mercoledì 6 febbraio 2013

"IL MANGANELLO II" - Cap. 26





Epov



“…AAAAARGH!…”
L'ho morsa.
Non ho resistito.
Forse lo ho fatto male, ma il suo lungo, bianchissimo e fragile collo è un richiamo al quale sono incapace di sottrarmi.
“Mi hai fatto male…”
Pffttt, io amo questa donna con tutto me stesso, ma mente di merda.
“E’ la punizione.” Le sussurro all’orecchio mentre glielo accarezzo con la lingua.
Di nuovo quel leggero sussulto che vedo cerca di camuffare. Ma non riesce a mentirmi nemmeno con il corpo.
E’ una visione.
Sotto di me.
Nuda, bellissima e con quell’aura particolare che ha solo dopo che l’ho scopata. Per bene.
“Cos’è quel ghigno?” Mi domanda con quell’espressione tra il buffo e l’inquisitorio.
La mia bellissima ragazza curiosa e testarda come un mulo.
“Che ghigno?” Prendo tempo.
“Questo.”
Si avvicina e mi morde le labbra tirandomele un po’, e aumentando la pressione dei suoi denti.
“Aaah…” Fingo dolore, ma il suo gesto e il mio gemito hanno il potere di eccitarmi ancora di più.
Si. Sono di nuovo eccitato.
Ha ragione Jasper. Non ho alcun controllo quando sono vicino a lei.
E non mi va di averlo.
“Mmmm… siamo pari. Allora? Cos’era quell’aria compiaciuta? Ti stavi facendo i complimenti per come mi hai sedotta?”
Sedotta? Mmmhh… io mi stavo facendo una doccia innocente e invece tu…”
Innocente il mio culo…” mi sussurra mentre prende a mordicchiarmi l’orecchio.
Ecco. Ora sono granitico… cazzo.
“Mmmmhhh… questo non lo so… ma lo scoprirò…”
La sento fremere sotto le mie carezze innocenti come il suo culo. Ed è proprio lì che vado.
Le mie mani stringono in apprezzamento tutto quello che toccano fino ad acchiappare quelle due dolci chiappette che mi fanno impazzire ogni volta che le guardo. E nel contempo le faccio sentire perfettamente quello che mi fa.
“Oooh… piano Sergente… il tuo manganello è troppo duro per la mia debole carnina delicata… e… ooohh… non sono certa che potrà mai invadere il mio sederino…”
... troppo duro... carnina delicata...
Nessuna donna mai capirà cosa possano evocare certe parole. Che immagini possano venire in mente ad un uomo. Un uomo depravato come me. Un uomo costantemente affamato della Principessa  Isabella Swan.
Per un attimo mi viene in mente che altra gente è affamata di Isabella Swan... e grugnisco in fastidio.
Mia.
Territorio.
Marcare territorio.
“Io ne sono più che certo invece… ti sei mai chiesta, Isabella Marie Swan, perché il culo sia un richiamo irresistibile per i maschi? Mmmhh?…”
Le accarezzo il delizioso sederino proprio lì dove lei teme. Ma la distraggo con labbra, lingua e denti in ogni centimetro di pelle che trovo.
“No… sono troppo… mmmhh… evoluta... perché questo tipo di pensieri mi sfiori la mente… ma sono curiosa…”
Ghigno di nuovo. Non posso farne a meno, l’idea di conoscerla tanto bene mi dà un piacere particolare, diverso.
E’ qualcosa che sembra adattarsi nella mia anima e riempirla.
“Mmmhh… curiosa… oh, Bella… gli uomini amano il possesso, non lo sapevi?”
“Ooohh… me ne sono accorta… ma con me… cascano male…”
Ridacchio sul suo collo accogliente, e vengo subito gratificato dalla sua deliziosa pelle d’oca.
“Bella… prendere una donna da dietro è la cosa più… animalesca e istintiva nel sesso… non esiste niente di più carnale di quello…” Le respiro nell'orecchio. Dritto verso il cervello. Dritto verso il centro del suo desiderio.
Rimane in silenzio, ma il respiro le aumenta e le sue mani mi stringono più forte.
“Che c’è Principessa?... Vuoi essere presa così?... Vuoi sentire… quanto puoi essere… posseduta… riempita… fino a far male… vuoi sentirmi mentre ti scopo come un animale… vuoi sentirti completamente sottomessa a me?... Mmhh?...”
Lascio il suo collo per guardarla negli occhi e quello che vedo non mi delude. Ma riesce a sorprendermi sempre.
Il viso lievemente arrossato, la bocca aperta in cerca di respiro, le pupille totalmente dilatate, divorate dalle immagini che le mie parole le fanno venire in mente.
E’ bellissima.
“Sei bellissima.” Le dico nel medesimo istante in cui formulo quel pensiero. No… non è un pensiero… è una dannata scritta al neon che ora campeggia permanentemente nel mio cervello.
Accanto a “Ti amo” e “Mia”…

Sono fottuto, cazzo.

Fottuto.

E’ in quell’esatto istante che mi piomba addosso tutta la verità. La verità, l’immensità, la dimensione dei miei sentimenti per lei, per noi, per lo stravolgimento che hanno avuto la mia vita, le mie convinzioni, le mie azioni. Ce l’ho tra le mani. Ce l’ho negli occhi. E ce l’ho radicata nell’anima.

E’ lei.

Il suo sguardo fiero quando l’ho fermata in autostrada, la sua resa incondizionata quando l’ho legata alla porta della mia camera da letto, la sua passione quando l’ho presa nel soggiorno di casa sua, la sua determinazione quando me la sono sbattuta brutalmente sulla mia scrivania al distretto. I suoi occhi così penetranti, così profondi, così carichi di emozioni… per me.
Oh, piccola… tu non hai idea di cosa sei per me, di cosa arrivo a sentire per te, per come mi hai preso completamente, irrimediabilmente.
Tu mi devasti e mi ricostruisci, mi atterri e mi sollevi, mi distruggi e mi ricrei.
Può essere così?
E’ così l’amore?
E’ questo che senti anche tu per me?
E mentre queste domande mi attraversano la mente in maniera vorticosa, mi appaiono le risposte.
Si...
Si...
Si...
Sempre Si.
E se non è questo quello che lei sente per me, il mio sentimento è talmente sconfinato da invadere e catturare anche il suo.
“ Edward… Edward…”
Si muove sotto di me, incapace di trattenere il suo bisogno tanto quanto lo sono io.
Nei suoi occhi la consapevolezza dei miei pensieri e la sua mano raggiunge delicatamente il mio viso.
Lei è tutto.
E’ carnalità e passionalità, è dolcezza e tenerezza.
E io voglio tutto di lei.

Tutto.

Sento le sue labbra modellarsi alle mie mentre l’aggredisco con tutta la foga che ho succhiandole via mezza faccia, aggrappandomi in maniera disperata ai suoi capelli nell’impeto di tirarla a me, premendo sul suo piccolo corpo fremente, intrecciando e accarezzando le sue gambe con le mie.
Il mio corpo sembra voler essere risucchiato nel suo nel desiderio di mescolare carne e sangue.
La giro sulla pancia strattonandola d'un colpo, e il suo corpo risponde al mio come se fosse inconsapevolmente magnetizzato. I nostri movimenti sono sincronizzati, la nostra pelle inabile alla distanza l’una dall’altra.
La stanzetta da film dell’orrore piena di noi, dei nostri corpi e dei nostri respiri agitati.
Le accarezzo la schiena in tutta la sua lunghezza, la bacio e la adoro mentre le mie mani senza vergogna nè timore si fanno strada tra le sue natiche contratte.
Geme.
“Sshhh… hai idea di quante volte abbia sognato di prenderti così? Mmh?...”
Il suo respiro è accelerato e sento quei deliziosi gemiti partirle dal fondo della gola, mentre continuo ad accarezzarla, e le mie dita si fanno strada verso la deliziosa meta.
“Rilassati principessa… se non vuoi… non devi far altro che dirmelo e io mi fermerò.” Le sussurro sul collo.
Il mio corpo aderisce completamente al suo e la sua pelle risponde spettacolarmente alle mie parole e al mio alito bollente.
La sento deglutire, mentre le accarezzo l’ano con la punta dell’indice.
“Edward… io… io… non ho fatto la doccia… sono sporca…”
La vedo arrossire.
“E’ questo che ti preoccupa?” Le bacio la spalla. “Credi davvero che prima di fare questo ci si lavi in maniera particolare? Mmmh… lo hai già fatto?”
“No…” E il suo rossore si espande. E’ delizioso. E mi sento vergognosamente compiaciuto che lei non abbia mai ceduto a questo.
Sono un cazzo di maschio possessivo, lo so.
“Oh… allora hai visto dei porno… uh?... Oh, baby… sei una piccola principessa molto, molto sporca…”
Non posso farne a meno.
La mia mano atterra rumorosamente sulla deliziosa chiappetta che ora trema.
“Ah! … io… si…si…”
Riprendo ad accarezzarla dolcemente e le infilo il dito dentro, molto molto delicatamente.
E lei dopo essersi irrigidita lievemente al contatto, si adatta accogliendomi.
“Oh…”
“Oh si… piccola zozzetta… è piacevole… vero?... essere invasa… lì… lo sai che ci sono delle terminazioni nervose molto simili a quelle che hai… qui?...”
Con la mia gamba allargo le sue, non troppo delicatamente, e la mia mano scende ad accarezzarle la fichetta ancora fradicia di noi, portando quel nettare fino al clitoride per massaggiarlo in piccoli movimenti circolari.
“Ah… Edward…”
Il suo viso è affondato per metà sul cuscino e riesco a vedere la sua bocca rossa aperta in respiri affannati e il suo occhio spalancato e vigile, ma con la pupilla dilatata in anticipazione..
“Edward… ma… davvero… io…”
Arrossisce di nuovo.
Non voglio che si senta a disagio.
Non per questo davvero.
“Oh piccola… non mi frega un cazzo se non sei pulita… quelle sono tutte stronzate… credimi… sei perfetta così…”
Non mi crede.
“Te l’ho detto… questo è un tipo di piacere assolutamente carnale… istintuale… animale… la doccia ora non ha senso… e il tuo odore è stupefacente… mi annebbia… mi consuma…”
Continuo a sfregare sul suo fascio di nervi ora completamente eretto. Le sue gambe tese fremono.
Le faccio sentire la mia erezione strusciandomi su di lei come un cane, il mio cazzo ormai viola dalla promessa di quello che sa che accadrà.
Lei è completamente preda dei miei sussurri e gemiti ora.
“Ricordi… ricordi quando ti ho presa sull’autostrada?... Mhh?... Ti ho scopata alla luce del sole… come un animale… fottendoti da dietro… non sapendo niente di te… e sono impazzito… nel vederti così… nel prenderti così… duro… bestiale… te lo ricordi?...”
“Mmmhh…”
“Oh si… si che te lo ricordi… dimmi ora quanto ti è piaciuto principessa… dimmi adesso quanto hai goduto… dimmelo!”
La strattono dai capelli, forzandole il viso verso di me.
Vedo le sue pupille espandersi ulteriormente.
Così come la sua vagina.
Così come il suo ano.
“Si… si… ho goduto… ho goduto!... da morire…”
Le infilo la lingua in bocca. Ora il mio bacio non ha niente di amorevole e ha tutto del possesso.
“Mmmhh… così, piccola… mi piace quando mi rispondi così… in quell’autostrada non c’erano né docce né bidet… e tu mi hai leccato gli stivali…”
“Ohhh…”
Il suo bacino spinge ritmicamente contro la mia mano che la lavora senza sosta.
“… e hai leccato il mio manganello…”
“Oohhh… il manganello… dov’è?...”
E’ rapita in estasi ormai.
E’ su un’altra dimensione.
“Ah!”
La sculaccio di nuovo.
“Lo avrai quando lo meriterai. Non prima.”
“Mmmhh!”
E’ frustrata e sull’orlo dell’orgasmo.
E io pure, dannazione.
“Edward… non… non ce la faccio più…”
Oh piccola, nemmeno io.
“Ah si? Vuoi che ti scopi, Principessa?... Dimmi dove lo vuoi… lo vuoi qui?...”
Le accarezzo la fica gonfia e bagnata.
“… oppure… qui?...”
E’ talmente bagnata che riesco con facilità a raccogliere quello che mi serve per bagnarle l’ano.
Ma non basta.
Senza pensare le scalo tutto il corpo con un grugnito, fino ad arrivare con il cazzo all’altezza della sua bocca.
Lei spalanca gli occhi.
“Succhiamelo.”
E lo spingo tra le labbra rosse e aperte per me.
“Aaaah…”
Il piacere è talmente acuto che per un attimo penso di rimanere lì, di finire lì.
Ma non è questo il punto.
Devo possederla totalmente.
Devo farla mia come nessuno ha mai fatto.
Devo legarla a me completamente.
Non si fa pregare e inizia a succhiare e leccare con voracità fino dove può arrivare.
Con una mano cerca di arrivare alla mia base.
“No. Ferma… solo la… aaahh… la bocca. Fammi sentire solo la tua bocca… bagnami… lecca… mi….”
Cristo… non riesco neanche a parlare… devo fare questo solo per bagnarmi… ma…cazzo…
Cerco con tutte le mie forze di non fottere quella bocca dove vedo sparire quasi tutta la mia lunghezza.
E’ una visione talmente erotica che fatico a non venirle in bocca all’istante.
“Oh… piccola troietta…”
Geme, e le vibrazioni di quel suono non fanno altro che alimentare il mio godimento.
“… ti piace essere chiamata così, vero?... sei la mia piccola troietta… fatta apposta per scoparmi e farmi godere…”
Vedo la sua mano raggiungere le sue cosce.
“No.” Gliela sbatto via.
Lei mugola e mi implora con gli occhi.
“No… non provare a toccarti… quella è mia. La tua fica è mia… aaahhhh… la tua bocca è mia… il tuo culo è mio…”
E’ quasi alle lacrime.
Allento la presa nei suoi capelli. Non voglio farle male.
Ma lei mi ferma le mani e le stringe sulle mie chiedendomi di afferrarla ancora più forte.
La guardo in adorazione.
E’ sensazionale.
E’ perfetta.
E’ magnifica.
“Lo sai… lo sai cosa ti farei adesso?... ti scoperei la bocca fino a venire… e… ti verrei sul viso… sulla bocca… sulle guance… sulle tette… ovunque possa marchiarti… aaahhh… e… non ti farei più lavare… mai più… così… aaahhh… così tutti… tutti saprebbero di chi sei… mia… mia… solo mia…”
La sto colpendo ritmicamente fino in gola e grugnisco in frustrazione quando mi sottraggo a quella sublime tortura.
Ansimo come un cavallo azzoppato e tremo mentre le prendo il cuscino da sotto al viso.
Le alzo il bacino e lo sistemo lì sotto.
“Appoggiati qui…” Le dico dolcemente.
Lei obbedisce e porta le sue mani accanto al viso stringendo le lenzuola nei suoi piccoli pugni.
“Rilassati baby… non ti farò male… e se te ne farò mi fermerò quando vorrai, ok?” Le sussurro accarezzandola, e lei sembra distendersi un po’ di più.
Le mie dita lavorano veloci per farla bagnare il più possibile. Con una mano le sollevo un po’ il bacino e inizio a bagnarle l’ano, penetrandola prima con un dito e poi con due.
“Ahh…”
Si rilassa ad ogni passaggio.
“Hai un culo spettacolare Principessa… fatto per me…”
I miei sensi stanno prendendo il sopravvento, continuo a mordermi e a leccarmi le labbra davanti a quello spettacolo.
Le stringo un fianco per posizionarla meglio, la porto a me, mi bagno ancora dei suoi umori e inizio a penetrarla piano.
“Oh…”
Cerco disperatamente di controllare il mio respiro e i miei movimenti e faccio appello a tutte le mie forze per non schiantarmi dentro di lei in un colpo solo.
Non smetto mai di accarezzarle il clitoride.
“Così… così, piccola… rilassati… sei bellissima… lo sai cosa mi fa vederti così?... lo sai quanto è difficile non…  sbatterti… non farti male… mmh?... cazzo…”
“Edward… Edward… fa-fammi male…”
Quelle parole mi bruciano il cervello e sento il mio cazzo spingere dentro la sua apertura che è diventata ora così accogliente.
“Mmmhhh…” Grugnisco.
Sono dentro.
Tutto dentro.
Sento ogni muscolo, ogni indentazione, ogni fibra.
E sento i miei occhi girarsi all’indietro.
Il mio respiro è irregolare e vuoto.
Mi fermo quando sono tutto dentro, assaporando quel contatto così profondo.
“Oh, piccola…”
Ma non riesco a dire altro, le mie capacità sono rase al suolo da quelle sensazioni talmente primitive da rendere impossibile qualsiasi comportamento umano.
Inizio a muovermi lentamente, bevendo con lo sguardo il suo viso affannato e concentrato, ma è solo un attimo perché i miei occhi sono attirati dal quel culo che ha ingoiato tutto il mio cazzo.
“Ti fa male?...” La mia voce esce rasposa.
“Sihh…” Ansima.
Cristo.
Cerco di tirarmi via, ma lei, non so come mi afferra una mano.
“No… ti prego… ti prego… fottimi… ti prego…”
Quello che esce dalla mia gola è un ringhio talmente forte che non lo riconosco. Non mi riconosco.
Non sono più io. Sono un animale ormai.
Prendo ad affondare dentro di lei.
Più velocemente.
Sempre più velocemente.
Con le dita le penetro la fica allo stesso ritmo.
Lei si adagia un po’ di più sul cuscino sotto i fianchi.
Incontra la mie spinte una ad una.
I suoi gemiti diventano sempre più forti, sempre più aspri. Esattamente come i miei.
Cerca di tirarsi su con le braccia.
“No… no, amore… così…”
Le alzo il bacino e con una mano le tengo le spalle giù.
“Così…”
Impazzisco in quella nuova posizione.
Ora ho il massimo della penetrazione e inizio a pomparla duro, cadenzando ogni spinta con un grugnito.
Le immagini che scorrono davanti ai miei occhi sono sconnesse, quasi scollegate.
Vedo i suoi pugni stringere le lenzuola.
La sua bocca completamente spalancata.
I suoi fianchi sbattere sul mio bacino.
La mia mano afferrarle i capelli in maniera dolorosa.
Devo continuare a toccarla.
Non devo smettere.
Il mio cazzo nel culo e le mie dita nella fica.
Sto per morire.
I miei muscoli vanno a fuoco.
Il mio cervello ormai solo un mucchietto di cenere fumante.
I miei occhi incollati alla mia donna.
“La mia donna… la mia donna… la mia donna… la mia donna…”
“Edward… Edward… Edward… sto… sto… sto per…”
E sento poi solo il suo urlo.
Il suo magnifico, strabordante urlo, e la sento contrarsi fino all’ultimo muscolo, all’ultimo nervo, risucchiandomi ancora di più dentro di lei.
Mi trascina, mi divora.
E’ lei che mi possiede, non io.
Il mio orgasmo arriva dal centro del mio corpo ed esplode facendomi a pezzi.
Il grugnito che esce dalla mia bocca è quello di un leone in agonia.
Cado distrutto sopra di lei schiacciandola con tutto il peso del mio corpo.
Non ragiono più.
Sono spento, finito, morto.
Il mio cervello registra solamente gli spasmi dei nostri respiri e l’acuta sensazione di pelle su pelle.
Vedo i suoi capelli.
Sento i suoi capelli sul mio viso.
Sento le mie mani ancora stringerla forte.
“Ti amo.”
Sento la mia voce.
Non è il mio cervello a parlare. E’ il mio intero essere.
Il suo respiro si blocca.
Poi sento un gemito secco.
Sta piangendo.
No…
Il suo corpo si muove per girarsi, facendomi uscire da dentro di lei.
Non so come ci troviamo viso a viso.
Vedo solo i suoi meravigliosi occhi castani spalancati e pieni di lacrime.
Mi bacia.
Violentemente.
Mi stringe.
Forte.
Sento solo che sto rispondendo a quel contatto disperato con altrettanta forza.
E mi si fa largo un solo pensiero nella mente.

Devo lasciarla.


<<< IM2 >>>


Grazie Cricrila per il sexyssimo video e il betaggio!!! (si potrà dire betaggio?) Baci!!!

domenica 27 gennaio 2013

"IL MANGANELLO II" - Cap. 25


Ciao a tutte!!!
Una piccola nota da me per voi.
SCUSATEMI
Scusatemi se potete.
In realtà non è che abbia delle scuse plausibili. Oddio... se solo sapeste come sono messa, sono certa che vi mettereste le mani nei capelli anche voi, ma in realtà sono successe delle cose strane, dall'ultimo post. E mi sono venuti un sacco di pensieri.
Certo, non ha aiutato il fatto che vi abbia scritto a maggio o giugno, non ricordo più, che avrei postato a minuti, come mi ricorda spesso la Cricrila! haahahahahahahaha!!! (sono una merda)
A proposito della Cricrila, io le devo molto. Moltissimo. E' una costante ispirazione per me. E' una forza. Credo ve ne siate accorte tutte. E' lei il motore delle idee, delle follie, ve ne potrei elencare a valanghe di queste, della pagina facebook su Robbè e di tutto il resto che conoscete. Vorrei avere un centesimo del suo spirito. In realtà spero di darle qualcosa anche io in cambio, solo che non ho la più vaga idea di cosa!
Comunque amo il mio Manganello, bè... amerei molto il suo veramente... e voglio terminarlo in vostra compagnia, in totale serenità, sbraco tipico romano e chiedendo perdono a vocabolario e grammatica.
Voi tutte mi avete costantemente pregato di continuare ed è una cosa che scalda il cuore, fa piacere e ci si sente apprezzati, anche se qui parliamo di una storiella humor-soft-porno. Grazie a tutte. Con il cuore.

Ricordo a tutte di visitare il favoloso blog delle fanfiction:

e la pagina facebook su Robert

Breve riassunto:
Bella viene fermata da Edward per eccesso di velocità su una highway losangelina, e... se la fa. 
Da quel momento nascono una serie di incontri piuttosto focosi, a cui i due sembrano non poter proprio rinunciare.
Bella è la figlia di un magnate dell'economia californiana e Edward è un agente della stradale figlio di un imprenditore andato in fallimento proprio a causa del padre di Bella.
Bella lo scopre e scopre che il suo corteggiatore e ora fidanzato Michael Newton ha a che fare con il tutto, e con la mafia russa a cui in questo caso fa capo Demetri, il quale è una vecchia conoscenza di Edward.
Bella decide di accettare di sposarlo per farlo confessare e arrestare, scatenando l'ira di Edward.
Il fidanzamento si compie e Mike decide di sposarsi entro tre giorni.
Nel capitolo precedente Bella è intenta con le sue "arti" a far confessare Mike nella suite dell'albergo dove si è svolto il ricevimento per l'annuncio delle nozze.




Bpov

“Ohhhh... Mikeuccio... prima tu...”
Cazzo, quanto la fa lunga il mollusco!
“No... prima tu... ooohhhh...”
No, non fare ooohh. Non adesso. Potrei seriamente non farcela. Ci sarà qualche Santa in Paradiso che  protegge le... le... bugiarde istigatrici, no?... Hey se ci sei, è meglio che ti fai viva adesso, perchè qui va a finire che vomito, sai?!
Ma decido di continuare le mie 'istigazioni', non posso smettere ora.
“Mmmm... Mike... allora smetto.”
E vomito anche.
“Mmmmm... se smetti... avrei un altro posto da farti massaggiare...”
Si, vomito. Ma non prima di avergli fatto dire quello che mi serve.
“Allora dimmi...”
“Cosa vuoi sapere...”
Tutto, dannato figlio di puttana!
“Mmmmm... vediamo... non saprei... magari potresti dirmi... qualcosa di più sulle tue manovre finanziarie... lo sai che ammiro moltissimo il tuo modo di condurre gli affari... tu sei il re di queste cose... e tra poco io sarò la tua regina... schiava d'amore per te... tesoruccio... dimmi... dimmi come hai fatto a conquistare la Swan...”
E forzaaaa!
“Oh Isabella... non ce la faccio più... voglio toccarti...”
Assolutamente no!
“Oh no... no no no, cattivone... dopo... dopo potrai toccarmi... lo sai che brucio d'amore per te... sono tutta bagnata... mi darei fuoco – cazzo! - voglio dire... vado a fuoco per te... amore... coraggio... dimmeloo...”
“Amore... anch'io vado a fuoco per te...”
E vai a fuoco! Ma prima parla, cazzo!
“Non è questo che voglio sapere! No scusa... Scusa Mikeino... su coraggio... non vuoi sapere quello che pensavo e facevo in camera mia?... pensando a te?... allora dimmi... dimmi dimmi dimmiiiii!”
“Sei perfida... ok ok... vedi ciccina..."
Ciccina. Ciccina! E io dovrei andare a fuoco per uno che mi chiama Ciccina?!
Trattengo il fiato solo perchè finalmente ci siamo.
 "...in realtà è molto semplice... mmmmh... facciamo così con tutti i consociati... esattamente come per la Swan...“

*dlin - dlon*

Merda! Proprio ora! No!
“Ufff... dev'essere lo Chamapagne... aspetta qui micetta, torno subito.”
Mike si alza risistemandosi con una mano la camicia e con l'altra la sua evidente erezione - che schifo - si allontana, mentre io riprendo le fila dei miei pensieri.
C'ero quasi!  Mancava tanto così!
Mi alzo in piedi frustrata e mi passo distrattamente le mani nei capelli, ma poi mi ricordo dove le avevo le mani, e me le porto al naso...
Bleah! Non riesco a dissimulare il mio disgusto per l'odore sgradevole che sento.
Sono disgustata, nervosa e agitata.
E' come se fossi ad un passo dal taglio del traguardo, ma sia trattenuta da qualcosa che mi impedisce di toccarlo.
Non Mike. Il traguardo ovviamente.
Cazzo! Sembra quasi che il cameriere abbia scelto il momento giusto per...
“Isabella.”
Ho le spalle all'ingresso della sala, ma il brivido gelido che sento non lascia spazio a dubbi.
“Demetri.”
“Ho pensato che avreste gradito dell'ottimo Boerl & Kroff ghiacciato... giusto per sbollire tanta passione...”
Mi volto lentamente, incuriosita. E lui che ne sa? E' possibile che...
Non riesco a dar capo ai miei pensieri. Mi viene in mente di tutto. Demetri sa del mio piano? Se lo immagina solamente? E' una coincidenza? Può in qualche modo aver sentito? Le domande mi si accavallano nella mente l'una dopo l'altra, senza fine. Distrattamente mi tocco il braccialetto, mentre lo guardo. E lui sposta il suo sguardo gelido verso il mio gesto.



Possibile che sappia?
Devo mantenere la calma e agire come se fosse tutto normale.
Mike sembra rimanere impietrito e distante. E' incredibile il potere che ha Demetri su di lui. Mike al suo cospetto sembra quasi un servo, uno schiavo, un adepto...
Demetri riporta la mia attenzione su di lui con voce solenne.
“Questa coppa è per lei, mia cara. Beva. Brindiamo alla vostra felicità.”
Prendo la coppa già preparata da lui senza mai distaccare lo sguardo dal suo.
Mike rimane muto.
Beviamo in silenzio.
Io più che bere, tracanno giù tutto fino all'ultima goccia.
Ogni mio gesto viene registrato da quegli occhi così freddi e inquietanti.
Demetri interrompe quel silenzio sinistramente assordante.
“Bene, non volevo interrompervi. Spero che possiate riprendere da dove vi avevo così bruscamente interrotti.”
Bruscamente interrotti... ma dov'era lui? Seduto accanto a noi e io non me ne sono accorta?
Si avvicina a me, mi prende la mano e la sfiora con le sue labbra facendo un lievissimo inchino. Sempre occhi negli occhi.
E a me si rizzano tutti i peli del corpo. Se fossi un gatto sono sicura che gli avrei soffiato.
“Isabella, mi sembra stanca, forse sarebbe meglio per lei se riposasse un po'.”
La mia risposta è secca e decisa.
“Arrivederci Demetri.”
Senza un grazie e senza dargli modo di continuare una conversazione assolutamente sgradita a me.
Lo sento andare via e io mi siedo sul divano improvvisamente stanca. Mi gira la testa, forse ho bevuto troppo, ma non posso darmi per vinta, devo far confessare tutto a Mike prima del matrimonio. Non voglio sposarlo. Non voglio.
Voglio Edward...
Improvvisamente mi faccio cogliere dall'ansia. Non mi piace quello che è successo con Edward stasera. Io ho bisogno di lui. Ho bisogno che sia forte per tutti e due. Per me. Ho bisogno del suo sostegno, del suo... amore. Oddio... davvero la testa ora comincia a girarmi e nello stesso modo ruotano senza controllo i pensieri nel mio cervello. Edward... la sua passione... le sue mani... la sua bocca... il suo risentimento... Edward che va via da me... no... sento angoscia... angoscia...
“Micetta, stai bene?”
Mi volto verso Mike, ma la testa mi sta andando a rallentatore, mentre il cuore mi batte più forte.
“Certo. Certo, sto bene. Forse sono un po' stanca davvero.”
“Oh, tesorino, ma certo che sei stanca, vieni, andiamo a sdraiarci un po', dopotutto è stata una gran serata, no?”
Mi lascio aiutare nell'alzarmi dal divano.
“Si... gran serata... oh, Mike... dovevamo dirci i nostri segreti...”
Sento la mia voce farfugliare e no so bene cosa io stessa stia dicendo.
“Lo faremo, lo faremo cara. Non preoccuparti. Adesso ti aiuto a togliere questo vestito, eh?”
Il vestito? Oh no... il vestito no... devo proteggermi... devo proteggere... devo proteggere Edward...

*dlin - dlon*

Sento sbuffare Mike.
“Oh no. E adesso chi è? Aspetta qui.”
Mi siedo sul bordo di un letto. Un letto? Non voglio stare su un letto. Dove sono? Che ci faccio qui?
Sento delle voci. Una più alta delle altre.
Rose.
“Mike, ti prego. Devo assolutamente portare via Isabella. Papà non si è sentito bene e ha chiesto di vederla. Devo portarla via. Mi dispiace interrompere il vostro incontro, ma è una cosa necessaria credimi. Sono profondamente dolente.”
Profondamente dolente? Ma come parla stasera Rose? Sembra uscita da un romanzetto ottocentesco. Si, devo aver bevuto troppo.
Rose appare sulla porta. Mi parla con gli occhi sbarrati, forse vuole comunicarmi qualcosa, da bambina lo faceva spesso quando voleva farmi capire qualcosa in presenza di altre persone... ma ora davvero non capisco cosa voglia.
“Oh! Eccoti qua, sorellina. Vieni, dobbiamo andare subito da papà, non sta bene... e... dobbiamo vederlo subito.”
Sento il mio già veloce battito cardiaco prendere un ritmo quasi insostenibile.
“Cosa? Papà? Cos'ha? Cos'è successo? Avete chiamato il dottore?”
“Calmati ora. Certo, è tutto sotto controllo. Vieni. Andiamo via da qui, adesso.”
Continua ad aver gli occhi aperti così tanto da uscire quasi fuori dalle orbite. Non riesco a capire. E il mio cervello sembra ora non collaborare.
“Ok.”
E' tutto quello che riesco a dire.
Appare anche Emmett sulla porta. Anche lui è strano. Sembra essere... guardingo. E con il fisico che si ritrova sembra quasi un bodyguard pronto ad agire.
Balbettiamo i nostri saluti a Mike e ci allontaniamo verso l'ascensore.
Però riesco a cogliere lo sguardo di Mike.
Non rattristato, non arrabbiato, non scocciato.
Impassibile.
Strano, non è da lui.

Nell'ascensore Rose ed Emmett sembrano tirare un sospiro di sollievo.
“Oh, Bella, stai bene?”
Rose mi chiede con un'espressione ansiosa e contrita.
“Rose, non è di me che ti devi preoccupare, dimmi di papà piuttosto, cos'è successo?”
Rose scambia un veloce sguardo con Emmett e poi continua.
“Ne parliamo in macchina, eh? Qui... non è il caso.”
“In macchina? Che vuoi dire che qui non è il caso? Siamo solo noi tre... Oddio! E' successo qualcosa di brutto?! Rose! Ti prego dimmelo!”
Mi cinge con un braccio e mi accarezza la spalla.
“Ma no, ma no. Nulla di brutto, sta tranquilla. Solo che... non possiamo parlarne qui.”
L'ultima frase le esce sussurrata.
“Perchè?” Sussurro anch'io.
Ma l'ascensore arriva nella hall.
Ci affrettiamo verso l'uscita quando vedo Edward affannato correre verso di me.
Appena si accorge della mia presenza si blocca.
“Bella!”
Per un attimo vedo addolcirsi i lineamenti del suo volto, ma è solo un momento.
“Edward? Che ci fai qui?”
Mi gira la testa, ma vederlo e averlo qui mi scalda l'anima come nulla può più fare al mondo, ormai.
“Dov'è Newton?” Mi guarda incazzato.
Ah, ecco. Mi pareva.
Lo guardo stupefatta. Non capisco a cosa pensi. E' teso. I suoi capelli sono ancora più incasinati del solito, ed è paonazzo.
“Bella. Rispondimi. Cos'è successo con Newton?” Mi afferra per un braccio.
Guardo quel gesto, mi da fastidio ma allo stesso tempo mi da piacere.
Ma non riesco bene a concentrarmi.
Inizio a vedere le cose intorno a me in maniera confusa, e sono lievemente inclinate.
“Edward. Dimmi cosa vuoi.”
E' solo in quel momento che Edward fa caso a Rose ed Emmett.
“Devo parlarti. Da solo.”
“Edward, dobbiamo portare Isabella a casa. Sono successe delle cose di cui tu non sei al corrente.”Interviene Rose.
A quella frase lui serra la mandibola e le sue narici si allargano lievemente.
Guarda prima lei poi me.
“Bella. Devo parlarti. Adesso.” Grugnisce.
“Si... d'accordo... parliamo... Edward...”
Tutta la stanza mi gira intorno e inizio a sentire le loro voci come se rimbombassero.
Edward mi mette due dita su un occhio... sulle palpebre... allargandomele... cosa vuole farmi?... una visita oculistica... adesso?... mi da fastidio... cerco con la mano di scansarlo ma non riesco a raggiungerla...
"Bella, cos'hai preso? Che cazzo ti sei fatta in quella stanza?!"
"Ed...ward..."
"Belllllaaaaaa..."
La sua voce è rallentata... e poi si fa buio... sempre più buio...

...

"Bella... Bella... riesci a sentirmi? Bella, ti prego svegliati!"
Sento degli schiaffetti sul viso.
Qualcuno mi sta schiaffeggiando.
Qualcuno mi sta schiaffeggiando?!
Non riesco a muovermi.
Non riesco a parlare.
Ma vorrei tanto che mi sentissero!
Io voglio parlare!
"Mmmmvvvfffannnnculo..."
"E' sveglia."
Oh... è Jasper.
"Nnnnmmmmgliod'mireee..."
"Bella, tesoro, apri gli occhi."
Rose.
Rose, sono stanca. Vai a casa. Chiamami domani.
"Rose, lascia fare a me."
Edward... 
Il mio cuore fa una capriola. 
Edward... baciamiiii...
"Bella, piccola, apri gli occhi. Ti prego, amore, svegliati. Guardami."
Amore...
"Mmmmprchènonmldicimaiii..."
Mi sta sollevando... vorrei tanto guardarlo...
Sento che sono tra le sue braccia...
Le sue carezze sono così dolci...
Oh, Edward...
"Edward..."
"Principessa, sono qui, apri gli occhi per me."
"Edward... nnmichiami più prpessa... nnsono più la tua prncipessa..."
"Si, piccola, si che lo sei. Sei la mia principessa, sarai sempre la mia principessa, ora apri gli occhi da brava."
"Nnno..."
Oh... si è acquietato... bene... posso dormire...
"Bella. Se non apri immediatamente gli occhi ti ammanetto e ti sculaccio." Mi sussurra in un orecchio.
Cosa?!
Oh no! Non dopo tutto quello che mi hai fatto passare stasera, mio caro!
Apro gli occhi a fatica mettendo a fuoco lentamente e la prima cosa che vedo sono i suoi bellissimi occhi chiari come il cielo che si innondano di sollievo.
E nella mia incoerenza da deprivazione da sonno mi innondo pure io, accidenti.
E non si chiama sollievo.
Ma non a sufficienza.
Mi strattono via da lui.
Almeno cerco.
Ma mi gira la testa e non ci riesco benissimo.
"Edward. Se non ricordo male tu mi hai detto che sono una testa di cazzo."
Lo vedo sorridere lievemente, ma poi sbuffa.
Sbuffa! Ha!
"Non ti ho detto che sei una testa di cazzo. Ho detto che... ho detto che hai un carattere del cazzo. E' diverso."
"Oh! Diversissimo, certo! Allora è tutto a posto!"
Stavolta sbuffo io.
Si passa una mano sul viso. Sembra stanco. O stufo. O tutt'e due. Bè, non sa quanto sia stufa io di questa situazione!
"Bella, ero preoccupato, dannazione. Sono preoccupato! Ti sei ficcata in un casino più grande di te e ora sei in pericolo."
Mi guardo intorno, e focalizzo solo ora gli altri presenti. Ci sono mia sorella, Emmet e Jasper. Tutti sembrano avere un'aria stanca. A parte Rose. Lei è perfetta come sempre. Fresca come una rosa. E' una cosa che ho sempre invidiato in lei.
Istintivamente mi metto una mano tra i capelli per sistemarli, e subito mi accorgo che sono in uno stato pietoso.
Perchè Edward deve sempre vedermi quando sono una schifezza?!
Poi realizzo che... non so dove mi trovo.
"Dove siamo? Che posto è questo?"
"Siamo in una panic room. A casa di tuo padre." Risponde Jasper prontamente.
"Cosa? Mio padre ha una panic room? E perchè? E come mai io non lo sapevo? Tu Rose lo sapevi?"
Mi guardo intorno e vedo che non ci sono finestre e tutto sembra fatto di plastica. C'è una piccola porta anch’essa di plastica, un'altra più grande di metallo e accanto un piccolo quadro elettrico con dei pulsanti, a lato c'è un piccolo monitor con altrettanta pulsantiera. Lo spazio è ristretto e oltre a questo letto singolo c'è un angolo dove ci sono diverse casse d'acqua e quelle che sembrano provviste.
"No, l'ho scoperto solo adesso." Mi risponde guardando Jasper.
"Abbiamo dovuto portarti qui, per via della scusa che ha detto Rose a Mike. Non potevamo rischiare di comportarci diversamente." Mi spiega Jasper.
"Diversamente da che? Aspetta. Trattieni il fiato perchè prima devo fare pipì."
"Bene." Risponde Jasper.
"Sono contenta che approvi," Rispondo sarcastica. "Ma parlo sul serio. Se non la faccio subito, me la farò addosso."
Jasper ed Edward ridacchiano.
"Bè?! Che c'è? Vi fa tanto ridere che debba fare pipì?"
Guardo storto Edward mentre mi risponde.
"No, Bella. E' che più pipì fai è meglio è. Il bagno è dietro quella porticina. Vai e poi ti spiegherò cos'è successo."
Non me lo faccio ripetere una seconda volta dato che lo stimolo è diventato insopportabile.
Apro la porticina e mi trovo dentro il gabinetto dei sette nani. Tutto minuscolo. Water, lavandino e box doccia. E tutto rigorosamente di plastica.
Mentre mi alzo il vestito per accucciarmi sul waterino li sento parlare.
"Hey! Mi sentite da lì?"
"Forte e chiaro." E' la voce di Jasper.
"Come forte e chiaro?! Io devo fare pipì! Non la posso fare se voi... se voi sentite il rumore!"
"Bella, non fare sul serio la principessa ora. Fai 'sta dannata pipì e torna qui."
Edward. E ti pare che non ne approfitti per rimarcare la mia leggerissima tendenza a comportarmi come il mio status sociale comanda?
"Ma non posso!" Mi lagno.
"Vengo a darti una mano?" Giro gli occhi al cielo alla voce di Edward. Me lo vedo che ghigna gongolando sul mio disagio. E lo so io dove vorrei la sua mano! Ma solo dopo aver liberato la mia vescica dolorante. Però non è detto che non possa rispondergli a tono.
"Oh, tesoro, non preoccuparti, la tua mano è completamente inservibile se non per passarla costantemente tra i tuoi capelli." Ironizzo con tono di sufficienza.
Non sento nessuna risposta di Edward. Ma me lo figuro perfettamente imbronciarsi e trattenersi per non divulgare particolari intimi ai presenti. Tuttavia sento perfettamente la risatina divertita di Rose. E la risata trattenuta a stento da Jasper.
Ma io ho il problema di fare pipì comunque, cavolo!
"Parlate tra di voi! Dite qualcosa, altrimenti facciamo notte!" Urlo.
"E' quasi mattina principessa. E noi non abbiamo niente di interessante da dire. Fai così: canta."
E' la voce di Edward. E' dietro la porta. Maledetto, non perde occasione per mettermi in imbarazzo. E siccome non li sento parlare e io devo pisciare assolutamente, mi metto a cantare.



"I'm siiiiiinging in the raiiiinnn," Inizio a bassa voce ma non è sufficiente a coprire il rumore, quindi la alzo, di parecchio.
"just siiiiiinging in the raiiiiin, what a glooooooorious feeling and I'm haaaaaaaaaaaaappy again" Oh si, molto moooolto felice, che sensazione meravigliosa liberarsi della pipì.
"I'm laughing at cloooooooooouds, so daaaaaaaaaaaark up aboooooooove, the sun's in my heaaaaaaaaaaaart and I'm reeeeeeeeeeady for looooooooove"
(trad. Sto cantando sotto la pioggia, proprio cantando sotto la pioggia, che sensazione magnifica e sono felice di nuovo. Sto ridendo alle nuvole, è così scuro lassù, il sole è nel mio cuore e sono pronta per l'amore.)
Ooooh. Ecco fatto. Sono rinata! E mi sento decisamente meglio.
Non mi accorgo subito delle grasse risate corali che sento.
Che sbruffoni.
Mi asciugo, mi lavo velocemente le mani e apro la porta di scatto.
"Sono felice di avervi intrattenuto! Buffoni."
Li vedo tutti e tre sdraiati sul lettino a reggersi la pancia dalle risate.
Per tutta risposta alzo il mento e metto le braccia conserte per darmi un contegno.
"Hahahahahahahah!!! Ottima scelta di brano! Molto calzante!" Ride Edward.
Mi vergogno come una ladra, ma la risata di Edward è un suono di violini alle mie orecchie.
Solo che non glielo direi nemmeno sotto tortura.
Tortura... mmmvabè. Lasciamo perdere.

"Ha-ha-ha. E' la prima cosa che mi è venuta in mente. E ho dovuto pensare in fretta dato che voi non avete voluto collaborare."
"Hahahahahaha!!! Credimi, è stato molto più divertente così. Ti adoro quando fai così. Sei fantastica."
E il mio cuore fa un doppio carpiato.
Edward mi si avvicina mentre parla e porta le sue mani sui miei fianchi.
Io lo guardo sorpresa per questa sua ennesima dichiarazione d'amore inconsapevole. E' una cosa che mi irrita e mi scalda il cuore contemporaneamente.
Me lo dirà mai apertamente?!
Però i suoi occhi brillano. Ed è così bello vederli così. Edward è stato durissimo con me per tutta la sera. E' stato orribile. Pensavo di non vedere più questo suo sguardo così pieno di cose non dette per me. Cose belle ovviamente. Quelle brutte non ha mancato di dirmele stasera.
"Uff!" Sbuffo un po' per i miei pensieri e un po' per trarmi d'impaccio.
Ma fortunatamente Jasper interviene.
"Bella, siediti. Dobbiamo parlare."
Noto la serietà del suo tono e faccio come dice. Subito Emmett mi lascia il suo posto sul lettino accanto a Rose.
"Edward non scherzava quando ha detto che sei in pericolo."
La curiosità in me lascia il posto alla preoccupazione.
"Perchè, cosa è accaduto? Non è successo nulla con Mike, non mi è sembrato strano. A parte quando è arrivato Demetri..."
Ripenso all'atteggiamento di Mike alla presenza di quell'uomo, e mi sovviene subito alla mente la sua postura assolutamente reverenziale. Mi vengono tuttora i brividi.
"Infatti." Prosegue. "Come sei ben consapevole, noi abbiamo sentito ogni cosa."
Il mio sguardo volge subito verso il braccialetto.
Che ora non è più al mio polso.
"Dov'è il braccialetto?" Gli chiedo.
"Lo abbiamo distrutto." Mi risponde Edward. "Il suo segnale è stato tracciato."
"Oh mio Dio! Da loro?!" Chiedo nervosamente.
"Si. Demetri deve aver sospettato qualcosa e noi abbiamo sentito delle interferenze quando tu eri già nella camera con Mike. Eric non ci ha messo molto per capire che c'era un altro congegno in ricezione nei paraggi, così mi ha avvertito e ho mandato Rose ed Emmett a prenderti con una scusa." Spiega Jasper.
"Oh... Allora pàpà sta bene? Non era vero che si è sentito male?" Chiedo a Rose.
"Papà sta benissimo non preoccuparti. E' nell'altra ala della villa a dormire. Non sa che siamo qui."
"Ma... allora come avete fatto a trovare questa panic room?" Chiedo frastornata.
Mi risponde subito Jasper.
"Rose e Emmett ti hanno portata qui in stato di incoscienza. Sei svenuta nella hall dell'albergo e sospettando che qualcuno potesse seguirti, abbiamo dovuto procedere con la scusa del malore di tuo padre."
"Ed era vero? Ci ha seguito qualcuno?" Chiedo spaventata.
"Si. C'è una macchina con due uomini che sorveglia l'ingresso della villa. Non è stato difficile individuarli. Nessuno passa la notte in macchina in questa zona. E la targa non corrisponde a quella di nessuno che lavori per tuo padre." Spiega Edward a denti stretti.
"E voi come avete fatto ad entrare senza essere visti da loro? E non mi avete ancora spiegato di questa stanza."
Ormai la mia bocca segue la raffica delle domande che si compongono nel mio cervello per rimettere insieme questo dannato puzzle.
"Lasciami finire Bella, ok?" Jasper chiarisce.
Gli rivolgo un breve cenno affermativo con il capo, e lui prosegue.
"E' stato facile entrare senza essere visti. A lato nord della proprietà c'è un piccolo passaggio abbandonato, è lo stesso che usò Edward per andarsene la prima volta che venne a... uhm... spiare tuo padre."
Oh... gli occhi verdi da gatto fuori dalla finestra. Ricordo ancora quella serata e la sera prima, quando la chiromante mi predisse che avrei incontrato l'amore.
Sorrido di quel ricordo e mi volto a guardare Edward che mi guarda incuriosito.
"Aspetta un attimo Jasper. Bella non sa niente-" Edward si rivolge a Jasper, il quale lo interrompe subito.
"Lo sa. Gliel'ho detto. E lei si ricorda di... uhm... te. Micetto." Aggiunge l'ultima parola con un ghigno.
Edward sembra non capire, ma arrossisce lievemente e mi guarda da sotto le folte ciglia.
"Accidenti! Fate capire qualcosa anche a me per favore?!" Rose interrompe sbuffando.
"Già. Ci stiamo perdendo in chiacchiere inutili. Dicevo, il passaggio è all'interno del parco e non è protetto nè spiato dato che non risulta dalla pianta pubblica della villa. Dev'essere stato fatto in tempi più remoti dell'attuale progetto. E' così che sono venuto a conoscenza della panic room. Tuo padre l'ha fatta installare ai tempi dei restauri della villa. E' fatta di un materiale plastico particolare, antisfondamento e antiricezione. Nessuno può sentirci da qua dentro, ed è l'unico posto in cui possiamo parlare in libertà. Sono certo che ora siamo tutti tracciati e spiati. Ognuno di noi si deve liberare del proprio cellulare. Ve ne procurerò io degli altri dal distretto. Non avremo altro modo di comunicare. Tu, Bella, dovrai rimanere qui."
"Qui dentro? Per quanto tempo?" Gli chiedo.
"Finchè non saremo sicuri del cessato pericolo." Mi chiarisce Jasper.
"Cosa?! No! Io non rimango in questa scatola! E quale pericolo?! Non mi è successo un bel niente finora!" Alzo la voce.
"Bella," Edward mi prende le mani nelle sue. Me ne accarezza dolcemente il dorso con i suoi pollici. E' un contatto che mi rassicura più di ogni cosa. E lo guardo più dolcemente. "Sei stata drogata. Ecco perchè prima eravamo felici che tu facessi pipì. Più berrai acqua, più farai pipì e prima lo stupefacente abbandonerà il tuo corpo."
"D-drogata? Quando? Come? Dove?" Tartaglio cercando la verità nei suoi occhi.
Ma Jasper riprende la parola.
"E' stato Demetri. Lo abbiamo sentito entrare nella vostra suite e-"
"Nella suite di Newton. Solo di Newton." Digrigna Edward.
Ora sono io che gli accarezzo le mani.
E non posso negare di provare sollievo della ritrovata inguaribile gelosia di Edward, che credevo perduta e che mi è mancata come l'aria. Ora che ce l'ho di nuovo è come se avessi la garanzia che ancora mi vuole.
"Si, d'accordo. Di Newton. Comunque, Demetri ti ha offerto una coppa di vino. Probabilmente la droga era diluita solo nel tuo bicchiere. Deve aver aggiunto un qualche derivato dello Stramonio, o un qualche tipo di sostanza che ti potesse mettere knock-out. Questo lo sapremo domani."
"Domani? Perchè? Siete riusciti a prendere il mio bicchiere?"
"No, ma ora ti preleverò del sangue  dal dito, basta una goccia e lo manderò subito in laboratorio per farlo analizzare. Avremo un'idea più precisa della sostanza che hai ingerito e del più rapido metodo di espulsione. O... se può aver provocato danni."
"Danni?! Che danni?!" Chiedo allarmata.
"Non lo sappiamo Bella. Quello che è certo che sei stata fuori combattimento per qualche ora. Ma potrebbe essere stato solo anche un potente sonnifero o sedativo. Nulla di che. Hai avuto per caso delle allucinazioni? Questo potrebbe restringere di molto il campo."
"No, non ho avuto allucinazioni." Mi sforzo di pensare ai fatti accaduti prima che perdessi conoscenza e non ricordo di aver visto cose strane.
"Ricordo solo che ho avuto un forte stato d'ansia e tachicardìa. Poi quando ho visto Edward, mi è aumentato il battito e... sono svenuta, a quanto pare. Come mai non sono caduta? Non mi sembra di avere lividi da nessuna parte."
Mi guardo rapidamente gambe e braccia, ma improvvisamente sono stretta tra le forti braccia di Edward.
"Non ti lascerei mai cadere, Bella. Non ti lascerò mai cadere." Sussurra e inala tra i miei capelli, mormorando qualcos'altro di indecifrabile.
Ricambio quell'abbraccio, che ora mi serve più che mai.
Mi stacco lentamente dal suo corpo accogliente e lo guardo.
"Ma... io non capisco... perchè Demetri mi ha drogata? A che scopo? Poteva farlo benissimo durante la cena. Perchè è salito con il solo proposito di... farmi addormentare?"
Preferisco dire così piuttosto che avvelenareIl solo pensiero mi fa gelare fin dentro le ossa.
"Jasper ha sentito la conversazione che hai avuto con Mike. Lui stava per rivelarti come ha fatto a scalare la Swan, ed è entrato giusto in tempo, il bastardo. Interrompendo il vostro idillio." I denti stretti di Edward che mi parla sembrano essere la costante della serata.
"Non essere sciocco. Non c'era nessun idillio. E lo sai. Ho dovuto fare appello a tutte le mie capacità per farlo rilassare e parlare!" Lo guardo torva.
E lui fa altrettanto.
Solo che lo sguardo cattivo di Edward ha la capacità di rendere inservibili le mie mutandine.
Solo che ooopss... oggi non le ho indossate.
Speriamo allora che non si vedano macchie di umidità sul vestito…
"Conosco bene le tue capacità. Quello che non so è cosa esattame-" Mi ringhia mostrando lievemente i denti.
E io vorrei che non ci fosse più nessuno in questa stanza a parte noi due.
E vorrei essere legata...
"Edward. Falla finita." Lo interrompe Jasper. "Quello che conta è che adesso sicuramente Demetri avrà detto a Mike che Bella aveva un comunicatore aperto. E Bella ora è esposta."
"Oh no! Allora il piano va in fumo!" Mi porto le mani tra i capelli.
Questo non ci voleva. Non so come altro fare.
Edward si alza di scatto e sgrana gli occhi come se io fossi pazza.
“Del piano ti preoccupi?! Bella, cazzo, è della tua incolumità che stiamo parlando!”
Ma il mio cervello è già in piena corsa verso il piano B.
Che ancora non ho, ma questo è un dettaglio.
"Un momento. Come fate ad essere sicuri che mi abbia scoperta? Non abbiamo prove che loro sappiano con certezza del braccialetto. Abbiamo solo fatto delle supposizioni. Demetri potrebbe tenere sotto controllo Mike, e ora me, solo per precauzione. Non è detto che si siano accorti che noi ci siamo accorti che loro... oh! Insomma! Quello che voglio dire è che potrebbe essere stata una precauzione e basta. E io sono libera di proseguire." Penso in fretta mentre parlo, cercando di aggrapparmi alla minima possibilità di proseguire con il piano.
"Non. Esiste." Edward risponde secco.
"Edward, tu non capisci-"
"No Bella. Non posso rischiare che tu ti esponga a questo dopo quello che ti ha fatto Demetri. Sei tu che non capisci. Demetri e la sua famiglia uccidono per molto meno. Oggi è stato un sonnifero e domani è una pallottola in fronte." Edward mi guarda gelido, ma dal lieve tremolio delle narici capisco che è più spaventato di me.
Oh Edward...
"Oh mio Dio! Bella, tesoro, non puoi permetterti di correre più rischi! Devi rimanere qui!" Si agita Rose.
Jasper però rimane in silenzio.
Devo approfittarne.
"Procuratemi un braccialetto identico al trasmettitore, ma questa volta con una pietra vera. Demetri me l'ha visto indosso più volte. Magari sospetta qualcosa, ma si insospettirebbe di più se non lo vedesse. Invece io domani andrò da Mike per proseguire con i preparativi delle nozze e lascerò accidentalmente il braccialetto da lui. Sono certa che lo esamineranno e quando vedranno che è un innocuo gioiello, cadranno tutti i sospetti." Sorrido del mio brillantissimo piano.
"Assolutamente no!" Tuona Edward irrigidendosi.
Jasper gli mette una mano sull'avambraccio ed Edward si volta a guardarlo.
"Potrebbe funzionare."
"No Jasper! E' troppo pericoloso, cazzo! Non avremmo nessuna possibilità di avere contatti con lei, e se anche solo facesse la più piccola mossa sbagliata la ritroveremmo in fondo alla baia!" Urla.
"Oh Edward! Non essere melodrammatico! Questo non è Il Padrino! Se vedo che qualcosa va storto mi defilerò! Non è che possano farmi sparire dopo l'annuncio del matrimonio dato a tutta la California! Sarebbe alquanto stupido, non ti pare? Ed è l'unico modo per salvare capra e cavoli." Cerco di convincerlo.
"Non mi piacciono i cavoli e la capra può andarsene a pascolare affanculo! Non se ne parla!" Abbaia.
"Sei il solito testardo! Il mio è un piano brillante! Ammettilo!"
Sono tesa con il corpo verso di lui e i pugni stretti lungo i fianchi.
"Mpft! Brillante! Non ci sono diamanti qui, principessa!" La sua postura è identica alla mia.
"E non chiamarmi principessa! Non hai fatto altro che ostacolarmi dall'inizio! Io faccio tutto questo per noi! Per poterci lasciare tutto alle spalle e vivere in serenità!"
"No, tu fai tutto questo per non perdere la tua ricchezza e la tua posizione sociale! Anche a costo della vita! Ma non capisci cosa succederebbe se... se... cazzo!!!"
Si lascia andare ad un gesto di frustrazione e ruggisce come un leone in gabbia.
E io sono offesa a morte.
"Bè, allora vaffanculo!" Urlo.
"Con i vaffanculi non risolvete niente! Piantatela tutti e due adesso! Bella, tu devi rimanere qui almeno finchè non ti procurerò un cellulare schermato e il braccialetto, poi ti potrai muovere come meglio riterrai. Noi adesso ce ne andiamo. Tu cerca di dormire, e tu Edward vatti a fare una doccia fredda."
Edward si volta verso di lui più incazzato che mai.
"Si! Ecco! Buona Idea!"
Poi si volta dalla parte opposta e marcia furioso verso la piccola porticina del bagnetto, ma prima che qualcuno possa aprire bocca lui ha gia sbattuto violentemente la porta alle sue spalle.
"Edward, che cazzo fai? Dobbiamo andarcene ora!" Urla Jasper verso la parete del bagno.
"FACCIO LA DOCCIA! ESATTAMENTE COME MI HAI SUGGERITO TU, COLLEGA! E NON VADO DA NESSUNA PARTE! IO RESTO QUI! CHIARO?!"
Jasper si volta dalla mia parte come per chiedere se la cosa è ok.
"Vai, Jasper. Anche voi Rose e Emmett, andate. E' tutto sotto controllo qui. Vi aspetto il prima possibile. Ma... che dirà papà se ci trova qui dentro?"
"Non preoccuparti, domani papà deve andare a Miami, e starà via due giorni. Non si accorgerà di nulla." Mi risponde Rose.
"Ok." Biascico.
Sono stanca e questa storia mi sta logorando i nervi.
Jasper apre una piccola borsa che prima non ho notato e ne estrae quello che sembra un kit medico. Alla mia espressione incuriosita procede a spiegare mentre si infila dei guanti in lattice.
“Devo prenderti una goccia di sangue per il laboratorio. Non ti farò alcun male.”
Annuisco e lui mi pizzica il polpastrello dell’indice sinistro con quella che sembra una biro di metallo.
“Ahio.” Mugugno.
E lui ghigna.
Poi deposita il prelievo tra due vetrini e li pone con molta cautela in una scatolina apposita evidentemente a quello scopo.
Mi succhio il dito che fa più male di quello che sembrerebbe, mentre lui ripone via il tutto, poi apre con un pulsante la porta di metallo e mi indica come fare per aprire e chiudere in caso di estrema necessità e si congeda.
Rimango sola a sentire lo scroscio dell'acqua nel bagnetto da camper.
"CHE CAZZO!!! NON RIESCO NEANCHE A GIRARMI IN QUESTA DOCCIA PER NANI DA GIARDINO!!!"
Ridacchio sentendo Edward imprecare a vanvera per qualsiasi cosa che gli capiti a tiro.
E' furioso.
E io lo amo così com'è.
Anche se mi fa incazzare da morire.
Non resisto alla curiosità e apro la porticina molto lentamente per sbirciare.
Vengo subito avvolta da una nuvola di vapore. Tutta la minuscola stanzettina ne è piena e lo specchio sopra il lavandino è completamente appannato.
Entro in punta di piedi badando a non fare rumore, che comunque è attutito dallo scorrere dell'acqua e dai grugniti di frustrazione che escono fuori dalla gola di Edward.
Riesco a intravederlo attraverso la parete di plastica trasparente dello stretto box doccia, irrigato di goccioline di condensa e avvolto dal vapore.
Ma lui è senza meno uno spettacolo degno di un porno. Un ottimo porno. Un porno da Oscar del porno.
Lo guardo da capo a piedi mentre prende una boccettina da un piccolo ripiano. Cerca di aprirla, ma i suoi gesti sono troppo nervosi perchè ci riesca senza fatica.
"Cazzo! Pure il bagnoschiuma di Cucciolo dei sette nani! Alla pesca! Puzzerò di frutta per tutta la giornata! Come una dannatissima ragazza!"
Riesce nell'impresa  titanica di aprire la boccetta e faccio una fatica bestiale per reprimere il risolino che preme tra le mie labbra per uscire.
Poi, però, lo vedo fermarsi ad annusarne il contenuto e chiude un attimo gli occhi. Ma subito li riapre contraendo le sopracciglia.
"Non è nemmeno il profumo di Bella." Borbotta.
E a me sta per scoppiare il cuore di tenerezza.
Voleva sentire il mio profumo...
Gli piace il mio profumo!
In questo momento svolazzerei leggiadra per tutte le stanze della villa circondata da uccellini festanti e cantando I sogni son desideri !
Invece rimango lì incollata alla parete accanto alla porticina con gli occhi ben fissi sullo spettacolo del dio ellenico nella sua doccia divina.
La sua minuscola doccina grandemente divina.
Lui inizia a massaggiarsi il corpo con gesti bruschi e affrettati.
Prima il torace, spalmando la schiuma con movimenti circolari.

...torace che graffio e afferro in preda alla mia frenesia...

poi le ascelle e le braccia... le sue tornite e forti braccia...
guardo rapita e con profonda invidia quella schiuma e quelle gocce che accarezzano la pelle disegnando e sottolineando le curve della sua muscolatura.

...braccia che mi sollevano e mi schiantano al muro...

Si insapona la schiena, cercando di arrivare in ogni punto raggiungibile.

...schiena che si inarca e si contrae sotto la forza delle sue spinte...

Si insapona le gambe... lunghe gambe affusolate e perfette.

...gambe che si insinuano tra le mie spingendo tra di esse per aprirmi a lui...

Si insapona le natiche sode... delimitando la curva del muscolo fino al fianco.

...natiche che si induriscono sotto le mie mani vogliose e mai sazie...

Si insapona davanti, rallentando i movimenti, percorrendo tutta la lunghezza dell'asta semieretta, avanti e indietro, inarcando il collo e respirando dalla bocca lievemente aperta in apprezzamento.

...pene che mi riempie... allargando... invadendo... accarezzando... colpendo... gioia... universo... esplosione...

"Big Bang..."
Esce dalle mie labbra in un sospiro tremante.
La mia mano è sotto al vestito, provvedendo a dare sollievo alla fonte del tremendo desiderio che mi sta sconvolgendo e divorando.
Ma lui mi sente e si volta a guardarmi attraverso le mille goccioline sulla superficie del pannello di plastica trasparente.
Non è sorpreso.
Non è arrabbiato.
Non è incuriosito.
E' pura, inadulterata, assoluta... voglia.
Non fermo la mia mano.
Non ferma la sua mano.
Si volta verso di me e lentamente si pone sotto il getto diretto dell'acqua che accarezza tutta la schiuma sul suo corpo portandola via con se.
Non muove di un millimetro lo sguardo incatenato al mio in mera lussuria.
Le gocce dell’acqua che scivolano sul suo viso perfetto, accarezzando fronte, zigomi, naso e le labbra rosse che ne rapiscono alcune.
Riesco a sentire il suo respiro oltre il rumore dell'acqua.
E' in sincrono con il mio.
Riesco a percepire la velocità del suo sangue che pompa in tutte le sue vene e i suoi capillari.
E' in sincrono con la mia.
Il suo cuore impazzito.
In sincrono con il mio.
Il suo cazzo è completamente eretto.
Pronto per me.
Chiude l'acqua portando la mano dietro alla sua schiena per raggiungere il piccolo miscelatore, apre il box e viene verso di me ignorando l'asciugamano.
E' ad un centimetro dal mio corpo.
Il vapore emanato dalla sua pelle calda e bagnata mi invade, rendendo il mio sottile vestito una seconda pelle di seta completamente aderente alla mia.
Non interrompe mai il contatto con i miei occhi, nemmeno per un istante, quando prende la mia mano che ancora lavora leggermente al centro della mia tortura infinita.
La muove sulla mia, poi la alza al suo viso.
E la sua bocca si chiude intorno alla punta delle mie due dita centrali, assaporandole, respirandole, accarezzandole con lingua esperta.
Le sue iridi si assottigliano intorno al buco nero ardente della sua pupilla che le divora.
La mia mente spazzata via dalla sensualità avvolgente che ora emana intorno a se.
La sua lingua si insinua nella mia bocca, chiedendo, pretendendo, comandando.
Le sue mani mi stringono a se, primitive, carnali, rudi.
La sua erezione schiacciata tra i nostri corpi vibranti.
Gemiti.
Respiri.
Movimenti.
E il mio vestito cade in un mucchio inerme ai miei piedi.
Le nostre bocche agganciate in una danza perfetta, in una battaglia senza vincitori, in un amplesso senza fine.
Sento le sue dita nella mia passera, esplorando, preparando.
La mia gamba si alza avvolgendo il suo fianco duro e maschile.
Un unico movimento ed è dentro di me.
Solleva la testa terminando il necessario, indispensabile contatto tra le nostre bocche, portandomi via il mare in tempesta dei suoi occhi.
Respira.
Forte.
Non si muove.
Contratto e immobile nella sua spinta dentro di me.
Mi invade.
Mi possiede.
Mi reclama.
"Tua..." Sospiro.
Il mare di nuovo a me.
La tempesta di nuovo mi divora.
Reclama con forza la mia bocca, in un grugnito che sembra il lamento di un animale ferito.
Spinge e arretra con forza ora, nell'antico movimento a cui fa tutto capo, da cui origina ogni cosa, in puro istinto.
Mi aggrappo a lui.
Lo afferro in ogni punto che posso.
Lo bacio in ogni punto che posso.
Lo respiro in ogni punto che posso.
Il mio corpo incontra ogni singola spinta.
Sbattendo, scivolando, contraendosi alla ricerca del supremo piacere.
Che solo lui mi può dare.
Solo lui mi potrà mai dare.
A cui solo lui avrà mai accesso.
E che solo lui infiamma.
"Solo tu..." Sospiro senza voce.
E lui mi stringe forte, aumentando la velocità e gemendo forte ad ogni spinta.
Mi afferra brutalmente per entrambe le gambe e mi ritrovo seduta in bilico sul bordo del piccolo lavandino che scricchiola violentemente sotto il peso dei colpi e che non reggerà tanto a lungo fissato su una parete di plastica.
Mi allarga le gambe fino a farmi male, penetrandomi in profondità inseguendo il suo piacere estremo.
Con una mano mi reggo ad un'estremità del lavandino e con l'altra lo attiro a forza a me per baciarlo, e sentirlo, e respirarlo, gemendo dentro la sua bocca.
Sento il suo pollice stimolare il mio clitoride rigido e gonfio, innescando la contrazione di tutti i muscoli del mio corpo.
Inizio ad irrigidirmi, le gambe si distendono, i piedi si inarcano, l'addome si contrae e una scossa sismica invade il mio corpo dalla testa ai piedi, impulsi impazziti attraversano il mio corpo a velocità luce dando vita alle mie urla di sfogo incontrollato.
Mi bacia divorandomi.
Le sue spinte si fanno sempre più veloci e sconnesse, la sua testa alta in cerca di respiro e la mandibola lievemente in fuori come fa sempre quando viene... prepotentemente... gloriosamente... in me... dentro di me... per me.
Strizza le palpebre mentre lo sento pulsare violentemente dentro di me, riempiendomi della sua linfa calda.
"Mia..." Sussurra in un soffio sul mio collo, mentre cerchiamo di riprendere il respiro regolare.
Ma non allenta la forte presa delle sue braccia.
Nè lo faccio io.
Un secondo dopo sono nel letto e lui è sopra di me.
Mi accarezza.
Mi guarda.
Mi adora.
Sento il suo pene riprendere coscienza della situazione.
E sorrido muovendomi sinuosamente per invogliarlo.
"Perchè non lo facciamo mai in un letto?" Gli domando pigramente tra i baci che ora mi distribuisce in ogni centimetro di pelle.
"Non lo so, ma non facciamo mai in tempo ad arrivarci." Porta il suo viso di fronte al mio. "Sei dispiaciuta?" Mi chiede incuriosito.
"No." Gioco con i suoi capelli e lui fa le fusa come un gatto.
E io mi sto bagnando di nuovo.
"Bella..." Chiude gli occhi e accarezza il mio naso con il suo.
"Si?..." Chiedo nell'estasi post-coito.
Mi guarda intensamente. Talmente intensamente che fa quasi male.
Io ti amo.
Ma non me lo dice con la bocca.
Sono i suoi occhi a parlare.
Ti amo anch'io.
Gli sorrido in risposta.
Il suo sorriso diventa abbagliante.
Sciocco.
E lui si imbroncia.
E io rido.
"Mi spieghi perchè non riusciamo mai ad avere una conversazione come tutti gli esseri umani?" Continuo a ridere.
Non mi importa che non abbia pronunciato le parole.
Me l'ha detto.
Alla grande.
"Mmmm..." Mi bacia il collo. "...preferisco che tu mi dica solo le parole che mi hai detto prima... mmmmh..."
"Oohhh... quali?... melodrammatico e… mmmhh… testardo?...AAAAARGH!”

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