Bpov (la giornata di Bella prima del Vultur)
Non è possibile.
Cosa accidenti è successo in questi ultimi giorni?
Com’è potuta cambiare tanto la mia vita?
Perchè mi sento come se prima fossi stata padrona del mondo e ora non avessi più niente?
Sono seduta al grande tavolo da pranzo di casa mia.
Ho raccolto la sedia caduta sul pavimento mentre... Edward... mi reclamava, mi possedeva. Ciecamente. Disperatamente. Come se non potesse averne mai abbastanza. Come un affamato che si trova davanti ad un banchetto. Come un uomo che si sta aggrappando all’ultima possibilità di sopravvivere.
Dio mio.
Perchè non ha visto, non ha sentito, che per me è la stessa cosa?
Perchè non sente quanto io abbia bisogno di lui?
Giro e rigiro il foglietto tra le mie mani.
Leggo e rileggo quelle maledette righe.
Lo sguardo mi si sposta di qualche millimetro, focalizzando il tavolo.
La luce della grande finestra colpisce il legno lucido, evidenziando le impronte lasciate dalle nostre mani, dai nostri corpi, dalla nostra furia di possederci, di vincere, di essere, di avere.
Non è possibile che ogni volta che ci tocchiamo, che ci combattiamo, che ci... amiamo, poi esploda una reazione a catena incontrollabile.
Tutto questo deve finire.
E io so come farlo finire.
Mi preparo meticolosamente e con grande determinazione.
Scelgo con cura i miei abiti, il mio make-up, la mia pettinatura.
Ma non per le marche o per la sofisticatezza dei prodotti.
No.
E’ un’armatura.
Mi serve.
Oggi devo combattere.
E mi serve tutto l’aiuto possibile.
Questa volta vestiti, ricchezza, istruzione, non servono a me stessa o a mettermi in luce.
Servono per perdere.
Perdere tutto quello che ho per... lui.
Devo agire con calma.
Devo pianificare.
Devo capire.
Devo crescere.
Sono davanti al palazzo Swan Industries Inc.
Guardo in alto.
E’ infinito.
Non mi ero mai accorta di quanto fosse grande.
Raccolgo la mia determinazione ed entro.
Saluto cordialmente gli impiegati alla reception.
Vado dritta al 78° piano.
“Angela”
“Oh, buongiorno Miss Swan”
“Devo vedere mio padre. Subito”
Mi guarda per un attimo interdetta.
“Ehm… Mr. Swan è in riunione adesso, lo avvertirò il prima possibile. Se intanto si vuole accomodare”
Sta scherzando.
“Angela, non sono uno degli impiegati di mio padre o qualcuno venuto da chissà dove a caccia di affari con lui. Devo vederlo. Adesso”
“Ma Miss Swan, ora non posso disturbarlo. Le assicuro che a riunione finita sarò felice di chiamarlo”
“No. Adesso.”
Non aspetto la risposta e vado come un fulmine verso la doppia porta della sala riunioni.
Angela affannata dietro di me.
“Miss Swan! Si fermi!”
Spalanco la porta su un infinito tavolo rettangolare ospitante tutto il Consiglio d’Amministrazione.
Mio padre ad un capo del tavolo.
Metto su il mio sorriso più smagliante.
Stando attenta a non far vedere i canini avvelenati.
“Padre!”
“Bella?”
“Mr. Swan! Ho cercato di fermarla-“
“Va bene, va bene Angela, non si preoccupi”
Angela richiude la porta ritirandosi.
“Buongiorno a tutti! Come state? Mi dovete assolutissimamente scusare, ma devo rubarvi per un minutino il mio adorato padre!”
Sono bravissima a fare la figlia viziata e stupida.
Anni e anni di pratica di sopravvivenza in mezzo alle belve.
Infatti scateno sorrisi, saluti e un po’ di relax.
“Bella, ma che-“
“Oh, su papino, non ci vorrà più di un minuto. Per favore?”
Sbatto le ciglia e lo prendo per mano, trascinandolo letteralmente fuori dalla sala verso il suo ufficio.
Chiudo la porta dietro a me.
Lascio fuori dalla potra la Bella civettuola e faccio accomodare la Bella determinata.
“Siediti papà”
Prende posto alla sua scrivania, confuso.
Tiro fuori dalla borsa il foglietto.
“Cos’è questo?”
Cerco di rimanere calma mentre glielo porgo.
Legge.
Aggrotta le sopracciglia.
“Chi è Edward?”
Ops.
“Uhm… lascia stare Edward. Non è per questo che sono qui. Mi vuoi spiegare che significa fidanzamento ufficiale?”
Non sono più tanto calma.
“Bella. Ne abbiamo già parlato mi sembra”
“No! Tu ne hai parlato! Io ho costantemente rifiutato!”
“E’ l’unica soluzione possibile, lo sai”
“Soluzione a che? Davvero mi vuoi vedere sposata a quel… quell’essere molliccio e senza spina dorsale?”
“Michael è un’ottima scelta per te. Le nostre famiglie sono unite da sempre. I nostri affari sono intersecati in più settori”
“Affari?! Papà! Qui si tratta della mia vita! Io non voglio essere sposata ad un uomo che non stimo, che non mi piace minimamente e che non è niente per me, se non il figlio del tuo socio! Non durerebbe neanche 24 ore!”
“Bella. Non vedo altra scelta.”
“Ma… io non voglio scegliere! E soprattutto non lui! Spiegami perché mi devo sposare per forza! Siamo nel XXI secolo! Io sono una donna indipendente, sono ricca, posso fare quello che voglio e l’ultima cosa che voglio ora è sposare Mike Newton!”
“Isabella, ascoltami… siediti per favore”
O-oh…
Mi siedo continuando ancora a non capire dove voglia arrivare.
Sospira e mi guarda dritto negli occhi.
Raramente l’ho visto così.
E sento un brividino corrermi lungo la schiena.
No. Non va bene. Allarme rosso.
“Le cose non sono così come appaiono”
“Che vuoi dire?”
“Bella, il matrimonio con Newton… ci serve”
“Non capisco”
“Come ho detto prima, i nostri affari sono uniti in più settori e i Newton sono persone che conosciamo da sempre. Le… cose… ultimamente, non vanno benissimo”
Oh no.
“Spiegati”
“Non voglio entrare nei dettagli, ma… la crisi ha colpito anche noi. E’ un po’ di tempo ormai che abbiamo parecchi settori in perdita. Sono perdite grosse, tangibili, che mi porteranno a riconsiderare tutte le branche delle nostre attività. Ci saranno chiusure, licenziamenti in massa, vertenze… abbiamo bisogno di tutti gli agganci possibili, compresi quelli politici”
Non posso credere alle mie orecchie.
Non ho mai pensato che la crisi potesse toccare anche noi.
Che stupida, è un pensiero veramente idiota. La crisi tocca chiunque e le perdite sono esponenziali per le grandi aziende. Lo so bene. Ho lauree e master che mi hanno insegnato questo.
Ma non noi…
Ho sempre assunto che fossimo inattaccabili, al di sopra di qualsiasi andamento del mercato azionario.
“Vu-… vuoi dire che siamo alla bancarotta?”
La mia voce è calma e aspirata.
“No, per fortuna no. Ma… un legame di tipo… parentale con i Newton renderebbe le cose più semplici. Costituiremmo una forza davvero inattaccabile e potremmo fronteggiare tempi che si prevedono anche peggiori di questo”
“Sei sicuro di quello che dici?”
“Bella, abbiamo analisti e report su report che lo confermano. Ho le mani legate. Detesto vedere che… tu ti debba sacrificare… non impazzisco neanche io per Michael, ma ora sarebbe l’unica soluzione per fronteggiare questa situazione… e la catastrofe”
L’unica soluzione… catastrofe… licenziamenti in massa… o mio Dio.
“Papà, ci deve essere un altro modo… non puoi stringere un accordo, seppure temporaneo con i Newton? Qualcosa che ti garantisca… che ci garantisca la sopravvivenza, senza dover ricorrere alla chiusura dei settori?”
“Ci ho provato, credimi. Il fatto è che… ecco… i Newton l’hanno posta come condizione”
“Cosa?”
“Il matrimonio”
“COSA?!”
Omiodio… mi sembra di essere catapultata in un’operetta del XIX secolo!
“No! Non è possibile! Vuoi dire che… che comunque non ho scelta?! O sposo Mike Newton oppure… andiamo falliti?!”
“In poche parole, si.”
“Non ci posso credere… papà! E questi sarebbero quelli che vanti come tuoi amici?! Questo è un ricatto!”
“Bella, non vederla in questo modo. Unioni del genere si fanno ovunque, e a dispetto di quello che pensi, succede ancora oggi”
“Ma non a me! Io… io non posso farlo, papà! Non posso! Non ora che…”
Edward…
Sono in trappola.
Non ho scelta.
Non ho speranze.
Mi porto le mani nei capelli. Non mi frega un cazzo di come sembrerò dopo questa… riunione che sembra aver tracciato tutto il corso del mio futuro.
“Michael ha chiesto espressamente a me il permesso di sposarti. Dapprima, pensavo che volesse stringere un accordo con il matrimonio, e pensavo, dato che tua sorella è la primogenita, che volesse sposare lei. Invece vuole te”
“Ha! Ne sono certa! Mike mi sbava addosso da sempre! Non gli sarà parso vero di poter finalmente mettere le sue luride grinfie su di me! Legalmente! Benefici e accessori compresi!”
“Isabella. Bella… ti prego. Non fare così. Le cose poi si sistemeranno per il meglio. Sono sicuro che andrà bene. Ti abituerai. Non dovrai vivere diversamente da come sei abituata ora. Lo faccio per il bene di tutti”
Mi sento soffocare.
No che non mi abituerò.
Si che voglio vivere diversamente da come sono abituata.
Si… ora che Edward…
Mi raddrizzo sulla sedia.
C’è ancora qualcosa che devo chiarire.
“Papà, cosa è successo esattamente con i Cullen?”
Mi guarda sorpreso.
“Cosa centrano i Cullen adesso?”
“Te li ricordi, almeno?”
Sto facendo la paternale a mio padre, quando io non sono certo meglio di lui nel dimenticare le persone che non mi servono.
Per la prima volta in vita mia sento un senso di fastidio. Fastidio con me stessa.
“Naturalmente… cosa vuoi sapere?”
“Ogni cosa.”
“Carlisle Cullen era un mio consociato, aveva un’impresa piuttosto grande specializzata in meccanica aerocivile e navale. Non è andata bene, purtroppo”
Mi guarda dal basso.
Sta mentendo.
“E’ tutto?”
“Si… più o meno”
“Che ne è stato di lui?”
“Mmmm… so che ha avuto dei problemi di salute… poveretto. Ma io l’ho aiutato con una più che ottima rendita”
“Mmm. Capisco”
Devo saperne di più.
Ma mi serve di agire ora. Subito.
Guardo il mio costosissimo cronografo Cartier 17 rubini, e me lo vorrei strappare via di dosso.
“Devo andare ora. Ma questa discussione non è finita”
“Bella...”
“Ci sentiamo”
Esco a passo svelto dall’ufficio ignorando lo sguardo perplesso di Angela.
Scendo a piedi al piano inferiore.
Lì c’è il mio ufficio.
L’ufficio che finora mi è servito solo per le stronzate.
“Jessica”
Sobbalza sulla sedia e fa cadere la limetta per le unghie. Non posso biasimarla.
“Miss Swan…”
“Vieni nel mio ufficio. Porta l’I pad”
Vado dritta verso la scrivania, mi tolgo la giacca, mi rimbocco le maniche della camicetta e accendo il mio laptop.
“Eccomi, Miss Swan”
“Chiudi la porta”
Esegue e si siede di fronte alla mia scrivania, pronta. Bene.
“Mi serve immediatamente che mi mandi su Aro e Felix. Poi tra un’ora precisa voglio Ben e Tyler. Trovami i report dell’andamento aziendale degli ultimi 6 mesi”
“Ma… ci vorrà una giornata per metterli insieme”
“Ti do 20 minuti. Poi mi serve l’incartamento Cullen”
“Cullen?”
“Si, lo potrai trovare tra le ditte consociate chiuse. Credo tra lo scorso anno e quello prima”
“Miss Swan… ho bisogno di più tempo, questo tipo di ricerca richiede personale e tempo”
“Io non ho tempo! Jessica… scusami… non intendevo essere dura con te. Ti prego… è prioritario su tutto. Ti prego…”
Mi guarda confusa, ma capisce. Jessica è sveglia, è una fannullona… come me. Ma quando mi è servito qualcosa non mi ha mai deluso.
“D’accordo, Miss Swan. Volo”
Lascio andare un sospiro di sollievo, e le sorrido.
“Grazie, è importante per me”
“Oh, bè… vorrà dire che mi divertirò a mettere sottosopra tutto il dipartimento archivio”
Mi strizza l’occhio e se ne va.
Bzzzzz
“I Dottori Aro e Felix sono qui, Miss Swan”
“Grazie Jessica, falli accomodare”
Aro e Felix sono gli avvocati in capo dello squadrone alle dipendenze degli Swan. Sono due squali. Non è mai corso buon sangue tra loro e gli avvocati dei Newton. Sono stata a troppe feste e l’ho sentito troppe volte, sia in conversazioni casuali che non.
Sono ciò che mi servono in questo momento.
Entrano e si accomodano di fronte a me. Sono vestiti di nero e grigio. Come due avvoltoi. Molto calzante.
“Miss Swan, a che dobbiamo l’onore di questa riunione?”
Aro è il più anziano e il più subdolo tra i due. Mi parla con un falsissimo sorriso di circostanza.
“Grazie per aver risposto così in fretta al mio invito. Vi ho chiamato perché ho bisogno di sapere esattamente tutti i dettagli degli accordi tra noi e i Newton. Voglio sapere persino del più piccolo cavillo legale riguardo a quanto siamo legati e… fin dove si possono spingere”
Si scambiano uno sguardo velocissimo.
“Miss Swan… Isabella, posso chiamarla così?”
“E’ il mio nome, si”
“Isabella, tutti gli accordi e i contratti firmati tra gli Swan e i Newton, sono, fortunatamente nero su bianco, ma… non capiamo dove voglia arrivare. Se lei ci fornisse qualche altra informazione, noi potremmo-“
“Aro, posso chiamarla così, si? Sarò franca con voi. So quanto non vi piacciano i Newton e i loro avvocati. So che siete in questa compagnia da sempre. So che vendereste vostra madre per vincere una qualsivoglia causa o contesa che riguardi noi e loro. Sono convintissima che tra le nostre famiglie non sia stato tutto così scorrevole come afferma mio padre. Sono allo scoperto davanti a voi, e vi dico questo: voglio trovare qualsiasi cosa che possa mettere i Newton con le palle dentro una morsa”
Mi guardano in silenzio per qualche secondo.
“Oh.”
“Avremo tutti da guadagnare se riusciamo in questo. E ci potremo levare dalle spalle i Newton una volta per sempre”
“Bene”
Il sorriso di Aro si allarga. E’ diabolico.
Felix accenna una piccola curva al labbro superiore sinistro. Suppongo che questo sia per lui l’espressione della massima felicità.
“Saremo… deliziati di fornirle tutte le informazioni richieste, Isabella. Suppongo nel più breve tempo possibile?”
“Supponga anche immediatamente. Non ho tempo purtroppo. Ogni minuto potrebbe essere decisivo”
“Bene. Togliamo il disturbo allora. A prestissimo, mia cara”
“Grazie Aro. Felix”
Stringo la mano ai due vampiri che si prestano a banchettare con le loro prede.
Fanno venire i brividi. Speriamo che li facciano venire pure ai Newton.
Bzzzzz
“Miss Swan, Ben e Tyler dell’ufficio contabile sono qui”
“Falli passare, grazie Jessica”
Ben e Tyler sono i capo analisti degli uffici contabili. Sono due nerd che impazziscono per le cifre. Scommetterei che vengono quando i calcoli gli ritornano al centesimo.
“Ben, Tyler! Salve ragazzi! Grazie di aver accolto la mia richiesta così presto. Suppongo che Jessica vi abbia fornito il materiale su cui lavorare”
“Buongiorno Miss Swan. Si, abbiamo tutti i report che ci servono, ma… esattamente la ricerca a cosa punta?”
“Sarò concisa: devo trovare esattamente le intersezioni tra i punti in perdita degli Swan e quelli in guadagno dei Newton. Sono certissima che esistono.”
“Bè, non sarà poi così difficile… ultimamente ce ne sono parecchi, e i dati sono tutti già elaborati, non dobbiamo far altro che chiedere nuovi report sulle intersezioni”
“Splendido! Oltre a questo mi servono anche i conti veri e propri. Mi dovrete fornire i registri. Pensate di riuscirci entro, diciamo, metà pomeriggio?”
“Certo, Miss Swan. Possiamo chiedere perché dobbiamo presentare i conti a lei e non al Consiglio d’Amministrazione mensile?”
“Temo che se vogliamo che ci siano altri consigli mensili di amministrazione, i conti li dovrete produrre direttamente a me”
Li ho spaventati.
Meglio.
“Oh! Ok… bene, ci mettiamo subito all’opera, meglio non perdere tempo”
“Ecco, avete afferrato il punto. Grazie ragazzi”
Passo tutto il pomeriggio, tra resoconti, grafici, tabelle e numeri.
Sono stanchissima.
E sto perdendo le speranze.
Sposto lo sguardo a lato della mia scrivania, dove Jessica ha deposto il faldone “Cullen”.
Lo apro e comincio a scorrere cartelle su cartelle.
Ma la mia attenzione si concentra su un report particolare.
Io ho già visto questo report.
Noto gli incrementi dell’azienda Swan corrispondere esattamente ai decrementi della Cullen.
Cazzo...
Sposto in maniera confusa le altre carte sul tavolo.
Finchè lo trovo.
Gli incrementi Newton e i decrementi Swan.
I report sono pressochè identici.
O mio Dio.
Mio padre ha corrotto l’azienda Cullen su vari settori e in più punti nell’arco di un anno, a beneficio della nostra.
I Newton stanno corrompendo nello stesso modo la nostra azienda.
Sta succedendo la stessa cosa, solo su larga scala.
Com’è possibile che i Cullen non se ne siano accorti?
E com’è possibile che... mio padre sia rimasto vittima della sua stessa stategia?
Erano amici... si sono fidati. Non c’è altra spiegazione.
Così come sta succedendo a noi.
Mio padre ha fiducia nei Newton.
E i Newton ci stanno scalando!
“Jessica, sei ancora lì?”
La chiamo dall’interfono.
“Si, Miss Swan”
“Chiama Aro e Felix e digli di venire domattina nel mio ufficio alle 9,00 precise”
“D’accordo Miss Swan”
“Dopo puoi andare. E Jessica?”
“Si?”
“Grazie, mi sei stata molto preziosa oggi.”
“Oh, grazie Miss Swan! Buona serata”
“Anche a te”
Percorro la litoranea diretta verso casa di Edward. Devo dirglielo. Non mi importa nulla che a mio padre piaccia o no. Lui deve sapere. E deve sapere che io prima non sapevo e ora so.
Oh Cristo!
E’ un casino senza fine e non so se questo potrà risolvere niente tra me e lui, ma... io devo farlo.
Corro verso la casa e suono ripetutamente.
Mi apre Jasper, credo di ricordare si chiami così.
“Bella”
Mi apre Jasper, credo di ricordare si chiami così.
“Bella”
“Jasper, vero? Edward è in casa?”
“Vieni, entra. No, non c’è. Mi ha lasciato un messaggio dicendomi che andava al Vultur con...”
Ha un’aria sofferta, mentre mi invita a sedermi.
Mi guardo intorno e il cuore mi sobbalza a vedere quel divano, quel muro, il corridoio che va verso la sua camera.
“Bella, posso parlarti un momento? A cuore aperto?”
“Jasper, so già quello che vuoi dirmi. Senti, io non ho, nè ho mai avuto, l’intenzione di fare del male ad Edward, io-“
Sogghigna.
“Ora capisco perchè Ed diventa pazzo con te”
“Diventa pazzo?”
“E’ quello che vorrei spiegarti. O almeno tentavo di fare prima che tu... bè... non mi hai neanche fatto cominciare”
Ride.
Jasper è molto bello e guardarlo mi da un senso di serenità. Riesco a capire perchè lui ed Edward siano amici. Bè, non ho molta esperienza in amicizia, ma credo che siano cose che si sentono. E io sento che c’è affetto tra loro. Lo percepisco.
“Ti chiedo scusa... è che... lo so che non mi credi ma io tengo davvero a lui”
Mi guarda negli occhi.
Che strano... hanno la stessa intensità di quelli di Edward. Una sincerità e una trasparenza che io non credo di aver mai conosciuto. Mi sento quasi a disagio. Mi sento... esposta, ma non indifesa. Io voglio che loro mi guardino dentro, che Edward mi guardi dentro.
“Bella, quello che voglio dirti è che Edward in questo momento è un po’… diciamo un po’ preso da… te. Non è sua abitudine avere… mmmfff… quello che voglio dire è che…. Edward non si è mai trovato nella situazione in cui si trova adesso. E’ confuso, è combattuto, ma… non vuole farti del male”
Mi accascio sul divano e mi prendo i capelli.
“Jasper, non è lui che sta facendo del male a me. Edward è la cosa più bella, più importante, più significativa che mi sia mai capitata. Oggi ho scoperto delle cose importanti, cose che ci legano, almeno legano le nostre famiglie. Ho bisogno di chiarirmi con lui”
“Parli dell’azienda di suo padre, vero?”
Alzo lo sguardo di scatto.
“Tu sai?”
“Si, certo. Edward ne uscì sconvolto. Una volta sono dovuto andare a prenderlo a casa di tuo padre. C’era un ricevimento e lui voleva fare una piazzata. Per fortuna sono riuscita a fermarlo. Credo che in qualche modo si sia intrufolato però. Ma fortunatamente non successe nulla”
“Non ricordo di quell’episodio, quando è successo?”
“Più o meno un anno e mezzo fa. Successivamente mi ha raccontato di avere visto due ragazze da una finestra del retro, che parlavano di quanto detestassero stare lì e stare al gioco di alcuni tipi…”
“O mio Dio”
“Eri tu, vero? Una di quelle ragazze eri tu…”
“Mi… mi ricordo di quella sera… era una delle tante volte che papà cercava di farmi accompagnare a Mike… o mio Dio…il gatto…”
Sono sopraffatta da quel ricordo assurdo.
“Dai Bella, facciamoci leggere la mano!”
“Oh, che sciocchezza, Rose! Lo sai che non credo minimamente a queste cose!”
“Bè, tanto meglio, no? Così se sono cose brutte te ne freghi!”
Avevamo bevuto un po’ e passeggiavamo nella parte artistica della città.
“Uff! Ok!”
“Venite, belle ragazze, venite!”
C’era una vecchia con i capelli azzurri con carte di ogni genere e una sfera di vetro. Ha!
Mi accomodo nella seggiolina davanti al suo minuscolo tavolino.
“Dammi la mano sinistra mia cara”
Gliela porgo con un po’ di riluttanza. Non credo a nulla di queste cose, certo. Però…
“Uhm… cosa vuoi sapere?”
“Glielo dico io! Vuole sapere quando incontrerà il grande amore della sua vita!”
“Rose!”
“Il grande amore… ma qui è chiaro, tesoro. Domani”
“Do- domani?! Non si chiama Mike Newton, vero?!”
“Oh… questo non lo so… io vedo occhi verdi… come quelli di un gatto… e vedo un amore che vi travolgerà… vedo anche sofferenza… ma vedo tanto tanto amore… aspetta… vedo… oggetti… specchi… un bastone nero… manette… documenti… Non sarai nei guai con la polizia, mia cara?”
“Come?! Certo che no!”
Ritraggo immediatamente la mano.
“Oh… ma tu sarai nei guai con la polizia… bellissimi guai…”
“Rooose… andiamo via…”
Rose paga la veggente.
Stiamo per andarcene quando la sento di nuovo.
“Isabella”
Mi volto inorridita. Ma no… deve averlo sentito dire da Rose… ma… Rose non mi chiama mai così…
“S-si?”
“Dona il tuo amore. Sarai felice, dopo”
Mi volto di nuovo lentamente mentre riprendiamo a camminare.
Rose se la rideva e canticchiava.
“Allora! Domani incontrerai il grande amore! Dobbiamo festeggiare!”
Non riuscivo a dire nulla. Ero troppo impressionata. Bere. Si. Un drink.
“Il gatto?”
Il gatto. Quegli occhi hanno invaso i miei sogni per molto tempo…
“Scusa… lascia stare… voglio dire…”
Lo guardo dritto negli occhi.
“Io credo di averlo visto quella sera, fuori dalla finestra”
Eravamo in procinto di fare il grandioso ingresso alla festa, quando io deviai improvvisamente verso il salone sul retro della casa.
“Bella, dove vai?”
“Non mi va di stare qui, me ne vado”
Ci avviciniamo al finestrone sul giardino. Potrei andare via da qui, magari nessuno lo noterebbe.
“Smettila di rendere sempre le cose così difficili! Non puoi andartene ora Bella!”
“Ah no? Quanto scommettiamo?”
“E’ la festa in onore di papà, tutti si aspettano di vedere anche noi due”
“Non mi frega un cazzo di chi si aspettano di vedere questi pomposi leccaculo! Io non voglio stare qui tutta la sera a farmi sbavare addosso da quel mollusco di Mike Newton!”
“Bellaaaaa, ragiona! Non vorrai lasciarmi qui tutta sola no? E poi chi prenderà a calci nel sedere Royce se ci prova con me?”
“Mpf... d’accordo... lo sai che a te non riesco a dire di no...”
“Dai andiamo...”
Per un attimo vedo uno scintillio.
E li vedo.
Sono occhi verdi.
Occhi da gatto.
“Era lui! Lui era lì!”
“Non mi ha detto di essere stato visto”
“Ma io l’ho visto! Oh, Jasper! E’ lui! L’uomo dagli occhi verdi, come quelli di un gatto! La vecchietta inquietante aveva ragione!”
Gli salto addosso abbracciandolo.
“Quale vecchietta?”
“Oh, non importa! Non importa adesso”
Mi stacco da lui ma lascio le mie mani sulle sue braccia.
“Jasper, lo so che quello che sto per dirti ti sembrerà assurdo, ma… io lo amo”
“Ma io lo sapevo già”
“Cosa?”
“Bella, Edward mi racconta tutto”
Divento rossa. Forse viola.
“Non preoccuparti, non tutto… tutto, ma so di quello che è successo tra voi e so di come si sente lui”
“E… come si sente?”
Ti prego, ti prego, ti prego. Non dirmi che sta male.
“Non sta a me dire queste cose Bella. Dovete chiarirvi tra voi.”
“Hai ragione. Hai assolutamente ragione. Devo parlargli. Devo dirgli dell’imbroglio”
“Di cosa parli?”
“Jasper… mio padre ha scalato volutamente la società del padre di Edward. Oggi ho controllato, non ho dubbi su questo”
“Vuol dire che hai le prove?”
Mi guarda molto seriamente.
“Si. Ma… le ho trovate casualmente, perché l’azienda di mio padre ora è sottoposta alla stessa cosa. Non ho tempo di spiegarti, adesso. Devo trovare Edward. Devo dirglielo.”
“Lo… lo ami davvero”
“Più della mia vita”
Non sono mai stata così sincera. E sicura di quello che dico.
“Bella… Edward oggi era particolarmente… a terra”
“Lo so… ha scoperto del fidanzamento. Ma ti assicuro che non è una cosa che voglio e che dipende da me”
Mi guarda per qualche secondo in silenzio.
“E’ al Vultur. E non è da solo”
Sento il mio cuore fermarsi.
“Con chi è?...”
La voce in un sussurro.
“Con nessuno in particolare… voglio dire… nessuno che conti per lui… Bella, potresti trovarlo ubriaco e non nel pieno possesso di se. Ti prego, non giudicarlo male. Tra i due, tu sembri quella che ragiona. Non giungere a nessuna conclusione. Aspettate di chiarirvi prima, o rischiate di far andare avanti questa tarantella all’infinito. Sei venuta qui con l’intento di parlare e di chiarire. Rimani di quell’idea, ti prego… nonostante quello che vedrai”
Respiro pesantemente, mentre mi dirigo al Vultur.
Facile dire non giungere a conclusioni.
Lo amo, sì.
Ma sono sempre Isabella Swan, la ragazza che perde ogni barlume di lucidità di fronte a lui.
Entro nel locale già stracolmo di gente sudata e alticcia.
Scorro con lo sguardo i salottini laterali, la pista, il mezzanino dove lo hanno festeggiato.
Niente.
Mi siedo ad uno degli sgabelli del bar e decido di chiamarlo.
Squilla a vuoto.
Gli mando un sms sperando che lo legga.
Ma purtroppo non sono molto amorevole neanche per iscritto. Ho troppa paura di vedere con i miei occhi con chi sta.
Sms “Sono al Vultur. Jasper mi ha detto che sei qui. Dove cazzo sei.”
Ordino da bere.
Tequila. Liscia.
Non mi piace, non mi piace, non mi piace… sento quella sensazione che… non mi piace.
D’un tratto lo vedo.
Sta uscendo da una delle salette private.
Oddio…no…
Mi vede subito.
Si avvicina e si lascia cadere sullo sgabello accanto al mio.
Ha i capelli più disordinati del solito.
Ha la bocca e il collo macchiati da rossetto rosso. Scadente.
Ha le pupille dilatate.
Puzza di alcool e di profumo da donna. Scadente.
La sua espressione è tormentata e incerta.
Mi si riempiono gli occhi di lacrime, ma non le lascio scendere.
Tremo, mentre mi porto il bicchiere alla bocca.
Butto giù tutto in un sorso.
“Bella…”
“Puzzi di sesso”
Sospira ma non dice niente.
Ordiniamo da bere tutti e due.
Rimaniamo così per un po’.
Non lo guardo.
“Bella io-“
“Vieni, ti porto a casa”
La storia prende forma e devo dire in modo esemplare. Era giusto sapere cosa stesse accadendo e assistere alla trasformazione di Bella da ricca pomposa viziata figlia di Papà a Manager impeccabilmente preparata è una bella ...bellissima sorpresa. Dio quanto mi piacciono sti due ragazzi.Direi che si meritano l'un l'altro. Ne vado pazza. Di Tutti e due. Anzi 3...jasper è un amore.
RispondiEliminaBellissimo capitolo. La trama della storia si sta facendo complessa ed articolata e, anche grazie a questo, i personaggi di Edward e Bella si definiscono in modo più profondo. Hai scritto questo capitolo molto bene e con ... mestiere ... rendendolo intrigante e scorrevole, ed aprendo un altro piano narrativo che renderà il tutto più dinamico. Favola!
RispondiEliminaQuesto capitolo è stato favoloso!! L'ho letto tutto d'un fiato!!
RispondiEliminaE ora sto cercando di riprenderlo (il fiato)!!
Hai scritto magnificamente, ho sentito davvero i tuoi personaggi.. non so come spiegarmi meglio - erano MOLTO intensi!! L'intrigo c'è.. se sono #*senzaparole*!!
Il sesso in questo capitolo non mi è mancata affatto.. la tua è stata una scelta azzeccatissima!! MERAVIGLIOSO!!Non so che altro aggiungere!!!
Bellissimo! Mi ci sono appassionata subito, tanto che ho letto gli altri capitoli in un giorno solo! Mi piace questo suo (di Bella) volersi occupare personalmente della faccenda per trovare una via d'uscita!
RispondiEliminaMi piace, mi piace e mi piace! Bacino... eli.
Grande Sparvi...questa storia prende sempre di più, adoro i personaggi con le loro sicurezze e il modo in cui non riescano a mantenerle tali (non so se sono stata chiara ahahah) comunqueeeeeee Bella una donna con i controcoglioni... "Vieni, ti porto a casa" come minimo deve frustarlo! mmmm
RispondiEliminaBene finalmente la storia prende corpo e nn più la bella stronzetta e vizziata ma una bella con le palle che mette tutto in discussione per amore e riconquistare il suo uomo....capitolo meraviglioso .Brava laura
RispondiEliminammmmmhh..interessente e corposo sto capitolo..inoltre bella lezione d'economia! Sparvy sei super..e adesso?!sono curiosissima di vedere come reagirà questa nuova Bella al dolore delle corna!
RispondiEliminaSI..CONCORDO CON ONFIRE!FRUSTATE E SCULACCIATE!
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