lunedì 6 febbraio 2012

"IL MANGANELLO II" - CAP. 3

E pov

“Forse no, ma mi rimpiangerai, principessa”
E io sognerò di te per il resto della mia vita...
Sfreccio via con la moto infrangendo quei limiti che dovevo salvaguardare.
Urlo.
Un urlo liberatorio, che mi graffia la gola.
Torno alla base e chiamo Jasper.
Jasper è il mio collega. Un fratello in verità. Condividiamo lo stesso appartamento sul lungomare. Lui sa tutto di me ed è lui che ho chiamato per far chiudere il traffico, prima.

“Jasper, sono Edward, mi senti? Passo”
“Hey bello! Come butta oggi? Adocchiato niente sul lungomare? Fermato qualche passerina? Passo”
“Non ne hai idea! Senti Jasper... ho bisogno che tu chiuda la viabilità sulla PacificH29 (!) direzione nord, passo”
“Qualche incidente? Passo” il suo tono serio.
“No, niente incidenti per fortuna, ma se non lo fai subito, l’incidente lo causerò io. Passo”
“D’accordo. Chiamo Baker e Ponch che sono già sul posto. Due minuti e sarà chiusa. Passo”
“Grazie amico. Ti avverto a cose fatte. Passo e chiudo”

“Jasper, sono io, puoi riaprire la viabilità... io... ho finito, lì”
“Bene, Edward... tutto ok?”
“No, no amico. Non è tutto ok. Ci vediamo a casa” e riaggancio.
Finisco di compilare le mie scartoffie e vado a casa.

Entro nel mio appartamentino. Bè, mio e di Jasper.
L’abbiamo affittato l’anno scorso. Abbiamo scelto con cura il posto, dopo una lunga discussione su cosa piaceva alle passerine, come le chiamava lui.
Quindi, casa sulla spiaggia.
Non avevamo perso molto tempo con le forniture. Ci eravamo focalizzati su un divano comodo che potesse contenere bene due persone, sdraiate, un flat screen con videoteca di film romantici, e porno, bar, mini cucina, camere da letto con letti king-size e oggetti speciali, bagno con vasca idromassaggio, per due. Il resto non lo avevamo nemmeno considerato.
Non che avessi avuto tutta questa attività fisica ultimamente.
Fino ad oggi.
E non mi era servito neanche l’appartamento.
Cristo...
Cosa cazzo ho fatto?
Mi passo le mani sul viso nervosamente e mi gratto la testa. Devo farmi una doccia.
Apro l’acqua, ma non voglio che si scaldi troppo. Mi tolgo la divisa e metto tutto nella cesta dei panni che dopo Mrs. Cope verrà a ritirare.
Entro in doccia in cerca di un po’ di sollievo, volevo lavare via tutto di questa giornata. Volevo dimenticare di... averla usata.
Bella...
Non mi sono mai sentito così. Male.
Appoggio una mano alle piastrelle mentre lascio scorrere il getto tiepido sopra la mia testa.
Respiro.
E cerco di pensare soltanto a quanto sono stato stronzo.
Ma ho la mente piena di lei.
Non ricordavo fosse così bella...

Percorro rabbioso il viale d’ingresso di Villa Swan.
Fottuti bastardi! Guarda che roba. Ogni mattone, ogni cespuglio fatto col sangue di quelli che hanno avuto la sfortuna di incrociare il loro cammino.
Sento correre qualcuno alle mie spalle
“Edward! Edward che cazzo pensi di fare? Fermati!”
“Jasper! Lasciami!”
Mi ha afferrato con un braccio a stringermi il collo e l’altro intorno al mio gomito.
Cerco di divincolarmi, ma Jasper è più bravo di me in queste cose. Non ci riesco.
“Mmmhhhhhhaaarrggggg!” ruggisco.
Sono cieco di rabbia. Ho appena saputo cosa ha fatto Charles Swan a mio padre.
Lui non mi ha detto nulla, ed Esme dopo il ricovero in ospedale per un malore, non ha potuto più fare a meno di tenermelo nascosto.
Charles Swan lo ha rovinato.
Aveva comprato una parte delle azioni della compagnia. Mio padre era entusiasta.
“Charles Swan è un uomo d’affari di grande talento, vedrai figlio, porterà la nostra piccola compagnia a fiorire in meno di due anni.”
Ricordo il suo sorriso pieno di speranza e di fiducia.
Ma in meno di un anno l’aveva invece distrutta.
Si era servito di informatori interni per scoprirne i punti deboli, e come un tumore aveva cominciato a danneggiarla dall’interno. Finchè a mio padre non è rimasto che svendergliela.
Insieme ai sogni di una vita.
“Edward! Cerca di ragionare! Non ti faranno mai entrare. Noi ci siamo riusciti fino adesso perchè è tutto spalancato per l’arrivo degli ospiti. C’è un party non vedi?”
Mi giro rivolto verso l’ingresso della casa.
No, non mi ero accorto di niente. Solo ora mi accorgo che noi siamo al buio e riesco a vedere due attendenti in livrea da gran sera accogliere alcuni ospiti dotati di invito scritto.
“Cazzo!” urlo tra i denti in un violento moto di rabbia.
Jasper mi lascia con prudenza.
“Edward, vieni via. Cerchiamo un altro modo. Così non arriverai a niente.”
Ha ragione. Non posso farmi prendere solo dalla rabbia. Devo pensare a mente fredda.
Ma voglio vederlo.
Voglio vedere la sua faccia da cazzo mentre si diverte coi suoi ospiti.
Voglio imprimermelo nella mente per poi godere di più il giorno che riuscirò a fargliela pagare.
“Voglio andare a vedere, Jasper”
“No! Non farlo! Non serve a niente Edward! Non farti del male inutilmente!”
“E’ tutto ok, Jasper. Ti prometto che lo guarderò solamente. Da fuori. Poi verrò via”
Mi guarda per un attimo, perplesso.
Ma Jasper sa che può fidarsi di ogni cosa che dico.
“D’accordo allora. Ti aspetto fuori, vicino alla tua macchina. Ma devi tornare subito. Se no ti vengo a prendere a calci in culo!”
Se ne va, lasciandomi solo in quella parte di giardino buia, a guardare la villa.
Mi addentro ulteriormente, cercando una parte posteriore, è una villa di Beverly Hills, avrà un parco posteriore dove si svolgerà parte della festa, no?
Infatti.
Gli invitati sono ancora tutti dentro, e io mi avvicino ad uno dei grandi finestroni da un cespuglio.
Vedo gente, ma nessuna traccia di Swan.
La finestra è semiaperta e io posso ascoltare qualsiasi cosa venga detto li vicino.
Continuo a vedere grossi pancioni in tux e donne inverosimili, quando si avvicinano alla finestra due ragazze.
Sono molto belle, di una bellezza naturale, tanto per cambiare, una brunetta dal fisico sportivo e una bionda alta, dalle curve più morbide.
“Smettila di rendere sempre le cose così difficili! Non puoi andartene ora Bella!”
“Ah no? Quanto scommettiamo?”
“E’ la festa in onore di papà, tutti si aspettano di vedere anche noi due”
“Non mi frega un cazzo di chi si aspettano di vedere questi pomposi leccaculo! Io non voglio stare qui tutta la sera a farmi sbavare addosso da quel mollusco di Mike Newton!”
“Bellaaaaa, ragiona! Non vorrai lasciarmi qui tutta sola no? E poi chi prenderà a calci nel sedere Royce se ci prova con me?”
“Mpf... d’accordo... lo sai che a te non riesco a dire di no...”
“Dai andiamo...”
E dopo un attimo spariscono tra la folla.
Devono essere le figlie di Swan.
Dopo un po’ si allontanano tutti. La cena evidentemente è servita da un’altra parte.
Mi allontano sconfitto.
Mentre raggiungo Jasper fuori dalla villa, non riesco a non pensare alla brunetta... una principessa sputafuoco...  ma non ne ricordo più il nome.

Isabella...
“Bella...” il mormorio di quel suono dolce, perso nella cascata d’acqua.
E’ ancora più bella di quanto me la ricordassi. Ora è cresciuta, è più donna.
E’ molto donna.
Flash delle immagini di quella mattina a cui mi ero imposto di non pensare, ora vividi davanti a me.
I lunghi capelli scuri che le accarezzavano le spalle.
Gli occhi scuri, grandi, intelligenti.
Le gambe lunghe e affusolate.
L’infarto che mi è venuto quando le ho visto la fica nel momento in cui si è abbassata.
Sorrido di quel ricordo.
Le sue curve piccole, ma morbide.
La sua pelle candida e tenera.
Quelle labbra che mi hanno fatto morire dalla voglia di prenderle e succhiarle fino a fargliele gonfiare...
E il suo culo... rotondo, morbido, accogliente... ci avrei passato sopra tutta la vita. E mi ci sarei infilato dentro per sempre.
Mi accarezzo pensando a quando l’ho presa.
Sento ancora il suono dei suoi sospiri, dei suoi gemiti.
La sento ancora fremere intorno a me.
Mi trovo a pompare il mio cazzo bagnato sotto l’acqua, acuendo la sensazione di averla ancora lì, con me.
“.. Scopami fino a farmi dimenticare chi sono!”
Oh Bella... se solo potessi davvero...
La sua lingua... se non l’avessi fermata le avrei spruzzato addosso come un idrante.
“Aaahhh...”
Continuo a strofinarmi con l’immagine del mio cazzo che gli entra ed esce furiosamente da quella fichetta rossa e bagnata dal desiderio. Quel desiderio che gli avevo procurato io. Io solo.
Appoggio la fronte sull’altro braccio teso sopra le piastrelle. La mia mano aperta in cerca di qualcosa da afferrare. Qualcosa di suo.
Mi lavoro senza sosta tra il respiro affannato che fa eco nel bagno troppo vuoto.
“Aaahhhh.... aaahhhhh.... aaahhhhh... oooaaaaaahhHHHHH!!! Ahh!...Ahh!...Ahhh...
Vengo clamorosamente contro le piastrelle della doccia, come non mi succedeva da quand’ero ragazzino.
Sfinito mi accascio sotto il getto dell’acqua. Rimango lì. Con la testa bassa. Le braccia appoggiate mollemente sulle ginocchia alzate.
Questa doccia non mi è servita a risolvere un cazzo.
E lei non c’entra niente...
Me la sono scopata a freddo come un animale, e non c’entra niente...
Dio... come posso essere caduto così in basso?
Come posso aver approfittato di un essere innocente per perpetrare la mia stupida vendetta?
Rimango per un attimo appeso a quel pensiero, e subito mi viene in mente l’essere innocente.
Sorrido a tutto quello che è uscito da quella boccuccia di rosa.
La principessa ha temperamento da vendere.
E probabilmente è stata la cosa che mi ha eccitato di più in lei.
Esco dal bagno, nudo, e percorro il piccolo corridoio, diretto alla mini cucina per una birra fresca.
Devo reintegrare liquidi.
“Tieni”
Sobbalzo alla vista di Jasper col braccio teso e in mano due birre aperte.
“Jasper! Non ti ho sentito entrare... grazie” e accetto l’offerta.
“Figurati... ho pensato che dopo quella performance sotto la doccia, avessi bisogno almeno di bere”
Ghigna sedendosi sul divano a sorseggiare la sua birra.
“Ha-ha-ha... “ il mio ghigno è tutt’altro che divertito però. E Jasper se ne accorge immediatamente.
“Edward... ti va... dopo esserti messo almeno le mutande, grazie, di raccontarmi quello che è successo oggi, nel dettaglio?”
“Certo...”
Dopo avergli raccontato tutto, in mutande, mi sento ancora più stupido di prima.
“Mmm. Edward, amico... sei una calamita per i guai, lo sai questo?” dice riprendendo a sorseggiare la birra.
“Jasper, l’unica calamita che sento ora è in mezzo alle mie gambe, e l’ago è puntato dritto verso Beverly Hills!”
“No, scusa amico” mi passo una mano in faccia e continuo “So di essere stato un coglione, ma in quel momento non... non pensavo. Io... non volevo... Lei è una stronzetta insolente, bellissima, e sexy, e capace di capovolgere ogni razionalità che possiedo, o pensavo di possedere... ma... lei non c’entra, Jasper... io l’ho usata, male, per una vendetta che non ha soddisfazione!” mi esprimo in maniera frustrata.
“Bè... una soddisfazione te la sei tolta però” sogghigna di nuovo.
E io cerco inutilmente di spiegare l’inspiegabile.
“No, Jasper. Non dovevo. Lei è innocente. Non posso addossarle tutte le colpe che ha suo padre, nonostante il fatto che sia una di loro. Se potessi tornare indietro, non lo rifarei”
Voglio credere a quello che dico, anche se la mia coscienza se la sta ridendo a crepapelle per l’enormità della stronzata.
Non l’ho nenache baciata...

DLIN DLON

“Vado io, tu sarà meglio che ti metta qualcosa addosso, però” mi dice con un sopracciglio alzato.
Si, effettivamente, sarà meglio.
Metto solo i jeans e torno in salotto.
E la trovo lì.
Bellissima.
Pulita.
Fresca.
E furiosa.
“Bella...” e si voltano tutti e due verso di me.
Lei con occhi carichi di fierezza e di curiosità, lui che si sforza a morte di trattenere il suo ghigno.
Apre lievemente la bocca mentre mi guarda da capo a piedi.
Oh principessa... io conosco quello sguardo ormai...
Ma cerca subito di darsi un tono.
“Uhm! Agente Cullen, potrei parlarle da solo, per favore?”

2 commenti:

  1. wwww mi piace molto come scrivi,cosa sucederà fra il bell'agente e la bella principessa?mhaaaaa.ciaoooo Maria50.

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