"IL MANGANELLO II" - CAP. 5

Epov

“Io... io ti odio...”

E io ti amo invece, mia principessa.

Mi stringe, è aggrappata a me, sento la sua piccola mano calda sul mio petto, sul mio cuore.

Mi sento strano.

Mi sento male.

Mi sento bene.

Dorme.

Sorrido e sospiro. La stringo delicatamente in quell’abbraccio, non voglio svegliarla.

La guardo... è così delicata, così pura, così perfetta.

E’ così sbagliato quello che le ho fatto.

Ma era anche così... giusto... noi, noi siamo giusti.

Rimango a pensare a quella sensazione così potente... noi siamo giusti.

Cazzo… il sesso è stato indescrivibile.

Nessuna, nessuna mi ha mai fatto perdere le staffe ed eccitato tanto come lei. Quando sono vicino a lei non capisco più un cazzo, ho solo l’istinto di dominarla, di domarla, di prenderla, di farla mia, solo mia.

Fin da quando ho posato gli occhi su di lei... Cristo... solo 12 ore fa...  il mio mondo è stato capovolto.

Credevo di essere mosso da istinti vendicativi verso la sua famiglia, quella famiglia che tanto disprezzo, ma... no.

E’ lei che voglio. Soltanto lei.

Sono stato brutale, è vero, ma ... non è una rivalsa la mia. Non Edward Cullen contro Charles Swan, non povero contro ricco.

Siamo io e lei. Edward e... Bella.

“Mmmm… Edward…”

Sta sognando. Sogna di me!

Mugugna altre parole incomprensibili e ha un broncino meraviglioso con la guancia schiacciata al mio petto. Ha le sopracciglia contratte, forse dopotutto non è un sogno piacevole.

Già… e come potrebbe esserlo? In fondo l’ho presa e legata entrambe le volte e l’ho forzata a fare quello che volevo io.

“Ti prego Edward... toccami... fottimi...”

Oh Bella… si, mi voleva anche lei. E mi voleva esattamente così.

L’ho sentita la sua lotta interiore. Ho percepito molto chiaramente il contrasto tra il volermi relegare al mio posto di subalterno e la voglia di essere completamente sottomessa a me.

E io non posso fare a meno di farlo, non per sentirmi socialmente superiore, ma perché il suo totale abbandono a me e il mio dominio su di lei sono il nostro punto di mediazione essenziale.

L’unico posto in cui possiamo incontrarci e fonderci, diventare un solo essere.

“mmmm… non voglio… no… Edward…”

Mi si stringe lo stomaco e il cuore mi cade nell’abisso.

Non vuole. Lei non mi vuole…

Sono stato uno stupido.

Sono stato un coglione a poter solo pensare di poterla avere, di poter avere qualcosa con lei, di qualsiasi cosa si trattasse.

Quel qualsiasi cosa che mi sarei fatto bastare.

“… no… Mike…”

Mike?! Il fidanzato…

Lo faccio a pezzi!

Ma che cazzo penso… è fidanzata, con uno che la fa venire più volte, senza uscire. Non ci ho creduto neanche per un minuto. E non ci credo neanche adesso.

No, Bella… quello che c’è stato, quello che c’è tra noi non è una cosa da niente.

Io ti ho sentito, ho sentito la tua energia, la tua passione, ed ero io che te la davo, soltanto io. L’ho letto nei tuoi occhi, l’ho udito dai tuoi sospiri.

Ma il fatto rimane.

Lei è fidanzata.

E io non sono un cazzo.

Lei è una principessa.

E io sono un poliziotto.

Non è fattibile. Non è concepibile. Non nel mondo reale.

Continua a martellarmi in testa quel nome. Sono sicuro di averlo già sentito prima di stasera. Ma io ho conosciuto Bella solo stamattina, com’è possibile che abbia già sentito quel nome? E com’è possibile che ho la sensazione che mi aveva già dato fastidio?

No… Isabella… io ti avevo già vista…

“… Io non voglio stare qui tutta la sera a farmi sbavare addosso da quel mollusco di Mike Newton!”

Era la sera che mi ero intrufolato alla villa! Lei stava parlando con un’altra ragazza, la sorella…

Mike Newton.

Newton… come i pneumatici Newton? Molto probabile, i Newton sono straricchi. Come gli Swan.

Ho la nausea.

Mi sento incazzato e impotente.

E ho tra le mie braccia la ragazza che voglio, che so che è mia, che so che è per me, e che non sarà mai mia. Mai.

E quando andrà via porterà via la mia anima con se.

Vorrei che questa notte durasse per sempre.

Vorrei tenerti per sempre tra le mie braccia

Vorrei che i nostri mondi non esistessero.

Vorrei che ci fossimo solo noi due, qui in questa casetta sul mare.

Vorrei portarti in spiaggia.

Vorrei schizzarti con l’acqua del mare e vorrei vederti mentre ti rovino il vestito di non so quale stilista e vorrei vederti ridere dopo, quando te lo strapperei via per fare l’amore con te, dolcemente, e baciarti fino a consumarti.

La stringo, la accarezzo, la guardo.

Non so per quanto potrò farlo e ti do ora tutto quello che vorrei darti per sempre.

Vorrei che sapessi, vorrei dirti tutto quello che sento.

La sfioro con le labbra sulla fronte, sui capelli, sulle tempie, percorrendo un sentiero appena accennato verso quelle labbra rosa che tanto volevo baciare e che adesso mi attirano come un pianeta al suo sole.

Le sfioro con le mie. Sento il suo respiro caldo. Sento il suo richiamo. E’ come una sirena. E dopo che cederò al suo canto diventerò pazzo.

Non posso farlo.

Non posso baciarla.

Se la bacio sono finito.

Le sfioro le labbra con le dita.

Lei sorride e si stringe di più a me.

Oh bella! Sono tuo ormai. Mi hai stregato, mi hai preso e mi hai distrutto.

Mia principessa perdonami…