Sono mollemente appoggiata sul cuscino, sdraiata nella mia Jacuzzi superlusso, nel mio lussuosissimo attico, circondata da tutti i miei fottuti lussuosissimi generi di conforto.
E sto male.
Sto fumando. Non mi capita spesso, tengo troppo al mio corpo e alla mia salute.
Ma adesso mi serve.
Ho dei segni sul corpo.
Lividi sui fianchi, sul braccio, abrasioni sulle ginocchia, il labbro inferiore tagliato dalla forza del mio morso.
Dovrei essere furiosa.
Invece accarezzo i ricordi di quella mattina che ha scaraventato il mio mondo a puttane, improvvisamente rendendolo vuoto e vacuo.
Sono così?
Sono così come mi vede lui?
Perchè ha agito in quel modo? Perché mi odia tanto?
L’ho sentito. Ho sentito tutto il suo livore, la sua rabbia.
Ma ho anche sentito come mi ha amato.
Mi vengono in mente immagini e sensazioni di quell’incontro assurdo.
Sento le sue mani che stringono, ma non mi fanno male.
Sento il suo cazzo che mi riempie, accarezzando tutto ciò con cui era a contatto.
Sento i suoi gemiti di passione, espressione di un godimento che veniva dal possedere il mio corpo.
Sento il mio nome sussurrato… che mi stava legando a lui senza più via d’uscita.
Non mi ha baciata…
DLIN DLON
“Accidenti!” spengo la sigaretta, esco dalla vasca mettendomi l’accappatoio e vado a vedere chi è.
No, non ho camerieri in casa. Detesto avere gente intorno.
Apro.
“Rosalie…” mormoro.
Mi scanso per farla entrare. Va dritta verso il salone e butta la borsetta sul divano.
“Ciao Bella! Sono passata per- … Rosalie?” si ferma e si volta. Mi guarda dall’alto verso il basso, e viceversa.
“Bella… cos’hai? Che è successo?!” sento la sua voce spaventata, mentre si avvicina portando le mani alle mie braccia.
“Mpf… non so neanche da dove cominciare… non so neanch’io cos’è successo”
Mi butto senza alcuna eleganza sul divano. Lei si siede accanto a me.
“Bella, ti prego, dimmi cos’hai” mi guarda, e nota i segni sui miei stinchi, quei segni lasciati dalla griglia del radiatore che colpivo ripetutamente persa nella forza dei suoi colpi.
Cerco di coprirmi, ma non ha neanche senso.
Sospiro.
“Rose… è successo qualcosa oggi…”
Le racconto tutto quanto. Tutto. Lei è Rose, mia sorella, ci scopiamo anche le stesse persone. E ce lo raccontiamo pure. Ma qui non si tratta di una scopata. E lei lo capisce al volo.
“Non ti ho mai vista così… Bella… tu provi qualcosa per lui, vero?”
“Si. No. Non lo so! E’ che… è che non capisco! C’è qualcosa che non capisco in tutta questa dannata storia del cazzo!”
Guarda il pavimento pensierosa.
“Come hai detto che si chiama?”
“Cullen. Edward Cullen”
Solo a pronunciare il suo nome sentivo il mio corpo venire percorso da brividi, come se anche nominarlo fosse un richiamo verso di lui. Un’appartenenza.
“Cullen, come il figlio di quel Carlisle Cullen?”
“Carlisle Cullen?” chiedo confusa.
“Ma si! Non ti ricordi? L’anno scorso! Ricordi tutto quel casino venuto fuori quando papà ha comprato la sua società per due soldi per poi smembrarla? Brutta storia… ci sono stati un sacco di problemi… quell’uomo finito in depressione… lo sai che nessuno vince contro nostro padre”
La guardo cercando di ricordare.
Carlisle Cullen… No… Non ricordo… forse presa tra una manicure e l’altra non mi sono nemmeno chiesta cosa stesse succedendo.
Ma allora è questo! E’ per questo che è successo tutto! E’ stata una vendetta! Io sono solo stata un mezzo per un fine… Non era niente… Io non ero niente per lui…
Sento un tremore prendere possesso del mio corpo. Sento rabbia, frustrazione, e… dolore.
Mi alzo di scatto dal divano. Decisa a risolvere le cose una volta per tutte.
“Dove vai?” Rose si alza con me e mi segue nella mia camera da letto.
Mi vesto in fretta solo con mutandine, un vestitino bianco e sandali.
Non ricordo la marca di niente. Non me ne frega un cazzo. E questo dice tutto.
“Devo vederlo. Devo sapere.” Mi agito prendendo tutta la mia roba. Mi pettino alla meglio. Non mi trucco. Ho troppa fretta. Devo capire.
Prendo borsa e chiavi della macchina e vado a grandi passi verso la porta.
“Bella, aspetta!” Rosalie si affretta dietro di me.
“No Rose. Devo andare. Devo capire.”
La guardo mentre butta giù le spalle e mi parla seriamente, come mai prima.
“Ti ha preso… quell’uomo ti ha preso il cuore…”
“Si…” sussurro.
oioi...mi piace...
RispondiEliminaavrebbe preso anche il mio di cuore...voglio i lividiiiiiiiiiii <3
RispondiEliminacontinuo la lettura G On Fire
Ops, ma allora è stata solo ed esclusivamente una vendetta per Edward? Solo questo? Del tipo "Tuo padre ha rovinato il mio ed io mi scpo sua figlia appena dopo averla conosciuta, in mezzo ad una strada come se fosse l'ultima dell prostitute? Bedw
RispondiEliminawowwwwwwwwwww =) povera bella
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