentro le ossa.
"Jasper ha sentito la
conversazione che hai avuto con Mike. Lui stava per rivelarti come ha fatto a
scalare la Swan, ed è entrato giusto in tempo, il bastardo. Interrompendo il
vostro idillio." I denti stretti di Edward che mi parla sembrano essere la
costante della serata.
"Non essere sciocco. Non c'era
nessun idillio. E lo sai. Ho dovuto fare appello a tutte le mie capacità per
farlo rilassare e parlare!" Lo guardo torva.
E lui fa altrettanto.
Solo che lo sguardo cattivo di
Edward ha la capacità di rendere inservibili le mie mutandine.
Solo che ooopss... oggi non le ho indossate.
Speriamo allora che non si vedano
macchie di umidità sul vestito…
"Conosco bene le tue capacità.
Quello che non so è cosa esattame-" Mi ringhia mostrando lievemente i
denti.
E io vorrei che non ci fosse più
nessuno in questa stanza a parte noi due.
E vorrei essere legata...
"Edward. Falla finita." Lo
interrompe Jasper. "Quello che conta è che adesso sicuramente Demetri avrà
detto a Mike che Bella aveva un comunicatore aperto. E Bella ora è
esposta."
"Oh no! Allora il piano va in
fumo!" Mi porto le mani tra i capelli.
Questo non ci voleva. Non so come
altro fare.
Edward si alza di scatto e sgrana
gli occhi come se io fossi pazza.
“Del piano ti preoccupi?! Bella,
cazzo, è della tua incolumità che stiamo parlando!”
Ma il mio cervello è già in piena
corsa verso il piano B.
Che ancora non ho, ma questo è un
dettaglio.
"Un momento. Come fate ad
essere sicuri che mi abbia scoperta? Non abbiamo prove che loro sappiano con
certezza del braccialetto. Abbiamo solo fatto delle supposizioni. Demetri
potrebbe tenere sotto controllo Mike, e ora me, solo per precauzione. Non è
detto che si siano accorti che noi ci siamo accorti che loro... oh! Insomma!
Quello che voglio dire è che potrebbe essere stata una precauzione e basta. E
io sono libera di proseguire." Penso in fretta mentre parlo, cercando di
aggrapparmi alla minima possibilità di proseguire con il piano.
"Non. Esiste." Edward
risponde secco.
"Edward, tu non capisci-"
"No Bella. Non posso rischiare
che tu ti esponga a questo dopo quello che ti ha fatto Demetri. Sei tu che non
capisci. Demetri e la sua famiglia uccidono per molto meno. Oggi è stato un
sonnifero e domani è una pallottola in fronte." Edward mi guarda gelido,
ma dal lieve tremolio delle narici capisco che è più spaventato di me.
Oh Edward...
"Oh mio Dio! Bella, tesoro, non
puoi permetterti di correre più rischi! Devi rimanere qui!" Si agita Rose.
Jasper però rimane in silenzio.
Devo approfittarne.
"Procuratemi un braccialetto
identico al trasmettitore, ma questa volta con una pietra vera. Demetri me l'ha
visto indosso più volte. Magari sospetta qualcosa, ma si insospettirebbe di più
se non lo vedesse. Invece io domani andrò da Mike per proseguire con i
preparativi delle nozze e lascerò accidentalmente
il braccialetto da lui. Sono certa che lo esamineranno e quando vedranno
che è un innocuo gioiello, cadranno tutti i sospetti." Sorrido del mio
brillantissimo piano.
"Assolutamente no!" Tuona
Edward irrigidendosi.
Jasper gli mette una mano
sull'avambraccio ed Edward si volta a guardarlo.
"Potrebbe funzionare."
"No Jasper! E' troppo
pericoloso, cazzo! Non avremmo nessuna possibilità di avere contatti con lei, e
se anche solo facesse la più piccola mossa sbagliata la ritroveremmo in fondo
alla baia!" Urla.
"Oh Edward! Non essere
melodrammatico! Questo non è Il Padrino! Se vedo che qualcosa va storto mi
defilerò! Non è che possano farmi sparire dopo l'annuncio del matrimonio dato a
tutta la California! Sarebbe alquanto stupido, non ti pare? Ed è l'unico modo
per salvare capra e cavoli." Cerco di convincerlo.
"Non mi piacciono i cavoli e la
capra può andarsene a pascolare affanculo! Non se ne parla!" Abbaia.
"Sei il solito testardo! Il mio
è un piano brillante! Ammettilo!"
Sono tesa con il corpo verso di lui
e i pugni stretti lungo i fianchi.
"Mpft! Brillante! Non ci sono
diamanti qui, principessa!" La
sua postura è identica alla mia.
"E non chiamarmi principessa!
Non hai fatto altro che ostacolarmi dall'inizio! Io faccio tutto questo per
noi! Per poterci lasciare tutto alle spalle e vivere in serenità!"
"No, tu fai tutto questo per
non perdere la tua ricchezza e la tua posizione sociale! Anche a costo della
vita! Ma non capisci cosa succederebbe se... se... cazzo!!!"
Si lascia andare ad un gesto di
frustrazione e ruggisce come un leone in gabbia.
E io sono offesa a morte.
"Bè, allora vaffanculo!"
Urlo.
"Con i vaffanculi non risolvete
niente! Piantatela tutti e due adesso! Bella, tu devi rimanere qui almeno
finchè non ti procurerò un cellulare schermato e il braccialetto, poi ti potrai
muovere come meglio riterrai. Noi adesso ce ne andiamo. Tu cerca di dormire, e
tu Edward vatti a fare una doccia fredda."
Edward si volta verso di lui più
incazzato che mai.
"Si! Ecco! Buona Idea!"
Poi si volta dalla parte opposta e marcia furioso verso la piccola
porticina del bagnetto, ma prima che qualcuno possa aprire bocca lui ha gia
sbattuto violentemente la porta alle sue spalle.
"Edward, che cazzo fai?
Dobbiamo andarcene ora!" Urla Jasper verso la parete del bagno.
"FACCIO LA DOCCIA! ESATTAMENTE
COME MI HAI SUGGERITO TU, COLLEGA! E NON VADO DA NESSUNA PARTE! IO RESTO QUI!
CHIARO?!"
Jasper si volta dalla mia parte come
per chiedere se la cosa è ok.
"Vai, Jasper. Anche voi Rose e
Emmett, andate. E' tutto sotto controllo qui. Vi aspetto il prima possibile.
Ma... che dirà papà se ci trova qui dentro?"
"Non preoccuparti, domani papà
deve andare a Miami, e starà via due giorni. Non si accorgerà di nulla."
Mi risponde Rose.
"Ok." Biascico.
Sono stanca e questa storia mi sta
logorando i nervi.
Jasper apre una piccola borsa che
prima non ho notato e ne estrae quello che sembra un kit medico. Alla mia
espressione incuriosita procede a spiegare mentre si infila dei guanti in
lattice.
“Devo prenderti una goccia di sangue
per il laboratorio. Non ti farò alcun male.”
Annuisco e lui mi pizzica il
polpastrello dell’indice sinistro con quella che sembra una biro di metallo.
“Ahio.” Mugugno.
E lui ghigna.
Poi deposita il prelievo tra due
vetrini e li pone con molta cautela in una scatolina apposita evidentemente a quello scopo.
Mi succhio il dito che fa più male
di quello che sembrerebbe, mentre lui ripone via il tutto, poi apre con un
pulsante la porta di metallo e mi indica come fare per aprire e chiudere in
caso di estrema necessità e si
congeda.
Rimango sola a sentire lo scroscio
dell'acqua nel bagnetto da camper.
"CHE CAZZO!!! NON RIESCO
NEANCHE A GIRARMI IN QUESTA DOCCIA PER NANI DA GIARDINO!!!"
Ridacchio sentendo Edward imprecare
a vanvera per qualsiasi cosa che gli capiti a tiro.
E' furioso.
E io lo amo così com'è.
Anche se mi fa incazzare da morire.
Non resisto alla curiosità e apro la
porticina molto lentamente per sbirciare.
Vengo subito avvolta da una nuvola
di vapore. Tutta la minuscola stanzettina ne è piena e lo specchio sopra il
lavandino è completamente appannato.
Entro in punta di piedi badando a
non fare rumore, che comunque è attutito dallo scorrere dell'acqua e dai
grugniti di frustrazione che escono fuori dalla gola di Edward.
Riesco a intravederlo attraverso la
parete di plastica trasparente dello stretto box doccia, irrigato di goccioline
di condensa e avvolto dal vapore.
Ma lui è senza meno uno spettacolo
degno di un porno. Un ottimo porno. Un porno da Oscar del porno.
Lo guardo da capo a piedi mentre
prende una boccettina da un piccolo ripiano. Cerca di aprirla, ma i suoi gesti
sono troppo nervosi perchè ci riesca senza fatica.
"Cazzo! Pure il bagnoschiuma di
Cucciolo dei sette nani! Alla pesca! Puzzerò di frutta per tutta la giornata!
Come una dannatissima ragazza!"
Riesce nell'impresa titanica di aprire la boccetta e faccio una
fatica bestiale per reprimere il risolino che preme tra le mie labbra per
uscire.
Poi, però, lo vedo fermarsi ad
annusarne il contenuto e chiude un attimo gli occhi. Ma subito li riapre
contraendo le sopracciglia.
"Non è nemmeno il profumo di
Bella." Borbotta.
E a me sta per scoppiare il cuore di
tenerezza.
Voleva sentire il mio profumo...
Gli piace il mio profumo!
In questo momento svolazzerei
leggiadra per tutte le stanze della villa circondata da uccellini festanti e
cantando I sogni son desideri !
Invece rimango lì incollata alla
parete accanto alla porticina con gli occhi ben fissi sullo spettacolo del dio ellenico
nella sua doccia divina.
La sua minuscola doccina grandemente
divina.
Lui inizia a massaggiarsi il corpo
con gesti bruschi e affrettati.
Prima il torace, spalmando la
schiuma con movimenti circolari.
...torace
che graffio e afferro in preda alla mia frenesia...
poi le ascelle e le braccia... le
sue tornite e forti braccia...
guardo rapita e con profonda invidia
quella schiuma e quelle gocce che accarezzano la pelle disegnando e
sottolineando le curve della sua muscolatura.
...braccia
che mi sollevano e mi schiantano al muro...
Si insapona la schiena, cercando di
arrivare in ogni punto raggiungibile.
...schiena
che si inarca e si contrae sotto la forza delle sue spinte...
Si insapona le gambe... lunghe gambe
affusolate e perfette.
...gambe
che si insinuano tra le mie spingendo tra di esse per aprirmi a lui...
Si insapona le natiche sode...
delimitando la curva del muscolo fino al fianco.
...natiche
che si induriscono sotto le mie mani vogliose e mai sazie...
Si insapona davanti, rallentando i
movimenti, percorrendo tutta la lunghezza dell'asta semieretta, avanti e
indietro, inarcando il collo e respirando dalla bocca lievemente aperta in apprezzamento.
...pene
che mi riempie... allargando... invadendo... accarezzando... colpendo...
gioia... universo... esplosione...
"Big Bang..."
Esce dalle mie labbra in un sospiro
tremante.
La mia mano è sotto al vestito,
provvedendo a dare sollievo alla fonte del tremendo desiderio che mi sta
sconvolgendo e divorando.
Ma lui mi sente e si volta a
guardarmi attraverso le mille goccioline sulla superficie del pannello di
plastica trasparente.
Non è sorpreso.
Non è arrabbiato.
Non è incuriosito.
E' pura, inadulterata, assoluta... voglia.
Non fermo la mia mano.
Non ferma la sua mano.
Si volta verso di me e lentamente si
pone sotto il getto diretto dell'acqua che accarezza tutta la schiuma sul suo
corpo portandola via con se.
Non muove di un millimetro lo
sguardo incatenato al mio in mera lussuria.
Le gocce dell’acqua che scivolano
sul suo viso perfetto, accarezzando fronte, zigomi, naso e le labbra rosse che
ne rapiscono alcune.
Riesco a sentire il suo respiro
oltre il rumore dell'acqua.
E' in sincrono con il mio.
Riesco a percepire la velocità del
suo sangue che pompa in tutte le sue vene e i suoi capillari.
E' in sincrono con la mia.
Il suo cuore impazzito.
In sincrono con il mio.
Il suo cazzo è completamente eretto.
Pronto per me.
Chiude l'acqua portando la mano
dietro alla sua schiena per raggiungere il piccolo miscelatore, apre il box e
viene verso di me ignorando l'asciugamano.
E' ad un centimetro dal mio corpo.
Il vapore emanato dalla sua pelle
calda e bagnata mi invade, rendendo il mio sottile vestito una seconda pelle di
seta completamente aderente alla mia.
Non interrompe mai il contatto con i
miei occhi, nemmeno per un istante, quando prende la mia mano che ancora lavora
leggermente al centro della mia tortura infinita.
La muove sulla mia, poi la alza al
suo viso.
E la sua bocca si chiude intorno
alla punta delle mie due dita centrali, assaporandole, respirandole,
accarezzandole con lingua esperta.
Le sue iridi si assottigliano
intorno al buco nero ardente della sua pupilla che le divora.
La mia mente spazzata via dalla
sensualità avvolgente che ora emana intorno a se.
La sua lingua si insinua nella mia bocca,
chiedendo, pretendendo, comandando.
Le sue mani mi stringono a se,
primitive, carnali, rudi.
La sua erezione schiacciata tra i
nostri corpi vibranti.
Gemiti.
Respiri.
Movimenti.
E il mio vestito cade in un mucchio
inerme ai miei piedi.
Le nostre bocche agganciate in una
danza perfetta, in una battaglia senza vincitori, in un amplesso senza fine.
Sento le sue dita nella mia passera,
esplorando, preparando.
La mia gamba si alza avvolgendo il
suo fianco duro e maschile.
Un unico movimento ed è dentro di
me.
Solleva la testa terminando il
necessario, indispensabile contatto tra le nostre bocche, portandomi via il
mare in tempesta dei suoi occhi.
Respira.
Forte.
Non si muove.
Contratto e immobile nella sua
spinta dentro di me.
Mi invade.
Mi possiede.
Mi reclama.
"Tua..." Sospiro.
Il mare di nuovo a me.
La tempesta di nuovo mi divora.
Reclama con forza la mia bocca, in
un grugnito che sembra il lamento di un animale ferito.
Spinge e arretra con forza ora,
nell'antico movimento a cui fa tutto capo, da cui origina ogni cosa, in puro
istinto.
Mi aggrappo a lui.
Lo afferro in ogni punto che posso.
Lo bacio in ogni punto che posso.
Lo respiro in ogni punto che posso.
Il mio corpo incontra ogni singola
spinta.
Sbattendo, scivolando, contraendosi
alla ricerca del supremo piacere.
Che solo lui mi può dare.
Solo lui mi potrà mai dare.
A cui solo lui avrà mai accesso.
E che solo lui infiamma.
"Solo tu..." Sospiro senza
voce.
E lui mi stringe forte, aumentando
la velocità e gemendo forte ad ogni spinta.
Mi afferra brutalmente per entrambe
le gambe e mi ritrovo seduta in bilico sul bordo del piccolo lavandino che
scricchiola violentemente sotto il peso dei colpi e che non reggerà tanto a
lungo fissato su una parete di plastica.
Mi allarga le gambe fino a farmi
male, penetrandomi in profondità inseguendo il suo piacere estremo.
Con una mano mi reggo ad
un'estremità del lavandino e con l'altra lo attiro a forza a me per baciarlo, e
sentirlo, e respirarlo, gemendo dentro la sua bocca.
Sento il suo pollice stimolare il
mio clitoride rigido e gonfio, innescando la contrazione di tutti i muscoli del
mio corpo.
Inizio ad irrigidirmi, le gambe si
distendono, i piedi si inarcano, l'addome si contrae e una scossa sismica invade il mio corpo dalla testa ai piedi, impulsi impazziti attraversano il mio
corpo a velocità luce dando vita alle mie urla di sfogo incontrollato.
Mi bacia divorandomi.
Le sue spinte si fanno sempre più
veloci e sconnesse, la sua testa alta in cerca di respiro e la mandibola
lievemente in fuori come fa sempre quando viene... prepotentemente...
gloriosamente... in me... dentro di me... per me.
Strizza le palpebre mentre lo sento
pulsare violentemente dentro di me, riempiendomi della sua linfa calda.
"Mia..." Sussurra in un
soffio sul mio collo, mentre cerchiamo di riprendere il respiro regolare.
Ma non allenta la forte presa delle
sue braccia.
Nè lo faccio io.
Un secondo dopo sono nel letto e lui
è sopra di me.
Mi accarezza.
Mi guarda.
Mi adora.
Sento il suo pene riprendere
coscienza della situazione.
E sorrido muovendomi sinuosamente
per invogliarlo.
"Perchè non lo facciamo mai in
un letto?" Gli domando pigramente tra i baci che ora mi distribuisce in
ogni centimetro di pelle.
"Non lo so, ma non facciamo mai
in tempo ad arrivarci." Porta il suo viso di fronte al mio. "Sei
dispiaciuta?" Mi chiede incuriosito.
"No." Gioco con i suoi
capelli e lui fa le fusa come un gatto.
E io mi sto bagnando di nuovo.
"Bella..." Chiude gli
occhi e accarezza il mio naso con il suo.
"Si?..." Chiedo
nell'estasi post-coito.
Mi guarda intensamente. Talmente
intensamente che fa quasi male.
Io ti amo.
Ma non me lo dice con la bocca.
Sono i suoi occhi a parlare.
Ti amo
anch'io.
Gli sorrido in risposta.
Il suo sorriso diventa abbagliante.
Sciocco.
E lui si imbroncia.
E io rido.
"Mi spieghi perchè non
riusciamo mai ad avere una conversazione come tutti gli esseri umani?"
Continuo a ridere.
Non mi importa che non abbia
pronunciato le parole.
Me l'ha detto.
Alla grande.
"Mmmm..." Mi bacia il
collo. "...preferisco che tu mi dica solo le parole che mi hai detto
prima... mmmmh..."