Bpov
“Voglio dire che passerei tutta la vita... tutta la mia cazzo di vita... accanto... accanto a te”
Mi giro nel letto con i muscoli delle guance che mi fanno male dal sorriso che non accenna a diminuire da quando mi ha detto che vorrebbe stare tutta la vita con me.
Veramente ha detto –tutta la mia cazzo di vita- e se ci ha messo il cazzo di mezzo vuol dire due cose:
1) Era sincero. Edward impreca sempre quando è sincero.
2) Oh si… il suo cazzo e la sua vita… io li voglio tutti e due, per sempre.
Ora che ci penso non mi dolgono solo i muscoli delle guance… mi ha fatto venire di brutto… sebbene per mia mano… mmmm… è stato fantastico!
No. Decisamente non posso sposare Mike Newton.
Se non fosse altro che per il sesso telefonico come scala di misurazione, vediamo…
Phone sex Mike Newton: lo zero assoluto… l’azoto liquido -273 °C
Phone sex Edward Cullen: il sole! 5.507 ° C solo in superficie!!!
Devo decisamente sposare Edward Cullen.
Non posso mica morire di freddo.
*ringtone*
Daddy, daddy cool
Daddy, daddy cool
Favoloso.
Giornata di merda oggi.
Che le danze si aprano!
Allungo una mano sul comodino e afferro il cellulare.
Non può che scapparmi l’ennesimo sorriso nel ripensare a cosa mi è servito il cellulare stamattina.
Devo cercare una suoneria adatta ad Edward.
La suoneria che squilla ora però prosegue fastidiosamente.
Devo rispondere.
“Papà, buongiorno”
“Buongiorno piccolo mia! Oggi è il gran giorno!”
“Yeee.”
“Oh su, Bella! Mi pare avessimo già risolto. Ripensamenti?”
“Quanti ne vuoi?”
“Ok. Capito. Volevo solo accertarmi che… che tu fossi…”
“Che non fossi scappata con il mio amante su un cavallo bianco verso il tramonto?”
“Amante? Quale amante?!”
Edward Cullen, chi altri?
“Scherzavo, papà”
Mica tanto… l’idea di Edward e del cavallo mi solleticano parecchio… ma del cavallo posso benissimo farne a meno. Edward ha tutto quello che mi serve, compresa la parte più interessante del cavallo...
“Oh, bene. Allora? Tutto pronto per stasera?”
“Tutto pronto”
“Perfetto. Mando la limousine a prenderti alle 7 allora”
“Oh no, papà! Voglio venire con la mia macchina”
“Stai scherzando? Ci saranno fotografi e invitati illustri stasera. Ci sarà la crema del bel mondo di tutta la California, non posso assolutamente permetterti di venire da sola in macchina come una persona qualsiasi”
“Oh, Dio perdoni se mi possa sentire in qualche modo una donna normale!”
“Bella. Non mi piace il tuo atteggiamento di stamattina, sarà bene che ti rilassi e non pensi ad altro che a passare una gradevole serata. E farla passare anche a tutti noi”
E figuriamoci.
“Certo papà. Come vuoi”
“Ora va meglio. Ci vediamo lì allora”
“Ok”
-click-
Bene.
Mi si è spento il sorriso.
Ma oggi devo fare un mucchio di cose e la più importante è quella di parlare con Jasper.
Allungo di nuovo il braccio verso il comodino per prendere l’I-pad, devo controllare la lista degli appuntamenti.
Lo accendo e vado sull’agenda.
SPA: epilazione, massaggio, trattamenti alla pelle, parrucchiere, trucco, manicure, pedicure e… lavaggio del colon????
*tuuuuu*
*tuuuuu*
“Ufficio di Miss Swan. Desidera?”
“Jessica, mi spieghi perché sulla mia agenda c’è un lavaggio del colon?!”
La mia voce è salita vertiginosamente sull’ultima parte.
“Buongiorno Bella! Auguri! Oggi coroni il tuo sogno d’amore!”
“Ha ha ha. Spiritosa. Non ti perdere in sciocchezze inverosimili e spiega”
“Bè… è l’ultimo ritrovato del benessere. Ti mettono un tubo nell’ano e spruzzano dell’acqua termale cosicchè da avere perfettamente pulite anche le parti interne!”
“COSA?! STAI SCHERZANDO VERO?!”
“No no! E’ tutto vero! E’ l’ultimo ritrovato, pare che vada alla grande ultimamente”
“Per me può andare dove vuole, ma io mi fermerò decisamente al penultimo ritrovato! E nel mio culo solo una cosa può entrare, ce l’ho ben presente, appartiene ad una persona precisa, e non è certo un tubo che spruzza acqua termale!”
“Mmmm… oddio… somiglia ad un tubo comunque. E spruzza. Anche se non è proprio acqua termale. Ho sentito che ha un sacco di proteine però! Hahahahahaahahahah!”
“Jessica… ricordami ancora una volta perché ti ho assunto…”
“Perché sono una spada con il mio lavoro. E tu lo sai!”
“Lo so… lo so. Senti, facciamo che mi confermi tutti gli appuntamenti tranne quel lavaggio, ok?”
“Sicura?”
“Jessica”
“Ok ok. Scherzavo. E’ tutto?”
“Per ora si. Ci sentiamo più tardi”
“Ok. Bye!”
Ha! Un lavaggio del colon! Mi ci manca solo questo oggi.
Faccio per chiudere il congegno, quando gli occhi mi si posano sull’ultimo documento letto.
Oh si… SINNER.
Ieri sera mi sono addormentata dopo aver letto l’ultimo capitolo. Adoro questa fiction. E se non fossi innamorata di Edward cercherei uno come questo. Bello, figo, scopatore impenitente, con la mania del controllo e innamorato pazzo della sua bella. Lei lo sta facendo impazzire…
Ooohhh… ma certo!
Voglio prendere spunto dai suoi comportamenti, far finalmente capitolare Edward e fargli esprimere una volta per tutte i suoi sentimenti per me.
Magari è alla centrale stamattina.
Si. Mi vestirò un po’ più sexy, devo trovare l’abbilgiamento giusto… puttana, ma non in maniera evidente.
Ha! Perché? Gli altri giorni come ti sei vestita Isabella Swan?
Mmmm… prima di tutto, niente slip. Mi sento meglio quando non ho gli slip addosso. E poi non mi serviranno a niente alla SPA.
Ci vuole qualcosa di sexy ma comodo.
Ho il vestito giusto.
Chiaro, con spalline sottili, morbido e svolazzante.
E corto.
Oh! E sandali.
Tacco killer.
Si.
Ha! Comodo!
Mmmm… quanto vorrei avere anche un frustino…
E usarlo soprattutto se la signorina faccio-tutti-i-lavoretti-che-vuole-Kitty Cope non si leva subito di torno!
Con un ghigno determinato scelgo tutti gli abiti e accessori che mi servono e vado in doccia.
Dopotutto, oggi è giornata di combattimento.
Al momento non so ancora che avrei avuto ragione da vendere.
Voglio passare da Jasper al distretto prima, devo sapere se è tutto ok.
Entro di fretta nello stabile basso, nessuno all’accoglienza.
Imbocco una porta leterale che sembra dia negli uffici.
Vedo un trambusto di agenti che entrano ed escono dalle porte, cammino lentamente non sapendo bene dove andare, quando mi trovo davanti ad una coppia abbracciata.
Una coppia.
Sono stretti l’uno all’altra e sussurrano parole.
Ma quello che colgono le mie orecchie è chiaro.
“… come compagno. Ti voglio bene, Kat”
In un attimo mi va via tutta l’aria dai polmoni.
Il cuore mi cade in un abisso vuoto.
Edward la sta stringendo.
Le sussurra parole dolci.
Compagno…
Ti voglio bene…
Parole sbagliate.
Parole non destinate a me.
Parole che Edward non ha mai destinato a me.
Non sono per me…
“Edward…”
Si volta di scatto.
“Bella…”
Sono entrata nel suo mondo.
Non mi ha mai chiesto di farlo.
Non faccio parte del suo mondo.
Lei invece si.
Io sono sbagliata.
Non riesco a distogliere gli occhi dalle loro braccia che avvolgono e stringono.
E’ come un film dell’orrore, quando sai che non dovresti guardare, sai che l’immagine che vedrai tormenterà le tue notti, ma non puoi fare a meno di guardare. E’ un istinto creato dal cervello per permetterti di focalizzare e studiare il pericolo per costruirti una difesa adeguata.
Ma io non ho difese adeguate, non a questo.
E questa immagine tormenterà le mie notti.
Notti senza Edward?
No…
Mi rifiuto di pensare a questa possibilità.
Ma non posso neanche fare come se non fosse accaduto.
E’ una sensazione stranissima. Ho beccato Edward con due prostitute, non sono mai andata a fondo sulla loro… performance… ma so cosa stava facendo Edward. So che non era niente per lui. E ho deciso che non fosse niente per me. Sesso. Sesso senza conseguenze.
Posso combatterlo.
Ma questo…
Qui c’è amore, c’è amore nei loro gesti e nelle loro parole.
E fa mille volte più male.
Non posso combattere questo.
Non posso avere questo solo se lo voglio io.
Lui cerca di spiegarmi, ma la realtà delle cose è chiara.
E’ terrorizzato.
Vuole raggiungermi, toccarmi.
Non posso.
Non posso lasciarglielo fare.
Io devo difendermi.
Io devo.
Non riesco a pensare.
Il mio cervello non funziona adesso.
Devo difendermi.
Devo difendermi.
Mi ritrovo nel suo ufficio.
Sono nel suo mondo.
Un mondo che non conosco.
Un mondo a cui non appartengo.
Guardo cose, vedo oggetti, cerco di imprimere nella mia mente le cose dalle quali io sono esclusa.
Guardo lui.
Lui all’interno del suo mondo.
Forse io non sono neanche qui.
“Bella, ho parlato con Jasper”
Questo mi riporta drasticamente alla realtà.
Jasper. Io sono qui per vedere Jasper.
Cosa sa Edward di questa faccenda?
Gioco a fare la finta tonta, non funziona mai con lui, ma mi serve a prendere tempo.
Lo vedo perdersi per un attimo nei suoi pensieri.
E vedo la sua divisa tendersi, lì.
Ecco.
E’ così allora.
E’ quella donna.
Kat.
Che nome cretino.
Che stupida sono stata a credere di averlo, credere di poter possedere il suo cuore, di poter essere qualcosa di importante per lui. E’ ovvio che le cose importanti per lui sono altre, che c’è già una persona che possiede il suo cuore.
Mi sento stupida.
E d’un tratto mi sento ridicola in quest’abbigliamento scelto con il pensiero di lui in testa.
E sono senza mutande.
E mi sento nuda.
E mi sento male.
“Bella, sto messo così per te”
Certo, come no…
Non riesco a dire nulla, se apro bocca mi metterei a piangere come una bambina di due anni a cui è stato tolto l’orsacchiotto preferito.
Il mio orsacchiotto…
“Amore”
Amore.
Amore.
Amore?
Ha detto amore.
Ho sentito.
Non me lo sono immaginato.
No.
O si?
No.
Ho sentito.
Vero?
Cerco nei suoi occhi.
Mi sta dicendo qualcosa.
“… aspettami”
Ma io sento solo le sue mani sulle mie braccia.
Stringono.
Non capisco quello che dice.
Nella mia mente solo una parola.
A ripetizione.
Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore Amore…
Esce dalla stanza.
No!
Amore e se ne va?
Non può andare via!
Non dopo aver detto Amore!
Esco anche io, ma non lo vedo più.
Vedo la testa di qualcuno sbucare da una porta.
E’ quel collega di Edward, Eric, mi pare si chiami così.
“Bella! Psss!”
Sta sussurrando con tono alto a me.
Mi fa cenno di andare da lui.
Incuriosita, seguo il suo suggerimento.
Entro in una saletta.
E’ piena di attrezzature elettroniche e computer di ogni sorta.
Eric mi bacia le guance.
“Ciao. Ti ricordi di me?”
“Certo. Sei Eric, hai cantato per Edward alla festa”
“Oh si! Sono stato magnifico, vero?”
Sorrido.
“Si, veramente grandioso. Sei molto bravo”
“Già! Sono bravo in moltissime cose. Peccato che Edward non me le lasci dimostrare…”
Oh si… ricordo il grande interesse per Edward… e ricordo che pensai che non gli potevo dare torto.
Sono tutti innamorati di lui.
Donne e uomini.
Ma Eric, al contrario di quella smorfiosa della sua collega, mi è piaciuto subito, forse perché in fondo ho la certezza che Edward non considererebbe mai l’idea.
“Oh Eric, sono sicura che se Edward fosse… mmmm… diciamo…”
“Gay?”
Sono imbarazzata alla mia mancanza attuale di elasticità mentale, ma io non sono così e non voglio che lui pensi che ci sia qualcosa di male.
“Si, gay. Se lui fosse gay tu saresti il primo a cui penserebbe”
“Ohhh… tu dici?”
“Certo! Sei un bel ragazzo e si vede che… bè, lo tratteresti da re!”
“Oh si… lo tratterei da dio… perché lui è divino, mia cara. E tu lo sai bene da quanto ho sentito…”
Rido.
Non posso non essere contagiata dall’allegria che mi mette questo ragazzo.
“Così pare”
“Così è registrato!”
“Registrato? Che intendi?”
Mi prende il braccio e lo alza tra di noi.
Oh, il braccialetto. Mi ero scordata di averlo addosso. Anche ieri sera, dopo i primi momenti non ci ho fatto più caso…
“Oh cazzo! Trasmetteva! Trasmetteva tutto! A-avete sentito tutto! Avete sentito tutto?!”
“Si, certo. Le nostre attrezzature, nonostante le ridicole sovvenzioni dello Stato, funzionano alla perfezione. Cioè, IO so farle funzionare alla perfezione”
“Hey!”
Mi giro e c’è anche l’altra ragazza, Carmen.
“Oh scusami tesoro! Noi! Volevo dire noi!”
“Ah ecco!”
Guardo il loro battibecco come se fosse una cosa normale per loro sentire conversazioni private.
“Scusate se vi interrompo, posso sapere cosa esattamente avete… uhm… registrato?”
“Ma tutto, mia cara”
Eric sorride beato.
“Oh cazzo!”
“Abbiamo capito, abbiamo capito! Ecco… è proprio di quello che ti volevo parlare…”
“Come scusa?”
Questa conversazione sta diventando surreale.
“Vorrei farti sentire la registrazione, se ti va… a patto che…”
“A patto che?”
“A patto che mi spieghi in maniera grafica e dettagliata tutti i dettagli del… mmmm… diciamo… della parte anatomica più importante del nostro Tony!”
“Tony?”
“Te lo spiego dopo. Avanti ragazza. Sputa il rospo”
Non vorrà sapere mica com’è fatto il pene di Edward? Mi sarò sbagliata, devo aver capito male.
“Non ho capito”
“Tutto. Voglio sapere ogni vena, ogni pelo, orientamento dell’asta, forma del glande, colore, se è circonciso o meno, durata e tempi di ripresa”
Sorride compiaciuto.
E sembra stia parlando di un auto sportiva.
“Mmmm… Eric… non mi sembra il caso… queste sono cose private, magari potresti chiedere a lui…”
“Hahahahaha! E credi che non l’abbia fatto? Non mi dice niente quello sciocco ingrato! E io devo saperlo capisci? Magari non lo vedrò mai, forse, ma almeno saprò cosa sognare quando penso a lui mentre-“
“Ok! Ok! Non occorre che vai avanti. Non desidero avere quest’immagine nella mente per il resto della giornata. Già ne ho una che difficilmente scorderò, grazie”
Si fa serio ora.
Non che prima la sua richiesta lo fosse di meno, credo.
“Ti riferisci a Kate?”
“Come fai a saperlo?”
Credevo di essere sola quando li ho visti, ma ero troppo presa in quel momento per notare altri intorno a noi.
“Oh, per favore… io sono gli occhi e le orecchie di questo posto. Senza di me qui, nessuno saprebbe nulla di nessun altro”
“E staremmo tutti meglio” Aggiunge Carmen senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro.
Ma Eric la ignora e continua.
“Bella, non devi assolutamente preoccuparti del rapporto che c’è tra Edward e Kate, credimi”
“Certo, come no”
Mi prende sottobraccio come una vecchia amica.
“Senti, facciamo una cosa. Io ti faccio sentire tutta la registrazione. Non preoccuparti per noi, tanto abbiamo sentito tutto più volte. Tu non imbarazzarti, non ne hai proprio bisogno carina, quello che ti chiedo è di sentira tutta. Fino in fondo. Bè… intendo fino in fondo… al… vostro caldo incontro… e stai bene attenta alle parole, ok? Dopo però, devi esaudire assolutamente la mia richiesta”
Non capisco di cosa stia parlando. E’ un rapporto sessuale. Si sentiranno solo gemiti, grugniti e sospiri. Perché vuole che senta? Forse mi è sfuggito qualcosa.
E io detesto quando mi sfugge qualcosa.
Eric pensa sia importante.
“Ci sto”
Mi guarda sorpreso.
“Davvero?”
“Certo. Hai la mia parola. Risponderò ad ogni tua domanda”
“Oh gioia! Presto Champagne! Oggi saprò finalmente tutto del Sergente Cullen!”
“Eric… promettimi che non lo dirai a nessuno”
“HAHAHAHAHAHAAHAHAHAH!!!”
La risata fragorosa di Carmen riempie tutta la stanza.
Eric si volta verso di lei indignatissimo.
“Oh! Stronza! Per chi mi prendi?! Non sono così pettegolo! Non fino a questo punto! Ho una dignità da mantenere, io!”
“AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAA!!!”
Carmen sembra non respirare più dal gran ridere, vedo le lacrime spuntarle dagli occhi.
Mi giro verso Eric.
“Non le dare retta. E’ solo una vipera invidiosa del mio successo con uomini che non la degnerebbero di uno sguardo”
Carmen ancora ride di gusto, ma trova il modo di rispondergli.
“E ti credo! A quelli non piacciono patate, ma solo piselli!”
“Sono esseri intelligenti infatti!”
Dicendo questo Eric mi fa accomodare su una poltroncina e mi porge delle cuffie.
“Pronta?”
Mi sembra di essere davanti ad una console di un 747, vedo computer, marchingegni vari, pulsanti, lucine, tastiere, mouse, penne ottiche e roba che proprio non saprei definire.
Gli alzo i pollici dopo essermi messa le cuffie.
Parte la registrazione.
Inizia da quando torno al tavolo da Mike.
Si sente tutto alla perfezione.
Ogni sospiro.
Che strano… sentendo la registrazione di tutta la serata posso focalizzarmi sulle voci e sui toni delle persone. E’ come se si mettesse più a fuoco una sensazione. Riesco a sentire la rabbia di Edward al tavolo quando parla con Mike, sento che quando parla con me cambia tono, il colore della sua voce diventa più caldo, più carezzevole, più roco. Sento il suo imbarazzo quando si parla di sentimenti. E sento la sua preoccupazione quando mi parla di Demetri.
Sento ogni cosa, ogni sfumatura di lui.
E la mia voce registrata è veramente una schifezza.
Arrivo alla parte del cinema.
Sento movimenti. Tessuto su tessuto. Carezze su tessuto. Rumori di baci bagnati. E sento i suoi deliziosi gemiti. Non riesco a focalizzarmi su quello che dico o non dico io. Sento solo lui.
E ora sento caldo.
Vedo Eric Prendere altre cuffie ed inserire il jack. Deve aver capito che siamo arrivati alla parte hot.
So che non dovrei, non in questo momento e qui, ma sentirlo mi eccita da morire.
Guardo Eric per la prima volta con un chiaro segno di comprensione assoluta nel mio volto.
E lui sospira sognante.
Sento il rumore dei nostri corpi nella foga dell’amplesso.
Cazzo… voglio questa registrazione per quando sarò sola…
Forse finalmente mi deciderò a comprarmi un I-Pod, e non credo me lo toglierei più dalle orecchie.
“Oh Bella... Bella... io... ooohh... io...”
“Edwarrdddd... anch’io... anche... ooohhh... ioooo....”
“Mmmmmhhhhhhhh!!! MMHH!! MMHH!!! MMHHHH!!!!! MMMHHHHHHH!!!!”
“Ohhh!!! Bella!!! Siiii!!!! Ohhh siiii!!!!...”
“Oh Bella... Belllllaaaahh... ti amo.... ti amo...”
Ohmiodio.
Ohmiodio.
Ohmiodiomiodiomiodio.
L’ha detto.
L’ha detto!
Come cazzo ho fatto a non sentirlo in quel momento?! Come?! Ah, già! Ero troppo occupata a guardare il suo viso e a venire di nuovo come una lupa ululante in calore!
Quest’uomo mi fa perdere ogni barlume di lucidità.
Decisamente ho bisogno di registrare ogni conversazione con lui. Tutte.
Magari riuscirò a capire di più di quello che mi dice senza essere completamente annebbiata dalla sua sola presenza!
Rimango inebetita non so per quanto tempo.
Fissa davanti ai segni oscillatori dello schermo.
Vedo Eric spingere dei pulsanti e delicatamente mi toglie le cuffie.
Lo vedo appoggiarsi col sedere sulla scrivania ed incrociare le braccia.
“Allora?”
Non sono in grado di rispondergli.
Sono in stato catatonico.
Lo guardo e basta.
“Non te l’aveva mai detto, vero?”
Gli faccio cenno con la testa di no. Lentamente.
“Mpf! Tipico dei maschi etero”
“Non ci posso credere…”
La mia voce è solo un sottilissimo sussurro.
“Ecco perché ti ho detto che non ti devi preoccupare di Kate”
Alla menzione della troietta, mi risveglio come con un fastidioso schiocco di dita.
“Eric. Le ha detto che le vuole bene. L’ho sentito”
“E allora? Certo che le vuole bene. Tony è un ragazzo con dei gusti sessuali discutibili, ma ha un gran cuore, e vuole bene a tutti qui”
“Ah si? E vi abbraccia tutti in quel modo?”
“Bè, no. Di certo non lo fa con me. Forse perché sa bene che non si libererebbe mai più dal mio caldissimo abbraccio”
“Eric… cavolo… io…”
Mi passo le mani nei capelli in frustrazione.
“Senti, Bella. E’ un uomo! Gli uomini non parlano così facilmente d’amore. Ha detto a Kate che le vuol bene perché in realtà non le vuole quel tipo di bene. Non quello che vuole a te. Ma non l’hai sentito? Non hai sentito con quanta passione te l’ha detto?”
“Si, ho sentito. Ma può averlo detto perché in quel momento… bè… magari non era troppo lucido”
“Appunto! Non era lucido! Quindi ha potuto parlare con la parte più profonda, più vera di lui. Senza maschere, senza proteggersi”
“Proteggersi? Lui… vuole proteggersi da me? Perché?”
“Oh Bella… ma è ovvio. Ha paura. I sentimenti forti fanno sempre paura”
Mi guarda seriamente.
E ha perfettamente ragione.
E’ per questo che combattiamo fin dal giorno che ci siamo incontrati.
Abbiamo paura.
Paura di ferirci l’un l’altro. Paura di ferire noi stessi.
Quanto cazzo è difficile questa faccenda dell’amore!
Lo sapevo che dovevo stare alla larga dai sentimenti! L’ho sempre saputo! Ma no! Mi sono dovuta innamorare del ragazzo più cocciuto, più difficile e più… sexy del mondo…
“Bene!”
Vedo Eric strofinarsi le mani e prendere posto comodamente su una poltroncina.
“Tocca a te! Sono tutto orecchie!”
Oddio… la storia delle fattezze del pisello di Edward… bè, ho promesso.
“Dunque… devo dire che il… ehm… pene… di Edward è veramente-“
Un agente si affaccia alla porta della saletta, interrompendoci.
“Eric, c’è l’avvocato dell’uomo in stato di fermo. Lo stava aspettando, devi avvisarlo”
“Adesso?!”
“Si. Il Capo ha detto che questo tale va trattato con la massima importanza. Ti conviene non perdere tempo.
“Ma non adesso!! E perché io?”
Ma l’agente sparisce dalla vista.
Eric alza gli occhi al cielo.
“Oh, santo David Beckham in boxer attillati, perché mi fai questo?”
Interviene Carmen.
“Eric, David Beckham non è un santo. E non è neanche morto”
“Bè, gli altri santi non mi piacciono molto, non finchè non ce ne sia uno in boxer”
Si alza.
“Bella. Tesoro. Non credere di essertela scampata. Mi devi una descrizione accurata. Ricordatelo”
Gli sorrido.
“Eric, grazie. Grazie per quello che mi hai fatto sentire e ti ho dato la mia parola. Non mancherò”
“Sarà meglio. Ora torna di là, non vorrei che Edward si insospettisse. E non preoccuparti di nient’altro, capito?”
Si riferisce chiaramente a quella Kate.
“Ok”
Torno verso la stanza di Edward, ma mi fermo sulla porta quando vedo un uomo venire dalla mia parte.
E’ molto bello e molto elegante, mi sembra di conoscerlo… ma forse mi sbaglio.
Si avvicina a me.
Siamo di fronte ora e nessuno di noi due parla.
Mi osserva attentamente.
Molto attentamente.
Somiglia moltissimo ad Edward, ma ha una luce negli occhi particolare, una luce che vedo anche negli occhi di Edward, quando… quando…
“Lei è la mia ragazza, Bella”
Sento la voce di Edward che ora è vicino a me.
Ma non riesco a togliere gli occhi dagli occhi dello sconosciuto.
E come se mi sfuggisse qualcosa, un dettaglio importante.
E, come ho detto, detesto questo genere di cose.
“E’ un piacere fare la sua conoscenza, Bella. Edward mi ha parlato molto di lei, e devo dire che ha ragione, lei è un vero incanto”
E’ ipnotizzante. La sua voce è ipnotizzante.
Lui è ipnotizzante.
E’ pericoloso.
Si volta verso Edward, il quale lo guarda malissimo.
“Bella, aspettami nel mio ufficio”
Come se fossi rimasta sintonizzata sulla registrazione di prima, sento il tono del comando di Edward e… obbedisco.
Un minuto dopo entra anche lui.
Chiude la porta.
“Che cazzo era?!”
Ha i palmi rivolti verso l’alto e la sua espressione è tra il sorpreso, il confuso e l’arrabbiato.
Arrabbiato.
Lui.
Ha! Che faccia da culo!
“Scusa?”
“Mi-mi spieghi perché sei rimasta davanti a quel bellimbusto completamente imbambolata e senza parole?”
“E che avrei dovuto dirgli?”
“Non lo so! Qualcosa! E certamente non fissarlo in quel modo!”
Sbuffo e mi appoggio col sedere su una scrivania.
“Che modo? Di che parli?”
“Di che parlo?! Parlo di te che te lo stavi mangiando con gli occhi! Davanti a me!”
“Ha! Ma io non me lo stavo abbracciando e dicendo ti voglio bene micetto!”
“Cosa? Ma di che diavolo parli?!”
“Oh, hai una bella faccia tosta! Che fai, giochi a fare il finto tonto, adesso?”
Gira gli occhi al cielo e si avvicina.
“Mi pare che avessimo già chiarito!”
Mi avvicino anche io.
Sono stufa di sentirgli rimangiare le parole, e sono stufa di essere sempre a questo punto con lui.
Lo fisso per un istante.
“Si. Chiarito. Ora devo andare da Jasper. Se mi vuoi scusare”
Faccio per andare verso la porta.
Mi afferra per un braccio.
“Bella! Bella, aspetta un momento”
Guardo la sua mano sul mio braccio.
La toglie subito.
Si passa le mani sul viso.
E’ stanco.
“Scusami, è che è mattina, sono a pezzi e non… non ci sto capendo più niente con te”
Non ci posso credere.
“Tu non stai capendo più niente con me?! E io allora? Che dovrei dire? Fai sesso telefonico con me e dopo 30 secondi ti trovo tutto mani e sussurri su Kat-troia!”
“Kat-troia?”
“Si! Kat-troia! Non lo sa che sei innamorato di me? Non lo sa che non ha speranze a tentare di portare via l’uomo a me? E tu? A che gioco stai giocando? Te la tieni calda per quando le cose con me non andranno bene?”
Sgrana gli occhi.
“I-innamorato di te?”
La sua voce si fa incerta.
Non so se essere più addolorata per la mancata risposta o più incazzata per questo giochino del cazzo.
“Certo. Innamorato di me. Innamoratissimo di me! Tutti si innamorano di me. Persino quell’uomo di prima, che credi? Mi sbaglio?”
Si guarda intorno aprendo e chiudendo la bocca. Sembra un pesce che sta per soffocare.
“Certo che ti sbagli!”
Oh Dio…
Oh mio Dio…
Eric aveva torto.
Io avevo torto.
E avevo ragione di aver torto, prima.
O il contrario, ora sono troppo confusa.
Lo guardo cercando di capire.
Mi guarda confuso.
Sentiamo una voce al di la della porta.
“Bella! E’ un uomo! Non è nel suo DNA parlare di sentimenti! Te l’ho detto!”
E’ la voce di Eric.
Edward si precipta alla porta e la apre di scatto.
“Ah!”
Eric cade in avanti e posso vedere almeno 5 o 6 persone sbrigarsi a prendere una posizione qualsiasi che non sia quella di stare attaccati con le orecchie alla porta.
“Andate subito via o vi faccio revocare tutte le licenze fino a Pasqua dell’anno prossimo!”
Vedo disperdersi la piccola folla e sento qualcuno mormorare “E’ Sergente da tre giorni e già si comporta peggio del Capo”
Richiude la porta a chiave e si volta verso di me.
“Bella, ora basta. Sto impazzendo e non ti sto capendo”
“Non c’è proprio niente da capire, mi sembra. Sei stato chiarissimo. Hai detto che non mi ami. Ok. Tanto basta. Mi sono sbagliata”
Non voglio piangere davanti a lui, devo mantenere la mia linea di difesa… altrimenti crollo.
“Cosa?! Io non ho mai detto che non ti amo!”
“Hai detto che mi sbaglio. Quindi, non mi ami”
“Non è vero! Non l’ho detto! Cazzo! Non ti ho neanche detto che ti amo!”
Il mio cuore salta un battito.
Ma non riesco a capire se in direzione di accelerazione o della morte.
“Si invece!”
Mi faccio più vicina.
“E-e quando l’ho detto?”
“Oh! Questa poi! Non ricordi neanche una cosa così importante? Bè, allora vuol dire che non lo era!”
Sono incazzatissima.
“Certo che lo era! Voglio dire… se l’ho detto, lo era…”
“SE?!”
“Oh Bella! Ti prego! Non riesco a stare dietro a quello che dici, mi vuoi spiegare? Sto diventando pazzo!”
“Se ti decidessi a concentrare tutte le energie su di me e non a dividerti tra me e la troietta, forse riusciresti a gestirti un po’ meglio! Com’è che a lei riesci a dire che la ami e a me no?”
La voce mi si spezza nel finale.
Oh no, perché ho detto questo? Ora non riuscirò a trattenere il pianto, mi conosco.
“Io non ho mai detto a Kat-“
“E smettila di chiamarla come se fosse la tua gattina!”
“Si chiama così! E smettila di interrompermi!”
Siamo ad un centimetro e io cerco di tenergli testa.
“Non me ne fraga un cazzo di come si chiama! Tu non la chiami!”
Vedo comparire il suo ghigno maledetto.
Oh no… non ora…
“Ah si?... E perché non dovrei?... è una mia amica, e la chiamo come voglio…”
“Non se vuoi rivedermi!”
“Oh… vuoi l’esclusiva… bene. Anche io”
“Ma di che parli? Io non vado a flirtare in giro con tutti gli uomini che mi capitano a tiro!”
“Mpf! Questa è l’affermazione del secolo! Vuoi che ti faccia l’elenco di tutti gli stronzi che ti sbavano dietro e a cui tu fai le moine?”
Abbasso la voce e divento minacciosa.
“Vuoi che ti faccia un’accurata descrizione dei segni di rossetto che ho visto intorno al tuo cazzo l’altra sera?”
Chiude gli occhi.
L’ho colpito.
E sapessi quanto questo ha colpito me, Cullen.
“Bella… mi… mi dispiace per quello che è successo, lo sai”
“Non me l’hai mai detto, però. Non mi dici mai nulla… ho dovuto sentire su una fottuta registrazione che… che mi ami…”
Si ferma di colpo.
“Hai sentito la registrazione?”
“Si. Me l’ha fatta sentire prima Eric”
Lo vedo scervellarsi nel tentativo di capire.
Si avvicina di più, i nostri corpi si toccano ormai.
“Io ho sentito quella registrazione… non ho detto che ti amo…”
“Oh si, invece”
“Si?”
“Si”
Mi guarda la bocca.
“E tu?”
“Io cosa?”
“Tu… mi ami?”
Certo! Demente! Si che ti amo! Con tutta l’anima! Ma tu sei troppo pieno di te per capirlo!
“Non saprei… perché non provi a sentire al registrazione? Perché non fai come me e cerchi di capire da altre fonti quello che provi per me?”
“Voglio saperlo adesso. Dimmelo ora. Lo voglio leggere sulle tue labbra”
La sua voce è una carezza.
Il bastardo sa benissimo come comportarsi con me, e sa benissimo dove arrivano le sue parole, il suo tono, il suo tocco, il suo sguardo.
E io lo distolgo lo sguardo.
Se lo guardo negli occhi ho chiuso. Mi metterei in ginocchio e mi avvinghierei alla sua gamba come una cagna.
“Scordatelo”
Mi accarezza le braccia.
Avvicina la sua bocca al mio collo, sotto l’orecchio, in quel punto che… cazzo… ci deve essere un nervo che lo collega direttamente alla passera! Giuro che me lo faccio recidere!
Sento la scrivania dietro di me e lui che preme.
Una delle mani mi avvolge la schiena.
L’altra scivola sulla mia coscia.
La sua lingua disegna sottili cerchi sul mio collo.
Il suo respiro giunge caldo al mio orecchio.
“Mmmmh… Bella… dimmelo…”
Cerco di mantenere un contegno.
Ma che cazzo mi viene in mente… che vada affanculo il contegno….
Avvolgo una gamba sulla sua, strusciando e stringendo.
Le mie mani camminano sul suo busto per poi cingersi attorno al collo e fra i capelli.
“Nohhh… prima tuuuhhh…”
Sento le sue mani farsi più forti, più decise.
Cercano… ma… non trovano…
“Mmmmm… Bella… dove… dove sono gli slip?...”
Gli succhio il lobo dell’orecchio mentre lui continua a baciarmi e mordicchiarmi il collo.
“Oohhh… te lo dico… se prima… mmmmhhh… mi dici… quello che mi devi dire…”
Con espertissima e collaudatissima mano si avvicina lentamente alla meta.
E….
“Oohhhh! Edward… siii…”
Mi accarezza delicatamente ma tanto basta per farmi girare gli occhi indietro.
Ormai sono appolipata completamente a lui.
Dovrebbero chiamare una squadra di rugby per tirarmi via.
“Oh siiii… i rugbistiiii…”
Sento la sua mano fermarsi.
Si sposta dal mio viso.
“Quali rugbisti?”
Gli afferro la mano e la riporto al lavoro.
“Mmmmm… passero… non fermarti…”
Ma lui non collabora.
“Isabella. Stai pensando ai giocatori di rugby?”
“Oh… sciocco… certo che no…”
Oh si!
Cerca di allontanarsi da me, ma la mia stretta non lo lascia distanziare.
“Bella, dimmi a chi stavi pensando”
“Dimmi prima quello che voglio sapere…”
“Dimmelo prima tu”
“Uff! I fratelli Bergamasco! Loro me lo direbbero che mi amano! In tandem!”
Faccio la scocciata ma le mie gambe non mollano la presa.
“Cosa?! Loro non ti amerebbero affatto! Ti scoperebbero! Certo! Ma nessuno ti potrebbe amare come-“
Cazzo! Non avevo letto da qualche parte che gli uomini sono meno lucidi con un’erezione in corso?! C’era quasi! Accidenti!
“Come chiiii???”
Faccio camminare le mie dita sul quel torace degno di Apollo, per arrivare a disegnare i contorni della sua bocca… quella bocca che ora sento l’impellenza di dover per forza baciare. E succhiare. E leccare. E mordere.
Mi lecco le labbra in anticipazione.
Lui si avvicina.
Si muove ondeggiando su di me e arriva ad un millimetro dalle mie labbra in trepida attesa.
“Principessa… se non mi dici quello che voglio sentire… non avrai il dolce oggi per colazione…”
Oh si, invece.
Pianto il mio piede sandalato e altamente taccato sul suo petto e lo spingo via più delicatamente che posso.
“Ma davvero?... Sergente… se non mi dici… quello che voglio sentire IO … tu…”
Mi sistemo meglio sulla scrivania, tenendo sempre il piede su di lui e… divaricando le mie gambe in tutta la loro faticosamente sudata ampiezza.
“… puoi scordartela!”
Sorrido al massimo della malizia possibile guardando un uomo completamente mesmerizzato da una fica.
Oddio… mica una fica qualsiasi. La mia fica. Che, per inciso, è fichissima.
E’ imbambolato.
E completamente fermo.
Uomini…
Devo svegliarlo in qualche modo.
Porto la mia mano lì.
Giusto per accarezzare un po’.
Lo vedo dischiudere la bocca.
Sento il suo respiro diventare irregolare.
E quando vedo il nero delle sue pupille è già tardi.
Si avventa su di me e mi bacia con forza.
Riesco a malapena a districare la mia mano dall’intreccio che sono ora i nostri corpi.
E’ tutto mani, baci, morsi e respiri mentre si slaccia frettolosamente i pantaloni.
“Ohh...”
Tira un gran respiro mentre finalmente libera il suo delizioso tronco della felicità dalla gabbia che devono essere stati i suoi pantaloni.
Me lo ritrovo tra le labbra -non della bocca ma della passera- a massaggiare e a bagnarsi del mio già sovrabbondante lubrificante.
Le mie gambe lo avvolgono di nuovo e le sue mani prepotenti tirano giù il corpetto leggero del mio vestito.
“Non credere di aver vinto principessa...”
“Oooohhhh... io.... vinco sempre....”
“Non con me... ma... aaahhh... accetto richieste...”
“Mmmmm... richiedo ufficialmente....una visita formale... mmmm... del suo manganello... signore...”
“Oh... la principessa... mmmm... vuole il mio manganello?... mmmm?”
“Siiii... è un ordine Sergente... oooohhhh...”
Succhia e lecca la mia bocca, il mio collo, le mie orecchie, i miei capezzoli, mentre continua la sua tortura.
Ma se crede di vincere si sbaglia di grosso.
“E’ un’ordine, eh?... ma... vostra altezza... il mio manganello è molto richiesto... aaahhh... non so se riuscirò a farglielo avere a breve...”
“Lei crede?...”
Gli sorrido in modo inequivocabile mentre porto la mia mano sopra il suo adorabile strumento di tortura.
Lo premo contro di me.
Lo accarezzo.
Con il pollice distribuisco il suo presperma su tutta la cappella con piccoli movimenti circolari.
“Aaahhh! Bella...”
“Allora... Sergente?... Crede di riuscire a trovare... un buco... per me?...”
Succhio sul suo collo.
Voglio marchiarlo.
Cerco di rimanere in controllo, ma non so quanto durerò.
Vedo il rossore sul suo viso.
Sento il calore irradiare dal suo corpo.
Il suo respiro mi avvolge e mi culla portandomi dritta a...
“Un buco?... Oh... principessa... credo proprio di averlo trovato...”
Si posiziona al mio ingresso.
Chiudo gli occhi e respiro affannosamente in attesa di quello che so già essere un meraviglioso incipit per un orgasmo sconvolgente.
Aspetto.
Respiro.
Aspetto.
Respiro.
Aspetto...
“Edward?...”
Apro gli occhi e quello che vedo è il viso di Lucifero bellissimo angelo trasformato nel re dei demoni.
“Dimmelo”
Cerco di sporgermi verso di lui nella vana speranza di risucchiare l’ambito premio nel mio girone personale della lussuria.
Ma lui si muove quel tanto che basta perchè la sua punta rimanga fissa alle porte del mio inferno.
Che ora sta bruciando.
Non posso afferrarglielo. Ce l’ha già in mano lui.
“Bella. Dimmelo. Adesso.”
Non se ne parla, tesoro.
“Oh... d’accordo... se non vuoi... bè... mi arrangerò...”
E l’occhio mi va lì, così come la mia mano fulminea.
Mi piego quel tanto che basta per raggiungere i suoi pantaloni semicalati e raggiungerlo.
Il Manganello.
Lo sfilo facilmente.
Poi mi faccio più indietro sulla scrivania.
Lui è stupefatto.
Guardami ora, amore mio....
“Che fai?”
“Uhm... è la tua scrivania, questa?”
“Si...”
“Bene...”
Senza distogliere neanche per un millisecondo il contatto visivo, afferro il manganello e... lo lecco.
Dall’impugnatura alla punta.
Una lunga, lenta, larga leccata.
“Mmmmhhh...”
Gemo per dare manforte a quello che so che sarà materiale per le sue future mattine di manovra in solitaria.
“Mmmmhhhh...”
Il suo gemito in risposta è in realtà un lamento.
Ma è troppo preso dalla vista di me che faccio un ciucciotto al suo manganello per fare qualsiasi movimento.
Lo succhio esattamente come se fosse il suo pisello, che ora si ta muovendo per conto suo chiedendo un po’ di attenzione.
Non contenta, mi sdraio lentamente continuando a succhiare e leccare il bastone di pelle nera.
Con una mano raggiungo la mia passera in fiamme e le mie dita aprono le labbra.
Oh si... Lui non perde di vista nemmeno un gesto...
Mi tiro fuori dalla bocca il manganello con un sonoro risucchio e lo posiziono lì.
Sento il suo respiro farsi corto, gli occhi diventano impossibilmente neri e la sua mano va in trance verso la sua asta che sembra stia per esplodere da un momento all’altro.
Lo infilo. Piano piano.
Non tutto ovviamente.
Mi arriverebbe in gola.
“Ooooh... siiii... manganello... quanto ti amoooo...”
Ed è qui che vedo Edward risvegliarsi dall’ipnosi.
Era ora.
Afferra il manganello –quello vero, non il suo- tirandolo via.
Anche la mia passera lo lascia con un sonoro risucchio.
Metto su il mio infallibile broncino.
Ma la mia passera mette su il suo più gran sorriso mentre il suo pistone mi penetra con grande facilità.
“Bella... oh Bella... sei... aahhhh... una strega...”
Ho gambe e braccia libere di avvinghiarsi completamente a lui.
Tutto il mio corpo lo accoglie.
“Oooohhh... Edwaaaarrrdddd...”
“Strega... aaahhh... strega... stttrrregaahhhh... meriti... di... andare... aaahhh... fuocoo...”
Mi pompa furiosamente.
Affonda le sue mani ovunque possa stringere.
Cosce. Chiappe. Fianchi. Tette.
Tutto. Tutto quello che non può raggiungere con la bocca.
Le sue spinte si fanno potenti.
Il rumore della nostra pelle che sbatte dà il delizioso ritmo ai nostri respiri affannati e alla… scrivania!
“Edward… ooohh… Edward… la scri-va-niaaahhh…”
La sua risposta arriva nell’afferrarmi saldamente per i fianchi spingendoli verso di se ad ogni affondo.
La scrivania si muove comunque.
Gli oggetti cadono a terra.
Si odono solo rumori di quel forsennato ritmo.
SDREGNH SDREGNH SDREGNH – scrivania
SCIAFF SCIAFF SCIAFF – pelle contro pelle
Sono in estasi completa, impalata dall’uomo più bello è più sexy che su cui gli storici possano puntare il dito ed eleggere all’unanimità.
Ed è mio.
Mio.
“Mio... mio… miooooohhhhh…”
Sembro una gatta in calore.
No, sono una gatta in calore.
“Vado a fuoco… vado a fuoco…”
Lo guardo mentre è perso, completamente travolto, completamente fuori controllo.
Grugnisce ad ogni colpo.
Ed ogni grugnito, ogni gemito, ogni sospiro puntano dritti verso il mio orgasmo che sta per
“Esplodeeeereeeeeee… ooohhh… ohhhhh… oooohhhhhhh!!!”
Mi afferra per le spalle e mi tira verso di lui.
“Oh… principessa… zitta… zitta… devi stare zittaaa… ahhhh”
“MMMMMMMHHHH!!”
Mi trovo la sua lingua in bocca.
Mi zittisce.
Perché impazzisco quando mi lega o mi zittisce?...
La nostra posizione è assurda.
Lui contninua la sua marcia verso la vittoria certa.
Eeeeeee io vengo in un mare di liquidi gemendo forte nella sua bocca.
Il mio orgasmo accende il suo.
I suoi colpi si fanno erratici, scomposti, lunghi.
La sua bocca lascia la mia per affondare sulla mia spalla.
Grugnisce e morde mentre viene dentro di me.
I nostri movimenti rallentano gradualmente.
Mi stringe più forte e i nostri respiri si fanno più pesanti.
Mi appoggia dolcemente di nuovo con la schiena sulla scrivania.
Cerca appoggio con le braccia, ma tremano per lo sforzo.
Lo prendo con dolcezza e lo appoggio a me.
Ha il viso appoggiato sulla mia spalla, è rivolto verso il mio.
Ci guardiamo negli occhi molto a lungo in attesa di regolare il respiro.
E’ ancora dentro di me. Non si muove.
“Vorrei che rimanessi sempre dentro di me”
Mi sorride.
E’ un sorriso dolce, tenero.
Poi sposta lo sguardo verso il mio seno nudo.
Mi guarda negli occhi mentre avvicina una mano al capezzolo e con il medio lo stuzzica causando uno spasmo nel mio corpo ancora percorso dal recente orgasmo.
E il mio spasmo causa la sua uscita.
Ridacchia.
Ridacchia come un bambino che ne ha appena combinata una.
Si alza.
“Prendo i cleenex”
Senza spostarsi molto, afferra il box di fazzoletti sull’altra scrivania. Quella che è sopravvissuta al terremoto.
“Abbiamo rovesciato tutto”
La mia voce esce roca, mentre mi tiro su con i gomiti e osservo le conseguenze dello tsunami.
Perché io certamente ho prodotto uno tsunami.
“Ti avrò sporcato la scrivania”
Non mi risponde mentre prende a pulirmi meticolosamente tra le cosce.
Lo guardo mentre svolge il suo compito molto seriamente.
Ha le mani delicate.
Quanti Edward conosco ormai… ma di tutti questo è l’unico che mi sembra senza alcuna maschera o difesa.
Io lo amo.
Lo amo da morire.
Gli fermo la mano.
“Edward”
Alza gli occhi ai miei.
“Edward… sono nel tuo mondo adesso?...”
E lui non si fa pregare.
Mi prende tra le sue braccia.
“Oh Bella… sei tu il mio mondo… tu”
Mi guarda negli occhi e poi mi prende il viso.
Ci baciamo dolcemente, appassionatamente, spostando i nostri visi a vicenda e intervallando i nostri baci per guardarci negli occhi, per farci promesse con gli occhi, e i nostri baci sono la nostra dichiarazione d’amore.
Mi fa impazzire come bacia.
Le sue labbra prendono sempre possesso delle mie, la sua lingua accarezza e avvolge, le sue mani raggiungono il mio viso e lo accarezzano.
Lo sento gemere mentre mi bacia.
Lo fa sempre.
Si stacca da me.
“Dobbiamo andare” sussurra.
“Oh cavolo!”
Accidenti! Mi ero dimenticata di tutti gli impegni che ho oggi.
“Oh Edward, quando voglio parlare con te va a sempre a finire che invece sco-“
Ma lui mi mette un dito sulle labbra.
“Facciamo l’amore”
Mi accarezza le labbra liberandole.
“Facciamo l’amore?...”
La mia voce sottilissima.
Annuisce lentamente.
Nei suoi occhi penetranti c’è tutta la verità che cerco.
Amore.
Mi risistemo il vestito e afferro la borsetta.
“Devo scappare, adesso, ma il discorso lo riprendiamo, intesi Cullen?”
Sorride mentre alzando le braccia indica il suo polso.
Oh! Intende il mio polso… il braccialetto…
Oh cazzo…
***
n.d.a. Ringrazio tantissimo Francies Cullen, creatrice di meravigliosi lavori sulle foto. Attingo sempre dal suo archivio, di cui ha creato una sezione speciale per il Manganello. Grazie Fra!